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La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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cale, cioè una trasmissione dai giovani agli adulti (in questo caso dagliinsegnanti ai ragazzi), ma funziona anche una reciproca influenza frapari di età, che potremmo chiamare “socializzazione orizzontale”, cioèquella che avviene tra soggetti che sono alla stessa fase del percorso disocializzazione. Si tratta di un’influenza che non è ancora determinante,che non ha ancora un peso altamente significativo per la biografia <strong>dei</strong>soggetti, che però serve soprattutto da rinforzo dell’azione degli insegnanti:all’interno <strong>della</strong> classe ci sono, dice Parsons, ragazzi che si identificanogià in maniera più forte con gli insegnante, che tendono ad assumereappieno quelle che sono le norme, i modi di comportarsi e levalutazioni date dall’insegnante, e ci sono ragazzi che tendono, invece, acontrapporsi, ad essere più ribelli; e già questo pesa, poi, nelle relazionifra i ragazzi. Dice Parsons che nelle relazioni fra pari c’è una sorta di“rinforzo” rispetto a quelli che sono i messaggi che l’insegnante da’ agliallievi. Il bambino “somaro” e il bambino “bravo”, per usare vecchiecategorie, viene etichettato non soltanto dalle valutazionidell’insegnante, ma anche da quelle <strong>dei</strong> compagni di classe, alcuni <strong>dei</strong>quali possono anche essere indipendenti, ma che in larga misura, diceParsons, a livello <strong>della</strong> scuola elementare sono ancora fortemente determinatidalle valutazioni dell’insegnante, tanto che le reciproche relazionifra ragazzi possiamo considerarle anche una “cassa di risonanza”di tali valutazioni.Quindi comincia già a delinearsi, a livello <strong>della</strong> scuola elementare,questa differenziazione di raggruppamenti, che poi troveranno una e-spansione nella fase adolescenziale. C’è un altro dato importante: nellascuola di base l’influenza del gruppo <strong>dei</strong> pari non è ancora strutturataattraverso la costituzione di gruppi fissi di ragazzi. Esistono delle “bande”che si realizzano già nella fase di latenza (8-10 anni), ma si tratta digruppi provvisori; e questo è vero fin verso i 12-13 anni, cioè nella fase<strong>della</strong> pre-adolescenza. Si tratta di “bande” temporanee che cambiano dagioco a gioco, da giorno a giorno, da contesto a contesto, e non hannodurata nel tempo. Ma soprattutto dal punto di vista <strong>della</strong> vita adulta, intermini di socializzazione, non c’è un leader fisso, non c’è una strutturadi relazione già definita con un capo e <strong>dei</strong> sottoposti, cosa che inveceavverrà nei gruppi di adolescenti. Non è che questo avvenga in assoluto:anche i leader sono momentanei, legati ai singoli giochi, a singole attività.Si tratta quindi di una leadership che crollano non appena si passa adun attività di tipo diverso.81

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