inserimento occupazionale? È vero che a titoli più elevati corrispondeeffettivamente una maggiore abilità e capacità?Nell’immagine di Parsons la scuola interviene non soltanto per darecompetenze professionali, abilità tecniche differenziate, ma anche perdotare ogni soggetto, in relazione al proprio inserimento occupazionale,di quelli che lui definisce gli “impegni”, cioè le motivazioni valoriali chesono consoni allo svolgimento di quel determinato ruolo. Parsons continuasempre a vedere la corrispondenza precisa tra componente cognitiva,cioè le conoscenze e le abilità professionali necessarie a svolgere unruolo, e componenti valoriali, cioè gli impegni, il “castello” di aspettativereciproche che un soggetto deve saper gestire nel momento in cui sirelaziona in un sistema di ruoli. Per fare un esempio, fare il medico nonsignifica soltanto saper fare un diagnosi o conoscere il corpo umano,ma significa anche relazionarsi in un determinato modo con il paziente,significa anche sapere quale è la deontologia <strong>della</strong> professione, che tipodi orientamento deve avere nei confronti del paziente che si relazionacon lui e deve anche coglierne le aspettative.Per Parsons c’è quindi questa continua compresenza tra componentitecniche e componenti di impegno, valoriali, che sono anche di tiponormativo, rispetto all’organizzazione <strong>della</strong> società.Tornando alla scuola, in essa passa, come abbiamo visto, attraverso ilpercorso differenziato di selezione degli individui che deve avvenire tenendoconto <strong>della</strong> capacità del soggetto e meno di quelle che sono lecomponenti “ascritte” <strong>della</strong> biografia individuale. Abbiamo discusso infattidi questa potenzialità che Parsons vede nella società democratica diaumentare il peso <strong>della</strong> variabili acquisitive rispetto al peso delle influenzelegate alle origini sociali. Parsons non nega che ci siano anchedelle influenze di tipo “ascrittivo”, che ci sia cioè anche un peso delleorigini familiari in quello che è il livello di riuscita del percorso scolastico,ma ritiene che nella società moderna siano in aumento i soggettiche possano realizzarsi indipendentemente dall’origine sociale.2.5 Il gruppo <strong>dei</strong> pariAll’interno <strong>della</strong> scuola elementare, nel periodo <strong>della</strong> scuola di base,comincia già ad operare anche l’influenza del gruppo <strong>dei</strong> pari. Cioèall’interno <strong>della</strong> scuola non funziona soltanto una socializzazione verti-80
cale, cioè una trasmissione dai giovani agli adulti (in questo caso dagliinsegnanti ai ragazzi), ma funziona anche una reciproca influenza frapari di età, che potremmo chiamare “socializzazione orizzontale”, cioèquella che avviene tra soggetti che sono alla stessa fase del percorso disocializzazione. Si tratta di un’influenza che non è ancora determinante,che non ha ancora un peso altamente significativo per la biografia <strong>dei</strong>soggetti, che però serve soprattutto da rinforzo dell’azione degli insegnanti:all’interno <strong>della</strong> classe ci sono, dice Parsons, ragazzi che si identificanogià in maniera più forte con gli insegnante, che tendono ad assumereappieno quelle che sono le norme, i modi di comportarsi e levalutazioni date dall’insegnante, e ci sono ragazzi che tendono, invece, acontrapporsi, ad essere più ribelli; e già questo pesa, poi, nelle relazionifra i ragazzi. Dice Parsons che nelle relazioni fra pari c’è una sorta di“rinforzo” rispetto a quelli che sono i messaggi che l’insegnante da’ agliallievi. Il bambino “somaro” e il bambino “bravo”, per usare vecchiecategorie, viene etichettato non soltanto dalle valutazionidell’insegnante, ma anche da quelle <strong>dei</strong> compagni di classe, alcuni <strong>dei</strong>quali possono anche essere indipendenti, ma che in larga misura, diceParsons, a livello <strong>della</strong> scuola elementare sono ancora fortemente determinatidalle valutazioni dell’insegnante, tanto che le reciproche relazionifra ragazzi possiamo considerarle anche una “cassa di risonanza”di tali valutazioni.Quindi comincia già a delinearsi, a livello <strong>della</strong> scuola elementare,questa differenziazione di raggruppamenti, che poi troveranno una e-spansione nella fase adolescenziale. C’è un altro dato importante: nellascuola di base l’influenza del gruppo <strong>dei</strong> pari non è ancora strutturataattraverso la costituzione di gruppi fissi di ragazzi. Esistono delle “bande”che si realizzano già nella fase di latenza (8-10 anni), ma si tratta digruppi provvisori; e questo è vero fin verso i 12-13 anni, cioè nella fase<strong>della</strong> pre-adolescenza. Si tratta di “bande” temporanee che cambiano dagioco a gioco, da giorno a giorno, da contesto a contesto, e non hannodurata nel tempo. Ma soprattutto dal punto di vista <strong>della</strong> vita adulta, intermini di socializzazione, non c’è un leader fisso, non c’è una strutturadi relazione già definita con un capo e <strong>dei</strong> sottoposti, cosa che inveceavverrà nei gruppi di adolescenti. Non è che questo avvenga in assoluto:anche i leader sono momentanei, legati ai singoli giochi, a singole attività.Si tratta quindi di una leadership che crollano non appena si passa adun attività di tipo diverso.81
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