La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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12.07.2015 Views

Parsons già da molto tempo. Gli agenti che entrano a comporre questastruttura policentrica sono: la famiglia, la scuola (ai vari livelli finoall’Università) ed il gruppo dei pari. Abbiamo visto come, a mano a manoche si susseguano le fasi di socializzazione, entra come dominanteun’agenzia piuttosto che un’altra.Ma l’interesse per la sua analisi consiste nella continua coesione tra“micro” e “macro”, tra analisi “micro” e analisi “macro”, ed ogni singolaazione e ogni singola realtà relazionale, ogni singolo processo sociale,è una sorta di “ologramma” della società più vasta. In tal modo si puòvedere, attraverso l’organizzazione della micro-situazione, quelle chesono le caratteristiche che regolano la vita a livello macro-sociale.2.4 Il ruolo della scuolaSi è già detto che la prima transazione alla scuola elementare avvienecon un struttura scolastica (che Parsons analizza per l’America del suotempo e che è stata valida fino a pochi anni fa anche per l’Italia) cheprevede la presenza di una sola figura di insegnante che, in genere, nellamaggioranza dei casi è una figura femminile che segue l’itinerario complessivodi formazione, e in questo vi è continuità rispetto alla famigliadove la figura dominante era la madre.In questa analisi emerge un dato di fatto che si è realizzato attraversotutta una serie di meccanismi sociali di vario genere, cioè la presenzasoprattutto di figure femminili nella scuola di base, viene letto inun’ottica ben precisa e non soltanto come un fatto occasionale o legatoalla divisione del lavoro per sessi (o alla loro disparità), ma è legato proprioad un’esigenza di continuità. Il bambino, passando dalla famigliaalla scuola, ha bisogno di questa figura-tramite, che fa da mediatrice traun ambiente mantenuto familiare e quell’“arena aperta” che è la scuola.E quindi, passando dalla relazione solo con la madre e il padre ad unarelazione con un insegnante, però ancora unico, il bambino impara acapire che ci sono delle figure che si occupano non solo della famiglia,ma che nello stesso tempo lavorano, cioè capisce che ci sono delle figureche hanno dei ruoli lavorativi, figure che svolgono il loro ruolo lavorativonon orientandosi (o non dovendosi orientare) secondo il modellodel particolarismo, cioè dovrebbero trattare i ragazzi in modo paritario,non dovrebbero occuparsi di alcuni aspetti della crescita e di cui invece76

ci si occupa all’interno della famiglia. Però si tratta senza dubbio di unafigura che, differenziandosi, presenta dei tratti di continuità con la figuramaterna con la quale i bambini hanno convissuto per cinque-sei anniin maniera continuativa all’interno della struttura familiare.Quindi il passaggio, la capacità di muoversi e di relazionarsi con ruolidiversi da quello genitoriale, avviene per via graduale. E seguendo gradualmentedall’insegnante-mamma all’insegnante-donna dei primi anni,poi a mano a mano, all’interno della scuola elementare si assisteall’introduzione di più figure docenti, per cui il bambino impara a capireche lo stesso ruolo lavorativo può essere svolto da più figure, e quindiapprende i caratteri universali anche dell’agire per ruolo. Ma conl’evolversi ulteriore del processo questi insegnanti possono anche esseremaschi, e quindi di sesso diverso, e sempre meno si relazionano albambino con atteggiamenti anche di carattere empatico, o comunquetenendo conto non solo del polo della specificità, dell’universalismo, masoltanto dei risultati di quelle che sono le capacità del soggetto e gli apprendimentiche vengono perseguiti all’interno della scuola.La realtà, ovviamente, è cambiata da quando Parsons scriveva. È noto,infatti, che proprio su questa introduzione di più figure di insegnantisin dalla scuola elementare si è lavorato molto: la riforma degli ordinamentidella scuola elementare italiana, che è entrata in vigore negli anni‘90-’91 (legge 148), prevede che ci siano più figure di insegnanti sin dallaprima elementare, e questo era già da tempo previsto negli Stati Uniti.Ma tale riforma prevede soprattutto che ci siano, sin dalla prima elementare,anche una differenziazione per discipline che prevede un docenteche si occupa prevalentemente dell’area linguistica ed uno che sioccupa dell’area matematico-scientifica.Parsons, quindi, non rivede più il suo progetto, come pure non affrontamai il tema delle conseguenze possibili che possano derivare dauna anticipazione della scolarizzazione dei ragazzi attraverso, ad esempio,della scuola materna. Questa è stata un’esperienza che negli StatiUniti si è andata a mano a mano diffondendo già mentre Parsons eraancora in vita. Ma l’esperienza di uscita precoce dalla famiglia è stataancora letta, dal modello parsonsiano, all’insegna di possibile rischiositàper i bambini, perché i primi apprendimenti non potevano essere cosìconsolidati e troppo presto questa pluralità di tipi di relazioni potevanointrodurre degli elementi di rischio per la crescita equilibratadell’identità del soggetto.77

ci si occupa all’interno <strong>della</strong> famiglia. Però si tratta senza dubbio di unafigura che, differenziandosi, presenta <strong>dei</strong> tratti di continuità con la figuramaterna con la quale i bambini hanno convissuto per cinque-sei anniin maniera continuativa all’interno <strong>della</strong> struttura familiare.Quindi il passaggio, la capacità di muoversi e di relazionarsi con ruolidiversi da quello genitoriale, avviene per via graduale. E seguendo gradualmentedall’insegnante-mamma all’insegnante-donna <strong>dei</strong> primi anni,poi a mano a mano, all’interno <strong>della</strong> scuola elementare si assisteall’introduzione di più figure docenti, per cui il bambino impara a capireche lo stesso ruolo lavorativo può essere svolto da più figure, e quindiapprende i caratteri universali anche dell’agire per ruolo. Ma conl’evolversi ulteriore del processo questi insegnanti possono anche esseremaschi, e quindi di sesso diverso, e sempre meno si relazionano albambino con atteggiamenti anche di carattere empatico, o comunquetenendo conto non solo del polo <strong>della</strong> specificità, dell’universalismo, masoltanto <strong>dei</strong> risultati di quelle che sono le capacità del soggetto e gli apprendimentiche vengono perseguiti all’interno <strong>della</strong> scuola.<strong>La</strong> realtà, ovviamente, è cambiata da quando Parsons scriveva. È noto,infatti, che proprio su questa introduzione di più figure di insegnantisin dalla scuola elementare si è lavorato molto: la riforma degli ordinamenti<strong>della</strong> scuola elementare italiana, che è entrata in vigore negli anni‘90-’91 (legge 148), prevede che ci siano più figure di insegnanti sin dallaprima elementare, e questo era già da tempo previsto negli Stati Uniti.Ma tale riforma prevede soprattutto che ci siano, sin dalla prima elementare,anche una differenziazione per discipline che prevede un docenteche si occupa prevalentemente dell’area linguistica ed uno che sioccupa dell’area matematico-scientifica.Parsons, quindi, non rivede più il suo progetto, come pure non affrontamai il tema delle conseguenze possibili che possano derivare dauna anticipazione <strong>della</strong> scolarizzazione <strong>dei</strong> ragazzi attraverso, ad esempio,<strong>della</strong> scuola materna. Questa è stata un’esperienza che negli StatiUniti si è andata a mano a mano diffondendo già mentre Parsons eraancora in vita. Ma l’esperienza di uscita precoce dalla famiglia è stataancora letta, dal modello parsonsiano, all’insegna di possibile rischiositàper i bambini, perché i primi apprendimenti non potevano essere cosìconsolidati e troppo presto questa pluralità di tipi di relazioni potevanointrodurre degli elementi di rischio per la crescita equilibratadell’identità del soggetto.77

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