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La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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momento storico preciso in cui c’è una differenziazione tra i sessi moltonetta.Il bambino, quindi, esce avendo acquisito l’idea di essere “figlio”;quindi sapendo come ci si rapporta con un “adulto” genitore, che è ilproprio padre o la propria madre, ma che è un superiore per età. Sonopoi degli apprendimenti che di certo andranno completati, con ulteriorispecificazioni e differenziazioni, nelle fasi seguenti. Non è detto, infatti,che l’identità sessuale sia raggiunta nella prima fase: nell’adolescenza c’èun altro momento cruciale di rivisitazione dell’identità sessuale. Però èimportante che già nel momento in cui il bambino entra a scuola abbiadue immagini di sé sufficientemente costruite: sé come maschio ofemmina, sé come “figlio di...”; e quindi come bambino che sa relazionarsiagli adulti.C’è, poi, un altro elemento importantissimo che la famiglia genera ocostruisce per il futuro del bambino, e che importantissimo soprattuttonella società liberale, nella società <strong>della</strong> competizione e <strong>della</strong> concorrenza,cioè nella società che, come abbiamo visto nella lezione precedente,privilegia fortemente il valore dell’achievement. Si trattadell’acquisizione di un sufficiente grado di sicurezza. A tal propositoParsons, afferma in modo inequivocabile che non appena il bambinoesce dalla famiglia ed entra nella scuola si trova a dover affrontare la“gara per la vita”. <strong>La</strong> scuola – e quindi l’ambiente esterno – è già da subitoluogo di competizione che, secondo questo modello, deve esseremeritocratica, ma che è gara “dura”. Ecco che, allora, proprio questoperiodo prolungato di grosso attaccamento alle figure genitoriali può,per così dire, dotare il bambino di una “corazza” di sicurezza con laquale affrontare i rischi dell’esistenza. Questa continuità <strong>della</strong> relazione,questa accettazione prolungata, se questa c’è stata (ma evidentemente cideve essere), qualsiasi sia stato il comportamento degli adulti anchequando si siano commessi degli errori, dovrebbe proprio costituire unasorta di “talismano” che la persona porta con sé perché è in grado, poi,di affrontare le difficoltà esterne.E qui ritorna quanto detto a proposito <strong>della</strong> continuità tra le agenziedi socializzazione nel passaggio tra le fasi: quando il bambino esce dallafamiglia ed entra nella competizione, la famiglia non scompare.Quest’ultima accompagna il bambino durante il percorso <strong>della</strong> secondainfanzia e dell’adolescenza; e, proprio in questo periodo dell’esistenza,la famiglia assume il compito di “supporto emotivo” di fronte alle diffi-71

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