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La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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do da parte dell’agente socializzando che, soprattutto in questa faseevolutiva, si adatta e viene definito “socializzato” nella misura in cui haaccettato il messaggio proposto, che è diversificato, che tiene conto dellespecificità del soggetto, ma che il socializzando può modificare solofino ad un certo punto, e non nei suoi elementi portanti.Come si specificherà meglio più oltre, nello sviluppo successivodell’analisi parsonsiana si prevede la possibilità che ci siano alcuni soggettiche, anche in fase di socializzazione, possano partecipare aquest’operazione di modificazione <strong>dei</strong> valori e delle norme di fondo e,quindi, partecipare al processo di innovazione. Ma ciò non negal’impostazione di fondo, che rimane valida per la maggior parte <strong>dei</strong>membri <strong>della</strong> società e, soprattutto, per le prime fasi dell’esistenza. Inrealtà il bambino, l’adolescente, il giovane, è considerato anche da Parsonsaltamente plasmabile e trasformabile: c’è una sorta di malleabilitàdel soggetto in tutta la fase evolutiva. Con progressivi irrigidimenti, maanche con possibilità di assunzione delle prospettive culturali e sociali.Come descritto da Parsons, il percorso di socializzazione costruiscequindi, allo stesso tempo, sia l’io che il noi, in quanto l’obiettivo non èsoltanto quello <strong>della</strong> costruzione dell’identità soggettiva, ma è, contemporaneamente,la costruzione <strong>della</strong> coesione sociale. Il soggetto attraversoil percorso di socializzazione apprende l’io e il noi, e non può nonfarlo, data la connessione stretta tra gli elementi valoriali che devonosottendere al sistema <strong>della</strong> personalità, al sistema culturale e al sistemasociale. Si badi che questo è un punto molto importante, in quanto i piùrecenti modelli di socializzazione puntano moltissimo sull’io, si occupanodell’identità soggettiva, se ne preoccupano e la tematizzano, riuscendodifficilmente a spiegare la connessione tra individuo e società; o, permeglio dire, facendo fatica a spiegare la possibilità del noi e dove nasce.È chiaro, d’altronde, che quella parsonsiana è una visione totalmenteadattata dal noi, dall’incardinamento dell’io nel noi, essendo due facce<strong>della</strong> stessa medaglia: non è possibile neppure realizzare completamentel’io senza realizzare anche la visione del noi. Ed è questa immagine ada t-tiva, passiva, <strong>della</strong> corrispondenza tra io e noi che è stata oggetto di forticritiche. Ciò non toglie che noi non dobbiamo anche oggi porci il problemadell’integrazione, e ce lo porremo, ma essendo stata criticata soprattuttola visione funzionalista, adattiva e conformista,dell’integrazione sociale.61

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