La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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12.07.2015 Views

della costruzione della personalità: non è un caso che questo termine“identificazione” è stato usato anche per spiegare processi rapidi, ad e-sempio, di immedesimazione coi personaggi della televisione.Parsons usa l’espressione tradotta in italiano suonerebbe “meccanismodi identificazione” per indicare, invece, un processo lungo, sufficientementestabile nel tempo, di immedesimazione nell’altro, nell’agente socializzatore,che termina con l’assunzione degli orientamenti valorialidell’altro, o, semplicemente, di elementi comportamentali (che per Parsonssono sempre guidati da orientamenti valoriali), quindi l’assunzionetotale del sistema di azione dell’altro soggetto. Ed è attraverso questoprocesso forte di identificazione che si crea una condivisione dei valoritra il sistema culturale e quello sociale, e quindi si garantisce la coesionesociale.Il processo di identificazione avviene prevalentemente con riferimentoalle figure genitoriali, e si vedrà meglio tra breve in che senso lafamiglia funziona come agenzia primaria e importante, secondo Parsons,per la socializzazione.Col processo di identificazione i socializzanti interiorizzano tutti ifondamentali orientamenti di valori che servono a diventare membri delsistema sociale e del sistema culturale; e attraverso la combinazione degliorientamenti di valore assunti, si costruisce la “personalità fondamentale”.Quindi sono gli orientamenti di valore a definire, appunto, loschema della personalità, che si forma molto presto nelle sue componentiessenziali; e che poi si specifica e si differenzia, ma che, nelle suelinee fondamentali, è definito molto presto nell’esistenza; a patto che,ovviamente, funzioni la relazione con gli agenti socializzatori prepostiall’allevamento nella prima infanzia.Questi orientamenti di valore sono individuati – in The Social System –da Parsons, come è noto, nelle pattern variables. Egli, a partire dalla suavisione razionale e logica individua una serie di coppie dicotomiche diorientamento di valori attraverso i quali il soggetto, in qualche modo, sideve muovere. Deve, cioè, operare delle selezioni tra le diverse coppiedi orientamenti di valori, e la costellazione di queste scelte va a costituiregli orientamenti di fondo della personalità soggettiva, però anche lacapacità di selezionare tra le diverse coppie dicotomiche, genera la capacitàdel soggetto di interagire con gli altri all’interno del sistema sociale.A questo proposito, va ricordato che secondo Parsons ogni sistemasociale storicamente è caratterizzato da particolari costellazioni di orien-54

tamenti di valore, per cui in alcuni periodi storici dominano alcune costellazioni,in altri periodi altri orientamenti.Quindi nel percorso di socializzazione, contemporaneamente, il soggettoimpara, da un lato, a selezionare quelli che sono i “requisiti” di o-rientamenti di valore che definiscono la sua personalità e che le sonoproprie, e, dall’altro, impara a distinguere l’adeguatezza di tali orientamentiad ogni specifica situazione e, progressivamente, ad ogni specificoruolo.Esaminiamo ora in dettaglio queste coppie dicotomiche di orientamentidi valore. Essi sono: affettività/neutralità, particolarismo/universalismo,ascrittività/acquisività, diffusività/specificità, orientamentoalla collettività/orientamento al “self”.Rispetto a tali coppie dicotomiche, a seconda del tipo di relazione instaurata,il soggetto deve selezionare verso quale polo orientarsi, poiché– afferma Parsons – ad ogni situazione e ad ogni ruolo corrisponde unaparticolare costellazione di orientamenti adatti; ed è proprio in virtù delprocesso di socializzazione che esso soggetto impara a effettuare taleselezione. Quindi, in qualche modo, l’adattamento (o l’integrazione) socialedel soggetto è legato al saper gestire questi orientamenti valorialiche sono specifici di ogni situazione. Ad esempio, l’insegnante dovrebbeagire, secondo la prospettiva parsonsiana, scegliendo il polo della“neutralità affettiva”, quindi evitando il coinvolgimento emotivo neiconfronti degli studenti (costituito invece dal polo dell’affettività); dovrebbeorientarsi altresì verso il polo dell’acquisività, cioè considerandogli studenti non a partire dai loro caratteri legati alla loro origine familiare,bensì come tali (in riferimento cioè alle competenze, appunto acquisite).Tale insegnante poi dovrebbe porsi in relazione agli studenti scegliendoil polo della “specificità“, comportandosi cioè con un insieme diatteggiamenti e di modi di essere che sono legati agli studenti come talie a sé come docente, non potendo far riferimento ad altri elementi che,fuori dall’Università, caratterizzano le relazioni sociali; al massimo possonofar riferimento a tutti quegli aspetti della personalità che incidonosul comportamento di ruolo. Quindi, secondo questa prospettiva dianalisi, si profila un tipo di relazione insegnante/studenti che funzionaed è efficace solo nella misura in cui prende in considerazione ciascunonel suo ruolo specifico di studente, cioè come soggetto che deve apprenderedeterminate conoscenze per sostenere un esame. Ciò rende55

tamenti di valore, per cui in alcuni periodi storici dominano alcune costellazioni,in altri periodi altri orientamenti.Quindi nel percorso di socializzazione, contemporaneamente, il soggettoimpara, da un lato, a selezionare quelli che sono i “requisiti” di o-rientamenti di valore che definiscono la sua personalità e che le sonoproprie, e, dall’altro, impara a distinguere l’adeguatezza di tali orientamentiad ogni specifica situazione e, progressivamente, ad ogni specificoruolo.Esaminiamo ora in dettaglio queste coppie dicotomiche di orientamentidi valore. Essi sono: affettività/neutralità, particolarismo/universalismo,ascrittività/acquisività, diffusività/specificità, orientamentoalla collettività/orientamento al “self”.Rispetto a tali coppie dicotomiche, a seconda del tipo di relazione instaurata,il soggetto deve selezionare verso quale polo orientarsi, poiché– afferma Parsons – ad ogni situazione e ad ogni ruolo corrisponde unaparticolare costellazione di orientamenti adatti; ed è proprio in virtù delprocesso di socializzazione che esso soggetto impara a effettuare taleselezione. Quindi, in qualche modo, l’adattamento (o l’integrazione) socialedel soggetto è legato al saper gestire questi orientamenti valorialiche sono specifici di ogni situazione. Ad esempio, l’insegnante dovrebbeagire, secondo la prospettiva parsonsiana, scegliendo il polo <strong>della</strong>“neutralità affettiva”, quindi evitando il coinvolgimento emotivo neiconfronti degli studenti (costituito invece dal polo dell’affettività); dovrebbeorientarsi altresì verso il polo dell’acquisività, cioè considerandogli studenti non a partire dai loro caratteri legati alla loro origine familiare,bensì come tali (in riferimento cioè alle competenze, appunto acquisite).Tale insegnante poi dovrebbe porsi in relazione agli studenti scegliendoil polo <strong>della</strong> “specificità“, comportandosi cioè con un insieme diatteggiamenti e di modi di essere che sono legati agli studenti come talie a sé come docente, non potendo far riferimento ad altri elementi che,fuori dall’Università, caratterizzano le relazioni sociali; al massimo possonofar riferimento a tutti quegli aspetti <strong>della</strong> personalità che incidonosul comportamento di ruolo. Quindi, secondo questa prospettiva dianalisi, si profila un tipo di relazione insegnante/studenti che funzionaed è efficace solo nella misura in cui prende in considerazione ciascunonel suo ruolo specifico di studente, cioè come soggetto che deve apprenderedeterminate conoscenze per sostenere un esame. Ciò rende55

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