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Metodologia per lo studio dell'infragilimento da idrogeno in lamiere ...

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<strong>Metodo<strong>lo</strong>gia</strong> <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>studio</strong> dell’<strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong> <strong>in</strong> <strong>lamiere</strong> sottili diacciai duttiliL. Bert<strong>in</strong>i 1 , M. De Sanctis 2 , G. Lovicu 2 , C. Santus 1 , R. Valent<strong>in</strong>i 21 : Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Nucleare e della Produzione, Università di Pisa;2 : Dipartimento di Ingegneria Chimica, Chimica Industriale e Scienza dei Materiali, Università diPisa.AbstractL’<strong>idrogeno</strong> è il più leggero e il più picco<strong>lo</strong> fra gli elementi della tavola <strong>per</strong>iodica. Talecaratteristica, associata alla sua presenza <strong>in</strong> numerosi composti o come <strong>idrogeno</strong> molecolarenell’atmosfera di numerosi processi <strong>in</strong>dustriali e non, fa sì che l’<strong>idrogeno</strong> possa facilmente essereassorbito <strong>da</strong>i materiali metallici.L’<strong>idrogeno</strong> possiede <strong>in</strong>oltre elevatissima diffusività all’<strong>in</strong>terno di reticoli cubici a corpo centrato,cosicché gli acciai risultano essere particolarmente sensibili al suo assorbimento. Fra gli effetti dellapresenza dell’<strong>idrogeno</strong> nei metalli risulta particolarmente <strong>da</strong>nnoso il cosiddetto “<strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong>Idrogeno” che si estr<strong>in</strong>seca <strong>in</strong> una consistente <strong>per</strong>dita di duttilità del materiale.Sebbene gli acciai più suscettibili a tale fenomeno siano quelli alto resistenziali con microstrutturefragili, nessun acciaio può considerarsi <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>secamente immune <strong>da</strong> <strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong>.Il metodo più efficace <strong>per</strong> l’analisi dell’<strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong> è <strong>lo</strong> <strong>studio</strong> della tenacità afrattura con prov<strong>in</strong>i massivi, <strong>in</strong> grado di fornire il va<strong>lo</strong>re di soglia del fattore di <strong>in</strong>tensificazionedegli sforzi necessario <strong>per</strong> l’<strong>in</strong>sorgenza dell’<strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong> (K IHE ).Tale analisi risulta discostarsi <strong>da</strong>lle condizioni o<strong>per</strong>ative <strong>per</strong> <strong>lamiere</strong> sottili <strong>in</strong> cui la distribuzionedegli sforzi risulta essere differente.Il lavoro presente ha <strong>lo</strong> scopo di vali<strong>da</strong>re una metodo<strong>lo</strong>gia <strong>per</strong> valutare l’<strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong><strong>in</strong> acciai utilizzati <strong>per</strong> la realizzazione di <strong>lamiere</strong> sottili tramite la realizzazione di prove di trazionea bassa ve<strong>lo</strong>cità di deformazione su prov<strong>in</strong>i <strong>in</strong>tagliati precedentemente caricati con <strong>idrogeno</strong> esimulazioni agli elementi f<strong>in</strong>iti della distribuzione delle tensioni all’<strong>in</strong>terno del materiale. Lapresenza di concentrazioni degli sforzi <strong>in</strong> un acciaio è <strong>in</strong> grado di aumentarne <strong>lo</strong>calmente laconcentrazione. In tal modo la concentrazione <strong>lo</strong>cale di <strong>idrogeno</strong> può risultare significativamentemaggiore di quella media e, unitamente ad un maggiore sforzo agente sul materiale può portare acondizioni molto più gravose di quelle attese.Per testare tale metodo<strong>lo</strong>gia sono stati estratti dei prov<strong>in</strong>i di trazione sia lisci che <strong>in</strong>tagliati <strong>da</strong><strong>lamiere</strong> utilizzate <strong>per</strong> tubazioni e recipienti <strong>in</strong> pressione di basso spessore <strong>in</strong> acciai basso legati al C.Tali prov<strong>in</strong>i sono stati idrogenati <strong>in</strong> autoclave a diverse pressioni di <strong>idrogeno</strong> e successivamente lavalutazione dell’effetto dell’<strong>idrogeno</strong> sulle caratteristiche meccaniche dell’acciaio è stata fattatramite prove di trazione a bassa ve<strong>lo</strong>cità di deformazione su prov<strong>in</strong>i idrogenati.Le simulazioni agli elementi f<strong>in</strong>iti elasto-plastiche hanno <strong>per</strong>messo di determ<strong>in</strong>are la ditribuzione ditensioni nell'<strong>in</strong>torno dell'apice dell'<strong>in</strong>taglio.In particolare, determ<strong>in</strong>ando la tensione idrostatica, è stato possibile calcolare l'aumento diconcentrazione <strong>lo</strong>cale di Idrogeno.In corrispondenza dell'apice dell'<strong>in</strong>taglio, si ha un'elevata concentrazione di tensione, dovuta alpicco<strong>lo</strong> raggio di raccordo rispetto alla profondità dell'<strong>in</strong>taglio, oltre all'elevato effetto di triassialità.La concetrazione di Idrogeno si accentua qu<strong>in</strong>di proprio nella zona <strong>in</strong>teressata alla frattura.Come ben noto l'elevata severità dell'<strong>in</strong>taglio è di <strong>per</strong> sé causa di accentuazione del comportamentofragile di leghe metalliche. A questo si uniscel'effetto di <strong>in</strong>fragilimento prodotto <strong>da</strong>ll'Idrogeno aggravato <strong>da</strong>lla <strong>lo</strong>cale maggiore concentrazione.E' stato qu<strong>in</strong>di possibile confrontare la deformazione plastica a rottura, <strong>in</strong> corrispondenza dell'apicedell'<strong>in</strong>taglio, con e senza Idrogeno offrendo qu<strong>in</strong>di un criterio spendibile <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di progetto al


f<strong>in</strong>e di determ<strong>in</strong>are la resistenza statica di componenti <strong>in</strong>tagliati a contatto con elevata pressione(parziale) di Idrogeno.IntroduzioneL’<strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong> è un problema comune alla maggior parte delle leghe ferrose[1][2][3].Molte sono le variabili <strong>da</strong> cui tale fenomeno può dipendere. A parte la composizione chimica, lamicrostruttura, il tenore di impurezze e la resistenza meccanica sono fra le variabili che più<strong>in</strong>fluenzano la suscettività all’<strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong> di un acciaio[4][5][6].L’<strong>idrogeno</strong> presenta un elevata diffusività all’<strong>in</strong>terno del retico<strong>lo</strong> cubico a corpo centrato degliacciai ferritici. Tale fatto, unitamente alla facilità con cui un acciaio può venire a contatto conambienti idrogenanti (sia nelle fasi di produzione o di montaggio e assemblaggio, che <strong>in</strong> quelle diservizio di un particolare componente) conferisce a tale problema un’<strong>in</strong>tr<strong>in</strong>seca <strong>per</strong>ico<strong>lo</strong>sità.Gli sviluppi più recenti della cosidetta Hydrogen Economy, che prevede la produzione e l’utilizzomassiccio di <strong>idrogeno</strong> come combustibile <strong>per</strong> alimentare fuel cell o motori a combustione <strong>in</strong>terna,pone al centro della ricerca l’analisi dell’<strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong> di tutta la componentistica cheverrà utilizzata. A tal scopo anche la classe di acciai duttili a basso carbonio dovrà essere presa <strong>in</strong>considerazione, costutuendo la prima scelta <strong>per</strong> condutture e recipienti <strong>per</strong> il trasporto e <strong>lo</strong>stoccaggio di <strong>idrogeno</strong> gassoso[7][8].In particolare i materiali <strong>per</strong> le condotte e i recipienti che trasportano o immagazz<strong>in</strong>ano <strong>idrogeno</strong> a<strong>da</strong>lta pressione devono essere adeguamente selezionati <strong>in</strong> modo <strong>da</strong> non comprometterne l’<strong>in</strong>tegrità e<strong>da</strong> assicurare la sicurezza di lavoratori ed utenti.Inoltre, <strong>da</strong>to che una delle applicazioni pr<strong>in</strong>cipali dell’<strong>idrogeno</strong> come combustibile riguarderàl’autotrazione la ricerca di leggerezza delle autovetture passa attraverso l’utilizzo di materiali a<strong>da</strong>lta resistenza che <strong>per</strong>mettano spessori, e qu<strong>in</strong>di pesi, m<strong>in</strong>ori a parità di applicazioni. In tutti questicampi di applicazione la progettazione di componenti che o<strong>per</strong><strong>in</strong>o <strong>in</strong> presenza di <strong>idrogeno</strong> devepassare attraverso una profon<strong>da</strong> conoscenza delle d<strong>in</strong>amiche di <strong>in</strong>fragilimento di ogni s<strong>in</strong>go<strong>lo</strong>acciaio utilizzato.La presente ricerca propone un criterio di <strong>in</strong>fragilimento che possa essere sfruttato <strong>in</strong> sede diprogetto di componenti meccanici che o<strong>per</strong><strong>in</strong>o <strong>in</strong> ambienti idrogenanti.L’attività s<strong>per</strong>imentale è stata <strong>in</strong>centrata sull’analisi delle proprietà meccaniche di un acciaio <strong>per</strong>tubature di grado API X52 dopo esposizione <strong>per</strong> tempi lunghi ad atmosfere di <strong>idrogeno</strong> gassoso a<strong>da</strong>lta pressione (50, 100 e 150 bar) tramite prove di trazione a bassa ve<strong>lo</strong>cità di deformazione suprov<strong>in</strong>i sia <strong>in</strong>tagliati che lisci. E’ stato qu<strong>in</strong>di implementato un model<strong>lo</strong> agli elementi f<strong>in</strong>iti <strong>per</strong> ilcalco<strong>lo</strong> del<strong>lo</strong> stato tensionale del prov<strong>in</strong>o durante la prova di trazione, con particolare attenzionealla zona di <strong>in</strong>taglio. Sulla base delle curve di trazione dei prov<strong>in</strong>i idrogenati e dei risultati dellamodellazione meccanica, è stato qu<strong>in</strong>di proposto un model<strong>lo</strong> di <strong>in</strong>fragiliemento <strong>per</strong> questa tipo<strong>lo</strong>giadi acciai. Il model<strong>lo</strong> sarà qu<strong>in</strong>di facilmente estendibile ad altre classi di acciai e ad altri meccanismidi assorbimento di <strong>idrogeno</strong>.Materiali e Metodi S<strong>per</strong>imentaliIl materiale testato <strong>in</strong> questo lavoro è un tipico acciaio <strong>per</strong> tubature di grado API X52, la cuicomposizione chimica è riportata <strong>in</strong> Tab.1. Il materiale <strong>in</strong> esame è stato scelto <strong>in</strong> quanto rappresentaun acciao di riferimento <strong>per</strong> la classe di <strong>lamiere</strong> sottili di acciai duttili <strong>per</strong> la realizzazione dipipel<strong>in</strong>es.


El C Mn Si P S Cr Ni Mo Cu V Al Ti B NbW% 0,154 0,919 0,254 0,0135 0,007 0,054 0,016 0,013 0,017 0,004 0,024 0,003 0,0001 0,033Tab.1: Composizione chimica dell’acciaio analizzato.Da una tubatura di diametro esterno pari a 168 mm e di spessore di parete di 7 mm sono statiprelevati alcuni prov<strong>in</strong>i <strong>per</strong> l’analisi microstrutturale. Tale analisi, effettuata al microscopio otticosulla sezione <strong>lo</strong>ngitud<strong>in</strong>ale del tubo, ha evidenziato una struttura ferritico-<strong>per</strong>litica a bande tipica diquesta classe di acciai.Fig.1: Micrografia ottica dell’acciaio ferritico/<strong>per</strong>litico X52 nella direzione di lam<strong>in</strong>azione. Strutturaferritico-<strong>per</strong>litica a bande. Attacco metal<strong>lo</strong>grafico utilizzato: Nital 2%.Inoltre, <strong>da</strong>lla stessa tubatura sono stati estratti una serie di prov<strong>in</strong>i di trazione sia lisci che <strong>in</strong>tagliatisecondo le geometrie riportate <strong>in</strong> figura 2.Fig.2: Schema dei prov<strong>in</strong>i di trazione lisci (a sn) e <strong>in</strong>tagliati (a dx) utilizzati <strong>per</strong> le prove di trazionea bassa ve<strong>lo</strong>cità di deformazione.I prov<strong>in</strong>i lisci <strong>per</strong>mettono di misurare le caratteristiche meccaniche dell’acciaio <strong>in</strong> presenza di solisforzi monoassiali presenti nel materiale, a di avere qu<strong>in</strong>di i <strong>da</strong>ti <strong>per</strong> poter predire la distribuzione disforzi nel materiale <strong>in</strong> presenza di <strong>in</strong>taglio, nella fase di modellazione agli elementi f<strong>in</strong>iti.


La presenza di difettosità su<strong>per</strong>ficiali con effetto d’<strong>in</strong>taglio è <strong>da</strong> considerare sempre presente <strong>in</strong>pezzi reali <strong>in</strong> servizio. L’utilizzo di prov<strong>in</strong>i <strong>in</strong>tagliati <strong>per</strong>mette qu<strong>in</strong>di di esp<strong>lo</strong>rare condizioni piùgravose <strong>per</strong> il materiale idrogenato rispetto al caso di prov<strong>in</strong>i lisci e fornisce <strong>per</strong>tanto risultatimaggiormente cautelativi.Sono qu<strong>in</strong>di stati testati prov<strong>in</strong>i con <strong>in</strong>taglio a V, secondo <strong>lo</strong> schema riportato <strong>in</strong> figura 2. Lapresenza di un <strong>in</strong>taglio <strong>per</strong>mette di avere un’<strong>in</strong>tensificazione degli sforzi <strong>in</strong> corrispondenzadell’apice del<strong>lo</strong> stesso.Una serie di prov<strong>in</strong>i è stata sottoposta a idrogenazione gassosa <strong>in</strong> un autoclave riempita con<strong>idrogeno</strong> puro ad alta pressione. Lo schema dell’autoclave utilizzato è mostrato <strong>in</strong> Fig. 3. Perlimitare la <strong>per</strong>dita di <strong>idrogeno</strong> durante le prove di trazione i prov<strong>in</strong>i sono stati precedentementenichelati tramite nichelatura electroless.Fig.3: Schema dell’autoclave utilizzato <strong>per</strong> l’idrogenazione dei prov<strong>in</strong>i.Sono stati effettuati caricamenti a pressioni parziali di <strong>idrogeno</strong> pari a 50, 100 e 150 bar. Insieme aiprov<strong>in</strong>i di trazione sono stati caricati anche alcuni prov<strong>in</strong>i preparati secondo le stesse procedure, chesono stati <strong>in</strong> seguito utilizzati <strong>per</strong> la misura della concentrazione d’<strong>idrogeno</strong> assorbito.Il tempo di idrogenazione è stato pari a 1 settimana <strong>per</strong> tutte le pressioni esp<strong>lo</strong>rate, notevolmentesu<strong>per</strong>iore al tempo di saturazione previsto (pari a circa 9h) necessario al raggiungimento di unaconcentrazione costante d’<strong>idrogeno</strong> su tutto <strong>lo</strong> spessore del prov<strong>in</strong>o.Tale tempo è stato calcolato come il tempo necessario <strong>per</strong> uniformare la concentrazione d’<strong>idrogeno</strong>(concentrazione a cuore del campione pari al 99 % di quella alla su<strong>per</strong>ficie) <strong>in</strong> un campione didimensioni <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite spesso 4 mm, con un coefficiente di diffusione <strong>per</strong> l’<strong>idrogeno</strong> pari a 2,5·10 -6cm 2 /s, secondo la formula seguente[9]:D ⋅ t 1=2L 2<strong>da</strong> cui si ricava t = 32000 s ∼ 9 h.Il coefficiente di diffusione è stato determ<strong>in</strong>ato tramite prove di <strong>per</strong>meazione elettrochimica,secondo il metodo di Devanathan-Stachurski[10].Estratti <strong>da</strong>ll’autoclave i campioni sono stati conservati <strong>in</strong> azoto liquido <strong>in</strong> modo <strong>da</strong> annullare le<strong>per</strong>dite di <strong>idrogeno</strong> dovute alla sua diffusione verso l’esterno. Alla tem<strong>per</strong>atura dell’azoto liquido(196 °C) <strong>in</strong>fatti, l’energia termica dell’<strong>idrogeno</strong> non è sufficiente ad attivare moti diffusivi che ne


<strong>per</strong>mettano il moto. Grazie a tale sistema è stato possibile effettuare le prove di trazione anche adistanza di giorni <strong>da</strong>lla f<strong>in</strong>e dell’idrogenazione.Successivamente sono state effettuate prove di trazione a bassa ve<strong>lo</strong>cità di deformazione, secondonorma ASTM G-129 [11]. Si considera bassa ve<strong>lo</strong>cità di deformazione una ve<strong>lo</strong>cità <strong>in</strong>feriore a circa5⋅10 -4 ÷ 1⋅10 -3 s - [12]. La ve<strong>lo</strong>cità di deformazione utilizzata è stata qu<strong>in</strong>di pari a circa 3⋅10 -5 s -1 . Ciòè stato fatto <strong>per</strong>ché le d<strong>in</strong>amiche di <strong>in</strong>fragilimento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong> sono pi<strong>lo</strong>tate <strong>da</strong>lla diffusionedell’<strong>idrogeno</strong> all’<strong>in</strong>terno del metal<strong>lo</strong>, e <strong>per</strong>tanto le prove di trazione condotte a usuali ve<strong>lo</strong>cità dideformazione non <strong>per</strong>mettono di evidenziare l’effetto <strong>in</strong>fragilente di tale elemento.Al term<strong>in</strong>e delle prove di trazione è stata determ<strong>in</strong>ata l’area a rottura ed è stata effettuata un’analisifrattografica <strong>in</strong> modo <strong>da</strong> confrontare la mo<strong>da</strong>lità di frattura assistita <strong>da</strong>ll’<strong>idrogeno</strong> con quella <strong>in</strong>assenza di <strong>idrogeno</strong>. E’ stata <strong>in</strong>oltre misurata a posteriori la concentrazione di <strong>idrogeno</strong> prelevandoun campione <strong>da</strong>l prov<strong>in</strong>o post-trazione. La misura di concentrazione d’<strong>idrogeno</strong> è stata effettuatatramite metodo di estrazione ad alta tem<strong>per</strong>atura, utilizzando un determ<strong>in</strong>atore d’<strong>idrogeno</strong> LECODH603.Dalle prove condotte è stato qu<strong>in</strong>di ricavato il va<strong>lo</strong>re della resistenza e della duttilità dell’acciaio <strong>in</strong>funzione del tenore di <strong>idrogeno</strong> assorbito. Alcuni prov<strong>in</strong>i non idrogenati sono stati trazionati dopoaver verificato che il contenuto d’<strong>idrogeno</strong> nell’acciaio al<strong>lo</strong> stato di fornitura fosse nul<strong>lo</strong>.Inoltre, oltre al carico massimo e all’allungamento <strong>per</strong>centuale a rottura, è stata analizzata anche lastrizione <strong>per</strong>centuale a rottura, tramite misura delle sezioni di frattura post trazione. La strizione<strong>per</strong>centuale a rottura è stata misurata tramite un software analizzatore d’immag<strong>in</strong>i ImageJ, secondola procedura mostrata <strong>in</strong> figura 4.Fig.4: Esempio di misura della sezione di frattura del prov<strong>in</strong>o sottoposto a prova di trazione.Da queste prove si è notato che i va<strong>lo</strong>ri di concentrazione raggiunti con idrogenazione gassosa sonostati molto bassi (pari a circa 0,35 ppm <strong>per</strong> l’idrogenazione condotta a 150 bar) e che <strong>per</strong>tantol’effetto risultante dell’<strong>idrogeno</strong> sulle caratteristiche meccaniche è stato modesto. Si è scelto,<strong>per</strong>tanto, di effettuare anche un caricamento di tipo elettrochimico che <strong>per</strong>mettesse di raggiungereconcentrazioni su<strong>per</strong>iori. Il caricamento è stato effettato con una soluzione di acido solforico 0,1 N,con l’aggiunta di 10 mg/L di As 2 O 3 come veleno di ricomb<strong>in</strong>azione, alla corrente di 1 mA/cm 2 . Intal modo è stato possibile raggiungere la concentrazione di 1,5 ppm e l’effetto di dim<strong>in</strong>uzione delleproprietà meccaniche è stato molto più marcato.I <strong>da</strong>ti ottenuti <strong>da</strong>lle prove di trazione sono stati utilizzati qu<strong>in</strong>di come <strong>in</strong>put <strong>per</strong> la realizzazione diun model<strong>lo</strong> agli elementi f<strong>in</strong>iti che <strong>per</strong>mettesse la determ<strong>in</strong>azione dei livelli <strong>lo</strong>cali di tensione nelle


vic<strong>in</strong>anze dell’<strong>in</strong>taglio e l’implementazione di un criterio di frattura spendibile <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i diprogetto al f<strong>in</strong>e di determ<strong>in</strong>are la resistenza statica di componenti <strong>in</strong>tagliati a contatto con ambientidi servizio idrogenanti.Risultati e DiscussioneContenuto d’<strong>idrogeno</strong> degli acciaiFig.5: Concentrazione d’<strong>idrogeno</strong> ottenuta <strong>in</strong> funzione della pressione parziale utilizzata <strong>per</strong> ilcaricamento.In figura 5 sono riportati i va<strong>lo</strong>ri di concentrazione d’<strong>idrogeno</strong> misurati <strong>in</strong> funzione della pressioned’<strong>idrogeno</strong>. L’assorbimento di <strong>idrogeno</strong> si basa sulla reazione di dissociazione dell’<strong>idrogeno</strong>molecolare <strong>in</strong> <strong>idrogeno</strong> atomico catalizzata <strong>da</strong>lla su<strong>per</strong>ficie metallica. Essa segue la legge di Sievertche lega la concentrazione d’<strong>idrogeno</strong> nella su<strong>per</strong>ficie del metal<strong>lo</strong> (concidente con laconcentrazione di bulk una volta raggiunta la saturazione) e la pressione parziale d’<strong>idrogeno</strong>secondo una formula del tipo[1]:C = C ⋅ PH0 H 2<strong>in</strong> cui C H rappresenta la concentrazione e C 0 è una costante dipendente <strong>da</strong>l materiale.In figura 5 è riportata la curva <strong>in</strong>terpolante i <strong>da</strong>ti s<strong>per</strong>imentali secondo l’espressione suddetta. E’ <strong>da</strong>notare l’ottimo accordo ottenuto fra <strong>da</strong>ti s<strong>per</strong>imentali e curva teorica.Prove di trazione a bassa ve<strong>lo</strong>cità di deformazioneIn figura 6 sono riportate le curve di trazione <strong>in</strong>gegneristiche, sia <strong>per</strong> prov<strong>in</strong>i lisci (a sn) e <strong>in</strong>tagliati(a dx), sia nel caso di assenza di <strong>idrogeno</strong> che dopo idrogenazione <strong>in</strong> autoclave a diverse pressioniparziali di <strong>idrogeno</strong>.Come è possibile notare <strong>in</strong> figura 6, l’effetto di un tale caricamento di <strong>idrogeno</strong> non modificasostanzialmente le caratteristiche meccaniche dell’acciaio esam<strong>in</strong>ato sia nel caso di prov<strong>in</strong>i lisci chenel caso di prov<strong>in</strong>i <strong>in</strong>tagliati. Sia il va<strong>lo</strong>re del carico massimo che dell’allungamento a rottura sonomolto vic<strong>in</strong>i alla dis<strong>per</strong>sione statistica dell’acciaio analizzato.


(a)(b)Fig.6:(a): Esempio di curve sforzo-deformazione ottenute con prov<strong>in</strong>i lisci non idrogenati (curva <strong>in</strong>nero) e sottoposti a caricamento <strong>in</strong> <strong>idrogeno</strong> gassoso a 100 bar <strong>per</strong> 7 giorni (curva rossa). (b):Esempi delle curve sforzo-deformazione ottenute su prov<strong>in</strong>i <strong>in</strong>tagliati idrogenati a diverse pressioniparziali d’<strong>idrogeno</strong>.I <strong>da</strong>ti di duttilità (allungamento e strizione a rottura) e quelli di resistenza (carico massimo) <strong>in</strong>funzione del tipo di caricamento effettuato sono riportati nella figura 7. Da tale analisi è possibilevedere come l’effetto di una pressione d’<strong>idrogeno</strong> di 100 bar sulle caratteristiche meccanichedell’acciaio analizzato non sia molto marcato, con una modesta <strong>per</strong>dita di duttilità.(a)(b)Fig.7: a): Va<strong>lo</strong>ri della riduzione d’area e dell’allungamento <strong>per</strong>centuale a rottura ottenuti su prov<strong>in</strong>i<strong>in</strong>tagliati sottoposti ad idrogenazione a diverse pressioni parziali d’<strong>idrogeno</strong>. (b): Va<strong>lo</strong>ri carico dirottura ottenuti su prov<strong>in</strong>i <strong>in</strong>tagliati sottoposti ad idrogenazione a diverse pressioni parzialid’<strong>idrogeno</strong>.Sia l’allungamento a rottura che la riduzione d’area dei prov<strong>in</strong>i idrogenati mostrano va<strong>lo</strong>ri che sidiscostano <strong>da</strong> quelli misurati <strong>in</strong> assenza di <strong>idrogeno</strong> sempre meno del 15 %. La modesta <strong>in</strong>fluenzadell’<strong>idrogeno</strong> sulle caratteristiche meccaniche dell’acciaio analizzato è confermata <strong>in</strong>oltre anche <strong>da</strong>iva<strong>lo</strong>ri del carico di rottura (variazioni <strong>in</strong>feriori al 10 %).Come evidente <strong>da</strong>lle frattografie riportate <strong>in</strong> figura 8, le mo<strong>da</strong>lità di frattura <strong>per</strong> i prov<strong>in</strong>i <strong>in</strong>presenza o <strong>in</strong> assenza di <strong>idrogeno</strong> sono le stesse e non si evidenzia nessuna <strong>per</strong>dita dicomportamento duttile nel raggiungimento della rottura.


(a)(b)(c)(d)Fig.8: Frattografie realizzate tramite SEM della su<strong>per</strong>ficie di frattura dei campioni <strong>in</strong>tagliati. (a)campione <strong>in</strong> assenza di <strong>idrogeno</strong>. (b) campione caricato a 50 bar. (c) campione caricato a 100 bar.(d) campione caricato a 150 bar.Dalle misure effettuate è possibile affermare che <strong>per</strong> pressioni parziali di <strong>idrogeno</strong> f<strong>in</strong>o a 150 barl’acciaio di grado API X52 analizzato non presenta fenomeni di <strong>in</strong>fragilimento.Analisi tensione-deformazione e criterio di fratturaLa curva tensione-deformazione <strong>in</strong>gegneristica, direttamente ricavabile s<strong>per</strong>imentalmente, puòessere convertita nella curva tensione-deformazione vera <strong>in</strong>troducendo l’area della sezione difrattura <strong>in</strong> corrispondenza della strizione (vedi figura 9(a) [13]). La curva vera è stata ottenuta <strong>per</strong>due prov<strong>in</strong>i non sottoposti a caricamento d’<strong>idrogeno</strong>, ottenendo una buona ripetibilità, esuccessivamente nel caso di caricamento <strong>per</strong> contatto gassoso con <strong>idrogeno</strong> <strong>in</strong> pressione a 100 bar, acui corrisponde una concentrazione d’<strong>idrogeno</strong> assorbito pari a circa 0.3 ppm, vedi figura 9(b).Dalla figura è evidente come la deformazione a frattura del prov<strong>in</strong>o contenente <strong>idrogeno</strong>, pari acirca εfH= 1.00 , non si discosti apprezzabilmente <strong>da</strong>lla deformazione a frattura del prov<strong>in</strong>o senza<strong>idrogeno</strong> ( ε f= 1.05 ) ed <strong>in</strong>oltre è <strong>da</strong> notare che tale differenza è dell’ord<strong>in</strong>e della dis<strong>per</strong>sione delrisultato stesso. Alla luce di questa evidenza s<strong>per</strong>imentale è stata affrontata la modellazione delcomponente <strong>in</strong>tagliato assumendo un’unica curva tensione-deformazione, implementata nelmodel<strong>lo</strong> agli Elementi F<strong>in</strong>iti (EF), mostrata <strong>in</strong> figura 10(a), abb<strong>in</strong>ata ad un model<strong>lo</strong> di <strong>in</strong>crudimentoisotropo, figura 10(b) [14].


1200100012001000stress, MPa800600Eng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>g curveYield po<strong>in</strong>t400Neck<strong>in</strong>g200F<strong>in</strong>al fractureTrue curve00 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2stra<strong>in</strong>, [ 1 ]stress, MPa800600400No H200No HH 100 bar00 0.2 0.4 0.6 0.8 1 1.2stra<strong>in</strong>, [ 1 ](a)(b)Fig.9. (a) Curva <strong>in</strong>gegneristica e curva vera. (b) Curva vera ottenuta <strong>per</strong> due prov<strong>in</strong>i senzacaricamento <strong>da</strong> <strong>idrogeno</strong>, confronto con la curva ottenuta mediante caricamento <strong>per</strong> contattogassoso con <strong>idrogeno</strong> <strong>in</strong> pressione a 100 bar.stress, MPa700600500400300ε = 1.05fσ = 1035MPaf200100True curveMultil<strong>in</strong>ear modelInitialYield00 0.1 0.2 0.3surfacestra<strong>in</strong>, [ 1 ](a)(b)Fig.10. (a) Curva vera <strong>in</strong>trodotta nel model<strong>lo</strong> EF. (b) Model<strong>lo</strong> di <strong>in</strong>crudimento isotropo.σ 1σeq= σYSubsequentYieldsurfaceIl model<strong>lo</strong> EF relativo al prov<strong>in</strong>o <strong>in</strong>tagliato è mostrato <strong>in</strong> figura 11(a). La simmetria geometrica delprov<strong>in</strong>o è stata sfruttata <strong>per</strong>mettendo la modellazione di 1/8 dell’<strong>in</strong>tera geometria con evidenterisparmio <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di onere computazionale. Nonostante il rapporto fra <strong>lo</strong> spessore e il raggio difondo <strong>in</strong>taglio suggerisse la modellazione basata sull’assunzione di uno stato piano dideformazione, è stata preferita la modellazione tridimensionale <strong>in</strong> modo <strong>da</strong> descrivere con maggioreaccuratezza la multiassialità del<strong>lo</strong> stato di tensione nella zona dell’<strong>in</strong>taglio. Il livel<strong>lo</strong> di <strong>in</strong>fittimentodel model<strong>lo</strong> EF ritenuto adeguato, sulla base di un’analisi di convergenza, è mostrato <strong>in</strong> figura11(b). Il tipo di elemento usato è il classico solido 3D esaedro con 8 nodi ai vertici.La diversa multiassialità di deformazione fra il caso di prov<strong>in</strong>o liscio e prov<strong>in</strong>o <strong>in</strong>tagliato è risoltamediante la deformazione equivalente di von Mises def<strong>in</strong>ita secondo la relazione riportatanell’Eq.(1) [15]:σ 22ε ε ε ε ε ε ε ε ε ε3ppεvM= ∫ dεvMp p p 2 p p 2 p p 2 p2 p2 p2dvM= (dx− dy) + (dx− dz) + (dy− dz) + 6(dxy+ dxz+ dxz)(1)È lecito considerare la sola deformazione plastica <strong>in</strong> quanto la componente di deformazione elasticaè molto più piccola.In figura 12(a) si riporta il confronto fra le curve s<strong>per</strong>imentali (carico-allungamento) dei prov<strong>in</strong>i<strong>in</strong>tagliati senza <strong>idrogeno</strong> e con idrogenazione a 100 bar, e il relativo risultato del model<strong>lo</strong> EF. Si


ev<strong>in</strong>ce che il model<strong>lo</strong> riproduce bene la prima parte della curva f<strong>in</strong>o al manifestarsi della frattura,ossia <strong>in</strong> corrispondenza della condizione di carico <strong>per</strong> il quale la deformazione a fondo <strong>in</strong>taglioraggiunge la deformazione a frattura εf= 1.05 , figura 12(b). In questa prima fase non c’èun’evidente dist<strong>in</strong>zione fra le due curve s<strong>per</strong>imentali. Inoltre, il model<strong>lo</strong> EF riproduceaccuratamente tali curve.LoadSymm.B.C.Ref<strong>in</strong>ementvolumeSymm.B.C.Symm.B.C.(a)(b)Fig.11. Model<strong>lo</strong> EF: (a) condizioni al contorno, (b) livel<strong>lo</strong> di <strong>in</strong>fittimento.17170elements19877 nodes2015NODAL SOLUTIONEPPLEQV (AVG)MAR 16 2010<strong>lo</strong>ad, kN10No H, exp.5H 100 barFEFracture onset00 0.5 1 1.5 2estensometer, mmMXεpvM(max) = εf(a)(b)Fig.12. (a) Riproduzione mediante model<strong>lo</strong> EF della curva di trazione del prov<strong>in</strong>o <strong>in</strong>tagliato <strong>in</strong>assenza di <strong>idrogeno</strong> e con caricamento a 100 bar. (b) Deformazione plastica equivalente,condizione di <strong>in</strong>cipiente frattura.La distribuzione della deformazione plastica equivalente, a partire <strong>da</strong> fondo <strong>in</strong>taglio, lungo labisettrice dell’<strong>in</strong>taglio stesso, è riportata <strong>in</strong> figura 13(b). La condizione di carico del prov<strong>in</strong>o<strong>in</strong>tagliato (o del generico componente) <strong>per</strong> la quale si raggiunge la massima deformazione plasticapari alla deformazione a rottura (ottenuta s<strong>per</strong>imentalmente con il prov<strong>in</strong>o liscio) costituisce ilcriterio di frattura. Tale criterio sarebbe generalizzabile al caso di materiale suscettibileall’<strong>idrogeno</strong>, ossia nel caso <strong>in</strong> cui εfH< ε , offrendo qu<strong>in</strong>di uno strumento di progetto, richiedendof


tuttavia la curva tensione-deformazione vera del materiale con quel <strong>da</strong>to livel<strong>lo</strong> di <strong>idrogeno</strong>. Comedetto <strong>in</strong> precedenza non si evidenzia una significativa differenza della deformazione a frattura senza<strong>idrogeno</strong>, rispetto alla deformazione a frattura con <strong>idrogeno</strong> εfH≈ ε , quantomeno <strong>per</strong> il materialef<strong>in</strong>vestigato e <strong>per</strong> il livel<strong>lo</strong> di caricamento di <strong>idrogeno</strong> imposto.1.5zyxStress, Deformation,ConcentrationDistancefrom the notch rooteq. (vM) plastic stra<strong>in</strong>, [1]10.5εpvM(max) = ε00 0.5 1 1.5distance from notch root, mmfFig.13. (a) Sistema di riferimento. (b) Distribuzione della deformazione plastica equivalente,criterio di frattura.Lo stato di tensione all’apice dell’<strong>in</strong>taglio è rappresentato nella figura 14, che si riferisce allacondizione di <strong>in</strong>cipiente <strong>in</strong>nesco della frattura. La tensione Idrostatica è def<strong>in</strong>ita come:σH= ( σx+ σy+ σz) / 3 ed è responsabile della <strong>lo</strong>cale concentrazione di <strong>idrogeno</strong> secondo larelazione[16]:CH 0σVHHRT= C e(2)<strong>in</strong> cuiC è la <strong>lo</strong>cale concentrazione di <strong>idrogeno</strong>,HC è la concentrazione di <strong>idrogeno</strong> <strong>in</strong>iziale a stato03di tensione nul<strong>lo</strong>,JcmR = 8.31 , la tem<strong>per</strong>atura ambiente T = 295K , VH= 2.0 , ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e σ èHmolKmol<strong>da</strong> <strong>in</strong>trodurre espressa <strong>in</strong> MPa.La plasticizzazione nell’<strong>in</strong>torno dell’<strong>in</strong>taglio produce il ben noto effetto di rendere <strong>lo</strong> stato ditensione <strong>lo</strong>calmente uniforme, e qu<strong>in</strong>di anche la relativa concentrazione di <strong>idrogeno</strong>, <strong>in</strong> accordo conl’Eq.(2). Assumendo uniforme tensione idrostatica, pari a σH= 525MPa , nell’<strong>in</strong>torno dell’apicedell’<strong>in</strong>taglio, si può dedurre la concentrazione di <strong>idrogeno</strong> nei tre casi di caricamento proposti,riportata <strong>in</strong> Tab.2.Le concentrazioni di <strong>idrogeno</strong> ottenute sono effettivamente basse, anche considerando la maggioreconcentrazione <strong>lo</strong>cale dovuta al<strong>lo</strong> stato tensionale. Qu<strong>in</strong>di è del tutto lecito non riscontrare unsensibile <strong>in</strong>fragilimento, come si ev<strong>in</strong>ce <strong>da</strong>l risultato di figura 12.Su<strong>per</strong>ato il punto di <strong>in</strong>nesco della frattura, il model<strong>lo</strong> non è più <strong>in</strong> grado di riprodurre correttamentela <strong>per</strong>dita di resistenza, <strong>da</strong>to che la fessura che si crea non viene modellata. Al f<strong>in</strong>e di modellarecorrettamente questa successiva fase sarebbe necessaria l’<strong>in</strong>formazione s<strong>per</strong>imentale di tenacità afrattura, non <strong>in</strong>vestigata <strong>in</strong> questa attività. Inoltre l’analisi EF sarebbe più complessa <strong>da</strong>to cherichiederebbe la modellazione della fessura. Dall’analisi della figura 12 è evidente che la presenzadell’<strong>idrogeno</strong> produce differenze apprezzabili proprio durante questa secon<strong>da</strong> fase, dove entra <strong>in</strong>gioco la resistenza della fessura, ovvero la tenacità a frattura. Tuttavia, la parte f<strong>in</strong>ale della curva


non è di <strong>in</strong>teresse se si progetta a componente <strong>in</strong>tegro, ossia se si impone che la condizione di cariconon sia tale <strong>da</strong> generare l’<strong>in</strong>nesco della frattura.stress, MPa15001000500σ xs xs σ ys σ zs Hσ H00 0.5 1 1.5distance from notch root, mmFig.14. Stato di tensione all’apice dell’<strong>in</strong>taglio.p H,barσ H, MPaC 0,ppmC H,ppm50 525 0.20 0.31100 525 0.30 0.46150 525 0.35 0.54Tabella 2. Concentrazione di <strong>idrogeno</strong> nella zona dell’<strong>in</strong>taglio.Per verificare l’attendibilità del model<strong>lo</strong> <strong>in</strong> un caso di maggiore <strong>in</strong>fragimento, è statosuccessivamente testato un prov<strong>in</strong>o <strong>in</strong>tagliato con la stessa geometria di <strong>in</strong>taglio, dopo aver<strong>lo</strong>sottoposto a caricamento elettrochimico, raggiungendo una concentrazione pari a C0= 1.5 ppm . Lacurva di trazione ottenuta ha mostrato una sensibile riduzione di duttilità, come visibile <strong>in</strong> figura 15.20<strong>lo</strong>ad, kN1510No H, exp.H 100 bar5ElectrCh.FEFracture onset00 0.5 1 1.5 2estensometer, mmFig.15. Confronto con caricamento elettrochimico.La prima parte della curva EF riproduce correttamente la curva s<strong>per</strong>imentale del prov<strong>in</strong>o <strong>in</strong>tagliato,ana<strong>lo</strong>gamente ai casi precedenti, tuttavia il punto di <strong>in</strong>cipiente frattura si trova ad un allungamentosensibilmente più basso rispetto ai due casi precedenti. E’ qu<strong>in</strong>di stato possibile dedurre il va<strong>lo</strong>re di


limite di deformazione plastica ε modellando la condizione di carico di <strong>in</strong>cipiente manifestazionefHdella frattura, ottenendo εfH= 0.729 . Inoltre, nell’<strong>in</strong>torno dell’<strong>in</strong>taglio la tensione idrostatica è pari aσH= 500 MPa , e qu<strong>in</strong>di la <strong>lo</strong>cale concentrazione di <strong>idrogeno</strong> è pari a: CH= 2.25 ppm . Pertanto, ilva<strong>lo</strong>re εfH= 0.729 è <strong>da</strong> associare alla concentrazione CH= 2.25 ppm , avendo a disposizione il va<strong>lo</strong>redi εf= 1.05 <strong>per</strong> il caso di assenza di <strong>idrogeno</strong> è possibile estrapolare una semplice relazione l<strong>in</strong>eare,figura 16, <strong>per</strong> ottenere una stima di ε <strong>per</strong> concentrazioni diverse <strong>da</strong> quelle testate.fHε fH1.210.8NoHPressure gas charg<strong>in</strong>gElectrochemicalcharg<strong>in</strong>g0.60.40.200 0.5 1 1.5 2 2.5C 0,ppmFig.16. Relazione fra concentrazione di <strong>idrogeno</strong> e deformazione plastica a rottura.Conclusioni• Le prove di trazione a bassa ve<strong>lo</strong>cità di deformazione condotte su prov<strong>in</strong>i caricati <strong>in</strong>autoclave a contatto con un atmosfera di <strong>idrogeno</strong> ad alta pressione hanno <strong>per</strong>messo dievidenziare che la dim<strong>in</strong>uzione delle caratteristiche meccaniche è trascurabile <strong>per</strong> pressionif<strong>in</strong>o a 150 bar• L’utilizzo di attività di <strong>idrogeno</strong> maggiori (raggiungibili tramite caricamento elettrochimico)ha mostrato una evidente dim<strong>in</strong>uzione di duttilità associata con tenori maggiori di <strong>idrogeno</strong>.• La buona riproduzione, ottenuta mediante il model<strong>lo</strong> EF, della curva forza-allungamento delprov<strong>in</strong>o <strong>in</strong>tagliato, ha vali<strong>da</strong>to il criterio di resistenza proposto, ossia massima deformazioneplastica equivalente a fondo <strong>in</strong>taglio pari alla deformazione di frattura del materiale,offrendo uno strumento di progetto che <strong>per</strong>mette di analizzare una generica geometria con<strong>in</strong>taglio raggiato.• Le basse concentrazioni di <strong>idrogeno</strong> non <strong>per</strong>mettono una dist<strong>in</strong>zione fra caso di assenza di<strong>idrogeno</strong> e caso di caricamento <strong>per</strong> contatto gassoso.• Il prov<strong>in</strong>o sottoposto a caricamento elettrochimico ha mostrato un ben maggioreassorbimento di <strong>idrogeno</strong> e qu<strong>in</strong>di una deformazione a rottura più bassa. È stato qu<strong>in</strong>dipossibile legare la concentrazione di <strong>idrogeno</strong> alla deformazione plastica massima di<strong>in</strong>cipiente frattura.


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