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Centuripe - Rete civica Ruggero

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<strong>Centuripe</strong> sorge sulla cresta di una collina (a 730 metri circa sul livello del mare) dalla quale si gode ilmeraviglioso panorama della valle del Simeto e dell'Etna; per questo ha meritato, agli occhi di Charles Didier, poetaginevrino, che visitò la Sicilia nel 1829-30, l'appello di aerea: ” Lasciando a destra Argira (Agira, ndr)- scrive neisuoi appunti – patria di Diodoro , Traina (Troina, ndr), che ricorda le gesta cavalleresche del Conte <strong>Ruggero</strong>, e lapiccola Repubblica aerea dei Centuripi, oggi Centorbi ( <strong>Centuripe</strong> ndr ) , ci si riposa un po' sotto gli archi fuggentidel famoso acquedotto di Aragona, per entrare freschi e in forma nelle campagne di Adernò (Adrano, ndr)”.Comune della provincia di Enna da cui dista circa 58 km, <strong>Centuripe</strong> si dispone con la sua caratteristicaconformazione a stella , tra le catene montuose dei Nebrodi e degli Erei; il suo territorio ( 172,98 kmq) è bagnato daifiumi: Dittaino, Salso e Simeto.Le case, affastelate come in un presepe, appaiano di un bianco abbacinante, come ebbe a notare un altro romanticofrequentatore delle contrade siciliane:” Poco distante da Agira – scrive nel 1890 Augusto Scheegans – si trovanoTroina e <strong>Centuripe</strong>, anch'esse vecchie città dei Siculi situate sui monti e che, vedute da lontano, somigliano a mucchidi pietre biancastre e rilucenti ai raggi del sole”.La storia della città moderna ha inizio nel 1548, circa, con la sua fondazione da parte dei Moncada, finalizzata allosfruttamento agricolo della zona. Le prime costruzioni furono abitazioni e magazzini, seguite dagli edifici per la vitacomunitaria e per le celebrazioni dei riti religiosi. La prima chiesa, ricavata all'interno di una grotta, fu quelladedicata a Santa Maria delle Grazie, culto legato alla figura di un pio frate di Castrogiovanni ( oggi Enna) , Andreadel Guasto. Da qui l'arrivo in città di un quadro raffigurante la Madonna delle Grazie, considerato miracoloso eparticolarmente venerato.L'economia di <strong>Centuripe</strong> è stata prevalentemente agricola fino all' 800, quando si avviò lo sfruttamento deigiacimenti di zolfo ( la presenza di miniere nel territorio è documentata sin dal 1834). La chiusura definitiva delleminiere – che, tuttavia, non rappresentarono mai per la Sicilia una vera occasione di sviluppo – intorno agli annicinquanta del '900, ebbe come immediata conseguenza un periodo di profonda crisi occupazionale.A <strong>Centuripe</strong>, le chiese, i palazzi di rappresentanza e le case sono incastonati all'interno del fitto intreccio delle stradericavate sulla cima di alte creste collinari. Fulcro della vita cittadina è piazza Duomo, che si affaccia su un'ampiaterrazza – belvedere.La Chiesa Madre dedicata all'ImmacolataConcezione, la cui fondazione risale al XVII secolo, hasubito nel tempo vari rifacimenti; aperta al culto intornoal primo ventennio del '700, presenta una facciataottocentesca a tre ordini, l'ultimo dei quali contienel'orologio e l'alloggiamento per le campane. L' interno,ricco di stucchi, colonne tortili elementi floreali e putti digustoso sapore popolaresco, è a tre navate chiuse daabsidi. Partendo dall'ingresso, nella navata sinistras'incontrano cinque altari marmorei: il primo dedicato aiSanti Ignazio di Loyola, Luigi e Stanislao, rappresentati inuna tela d'autore ignoto della metà del '600; davanti adessa è stata collocata un piccolo dipinto di FrancescoPiazza con la "Madonna del Riparo " che protegge daibagliori dei fulmini un gruppo di viandanti (1890). Tra ilprimo e il secondo altare, intitolato a Sant' Antonio diPadova ( con una tela di ignoto pittore del XVIII secolo ),c'è una lapide dedicata Gian Luigi Moncada Ruffo


(1743-1827) principe di Paternò. Al terzo altare, Transito di San Giuseppe , una bella tela di autore ignoto dellametà del '600; dello stesso periodo è l'opera del quarto altare , una sacra famiglia con i Santi Anna e Gioacchino.Al quinto altare spicca una grande tela del 1643 fatta dipingere d Francesco Sutera con la Madonna del Rosario,santi e angeli musicanti, incorniciati dai quindici misteri del Rosario (Tela recentemente restaurata).(1743-1827),principe di Paternò. Al terzo altare, Transito di San Giuseppe, una bella tela di autore ignoto della metàdel '600; dello stesso periodo è l'opera del quarto altare, una Sacra Famiglia con i Santi Anna e Gioacchino. Alquinto altare spicca una grande tela del 1643 fatta dipingere da Francesco Sutera con la Madonna del Rosario, santie angeli musicanti incorniciati dai quindici misteri del Rosario.La navata destra, che ha inizio con l'area riservata al fonte battesimale, propone quattro altari marmorei: il primo haun dipinto degli inizi del '600 che rappresenta La Trinità; al secondo altare, una Madonna del Carmelo ( Telarecentemente restaurata), di Giacomo Portale (1803). Nell’altare successivo c’è una composizione più complessa,costituita da un Cristo ligneo seicentesco poggiato su una croce interamente rivestita di specchi; la croce ha comesfondo una tela del 1820 con la Madonna, San Giovanni e la Maddalena. L’ultimo altare prima del transetto èdedicato a San Gregorio Magno e alle anime del Purgatorio.I due altari del transetto sono dedicati ai santi patroni di <strong>Centuripe</strong>, Rosalia e Prospero: in quello di destra s’imponeuna tela d’autore ignoto della seconda metà del ‘600 ( In fase di restauro), con Santa Rosalia incoronata dagli angelidavanti all’ingresso della grotta scelta per il suo eremitaggio; Rosalia venne consacrata patrona di <strong>Centuripe</strong> nel1680 e, secondo gli studiosi, il culto venne portato dai nobili che rifondarono la città nel 1548. L’altro patrono, cui èdedicato l’altare di sinistra, è Prospero, qui raffigurato da un ignoto pittore del ‘700 con in mano uno stendardorossocrociato. Tre absidi chiudono scenograficamente la chiesa, l’abside di destra contiene un altare con statualignea seicentesca dell’Immacolata Concezione; e l’ultima a sinistra, dedicata al SS. Sacramento, possiede unlussureggiante tabernacolo seicentesco di legno dorato.A fianco della chiesa madre si trova la settecentesca chiesa del SS. Sacramento. Tutt’intorno alla piazza sidispongono i palazzi moderni, alcuni dei quali ripropongono in chiave aggiornata l’antico modulo a torre con lescale d’ingresso esterne. A breve distanza, si può visitare la chiesa del SS. Purgatorio, l’antica Matrice difondazione seicentesca, eletta parrocchia nel 1645 ed oggi trasformata in locale per l’allestimento di mostre emanifestazioni culturali.La pittoresca scalinata di San Giuseppe, alle spalle della chiesa madre, conduce all’omonimo oratorio riccamentedecorato e oggetto di un recente restauro che ha messo in luce il pavimento originario; il recupero del monumento èstato fortemente voluto dalla confraternita di San Giuseppe. L’edificio , inizialmente dedicato a S. Calogero, fuvoluto da una facoltosa famiglia di <strong>Centuripe</strong>, i Di Benedetto, e completato nel 1730.Con il passare del tempo, visto il prestigio che le confraternite andavano guadagnandosi presso la cittadinanzacenturipina nell’ambito sociale ed assistenziale, l’oratorio fu donato alla confraternita degli artigiani, che operavanosotto il patronato di San Giuseppe. Anno dopo anno, fino alla metà del ‘800, le pareti si riempirono di stucchi,colonne tortili, putti colorati e tele con le narrazioni dei più importanti episodi della Bibbia. Sull’altare principale sipuò ammirare il transito di San Giuseppe, grande tela ottocentesca d’autore ignoto; in mezzo all’esuberanteantologia di putti, motivi floreali, colonne tortili, ghirlande di frutta e di fiori, si distingue , in alto, un curiosomedaglione policromo con il volto della Madonna, per metà velato da un manto azzurro e per l’altra metàincorniciato da capelli biondi regalmente acconciati.Seguendo il tracciato della via Fiorenza , l’antico corso Leopoldo, dove un tempo si svolgevano le corse dei cavalli,si giunge al Museo archeologico comunale; proprio di fronte un’area d’importante interesse archeologico, c’è lachiesetta del SS. Crocifisso, della prima metà dell’800, con semplice facciata a capanna e campanile rivestito damattonelle in ceramica policroma. All’interno è conservata una teca con Cristo morto, più nota col nome popolare diTambuletto, che viene portato in processione il Venerdì santo.In piazza Lanuvio - così chiamata in ricordo del gemellaggio con la città laziale di Lanuvio (settembre 1974) - sitrova il moderno edificio del municipio, innalzato accanto alla chiesa di Sant’Agostino, la cui costruzione risale aisecoli XVII E XVII. Quella degli agostiniani a <strong>Centuripe</strong> è stata una presenza importante, legata al frate Andrea delGuasto e al culto della Madonna delle Grazie, che si sviluppò nel XVI secolo e trovò sede all’interno di una grotta,poi trasformata in santuario intitolato a Santa Maria delle Grazie: qui, sull’altare principale, si trova oggi ildipinto, oggetto di studi che potranno definirne la cronologia e l’attribuzione. La Madonna delle Grazie vienetradizionalmente datata tra il fine ‘500 e primi ‘600: rappresenta la Vergine, incoronata da angeli, con il BambinoGesù che regge in mano il globo terrestre; ai lati , sono raffigurati Sant’Agostino e Santa Monica.Tra gli edifici religiosi che si trovano all’interno del tessuto urbano e delle sue immediate vicinanze, ricordiamo: lachiesa di San Nicola ( 1957) con l’ospizio annesso; la chiesa dell’Annunziata , costruita nel 1700, posta inposizione panoramica sopra un colle domina l’intera vallata; e la chiesa del Calvario, costruita sulla rupe omonimanel 1927 e fortemente voluta dall’intera popolazione.Luogo centrale di aggregazione cittadina è viale Corradino, che svolge funzione di villa comunale e di ampia areapedonale; il luongo viale alberato culmina nella terrazza-belvedere, dominata dalla maestosa mole del Castello diCorradino, dalla quale si può ammirare uno dei più bei panorami della Sicilia.

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