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teologia morale vaticano ii e accademia alfonsiana ... - Studia Moralia

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248 SABATINO MAJORANOSono le prospettive ribadite dal Reggente, il Prof. J. Visser, nellasolenne seduta inaugurale dei corsi, avvenuta il 15 ottobre 1957. Ilfine dell’AA è «contribuire a colmare il vuoto che si riscontra nellostudio della <strong>teologia</strong> <strong>morale</strong>», attraverso un duplice impegno: a)l’approfondimento dei «principi generali della <strong>teologia</strong> <strong>morale</strong> e delsuo metodo» e delle risposte concrete, da proporre nella pratica pastorale;b) la formazione «di adeguati cultori e professori nelle scienzemorali». Radicato «in spiritu et virtute S. Alfonsi», lo studioscientifico della <strong>morale</strong> dovrà essere retto da quattro istanze fondamentali:1) «spirito apostolico e pastorale»; 2) praticità preoccupatadi arrivare a «formulare norme concrete e particolari per la vita cristiana»;3) visione unitaria, che esige l’incontro tra «la <strong>teologia</strong> dellamisericordia» e «la <strong>teologia</strong> della perfezione» (<strong>teologia</strong> <strong>morale</strong> insenso stretto e <strong>teologia</strong> ascetica); 4) «fedele ossequio per il Magisterodella Chiesa» 11 .Nella lectio inaugurale del successivo anno scolastico, D. Caponepone l’accento sulla dimensione pastorale del pensiero <strong>morale</strong> di S.Alfonso come punto di riferimento fondamentale: «Il metodo dellapastoralità ha assunto in lui [S. Alfonso] una forma caratteristica chedeve essere sottolineata, perché lo rende veramente maestro. Se dauna parte la praticità pastorale lo ha portato al singolare tipizzato delcasus e alla concretezza della quotidianità della vita <strong>morale</strong> in ascetica,dall’altra egli, staccandosi dal pragmatismo di altri casisti e maestridi perfezione, si mantiene continuamente nella dialettica risolutiva,non logica nei principia cognoscendi, ma pastorale nei principia essendi,che nel campo <strong>morale</strong> si pongono con valore di finalità. Così incasistica ogni atto è giudicato, meglio è insinuato sottolineando il suovalore di salvezza; in ascetica pastoralmente egli insinua nell’anima laconcretezza di una norma, di un atto virtuoso ma allo stato intensivodi preghiera, o di amore di Dio che risolve in volontà di Dio, anchecome forma ma soprattutto come fine ultimo, tutta la quotidianitàdella vita. Questa risoluzione non logica ma pastorale nel principio di11 «Academia Alfonsiana. Sermo inauguralis anni academici 1957-58», inAnalecta CSSR 29 (1957) 239-245.

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