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teologia morale vaticano ii e accademia alfonsiana ... - Studia Moralia

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258 SABATINO MAJORANOra di grazia che ha ricevuto e che in tal modo tutti assolvano cristianamentei propri compiti nella comunità umana» 35 .Il riferimento alle indicazioni conciliari viene sviluppato dall’AAfacendo propria la visione <strong>alfonsiana</strong> della centralità della coscienza.Basta ricordare le parole iniziali della Theologia moralis del Santo. Lacoscienza è «aditus ad universam <strong>morale</strong>m Theologiam», perché èregola formale dell’agire umano: «Duplex est regula actuum humanorum;una dicitur remota, altera proxima. – Remota, sive materialis, estlex divina; proxima vero, sive formalis, est conscientia: quia, licet conscientiain omnibus divinae legi conformari debeat, bonitas tamenaut malitia humanarum actionum nobis innotescit, prout ab ipsa conscientiaapprehenditur» 36 .È una circolarità che deve ispirare tutto il cammino della <strong>teologia</strong><strong>morale</strong>. La verità <strong>morale</strong> va proposta in maniera che venga riconosciutacome tale dalla coscienza: le stesse «esigenze etiche» della leggenaturale, scriveva Giovanni Paolo II, «non si impongono alla volontàcome un obbligo, se non in forza del riconoscimento previodella ragione umana e, in concreto, della coscienza personale» 37 . Seinfatti la <strong>teologia</strong> <strong>morale</strong> deve affermare con forza che la ricerca e l’adesionealla verità sono essenziali per la dignità della coscienza, deveugualmente affermare che esse sono «doveri» che «attingono e vincolanola coscienza degli uomini» 38 .35 Presbyterorum ordinis, n. 6. È un progetto formativo in sintonia con la descrizionedella condizione battesimale sintetizzata in Lumen Gentium: «Questopopolo messianico ha per capo Cristo… Ha per condizione la dignità e la libertàdei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio.Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati(cf. Gv 13,34). E finalmente, ha per fine il regno di Dio, incominciato in terradallo stesso Dio, e che deve essere ulteriormente dilatato, finché alla fine dei secolisia da lui portato a compimento» (n. 9).36 Theologia moralis, lib. I, tract. I, Monitum e, cap. I, n. 1, ed. L. Gaudé, I,Poliglotta Vaticana, Roma 1905, 3.37 Veritatis splendor, n. 36; cf. S. MAJORANO, «Il riconoscimento previo dellacoscienza», in F. ATTARD – P. CARLOTTI, Teologia e pastorale in dialogo. Studi inonore del prof. Guido Gatti, Las, Roma 2002, 183-197.38 Dignitatis humanae, n. 1. Il Concilio poi afferma: «L’uomo coglie e riconoscegli imperativi della legge divina attraverso la sua coscienza, che è tenuto a se-

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