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Il caso - Giorgio Pantano - Italiaracing

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Elettrico: questa la parola magicao meglio quella che potrebbe far ottenerepreziosi finanziamenti dai governi.E Chrysler ha presentato numerosimodelli con questa tecnologiaal recente Salone di Detroito matto?Scacco matto ma pochi lo hanno capito.La mossa di Marchionne è geniale. Seinfatti entrambe sia Fiat sia Chrysler nongodono di buona salute e come offerta diprodotto rispetto ai tedeschi paganopegno, nel prossimo futuro stando insiemenon avranno che da guadagnarci. <strong>Il</strong> Gruppoitaliano potrà mettere sul piatto modulimeccanici moderni per costruire piccolevetture come la piattaforma Panda-500; ilGruppo americano la catena cinematicaJeep, leader nel 4x4 oltre alla rete di venditanegli USA. In più si potrebbero aprireinteressanti opportunità per sviluppare evendere insieme un nuovo prodotto assaicaro a Sergio Marchionne: la prima lowcost del Gruppo italiano, nota ai più come“progetto Uno”, da vendere in tutto il mondoe soprattutto nell’immenso mercatocinese dove sia Marchionne sia La Sordanon sono stati soddisfatti dei dialoghi avuticon Chery. In poche parole l’asse Chrysler-Fiatpermetterebbe con volumi maggioridi ottenere prezzi più competitivi, svilupparenuove catene cinematiche (motori,cambi…) e linee di prodotto, inoltre garantirebbeuna rete distributiva sia sul nuovoContinente (tramite Chrysler) sia nel Vecchio(tramite Fiat) piuttosto forte. In dettaglioChrysler otterrebbe motori diesel abasso impatto ambientale e Fiat potrebbesvilupparne di nuovi. Sempre Chryslerpotrebbe sfruttare i moduli meccanici della500 per avere una piccola che oggi nonha e con l’avanzato Centro Ricerche Fiatpotrebbe realizzare quelle vetture ecologichetanto care al nuovo presidente degliStati Uniti, così da ottenere quei finanziamentinecessari ad occupare una posizioneimportante nello scacchiere mondialedell’automobile. E da questa partita alcunirisultati potrebbero ricadere in Italia, piùprecisamente a Torino, che tornerebbe adessere una piccola capitale tecnologica delmondo automotive. Le potenzialità di questaalleanza sono immense perché spazierebberosu molti fronti, passando dal commercialealla ricerca e sviluppo per finireall’industriale. A guardare nella sfera di cristalloe spostando le date al 2014, cioètra cinque anni, questo Gruppo potrebbeprodurre qualcosa come sei milioni di veicoli,avere stabilimenti e forza vendita innord e sud America, Europa e Asia. Potrebbeprodurre automobili di tutti i segmentie di tutte le tipologie in tutte le taglie, senzaescludere che entro altri cinque annipossa diventare uno dei primi tre Gruppiautomobilistici al mondo. Strategicamentequindi questa mossa sembra avere tutte lecarte in regole per risultare vincente epotrebbe dare fin da subito risultati di sicurointeresse.65

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