Ruote nelSchumi fedelecome Kakà, maAscari e Lauda…di Carlo BaffiMichael Schumacher<strong>Il</strong> <strong>caso</strong> Kakà non si è ancora deltutto esaurito e forse per via dellasua conclusione, sarà ricordatonella storia del calcio. Nell'epocadello sport-business, rinunciarea 108 milioni di euro (di cui 15al giocatore), è davvero un <strong>caso</strong>più unico che raro. Un fatto cheha riaperto la questione del binomioatleta-squadra, che giunge alfatidico bivio dopo essere divenutoleggenda. Come nel calcio,anche nell'automobilismo, visono degli esempi eclatanti. Perpartire da lontano, occorre tornareal 1954 quando Alberto Ascari,fresco del suo secondo titoloiridato, lascia la Ferrari. Un divorzioche pone fine ad un legamedi lunga data, nato quando Ferraricorreva in coppia con AntonioAscari, padre di Alberto. Una carrieragià tracciata, che dal 1950vede il pilota più forte, imporsisulla vettura migliore. Ma sul finiredel 1953, spunta all'orizzontela Lancia. Forte di un ricco budget,la casa torinese ingaggia ilgeniale progettista Vittorio Janoe fa un'offerta ad Ascari. La cifraè di 25 milioni di lire, estendibilea 30. <strong>Il</strong> pilota milanese accetta,dicendo di aver bisogno di quella58Alberto Ascari
tempoEnzo Ferrari, Niki Lauda e Luca di Montezemolosicurezza economica, che Ferrarinon gli può dare. Infatti, nelle trattativecol “Drake”, Ascari si dicepronto a restare in rosso, ma allestesse condizioni. Ferrari noncede ed ecco che il 20 febbraio1954, “Ciccio” stringe la mano aGianni Lancia, prima del collaudodella D50, all'aeroporto di Caselle.La scelta però, non sarà azzeccata,complice il ritardo nello sviluppodella monoposto, che esordiràsolo a fine campionato.Ma c’è un altro <strong>caso</strong> più eclatante,sempre in casa Ferrari. E' il29 agosto 1977, quando dopoun incontro a Maranello, si consumail divorzio fra Niki Lauda edEnzo Ferrari. Per la verità, il rapportotra il campione austriaco ela Rossa, è logoro da tempo.Dopo il ritiro al Fuji dell’anno prima,costato il titolo iridato, Laudasostiene che il team non credepiù in lui come prima. Nonostanteciò vince il suo secondotitolo, ma tratta con Bernie Ecclestone,titolare della Brabham AlfaRomeo. Lauda è consapevole diessere al top della popolarità edi portare in dote munifici sponsor,come la Parmalat. Dopo iQuando è il team a disfarsi della “bandiera”Divorzi eccellenti anche oltre Manica, per la precisione in casa Williams. Nel 1992, dopo averconquistato il tanto sospirato titolo mondiale e corso sei stagioni col team britannico, NigelMansell (nella foto) emigra in USA nellaFormula Indy. Le sue richieste economiche,vengono giudicate troppo elevateda Sir Frank, che sceglie Alain Prostsfidando i fans e la stampa inglese. <strong>Il</strong>copione si ripete cinque anni dopo.Ancora protagonista un campione delmondo uscente, inglese. Damon Hill,figlio d'arte, dopo quattro anni targatiWilliams emigra alla Arrows, causa ilmancato aumento dell'ingaggio.dubbi iniziali, l’imprenditore èd'accordo a finanziare l'interaoperazione. Un'impresa che peròpresenta delle difficoltà, come larisoluzione del contratto che legaLauda alla Ferrari, poi il legametra la Brabham e la Martini & Rossi,il title sponsor che non potràessere più tale con l'arrivo dellaParmalat. Sono mesi di gossip,veleni e trattative, finchè il 31agosto arriva la svolta. Mentre aMonza sono in corso i test in vistadel GP d'Italia, presso il ristoranteSaint George Premier, vicinoall'Autodromo, le parti raggiungonol'accordo. Nei giorniseguenti, malgrado il bis mondialedi Niki, il Drake fa la voce grossain una conferenza stampa,dando dell'ingrato al suo ex pilota.Dal canto suo, Lauda si consolacon gli oltre 800 milioni sborsatidallo sponsor emiliano. Mase le finanze ridono, non saràcosì sotto il profilo dei risultati.Nel biennio '78-'79, la Brabham-Alfa fatica e Lauda abbandona lecorse, mentre il Cavallino tornamondiale con Scheckter. Discorsoin parte diverso per MichaelSchumacher. Gran Premio d'Ungheria1995: a sorpresa si diffondela notizia dell'ingaggio di Schumida parte della Ferrari. Dopocinque campionati alla Benettone due corone mondiali, il tedescofirma un contratto che gli fruttacirca 40 miliardi a stagione. “Nonè venuto per un tozzo di pane”,confessa l'avvocato Agnelli, ma èl'inizio di una riscossa che porteràla Rossa alla conquista di 5titoli piloti e 6 costruttori. Malgradole sirene della concorrenza, ilKaiser concluderà la sua carrieraa Maranello nel 2006, testimoniandouna volta di più di essereuna vera e propria bandiera delCavallino. Quasi come Kakà peril Milan.59