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KUSTER N. – KREIDLER-KOS M., La pala di Santa ... - go to site

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NELLA STORIADELLA SANTITÀ FRANCESCANA


Mario Colonna, San Francesco lava i pie<strong>di</strong> ai suoi frati, bassorilievo in bronzo (Bari,Chiesa S. Fara, 1989)


NELLA STORIA DELLA SANTITÀ FRANCESCANA Italia Francescana 80 (2005) 393-426NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong><strong>La</strong> <strong>pala</strong> <strong>di</strong> S. Chiara <strong>di</strong> Assisi:una nuova immagine <strong>di</strong> santitàDue giubilei abbracciano un decennio durante il quale gli stu<strong>di</strong> clarianihanno ricevu<strong>to</strong> una fioritura impreve<strong>di</strong>bile 1 . L’800° anniversario dellanascita <strong>di</strong> Chiara ha fat<strong>to</strong> davvero emergere la grande santa dall’ombra<strong>di</strong> Francesco. Tut<strong>to</strong> ques<strong>to</strong> non è rimas<strong>to</strong> confina<strong>to</strong> nelle nuove biografie,negli stu<strong>di</strong>, nei convegni, nei simposi tenutisi nel luo<strong>go</strong> dove ella è vissuta,nelle mostre, nei filmati e nei festeggiamenti del 1993-94. L’interesse,risveglia<strong>to</strong>si <strong>di</strong> recente, per la comunità femminile <strong>di</strong> S. Damiano ècontinua<strong>to</strong>, si è esteso e a poco a poco ha riempi<strong>to</strong> <strong>di</strong> pubblicazioni gliscaffali delle biblioteche francescane. Lo scorso autunno, in occasione dellachiusura del 750° anniversario della morte <strong>di</strong> S. Chiara, accan<strong>to</strong> a giornate<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o svoltesi in tutta Europa, è sta<strong>to</strong> organizza<strong>to</strong> in Assisi unnuovo convegno che ha rispecchia<strong>to</strong> la costante vitalità della ricerca 2 .L’analisi scientifica delle fonti <strong>di</strong>sponibili ha fat<strong>to</strong> notevoli passi inquesti anni. Ancora poca attenzione ha trova<strong>to</strong> finora una fonte significativapresente nel monastero dove è sepolta S. Chiara: la grande <strong>pala</strong>, cheper lunghi secoli è stata appesa sopra l’altare centrale nella chiesa a leide<strong>di</strong>cata (cf. fig. 1). Per generazioni <strong>di</strong> pellegrini e visita<strong>to</strong>ri, questa tavolais<strong>to</strong>riata della vita <strong>di</strong> Chiara e costituiva un primo imme<strong>di</strong>a<strong>to</strong> <strong>–</strong> spessoanche l’unico <strong>–</strong> approccio s<strong>to</strong>rico alla sua biografia.1Traduzione a cura <strong>di</strong> sr. Chiara Noemi OSC, del Monastero <strong>di</strong> Cademario. <strong>La</strong> versioneoriginale dell’articolo è: Die Tafel-Ikone der Clara von Assisi. Ein neues Bild von Heiligkeit,in Wissenschaft und Weisheit 67 (2004) 3-32.2Gli Atti sono pubblicati in Clara claris preclara. L’esperienza cristiana e la memoria <strong>di</strong>Chiara d’Assisi, Atti del Convegno internazionale in occasione del 750° anniversario dellamorte, Assisi 20-22 novembre 2003, in Convivium Assisiense 6 (2004) 1-558.


394NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>Figura 1: <strong>La</strong> <strong>pala</strong> <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Chiara e le sue tre chiavi <strong>di</strong> lettura (© Niklaus Kuster)


LA PALA DI S. CHIARA 395Gli stu<strong>di</strong> e i brevi scritti popolari hanno tenu<strong>to</strong> con<strong>to</strong> solo spora<strong>di</strong>camentedella preziosa fonte iconografica. Nel segno del primo anno giubilare,durante il Convegno <strong>di</strong> Assisi del 1992, Servus Gieben nella sua relazioneL’iconografia <strong>di</strong> Chiara d’Assisi ha fat<strong>to</strong> delle brevi osservazioni sulla<strong>pala</strong>. Due anni dopo l’hanno poi stu<strong>di</strong>ata più approfon<strong>di</strong>tamente ValentinoPace, che ne ha <strong>di</strong>scusso al Convegno su S. Chiara <strong>di</strong> Fara Sabina, edElvio Lunghi nel prezioso libro <strong>di</strong> arte sulla Basilica <strong>di</strong> S. Chiara. Nell’areainglese i lavori (siamo negli anni 1991-1996) <strong>di</strong> Jeryldene Wood hannotrova<strong>to</strong> poca attenzione fuori dalla cerchia degli iniziati alla s<strong>to</strong>ria dell’arte.Nell’area tedesca il bel libret<strong>to</strong> illustra<strong>to</strong> <strong>di</strong> Leonhard Lehmann hainvita<strong>to</strong> all’osservazione della <strong>pala</strong> con le sue ot<strong>to</strong> scene 3 . Quin<strong>di</strong>, mentrele testimonianze scritte su e in<strong>to</strong>rno a S. Chiara hanno incontra<strong>to</strong> un crescenteinteresse, via via è cala<strong>to</strong> il silenzio sulla fonte iconografica.Quale ricchezza racchiuda realmente la prima tavola is<strong>to</strong>riata con le suescene, lo attesta uno stu<strong>di</strong>o che è sta<strong>to</strong> pubblica<strong>to</strong> nel 2003 nel volumedelle Collectanea Franciscana, e<strong>di</strong><strong>to</strong> in occasione del giubileo. In quel lavoroNiklaus Kuster ha rielabora<strong>to</strong> gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>sponibili fino a quel momen<strong>to</strong>sulla <strong>pala</strong>, utilizzandoli in una visione d’insieme, per fare un passoavanti e presentare una raffinata composizione globale della tavola is<strong>to</strong>riata4 . Parallelamente a quella ricerca è sta<strong>to</strong> scrit<strong>to</strong> da Joanna Cannon -dell’Università <strong>di</strong> Londra - un articolo <strong>di</strong> s<strong>to</strong>ria dell’arte, Function andAu<strong>di</strong>ence of Three «Vita» Panels of Women Saints, in cui la <strong>pala</strong> <strong>di</strong> S. Chiaraviene confrontata con opere analoghe su Margherita da Cor<strong>to</strong>na e MariaMaddalena. I confronti trasversali della Cannon, <strong>di</strong>fficilmente reperibili epubblicati in un «Symposium Paper», meritano <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>scussi 5 . Il nostrolavoro comune, grazie a <strong>di</strong>verse giornate <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o at<strong>to</strong>rno alla <strong>pala</strong> <strong>di</strong> S.3S. GIEBEN, L’iconografia <strong>di</strong> Chiara d’Assisi, in Chiara d’Assisi, Atti del XX convegnointernazionale, Assisi 15-17 ot<strong>to</strong>bre 1992, To<strong>di</strong> 1993, 189-236; V. PACE, Immagini <strong>di</strong> santità.<strong>La</strong> <strong>pala</strong> d’altare <strong>di</strong> S. Chiara a <strong>Santa</strong> Chiara d’Assisi, in Chiara d’Assisi e la memoria <strong>di</strong> Francesco,Atti del Convegno per l’VIII centenario della nascita <strong>di</strong> S. Chiara, Fara Sabina 19-20maggio 1994, a cura <strong>di</strong> A. Marini - M.B. Ristretta, Città <strong>di</strong> Castello 1995, 119-128; M. BIGA-RONI <strong>–</strong> H.R. MEIER - E. LUNGHI, <strong>La</strong> Basilica <strong>di</strong> S. Chiara in Assisi, Perugia 1994, 137-282; L.LEHMANN, Klara von Assisi. Eine neue Lebensform, Werl 1993; J. WOOD, Perceptions of Holynessin Thirteenth-Century Italian Painting: Clare of Assisi, in Art His<strong>to</strong>ry 14 (1991) 301-328; J.WOOD, Women, Art and Spirituality: The Poor Clares of Early Modern Italy, Cambridge 1996.4N. <strong>KUSTER</strong>, Klaras Tafelbild in Assisi. Zur Komposition der ersten bildhaften Lebensgeschichteder heiligen Schwester, in Collectanea Franciscana 73 (2003) 15-46.5J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology: Reconsidering the Function andAu<strong>di</strong>ence of Three «Vita» Panels of Women Saints c. 1300, in Italian Panel Painting of the Duecen<strong>to</strong>and Trecen<strong>to</strong> (National Gallery of Art Washing<strong>to</strong>n, Symposium Papers XXXVIII), ed.by V.M. Schmidt, Scottsdale 2002, 291-313. Ringraziamo Leonhard Lehmann per la preziosain<strong>di</strong>cazione e il presti<strong>to</strong> dell’articolo.


396NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>Chiara, dalla scorsa estate ha perciò arricchi<strong>to</strong> <strong>di</strong> un’altra <strong>di</strong>mensione lascoperta della raffinata struttura della tavola is<strong>to</strong>riata.Prima <strong>di</strong> mettere in <strong>di</strong>scussione le nostre più recenti conoscenze eosservazioni, occorre richiamare alla memoria le date fondamentali dellanascita della tavola is<strong>to</strong>riata ed esporre sinteticamente la sua doppiacomposizione. Su ques<strong>to</strong> fondamen<strong>to</strong> devono poi essere stu<strong>di</strong>ate più davicino le persone finora rimaste non identificate nelle ot<strong>to</strong> sin<strong>go</strong>le sceneed essere scoperte anche altre linee <strong>di</strong> collegamen<strong>to</strong>. Queste permet<strong>to</strong>no<strong>di</strong> riconoscere, oltre alla datazione cronologica e alla simmetria dellacomposizione, anche un’interessante struttura <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale in questa eccellenteopera d’arte. In conclusione, sulla base <strong>di</strong> tutte queste considerazioni,tenteremo <strong>di</strong> penetrare la forza espressiva della tavola stessa.1. ORIGINE E FUNZIONE DELLA PALA DI S. CHIARAL’imponente tavola is<strong>to</strong>riata risale al 1283, trent’anni dopo la morte <strong>di</strong>Chiara. Probabilmente commissionata dal nuovo vescovo minorita Simoned’Assisi ed eseguita da un anonimo «Maestro <strong>di</strong> S. Chiara», affiancavain origine, assieme a una tavola <strong>di</strong> S. Francesco, il grande crocifissodell’abbadessa Benedetta (cf. fig. 2). Collocata sopra la <strong>to</strong>mba <strong>di</strong> S. Chiarae l’altare centrale della chiesa, la <strong>pala</strong> presentava la santa, agli occhi deipellegrini e <strong>di</strong> quanti partecipavano alla liturgia, in grandezza naturale.Le scene <strong>di</strong>pinte in<strong>to</strong>rno alla figura centrale ritrag<strong>go</strong>no episo<strong>di</strong> tratti dallasua biografia. Le ot<strong>to</strong> raffigurazioni rappresentano, in particolare, passiimportanti o tappe della sua vita. Iniziando a sinistra in basso, essemostrano in successione cronologica la ricerca in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> Chiara (scenea sinistra) e a destra, scendendo in basso, la s<strong>to</strong>ria della sua comunità.Trattandosi <strong>di</strong> un santuario, ci si aspetterebbero anche scene <strong>di</strong> guarigionie miracoli. <strong>La</strong> Legenda, e soprattut<strong>to</strong> le sorelle, che sono state miracolate,hanno in effetti trasmesso mol<strong>to</strong> al riguardo e in modo impressionante6 . I committenti <strong>–</strong> il Vescovo e i frati, a cui era affidata l’assistenza spiritualenella chiesa <strong>di</strong> S. Chiara e la cura <strong>di</strong> quanti cercavano aiu<strong>to</strong> 7 <strong>–</strong> insiemeall’artista hanno rivol<strong>to</strong> l’attenzione su un altro contenu<strong>to</strong>: i miracoliraffigurati in due scene costituiscono, per così <strong>di</strong>re, il modo <strong>di</strong> vivereall’interno della fraternità. Essi met<strong>to</strong>no a tema non la malattia e la gua-6Le sorelle nel Processo <strong>di</strong> canonizzazione riferiscono un gran numero <strong>di</strong> miracoli,avvenuti sia nella cerchia delle sorelle che tra quanti cercavano aiu<strong>to</strong> dall’esterno.7Sulla domanda dei committenti: N. <strong>KUSTER</strong>, Klaras Tafelbild in Assisi, 19-20.


LA PALA DI S. CHIARA 397Figura 2: Ricostruzione della collocazione originale della Pala <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Chiara(da M. Bigaroni - H. Meier - E. Lunghi, <strong>La</strong> Basilica <strong>di</strong> S. Chiara in Assisi, Perugia 1994, 187)


398NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>rigione <strong>di</strong> sin<strong>go</strong>le sorelle o pellegrini, quan<strong>to</strong> il <strong>di</strong>venire e il ra<strong>di</strong>camen<strong>to</strong><strong>di</strong> una comunità.<strong>La</strong> tavola is<strong>to</strong>riata è la prima presentazione in immagini della vita <strong>di</strong>Chiara. Realizzata al termine <strong>di</strong> un anno drammatico per Assisi, allude,attraverso un non più visibile ramoscello <strong>di</strong> olivo alla sinistra <strong>di</strong> Chiara,alla riconciliazione della città con il papa Martino IV, che è menziona<strong>to</strong>nella scritta in calce all’immagine. Il nuovo vescovo Simone, francescano,nel settembre 1283 aveva ottenu<strong>to</strong> l’abolizione dell’interdet<strong>to</strong> che era sta<strong>to</strong>scaglia<strong>to</strong> su Assisi nell’anno precedente, dopo che Assisi e Perugiaavevano assalta<strong>to</strong> la città <strong>di</strong> Foligno. <strong>La</strong> croce dorata, ornata <strong>di</strong> pietre preziosee posta su un piccolo stelo, che la santa tiene sul pet<strong>to</strong>, ricorda unpopolare reliquiario contenente un frammen<strong>to</strong> della <strong>Santa</strong> Croce. Un frateminore, cappellano del re francese Luigi IX, aveva ricevu<strong>to</strong> una preziosaparticella della <strong>Santa</strong> Croce, che aveva affida<strong>to</strong> al conven<strong>to</strong> dellasua citta<strong>di</strong>na <strong>di</strong> origine, Castiglione Fiorentino, ai confini con l’Umbria.Dunque il ges<strong>to</strong> <strong>di</strong> Chiara in<strong>di</strong>ca Cris<strong>to</strong>, che «povero alla sua nascita fupos<strong>to</strong> in una greppia, povero visse sulla terra e nudo rimase sulla croce»(TestCh 45).Le piccole scene della <strong>pala</strong> parlano <strong>di</strong> passi coraggiosi, incontri decisivi,conflitti esistenti e <strong>di</strong> una comunità che, oltrepassando tutti i muri e ilimiti, tende al mondo eterno <strong>di</strong> Dio. <strong>La</strong> <strong>pala</strong> sorprende per la sua pienezza<strong>di</strong> contenu<strong>to</strong>, per l’orientamen<strong>to</strong> del suo messaggio e, come insegui<strong>to</strong> vedremo, per lo sguardo straor<strong>di</strong>nariamente familiare sulla s<strong>to</strong>ria<strong>di</strong> Chiara, sulla sua spiritualità e le sue relazioni.2. DUE LETTURE DELLA BIOGRAFIA DELLA PALA<strong>La</strong> <strong>pala</strong> fa risaltare, agli occhi <strong>di</strong> chi guarda la parte centrale, la luminosità<strong>di</strong> Chiara: nel saio color noce, stretta in una corda, avvolta in unrozzo mantello, irra<strong>di</strong>ata dalla luce e con occhi dolci, in<strong>di</strong>ca una preziosacroce. Ella appoggia il legno della croce <strong>di</strong> Gerusalemme sul cuore. Chiarasi atteggia come una donna libera: si presenta a viso scoper<strong>to</strong>, senzagrata e sbarre, sot<strong>to</strong> un arco <strong>go</strong>tico, così come i visita<strong>to</strong>ri l’hanno incontrata,secondo il raccon<strong>to</strong> delle sorelle <strong>di</strong> S. Damiano. L’amore <strong>di</strong> Chiaraper il mondo non l’arresta <strong>di</strong>nanzi al pensiero della clausura papale e larende una sorella per parecchi uomini, una sorella che opera, portandogiovamen<strong>to</strong>, attraverso incontri e contatti.<strong>La</strong> santa è circondata da 8 episo<strong>di</strong> significativi della sua vita (cf. fig. 3).<strong>La</strong> scelta degli stessi sembra fondarsi sulla Leggenda ufficiale <strong>di</strong> Chiara etrarre da essa la motivazione. Tuttavia questa scelta deve essere consideratapiù attentamente, perché la successione cronologica del raccon<strong>to</strong> ètutt’altro che equilibrata e inoltre si <strong>di</strong>scosta da analoghe rappresentazio-


LA PALA DI S. CHIARA 399ni della santa 8 . In maniera sorprendente è da<strong>to</strong> un forte risal<strong>to</strong> alla s<strong>to</strong>riavocazionale <strong>di</strong> Chiara e, mentre la Legenda de<strong>di</strong>ca molte pagine al lun<strong>go</strong>tempo che Chiara ha trascorso a S. Damiano, l’artista ovviamente ponealtri accenti. Altro fat<strong>to</strong> che deve essere spiega<strong>to</strong>: perché dei quarantaanni <strong>di</strong> vita a S. Damiano rimane solo una scena, se si conclude il raccon<strong>to</strong>con due scene sul let<strong>to</strong> <strong>di</strong> morte? L’artista ha da<strong>to</strong> un grande rilievo <strong>–</strong>anche esteriormente <strong>–</strong> a un breve lasso <strong>di</strong> tempo: egli inizia la sua raffigurazionecon la Domenica delle Palme dell’anno 1211 e si prende l’ampiospazio <strong>di</strong> cinque scene per raccontare i successivi se<strong>di</strong>ci giorni 9 . Oltrea ciò egli consacra tre suoi quadri a ques<strong>to</strong> primo giorno, rispettivamentealla sera. Poi seguono due ampi salti: dalla primavera del 1211 finoall’anno 1238 circa e da qui fino all’anno 1253, il mese della morte <strong>di</strong> Chiara.Entrambe le scene conclusive riguardano ancora un breve arco <strong>di</strong> tempo:esse ritrag<strong>go</strong>no gli ultimi tre giorni <strong>di</strong> vita della santa 10 . Inizio e finesono quin<strong>di</strong> considerati in maniera mol<strong>to</strong> puntuale, mentre, al contrario,quattro decenni <strong>di</strong> vita religiosa sono raccontati in un unico quadro. Valela pena, tenendo con<strong>to</strong> dell’inten<strong>to</strong> generale dell’opera, considerare poiaccuratamente perché l’artista abbia scel<strong>to</strong> proprio il miracolo della moltiplicazionedel pane in seno alla comunità per illustrare la vita quoti<strong>di</strong>anadelle cinquanta sorelle.Le sin<strong>go</strong>le scene, che tracciano sulla tavola is<strong>to</strong>riata il cammino <strong>di</strong>Chiara, rimandano, in un raffina<strong>to</strong> sviluppo, a un particolare valore dellasua vita movimentata: Chiara è una donna che vive il suo smisura<strong>to</strong>amore per Dio in varie <strong>di</strong>mensioni e forme <strong>di</strong> comunità. <strong>La</strong> prima scena,a sinistra in basso, la ritrae come figlia <strong>di</strong> nobili, scortata da nobili. Sarà ilsuo ultimo giorno in Assisi, vestita nobilmente, corteggiata da cavalieri,ma con il coraggio <strong>di</strong> mettere in questione i progetti <strong>di</strong> vita e seguire leproprie aspirazioni 11 . Il suo luminoso abi<strong>to</strong> rosso allude al fat<strong>to</strong> che il8Cf. J. WOOD, Perceptions of Holyness, 312.9<strong>La</strong> nostra cronologia segue i più recenti stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> G. BOCCALI, <strong>Santa</strong> Chiara d’Assisi sot<strong>to</strong>processo. Lettura s<strong>to</strong>rico-teologica degli atti <strong>di</strong> canonizzazione, Assisi 2003, 37-44. Analizzandominuziosamente tutti i dati temporali contenuti negli Atti del Processo, egli si convinceche la fuga <strong>di</strong> Chiara è da datare nella primavera del 1211. In quell’anno la Domenicadelle Palme cadeva il 27 marzo; secondo LegCh 24 Agnese segue sua sorella dopo 16giorni; i co<strong>di</strong>ci italiani della Legenda parlano <strong>di</strong> 15 giorni (cf. G. BOCCALI, <strong>Santa</strong> Chiara d’Assisi,38 nota 79).10Sor. Benvenuta data mol<strong>to</strong> precisamente (ProCh 11,3): «la sera del venardì, sequendo lodì del sabba<strong>to</strong>, lo quale fo lo terço dì nanti alla morte de…Chiara». Sulla datazione: G. BOCCALI,<strong>Santa</strong> Chiara d’Assisi, 263.11Cf. la testimonianza <strong>di</strong> Messer Ranieri de Bernardo de Ascesi in ProCh 18, 1-4. <strong>La</strong>seguente riflessione sulla tavola mette insieme le conoscenze <strong>di</strong> N. <strong>KUSTER</strong>, Klaras Tafelbil<strong>di</strong>n Assisi, e mo<strong>di</strong>fica un cor<strong>to</strong> articolo, che la illustra, dal ti<strong>to</strong>lo Eine Liebe ohne Mass undGrenzen, pubblica<strong>to</strong> in Tauzeit 5 (2003/04) n. 1, 7-9:


400NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>Figura 3: Struttura lineare (cronologia) della Palacammino successivo <strong>di</strong> Chiara si spiega solo in virtù <strong>di</strong> un grande amore.Chissà se il vescovo <strong>di</strong> Assisi sapeva chi e quali piani stava incoraggiandola Domenica delle Palme del 1211? Inten<strong>di</strong>amo riferirci all’azionenotturna <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ciottenne che, poche ore più tar<strong>di</strong>, sarebbe uscita dalsuo clan familiare, avrebbe scavalca<strong>to</strong> le mura citta<strong>di</strong>ne e si sarebbe unitaai frati <strong>di</strong> Francesco. <strong>La</strong> seconda scena fa riferimen<strong>to</strong> a quan<strong>to</strong> avvennein serata nella pianura <strong>di</strong> Assisi: incoraggiata a casa dalle compagne,la giovane donna osò attraversare il bosco <strong>di</strong> querce per arrivare alla cappelladella Porziuncola, il centro del movimen<strong>to</strong> francescano. Il doppioarco della cappella si protende con finezza in avanti verso un futuro incui la chiesetta <strong>di</strong> campagna sarebbe stata riconosciuta come la culla <strong>di</strong>due Or<strong>di</strong>ni. Nella terza scena i frati accol<strong>go</strong>no Chiara tra i poveri <strong>di</strong>scepoli<strong>di</strong> Cris<strong>to</strong>. L’amore <strong>di</strong> Chiara è per Cris<strong>to</strong> e il luminoso altare rosso neè il segno. Non tutti i frati sembrano essere contenti del passo della giovanesorella. L’artista compì quest’opera nel 1283, in un’epoca in cui ladomanda sulla cura monialium spaccava profondamente l’Or<strong>di</strong>ne maschile.<strong>La</strong> fraternitas minoritica non ha il coraggio <strong>di</strong> accogliere pienamenteChiara nella sua cerchia. <strong>La</strong> figlia fuggiasca trova protezione nella vicinaabbazia benedettina <strong>di</strong> S. Paolo, dove dovrà affrontare la violenta reazionedel suo clan. «Con le mani vuote», la sorella visse da ancella, separatadalle ricche monache, come lascia intendere la quarta scena. SebbeneAssisi sia ben visibile dall’abbazia, le sue case si eclissano dal campovisivo: un riflesso forse della monastica «fuga mun<strong>di</strong>»? Al contrario tutti iluoghi francescani sulla tavola, riflet<strong>to</strong>no, sullo sfondo, la stretta relazionecon la città. Un motivo essenziale per cui Chiara, nella sua aperturaverso il mondo, non rimarrà a S. Paolo delle Abbadesse?Il percorso fat<strong>to</strong> fino ad ora attraverso le immagini ha rimanda<strong>to</strong> allaricerca in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong> Chiara e alle settimane più movimentate <strong>di</strong> tutta lasua vita: allontanandosi dalle compagne con le quali è rinchiusa nel


LA PALA DI S. CHIARA 401mastio del <strong>pala</strong>zzo nobiliare, <strong>di</strong>retta verso la fraternitas minoritica, <strong>di</strong> cuicon<strong>di</strong>vide l’ideale e che ancora esita ad accoglierla, e al servizio <strong>di</strong> ricchee «aris<strong>to</strong>cratiche» monache che conducono un’esistenza separata dalmondo. Tre frati, dopo pochi giorni, accompagnano Chiara alla tappasuccessiva che appare nella quinta scena: tra le penitenti <strong>di</strong> S. Angelo <strong>di</strong>Panzo, sot<strong>to</strong> le Carceri. Qui Chiara non ha solo l’opportunità <strong>di</strong> saggiareun ambi<strong>to</strong> femminile nel quale si stavano sperimentando nuove forme <strong>di</strong>vita religiosa; presso questa cappella nel bosco, che non ha i muri delmonastero, la raggiunge la sorella Agnese. Con la sua resistenza alla violenzadegli uomini del suo casa<strong>to</strong>, con la potente protezione <strong>di</strong>vina <strong>–</strong> procuratadalla preghiera <strong>di</strong> Chiara stessa <strong>–</strong> e con la sua professio, la promessa<strong>di</strong> unirsi al cammino <strong>di</strong> Chiara (scena 5, sfondo) inizia la s<strong>to</strong>ria comunitaria.Le tre scene successive presentano lo sviluppo della nuova comunità.Anche S. Angelo vive separa<strong>to</strong> e senza contatti con Assisi. Chiara eAgnese cercano però insieme un luo<strong>go</strong> <strong>di</strong> altro genere, a 800 m dalle porte<strong>di</strong> Assisi. <strong>La</strong> sesta scena mostra lo stret<strong>to</strong> legame <strong>di</strong> S. Damiano con lacittà. Qui nasce un conven<strong>to</strong> <strong>di</strong> Sorelle minori, in relazione con il movimen<strong>to</strong>dei frati e con le persone in città che con<strong>di</strong>vidono il pane con loro.<strong>La</strong> settima scena allarga, ancora una volta significativamente, l’orizzontedella comunità: essa rappresenta la visione <strong>di</strong> una consorella che vedeChiara morente circondata da donne celesti. <strong>La</strong> stessa Vergine Maria siunisce alle sante donne in<strong>to</strong>rno al giaciglio per preparare la sua amica terrena,poveramente vestita, con un drappo <strong>di</strong> seta, all’ingresso nella festaeterna: immagine impressionante <strong>di</strong> una solidarietà femminile senza confini.Delle amiche nel cielo parlano anche gli scritti <strong>di</strong> Chiara. Quello cheaveva avu<strong>to</strong> inizio durante la liturgia della Domenica delle Palme, inmodo non appariscente eppur coraggioso, trova alla fine il suo compimen<strong>to</strong>in una sepoltura che vede uniti la città, i frati e il segui<strong>to</strong> papale eche apre la strada alla canonizzazione <strong>–</strong> la celebrazione della nuova santanel cielo e sulla terra.<strong>La</strong> composizione della tavola si presenta in un elegante crescendo, sele sin<strong>go</strong>le scene ven<strong>go</strong>no lette non solo cronologicamente, ma anche neiloro paralleli simmetrici (cf. fig. 4). In contrapposizione alla politica papaleche tentava <strong>di</strong> isolare le sorelle in monasteri <strong>di</strong> stretta clausura, Chiarariesce a tessere una s<strong>to</strong>ria d’amore in una comunità che legava vicinanzaa Dio e amore per il mondo:<strong>–</strong> una comunità sognata con le compagne nella stretta «clausuradomestica» <strong>di</strong> un <strong>pala</strong>zzo aris<strong>to</strong>cratico e che alla fine viene onorata in tut<strong>to</strong>il mondo dalla Chiesa universale (scena 1 e 8),<strong>–</strong> una comunità, <strong>di</strong> cui in primo luo<strong>go</strong> i frati <strong>di</strong>ventano alleati e a cuiprovvedono anche le amiche celesti (scena 2 e 7),<strong>–</strong> una comunità per la quale Francesco stesso agli inizi e Chiara lun<strong>go</strong>tutta la sua vita si sono donati anima e corpo (scena 3 e 6)


402NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong><strong>–</strong> e infine una comunità che, contro tutte le opposizioni, cercò la suavia e intese unire profondamente silenzio e città, in modo del tut<strong>to</strong> <strong>di</strong>versorispet<strong>to</strong> alla clausura delle monache o delle semi-religiose o bizzocherenel bosco <strong>di</strong> Sant’Angelo in Panzo.3. DESTINATARI DELLA PALA: LE SORELLE FUTURE?Le nostre osservazioni sulla composizione generale e sulla raffinatastruttura della tavola si basano su una minuziosa lettura dell’immagine,che consideri l’opera in se stessa e tenga sullo sfondo la vita ufficiale <strong>di</strong>Chiara e la s<strong>to</strong>ria <strong>di</strong> S. Damiano. Joanna Cannon si pone con una specificachiave <strong>di</strong> lettura davanti al retablo, domandandosi mol<strong>to</strong> praticamentequale sia la cerchia dei destinatari dell’immagine e la funzione del suomessaggio. Ella prende le mosse dalla supposizione <strong>di</strong> Nancy PattersonLA NUOVA VOCAZIONE DI CHIARALA SUA RICERCA INDIVIDUALELA NASCITA DI UN NUOVO ORDINEIL CAMMINO COMUNITARIO DI CHIARA4 53 62 71 8INIZIOCOMPIMENTOFigura 4: Struttura simmetrica della Pala


LA PALA DI S. CHIARA 403Sevcenko: «Tali tavole sono legate al desiderio <strong>di</strong> insegnare a <strong>di</strong>versigruppi <strong>di</strong> osserva<strong>to</strong>ri qualcosa sulla s<strong>to</strong>ria e sul significa<strong>to</strong> <strong>di</strong> un determina<strong>to</strong>san<strong>to</strong>» 12 . <strong>La</strong> stu<strong>di</strong>osa lon<strong>di</strong>nese <strong>di</strong> s<strong>to</strong>ria dell’arte confronta latavola is<strong>to</strong>riata con altri due retabli d’altare, contemporanei che proven<strong>go</strong>nodalla stessa area geografica e che ugualmente rappresentano imponentifigure <strong>di</strong> donne con scene della loro vita.Negli stessi anni un non meglio identificabile umbro o <strong>to</strong>scano «Maestrodella Maddalena» 13 <strong>di</strong>pinse una tavola de<strong>di</strong>cata all’«Apos<strong>to</strong>la degliapos<strong>to</strong>li». Il retablo della Maddalena arriva dalla fondazione fiorentinaservita «Santissima Annunziata» nella locale galleria d’arte; tuttavia nonsi sa per quale chiesa e per quale pubblico fu eseguita originariamentel’opera. Essa si rivolge primariamente a pecca<strong>to</strong>ri e peccatrici, a cui insegui<strong>to</strong> l’eremita-penitente Maddalena pre<strong>di</strong>ca in una scena della vita.Essi sono uomini e donne in abiti dell’epoca che ascoltano attentamentedavanti alla donna assolta da Gesù, che nell’immagine centrale esortaloro: NE DESPERETIS <strong>–</strong> VOS QUI PECCARE SOLETIS <strong>–</strong> EXEMPLOQUEMEO <strong>–</strong> VOS REPARATE DEO. Joanna Cannon non si interroga sulla composizionedella tavola che anch’essa fa vedere nel suo raccon<strong>to</strong> cronologicodella vita una struttura parallela degli episo<strong>di</strong> scelti. Iniziando inal<strong>to</strong> a sinistra con la sua conversione e finendo in basso a destra con unaliturgia pontificale dei defunti, l’icona esercita realmente e in primo luo<strong>go</strong>una funzione pas<strong>to</strong>rale: la vita della santa apos<strong>to</strong>la e penitente, che sipresenta davanti ai visita<strong>to</strong>ri della chiesa a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>, coperta dai capellilunghi fino alle caviglie tipici dell’eremita, con un nastro e una scritta asinistra, invita a una riconciliazione fiduciosa con Dio 14 .L’interesse della Cannon <strong>di</strong> considerare una tavola a partire da unachiara e definita cerchia <strong>di</strong> destinatari trova una vera perla in un secondoretablo: un’analoga tavola is<strong>to</strong>riata per la penitente francescana Margheritada Cor<strong>to</strong>na. In ques<strong>to</strong> caso si impone il para<strong>go</strong>ne con l’icona <strong>di</strong> Chiara,perché la Pala <strong>di</strong> Assisi, 30 anni dopo la sua realizzazione, servì inconfon<strong>di</strong>bilmentecome esempio. <strong>La</strong> stu<strong>di</strong>osa <strong>di</strong> s<strong>to</strong>ria dell’arte è riuscita a<strong>di</strong>mostrare in maniera convincente che le scene della tavola <strong>di</strong> Margheri-12«Nancy Patterson Sevcenko’s work has shown how the very inception of the vita panel mayhave been linked with the desire <strong>to</strong> instruct a varied group of onlookers about the s<strong>to</strong>ry and significanceof a particular saint». <strong>La</strong> tesi fondamentale su cui si fonda la Cannon si trova in N.PATTERSON SEVCENKO, The Vita Icon and the Painter as Hagiographer, in Dumbar<strong>to</strong>n OaksPapers 53 (1999) 149-165.13Sulla tavola della Maddalena che oggi si trova nella Galleria dell’Accademia <strong>di</strong>Firenze: Illustrazioni e analisi in J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 290,298-302.14J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 301s. Sull’interessante composizionedella tavola: N. <strong>KUSTER</strong>, Klaras Tafelbild in Assisi, 29.


404NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>ta <strong>di</strong>pinte sopra il reliquiario della santa ebbero una funzione essenzialmente<strong>di</strong>dattica e cioè segnatamente per i penitenti e le penitenti del TerzoOr<strong>di</strong>ne che vivevano presso la chiesa della santa in Cor<strong>to</strong>na 15 . Da ciò,secondo la Cannon, deriva un cambiamen<strong>to</strong> degno <strong>di</strong> nota nell’utilizzo <strong>di</strong>tali retabli: «In the years around 1300 a vita panel could clearly serve <strong>to</strong> instructits au<strong>di</strong>ence about an exemplary life of penitence and prayer» 16 .Analogamente come nelle tavole <strong>di</strong> Maddalena e Margherita, anchenella tavola <strong>di</strong> Chiara <strong>di</strong> Assisi colpisce la scelta particolare delle scene <strong>di</strong>vita che par<strong>to</strong>no dalla «conversio» <strong>di</strong> una giovane donna fino ad arrivarealla morte <strong>di</strong> una santa e rinunciano in modo sorprendente a miracoli <strong>di</strong>guarigione. <strong>La</strong> Cannon ipotizza quin<strong>di</strong>, anche nel caso <strong>di</strong> Chiara, unafunzione primaria <strong>di</strong>dattico-parenetica per una precisa cerchia <strong>di</strong> destinatari17 . Come Niklaus Kuster, ella segue la tesi <strong>di</strong> Elvio Lunghi, secondocui <strong>di</strong>etro il committente sono da supporre «prominent men from outside thecloister» e conclude allo stesso modo che si tratti del Vescovo Simone.Anche lei trova «meno convincente» la supposizione <strong>di</strong> Jeryldene Woodper cui il Papa Martino IV, menziona<strong>to</strong> nella datazione della immagine,potrebbe aver commissiona<strong>to</strong> la tavola 18 . Le monache a sten<strong>to</strong> ven<strong>go</strong>noprese in considerazione come possibili destinatarie della tavola <strong>di</strong> Chiara,dal momen<strong>to</strong> che dalla loro clausura non potevano vedere, o la vedevanosolo a fatica, la <strong>pala</strong> dell’altare. È mol<strong>to</strong> più probabile che la tavolaparlasse da sé nella navata della chiesa: la Cannon ritiene chethe principial au<strong>di</strong>ence for the <strong>Santa</strong> Chiara panel must have been the friarswho officiated in the church and the visi<strong>to</strong>rs <strong>–</strong> both religious and lay, pilgrims andlocal residents <strong>–</strong> who vi<strong>site</strong>d it. As in the case of the Margherita panel, the main15J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 299: «The specta<strong>to</strong>r is thus also led<strong>to</strong> hope that by putting on the habit of the Third Order, and by following its spiritual program, heor she may ultimately come <strong>to</strong> para<strong>di</strong>se. The tertiaries would have had many opportunities <strong>to</strong> considercarefully a painting in their local church, as they were encouraged <strong>to</strong> attend on a daily basis».16J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 295-302.17Le classiche funzioni <strong>di</strong> tali tavole d’altare che derivano dall’arte francescana ven<strong>go</strong>nodescritte come segue: «A vita panel could also commemorate the appearance and, in certainsenses, the presence of a holy person. This presence might by located in the past, the present,or, indeed, in the future…images of Saint Francis might commemorate a visit made by the saint atsome time in the past <strong>to</strong> the church in question. The image could also denote the presence of a saintas an intercessor, as an permanent heavenly advocate from whom help might be requested now orin the future…Initially such panels (for example, those of saint Francis) served <strong>to</strong> commemorateor stand for an absent body rather than the presence of a body. In the case of the <strong>Santa</strong> Chiara panel,the body was hidden away, buried below the high altar of the church de<strong>di</strong>cated <strong>to</strong> the saint» (J.CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 293).18J. WOOD, Women, Art and Spirituality, 31,58.


LA PALA DI S. CHIARA 405image of the saint could promote her cult and act as a focus commemoration anddevotion, but whom should the scenes instruct? 19Anche Jeryldene Wood e Niklaus Kuster hanno ipotizza<strong>to</strong> che le ot<strong>to</strong>scene della vita potrebbero in secondo luo<strong>go</strong> racchiudere un messaggioall’in<strong>di</strong>rizzo dei frati 20 . <strong>La</strong> tavola ha origine in un’epoca in cui il Prim’Or<strong>di</strong>netentò più <strong>di</strong> una volta <strong>di</strong> «scrollarsi <strong>di</strong> dosso» la cura monialium. Valela pena analizzare in segui<strong>to</strong> più da vicino le quattro scene che includonoin ognuna frati che agiscono in <strong>di</strong>verse situazioni e interrogarsi sulloro messaggio in relazione alla politica dell’Or<strong>di</strong>ne. Il primo destinatarioperò non può essere stata la piccola comunità <strong>di</strong> frati a cui erano affidatiil santuario <strong>di</strong> S. Chiara e l’assistenza spirituale delle clarisse del Pro<strong>to</strong>monastero21 . Quin<strong>di</strong>, per quan<strong>to</strong> riguarda i destinatari principali dellatavola e la sua primaria intenzione, Joanna Cannon giunge, a motivo dellascelta dell’immagine 22 , a una tesi interessante. Come tema chiave specificoella ritiene <strong>di</strong> riconoscervi la decisione per ques<strong>to</strong> stile <strong>di</strong> vita e daqui suppone che l’intenzione specifica e principale dell’immagine siaquella del «reclutamen<strong>to</strong>» 23 :Aprominent theme, it seems <strong>to</strong> me, is that of recruitment. All the scenes raiseissues that may well have been of concern <strong>to</strong> those considering entering theorder and <strong>to</strong> their families. Entry in<strong>to</strong> the order is shown <strong>to</strong> be a bold and daringact and one that can be undertaken by those of high social status. Clare, the firstcan<strong>di</strong>date, is singled out by the bishop of Assisi, and entering the order is encouragedby Saint Francis. The act merits heavenly protection, overruling familyopposition, which is fruitless. In the Saint Agnes scene, we see the profession of anun in the hands of the first abbess, a detail included here but not specificallydescribed in the Legenda text. The miracle of the loaves in<strong>di</strong>cates that the nun willbe sufficiently fed and cared by the abbess and her sisters. The chosen scenes offerno further information about life within the order, such as the finer details of the19J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 303.20J. WOOD, Women, Art and Spirituality, 30s.; N. <strong>KUSTER</strong>, Klaras Tafelbild in Assisi, 39.21Cf. J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 305.22J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 305s: «It has been noted the choiceof scenes is, in some ways, unexpected. There is no reference <strong>to</strong> the incident of 1240 in which,through the strength of her prayers, Clare drove the “Saracens” of Frederic II’s troops out of thenunnery, or <strong>to</strong> that of the following year, when she liberated Assisi from siege. Thus Clare does notseem <strong>to</strong> be presented in the scenes primarily as a defender of the city […] Moreover, the omissionof any posthumous healing miracles suggests that these scenes were not primarily <strong>di</strong>rected at themany pilgrims whom, it was intended, would visit the church».23C J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 306.


406NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>nun’s spiritual life of prayer, me<strong>di</strong>tation, or reception of the eucharist [<strong>di</strong>versodalla tavola della Maddalena!]. It seems that such themes (and the images thatmight accompany and stimulate them) must wait until the nun had herself enteredclausura and were not appropriate subject matter for the au<strong>di</strong>ence of the <strong>Santa</strong>Chiara vita panel […] it may have served <strong>to</strong> inform those who had not yet enteredthe Second Order, and perhaps also those members of the First Order entrustedwith the care and supervisions of the nuns.Quin<strong>di</strong> è poco in <strong>di</strong>scussione sia che i Frati Minori si sentissero interpellatidalla tavola is<strong>to</strong>riata, in cui venivano raffigurati in ruoli <strong>di</strong>fferentiin non meno <strong>di</strong> quattro scene, sia l’ipotesi che giovani visitatrici del santuariopotessero essere <strong>to</strong>ccate dalla scelta <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> Chiara ed eventualmenteessere incoraggiate nella scoperta della propria scelta religiosa.Che il «reclutamen<strong>to</strong>» sia da identificare quale primaria intenzionedell’immagine, ci sembra però mol<strong>to</strong> <strong>di</strong>scutibile, se si tiene lo sguardosulla raffinata struttura generale dell’opera.4. DOMANDA SULLA «TESI DEL RECLUTAMENTO»<strong>La</strong> tavola is<strong>to</strong>riata ricorda, parimenti, sia la vocazione in<strong>di</strong>viduale <strong>di</strong>Chiara (scene 1-4), sia il cammino comunitario <strong>di</strong> Chiara (scene 5-8). Altempo stesso è espos<strong>to</strong> raffinatamente il tema della comunità: la rotturacon la vita <strong>–</strong> conforme al proprio ran<strong>go</strong> <strong>–</strong> tra donne nella «clausura aris<strong>to</strong>cratica»,il cambiamen<strong>to</strong> verso lo sta<strong>to</strong> della penitenza, l’unione conCris<strong>to</strong> e la fraternitas francescana, le prime esperienze in un’abbaziamonastica e tra le in<strong>di</strong>fese sorelle penitenti, la fondazione <strong>di</strong> una propriacomunità, che si <strong>di</strong>stingue umanamente per la vicinanza alla città, lapovertà ra<strong>di</strong>cale e la fiducia in Dio nella sequela evangelica, e che, perconcludere, oltrepassando tutti i limiti, unisce teneramente Chiara alleamiche celesti. Il cammino <strong>di</strong> Chiara nella sua ra<strong>di</strong>calità e nell’umana ricchezzadella sua povertà viene qui pos<strong>to</strong> davanti agli occhi degli uomini<strong>di</strong> qualsiasi con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vita che visitano la sua chiesa e la sua <strong>to</strong>mba.Johanna Cannon non riconosce che qui è caratterizza<strong>to</strong> il <strong>di</strong>venire <strong>di</strong> unaforma vitae propria tra le vecchie e le nuove religiones del tempo. Il messaggiodella croce preziosa appoggiata sul pet<strong>to</strong>, vesti<strong>to</strong> poveramente, <strong>di</strong>Chiara deve intendersi come un invi<strong>to</strong> all’amore <strong>di</strong> Cris<strong>to</strong>, in<strong>di</strong>rizza<strong>to</strong> adogni uomo. <strong>La</strong> tesi del reclutamen<strong>to</strong> della Cannon può includere un finesecondario, mentre incoraggia le «emulatrici» <strong>di</strong> Chiara nel loro camminodecisionale in<strong>di</strong>viduale. Tuttavia ella restringe in maniera inammissibilela cerchia <strong>di</strong> chi guarda il quadro, riduce la sintesi geniale dell’operadell’artista e sot<strong>to</strong>valuta la ricchezza artistica della tavola con la sua accuratacomposizione delle scene.


LA PALA DI S. CHIARA 407<strong>La</strong> Cannon riconosce la ricchezza del «realismo» 24 biografico che condussela ricerca <strong>di</strong> Chiara attraverso possibili forme <strong>di</strong> vita femminili <strong>–</strong>famiglia aris<strong>to</strong>cratica, fraternitas, monastero <strong>di</strong> monache, semi-religiosepenitenti <strong>–</strong> fino alla fondazione delle sorores pauperes. <strong>La</strong> tavola is<strong>to</strong>riatanon rappresenta solo una biografia movimentata, ma mostra anche, neitratti fondamentali, la s<strong>to</strong>ria dell’istituzione <strong>di</strong> un nuovo Or<strong>di</strong>ne. A ques<strong>to</strong>proposi<strong>to</strong> l’artista, con il dettaglio del cambiamen<strong>to</strong> del velo, alludealla più recente tappa <strong>di</strong> questa s<strong>to</strong>ria: il cambiamen<strong>to</strong> da S. Damiano alPro<strong>to</strong>monastero e piccoli adattamenti alla Re<strong>go</strong>la <strong>di</strong> Urbano 25 .<strong>La</strong> Cannon non riconosce neppure la raffinatezza del «linguaggio simbolico»della tavola, che Valentino Pace ha constata<strong>to</strong> e che lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong>Niklaus Kuster ha esamina<strong>to</strong> più da vicino: l’artista non racconta solocronologicamente le scene decisive; attraverso accenti sottili e corrispondenzesimmetriche delle scene, esprime nello stesso tempo quello che ilcammino <strong>di</strong> Chiara suscita interiormente. Qui si trovano concentrati itratti fondamentali <strong>di</strong> una nuova spiritualità: nell’unione tra silenzio ecittà, attraverso mistica e impegno, con una propria forma <strong>di</strong> vita dentroil movimen<strong>to</strong> francescano e con un’apertura che unisce il cielo e la terra 26 .<strong>La</strong> Cannon stessa nota che alle possibili «aspiranti» è offer<strong>to</strong> solo unpiccolo sguardo sulla vita per la quale loro, tuttavia, dovrebbero essere«ingaggiate». Ella non indaga più a fondo questa mancanza <strong>di</strong> «finerdetails of the nuns’ spiritual life of prayer, me<strong>di</strong>tation, or reception of the eucharist»27 . Il motivo della clausura pare a lei, in quest’ambi<strong>to</strong>, spiegare tut<strong>to</strong>ciò che è necessario. <strong>La</strong> s<strong>to</strong>rica dell’arte non nota soprattut<strong>to</strong> che il retablosi mostra privo <strong>di</strong> ogni approvazione della clausura. Non si ritrovanoné grate, né muri <strong>di</strong>visori. Mai nel quadro è ritrat<strong>to</strong> l’isolamen<strong>to</strong> dal mondo.S. Damiano <strong>–</strong> al contrario dell’abbazia delle monache <strong>di</strong> S. Paolo <strong>–</strong>suscita l’impressione <strong>di</strong> essere cresciu<strong>to</strong> all’interno della città o strettamen<strong>to</strong>uni<strong>to</strong> con Assisi 28 .24Trova<strong>to</strong> da V. PACE, Immagini <strong>di</strong> santità, 126.25N. <strong>KUSTER</strong>, Klaras Tafelbild in Assisi, 44-46. Mentre Chiara nelle piccole scene dellatabula his<strong>to</strong>riata porta un semplice, lun<strong>go</strong> panno sul capo, che copre il capo e le spalle, l’artistadota la figura centrale <strong>di</strong> un doppio velo: sot<strong>to</strong> il lun<strong>go</strong> e nero panno del capo c’è unvelo bianco, come prevede la Re<strong>go</strong>la <strong>di</strong> Urbano. F. ACCROCCA, Chiara e l’Or<strong>di</strong>ne francescano,in Clara claris praeclara, 339-379, <strong>di</strong>scute questa interpretazione mettendola in dubbio.Però l’ar<strong>go</strong>mentazione del ricerca<strong>to</strong>re romano fa vedere che non ha capi<strong>to</strong> bene il tes<strong>to</strong>tedesco (353-354).26Cf. i collegamenti simmetrici e le comparazioni nello schizzo della composizione.27J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 306.28N. <strong>KUSTER</strong>, Klaras Tafelbild in Assisi, 38-41 («relazione con la città»).


408NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong><strong>La</strong> tesi dell’incoraggiamen<strong>to</strong> <strong>di</strong> possibili can<strong>di</strong>date deve spingere adomandarci se, in<strong>to</strong>rno al 1283, l’entrata a S. Damiano potesse ancoraessere realmente «a bold and daring act». Venti anni dopo la Bolla «BeataClara» le Clarisse sono riconosciute nella Chiesa in tutta Europa e inseritenella società. Anche se una o l’altra aspirante dell’Or<strong>di</strong>ne doveva ancorasuperare <strong>di</strong>fficoltà all’interno della famiglia, a sten<strong>to</strong> si capisce perchél’artista avrebbe dovu<strong>to</strong> comunque de<strong>di</strong>care due delle ot<strong>to</strong> scene, in tuttala loro drammaticità, a ques<strong>to</strong> possibile ostacolo per un ingresso inmonastero.Nonostante risultano interessanti i confronti della Pala assisana, che laCannon fa con le tavole <strong>di</strong> Cor<strong>to</strong>na e <strong>di</strong> Firenze, la stu<strong>di</strong>osa purtropponon scoprì i significativi paralleli nella chiesa <strong>di</strong> S. Chiara in Assisi stessa.Nella medesima chiesa lo stesso artista ha compos<strong>to</strong> sensatamenteuna seconda tavola d’altare, che raffigura in analoga grandezza Maria <strong>di</strong>Nazareth, che presenta il Bambino ai visita<strong>to</strong>ri e alle pellegrine. <strong>La</strong> Vergine-Madrein<strong>di</strong>ca Gesù con un ges<strong>to</strong> identico a quello <strong>di</strong> Chiara chein<strong>di</strong>ca la croce. Perciò la Vita e Re<strong>go</strong>la <strong>di</strong> Chiara si trovano abbozzate inmodo fantasioso in due impressionanti tavole dello stesso maestro: lavita umana <strong>di</strong> Gesù dalla nascita fino alla Passione 29 . A chi si recava inpellegrinaggio alla <strong>to</strong>mba <strong>di</strong> Chiara e si aspettava un miracolo, venivaricordata in questa chiesa una donna che aveva segui<strong>to</strong> le orme <strong>di</strong> Cris<strong>to</strong>,au<strong>to</strong>nomamente, in grande povertà e amore ra<strong>di</strong>cale: come Francesco, lacui tavola is<strong>to</strong>riata si trovava parallela alla tavola <strong>di</strong> Chiara sot<strong>to</strong> la croce30 <strong>–</strong> e come Maria <strong>di</strong> Nazareth: sequela dal presepio alla croce.5. RAFFINATA STRUTTURA DIAGONALEIl messaggio interno della tavola <strong>di</strong> Chiara <strong>–</strong> il <strong>di</strong>venire <strong>di</strong> una nuovaforma <strong>di</strong> vita <strong>–</strong> ottiene inoltre una supplementare forza espressiva, se lagià descritta simmetria orizzontale viene ampliata con un’altra <strong>di</strong>mensionee una terza chiave <strong>di</strong> lettura (cf. fig. 5). In un’accurata osservazionedella tavola si possono notare corrispondenze <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali. Quin<strong>di</strong> l’artista,ancora una volta e in modo originale, unisce ognuna delle his<strong>to</strong>riae (sce-29Anche Chiara cita i paralleli con la Madre <strong>di</strong> Gesù: 3 <strong>La</strong>g 24-26; la sequela dal presepiofino alla croce si rispecchia in molteplici testi <strong>di</strong> Chiara, soprattut<strong>to</strong> nel famoso tes<strong>to</strong>dello specchio.30Lo schizzo <strong>di</strong> Elvio Lunghi sull’originaria composizione dell’altare si trova raffigura<strong>to</strong>M. BIGARONI <strong>–</strong> H.R. MEIER - E. LUNGHI, <strong>La</strong> Basilica <strong>di</strong> S. Chiara in Assisi, 187, e N.<strong>KUSTER</strong>, Klaras Tafelbild in Assisi, 23. <strong>La</strong> monumentale combinazione del quadro poneChiara e Francesco insieme come «nuova Maria» e «nuovo apos<strong>to</strong>lo Giovanni» a destra ea sinistra sot<strong>to</strong> la croce.


LA PALA DI S. CHIARA 409ne scelte) <strong>–</strong> come attraverso il riflesso sul livello orizzontale <strong>–</strong> per spiegarlereciprocamente, porre l’accen<strong>to</strong> su <strong>di</strong> esse e ogni volta proseguireampliando lo sguardo. Ognuna <strong>di</strong> queste <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali cresce dalla sua primaalla sua seconda scena, perfino là dove si tratta <strong>di</strong> una linea <strong>di</strong>scendente.L’opera nel suo insieme permette <strong>di</strong> riconoscere in primo luo<strong>go</strong>due gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali, che marcano i «fatti miliari» nella s<strong>to</strong>ria <strong>di</strong> Chiara:il suo inizio, il pun<strong>to</strong> più basso, la svolta, il suo compimen<strong>to</strong>. Di conseguenzala scena 1 e la 5 sono collegate, così la scena 4 e la 8.Oltre a queste gran<strong>di</strong> linee, anche altre immagini appaiono specificamentecollegate all’interno del ciclo intero. Queste «linee interne» sonoprima <strong>di</strong> tut<strong>to</strong> tra la scena 2 e la 6, così come tra la scena 3 e la 7. Ma oltrea ciò, si possono intravedere anche quelle <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali che si creano, se sisud<strong>di</strong>vide l’immagine in due blocchi <strong>di</strong> scene: le quattro scene inferiori eUNA VOCAZIONE MINORITICA-FEMMINILEPERSONE IMPORTANTI NEL CAMMINO DI CHIARANASCITA DELL’ORSO SORORUM PAUPERUMCHIARA E LA SUA COMUNITÀ CRESCENTE4 53 62 71 8Figura 5: Struttura <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale della Pala


410NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>le quattro scene superiori. In appoggio a ciò, vi è anche l’osservazione cheesprimeremo più avanti e che cioè all’interno <strong>di</strong> ogni blocco il portamen<strong>to</strong>del corpo del corrispondente personaggio principale si assomiglia sorprendentemente.Quin<strong>di</strong> vale la pena gettare uno sguardo anche sui possibililegami tra la scena 1 e la 7, così come tra la scena 2 e la 8, la scena 3e la 5 e la scena 4 e la 6. Vedremo a tal proposi<strong>to</strong> che sin<strong>go</strong>le linee <strong>di</strong> collegamen<strong>to</strong>sono evidenti, altre al contrario a prima vista non <strong>di</strong>cono nulla.Perciò ogni volta vale la pena stabilire un possibile legame interno, persondare attentamente tutta la profon<strong>di</strong>tà e l’espressività dell’immagine.Iniziamo con l’osservazione delle linee maggiori. <strong>La</strong> prima grande<strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale (1-5) <strong>di</strong>venta sorprendentemente chiara e riconoscibile, se laprima scena non viene letta solo come un’illustrazione della Domenicadelle Palme del 1211. In generale sono qui nominati, seguendo il resocon<strong>to</strong>del biografo, solo Chiara e il Vescovo. Le altre persone servono arappresentare sommariamente il segui<strong>to</strong> o i familiari, oppure la comunitàfemminile che accompagna Chiara alla Messa. A uno sguardo più precisoappare tuttavia identificabile una terza figura. Accan<strong>to</strong> a Chiara stauna donna che emerge dal gruppo: non porta un copricapo come invecele altre donne, ma mostra apertamente i suoi capelli ed è adorna allo stessomodo <strong>di</strong> Chiara. Inoltre indossa un abi<strong>to</strong>, non ugualmente <strong>di</strong> colorerosso vivo, ma blu chiaro. Chiara pare in<strong>di</strong>care con un ges<strong>to</strong> questa donna,per lo meno porta accan<strong>to</strong> a sé, con un movimen<strong>to</strong> della mano, la figuranel campo visivo del vescovo e nello sguardo <strong>di</strong> chi osserva l’immagine.È da ipotizzare che questa donna a la<strong>to</strong> <strong>di</strong> Chiara sia sua sorella Agneseche dopo poco la seguirà.<strong>La</strong> prima lettura <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale può allora avvalorare questa supposizione.<strong>La</strong> linea <strong>di</strong> congiunzione tra la prima scena in basso a sinistra e la primascena in al<strong>to</strong> a destra conduce decisamente a quell’immagine dove Agnesegioca un ruolo <strong>di</strong> spicco. È il conflit<strong>to</strong> della sorella più giovane con ilclan degli Offreduccio, che viene qui rappresenta<strong>to</strong>, dopo che Chiara nellaquarta scena in al<strong>to</strong> a sinistra ha già affronta<strong>to</strong> il suo conflit<strong>to</strong>. Ma nonsolo questa scena, in cui Agnese sta al centro dell’avvenimen<strong>to</strong>, anche lasua conversio viene inoltre ritratta nell’immagine: questa his<strong>to</strong>ria, che ède<strong>di</strong>cata così chiaramente alla biografia della sorella più giovane, è <strong>di</strong>visain due parti. È l’unica delle ot<strong>to</strong> immagini che descrive due <strong>di</strong>fferentiavvenimenti. L’artista sembra quin<strong>di</strong> aver valorizza<strong>to</strong> mol<strong>to</strong> il ruolo dellasorella al fianco <strong>di</strong> Chiara. Un piccolo dettaglio può anche rafforzarequesta ipotesi. Chiara nelle prime tre tappe della s<strong>to</strong>ria della sua vocazioneè mostrata con una veste rosso fuoco. Allo stesso modo ancheAgnese è raffigurata con un abi<strong>to</strong> non meno fiammeggiante. L’abi<strong>to</strong>, chelei indossa nel conflit<strong>to</strong> con gli uomini infuriati della sua famiglia, è dellostesso rosso vivo. Inoltre ella indossa l’abi<strong>to</strong>, simbolo del suo amore,nello sfondo dell’immagine durante la liturgia della professione che


LA PALA DI S. CHIARA 411Francesco e Chiara hanno prepara<strong>to</strong> insieme. Come per la sorella piùanziana nella Porziuncola, anche per Agnese l’artista illustra <strong>di</strong>rettamentela circostanza della decisione, mentre lascia brillare l’abi<strong>to</strong> rosso sot<strong>to</strong>il povero mantello getta<strong>to</strong> sopra. Ciò che <strong>di</strong>fferenzia nell’immagine laconversio <strong>di</strong> Chiara da quella <strong>di</strong> Agnese è solo il fat<strong>to</strong> che Chiara non è stataaccompagnata da nessuno. I frati prendono parte all’avvenimen<strong>to</strong>, maella non può promettere in nessuna mano umana quello che promette aDio. Ques<strong>to</strong> sarà possibile ad Agnese per prima, grazie alla precedentedecisione della sorella.Valutando il ruolo <strong>di</strong> Agnese, perde ancora <strong>di</strong> plausibilità la tesi delreclutamen<strong>to</strong> presentata dalla Cannon. Se uno vede in Agnese la sorellapiù giovane, chiaramente subalterna, quale prima novizia della santa,che solamente nel corso della s<strong>to</strong>ria può emergere, il passaggio <strong>di</strong> Agnesee la sua professione potrebbero essere un ponte per le giovani osservatriciche guardavano l’immagine e avevano in mente l’idea <strong>di</strong> seguireil cammino <strong>di</strong> Chiara. Di fat<strong>to</strong>, la Legenda vede Agnese in ques<strong>to</strong> ruolo 31 .Se si segue però la tesi che l’artista valuti maggiormente il suo significa<strong>to</strong>personale e ponga la sorella, proprio nella prima scena durante la messadella Domenica delle Palme, a la<strong>to</strong> <strong>di</strong> Chiara: questa osservazionesostiene ancora una volta quella del «realismo biografico», con cui è raffiguratain ques<strong>to</strong> <strong>di</strong>pin<strong>to</strong> la s<strong>to</strong>ria <strong>di</strong> Chiara come s<strong>to</strong>ria della fondazione<strong>di</strong> una comunità ra<strong>di</strong>calmente nuova. Agnese compare quin<strong>di</strong> non piùcome la prima <strong>di</strong> tante, ma come la sorella minore <strong>di</strong> Chiara, compagnaconcreta, irrinunciabile nella famiglia del clan degli Offreduccio e ugualmenteanche nella comunità delle Dame <strong>di</strong> S. Damiano. Di fronte ad unosguardo così preciso si potrebbe avanzare la tesi che l’artista abbia <strong>di</strong>mostra<strong>to</strong>con la sua Pala un interesse agiografico non solo per Chiara, maanche per Agnese. E così nella prima immagine <strong>di</strong> quella linea maggiore<strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale sarebbe rappresenta<strong>to</strong> il primo passo concre<strong>to</strong> verso la costituzionedella nuova comunità, che si manifesta nella decisione <strong>di</strong> Chiaranella Domenica delle Palme del 1211 <strong>di</strong> staccarsi dal mondo citta<strong>di</strong>no.Partendo da questa prima his<strong>to</strong>ria e seguendo la linea della <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nalearriviamo alla seconda scena, che evoca evidentemente in maniera analogaun altro passo importante: Agnese scopre la sua vocazione, fa la suascelta, si unisce a Chiara e insieme danno origine a una nuova comunità.Quella scena presso le semi-religiose <strong>di</strong> S. Angelo <strong>di</strong> Panzo segna,all’interno della composizione generale del quadro, il pun<strong>to</strong> positivo <strong>di</strong>svolta <strong>di</strong> tut<strong>to</strong> l’even<strong>to</strong>. In essa si manifesta in più, non solo il coraggiofemminile ma mol<strong>to</strong> <strong>di</strong>scretamente anche la necessità dell’aiu<strong>to</strong> <strong>di</strong>vino.Quando Chiara supera l’assal<strong>to</strong> della sua famiglia a S. Paolo grazie ai pri-31Cf. LegCh 25.


412NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>vilegi monastici, rispettivamente al <strong>di</strong>rit<strong>to</strong> d’asilo ecclesiale, e grazie allasua fermezza presentando il suo capo <strong>to</strong>nsura<strong>to</strong>, in segui<strong>to</strong> la s<strong>to</strong>ria nonpuò andare avanti senza miracoli <strong>–</strong> e in essi gioca un ruolo attivo l’impegno<strong>di</strong> Chiara. Tre <strong>di</strong> questi si trovano nella quinta his<strong>to</strong>ria: Chiara è raffiguratamentre prega: un’occhiata anche alla Legenda rende imme<strong>di</strong>atamenteevidente che la volontà <strong>di</strong> Agnese <strong>di</strong> rischiare ugualmente tut<strong>to</strong>per la sequela <strong>di</strong> Cris<strong>to</strong> è da attribuire alla forza della preghiera dellasorella più anziana. Solo un miracolo supplementare può spiegare perchéAgnese, <strong>di</strong> fronte alle vessazioni dei parenti, <strong>di</strong>venterà pesante come ilpiombo al pun<strong>to</strong> che non potrà più essere trasportata a casa. Ma anchecon questa seconda circostanza miracolosa non era ancora allontana<strong>to</strong>ogni rischio: la Legenda racconta come la collera <strong>di</strong> Monaldo alla fine nonconosceva più proprio nessun limite ed egli alza il braccio per un ultimocolpo mortale, movimen<strong>to</strong> che gli causò un dolore paralizzante. <strong>La</strong> tavolais<strong>to</strong>riata accenna al terzo miracolo nel braccio irrigi<strong>di</strong><strong>to</strong> e alza<strong>to</strong> versol’al<strong>to</strong> del capo supremo del clan.Nella osservazione <strong>di</strong> questa scena non può non notarsi che l’artista,nella delimitazione del raccon<strong>to</strong> del biografo, effettua uno spostamen<strong>to</strong>interessante. <strong>La</strong> Legenda annovera l’episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Agnese tra i miracoli cheChiara ha opera<strong>to</strong> mentre era in vita e lo colloca perciò cronologicamentelontano dal suo luo<strong>go</strong> reale nello svolgimen<strong>to</strong> dei fatti. Con uno sguardoal suo pos<strong>to</strong> nella biografia ad immagini è perciò da considerare l’osservazione<strong>di</strong> Jeryldene Wood che sia «a transposition that preserves thethaumaturgical nature of the event, while it stresses simultaneously the role ofpersonal volition in the sisters’ vocations and emphasizes that call <strong>to</strong> God preemptsall else» 32 . All’artista e, con lui, ai frati forse <strong>to</strong>rnava veramenteopportuno, non solo per una successione cronologica degli eventi, maanche per dare un’impressione generale, che occorressero due cose perdare vita a questa comunità: le decisioni coraggiose delle giovani donnee il potente consenso <strong>di</strong>vino.In ques<strong>to</strong> contes<strong>to</strong> gettiamo anche uno sguardo sull’altra <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nalecon cui è legata la scena della conversione <strong>di</strong> Agnese. In tal modo può<strong>di</strong>ventare ancora più chiaro il motivo per cui ques<strong>to</strong> è il luo<strong>go</strong> adegua<strong>to</strong>nella tavola is<strong>to</strong>riata per la scena pienamente de<strong>di</strong>cata ad Agnese. Unalinea <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale unisce nella parte superiore del quadro la scena 5 con la3. Nella scena a sinistra c’è la vestizione <strong>di</strong> Chiara, nella scena a destraquella <strong>di</strong> Agnese. Ques<strong>to</strong> collegamen<strong>to</strong> rafforza quin<strong>di</strong> un’asserzionebasilare: la s<strong>to</strong>ria delle Sorelle Povere inizia e si concretizza con due sorelleche hanno scel<strong>to</strong> la povertà. E la linea ascendente mostra anche questa32J. WOOD, Perceptions of Holyness, 315.


LA PALA DI S. CHIARA 413volta la sua intensità crescente. Non solo nel senso che le donne ora sonoin due e possono iniziare la loro vita comunitaria, ma nel senso anche che,attraverso la preghiera <strong>di</strong> Chiara, la forza <strong>di</strong> Dio è all’opera in questavestizione e l’Altissimo stesso accompagna il loro proposi<strong>to</strong> con la suapotenza e la sua misericor<strong>di</strong>a.Inoltre dalla scena 1 si allunga nella parte inferiore dell’immagine unalinea <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale fino alla scena 7. Anche qui sbalor<strong>di</strong>sce una logica internadella scelta scenica e del filo narrativo del raccon<strong>to</strong>. Di nuovo si constataun notevole crescendo tra gli avvenimenti davanti agli occhi <strong>di</strong> chiguarda. Chiara nella scena 1 riceve dalle mani del Vescovo il ramoscello<strong>di</strong> palma benedet<strong>to</strong>. <strong>La</strong> liturgia della Domenica delle Palme è festeggiatacome ricordo dell’ingresso <strong>di</strong> Gesù a Gerusalemme. Nella scena 7 Chiaragiace morente nel let<strong>to</strong> e riceve una visita dal Cielo. Maria e le sue compagnegiun<strong>go</strong>no per onorare e prendere Chiara, perché è attesa nellaGerusalemme celeste. Un’allusione alla bellezza della città eterna potrebbeessere la <strong>to</strong>rre artistica che si eleva nel centro dell’immagine, separandole sorelle ancora in vita dall’avvenimen<strong>to</strong>, anticipa<strong>to</strong> dalla visione 33 .Una seconda <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale grande attraversa l’opera generale (4-8). Dinuovo si tratta <strong>di</strong> un arco interno che connette due importanti avvenimenti,questa volta in modo mol<strong>to</strong> impressionante e contrastante. Sopraa sinistra si vede Chiara esposta all’ostile forza familiare, rispettivamentedegli uomini del suo clan, che non approvano il suo cammino personale.<strong>La</strong> giovane donna ha da lottare con il capo della famiglia, Monaldo.Se ques<strong>to</strong> conflit<strong>to</strong> non si risolve, Chiara può seppellire i suoi progetti <strong>di</strong>vita e non realizzare mai più la sua vocazione. È questa la sua crisi piùaspra nello specchio <strong>di</strong> questa tabula his<strong>to</strong>riata. Ella si trova anche nel pun<strong>to</strong>più basso della considerazione sociale: con il capo rasa<strong>to</strong> e come umileserva è arrivata a stare tra le nobili e <strong>di</strong>stinte monache <strong>di</strong> S. Paolo. Solopochi giorni prima era del loro stesso ran<strong>go</strong>. Nel frattempo volontariamenteChiara è scesa dalla «nobilitas» alla più estrema «vilitas» (<strong>di</strong>sprezzosociale).Ma alla fine <strong>di</strong> questa seconda <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale, la quale parimenti in<strong>di</strong>ca laconclusione dell’intero ciclo pit<strong>to</strong>rico, sta in opposizione a ques<strong>to</strong> pun<strong>to</strong>più basso <strong>di</strong> Chiara il trionfo più al<strong>to</strong>. Quarant’anni più tar<strong>di</strong> si trova33Nel Processo solo Sor. Benvenuta parla <strong>di</strong> quella visione. Ma la testimone affermache erano presenti più sorelle: «c’erano più Sore, de le quali alcune dormivano et alcune vegliavano;ma non sapeva se esse videro quelle cose che vide lei; però che essa testimonia non le rivelòmai più a persona, se non ora» (ProcCh 11,4). <strong>La</strong> <strong>to</strong>rre nella scena ricorda una colonna trionfaledell’impera<strong>to</strong>re romano e quin<strong>di</strong> potrebbe suggerire la gloria eterna. Biblicamente visono reminiscenze vicine alla Gerusalemme celeste con le sue porte e la sua magnificenza(cf. Ap 21).


414NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>presso <strong>di</strong> lei ancora un capo, il capo della Chiesa universale. Questa voltatutt’altro spiri<strong>to</strong> permea la scena. Il Papa, pieno <strong>di</strong> stima, bene<strong>di</strong>ceChiara morta da poco e fa ruotare l’incensiere su <strong>di</strong> lei; egli è circonda<strong>to</strong>da molti uomini della curia, da qualche frate minore e dalla città <strong>di</strong> Assisi.Secondo il raccon<strong>to</strong> della Legenda Innocenzo IV avrebbe perfino preferi<strong>to</strong>accogliere Chiara imme<strong>di</strong>atamente nella cerchia delle sante celesti 34 .Colei che in al<strong>to</strong> veniva cacciata, protetta in misura limitata dall’abbaziadelle monache benestanti e lasciata sola anche dai frati, <strong>di</strong>viene dunquein basso una santa onorata dall’intera Chiesa. <strong>La</strong> nuova forma <strong>di</strong> vita, cheChiara ha inaugura<strong>to</strong> per le donne all’interno della Chiesa, si apre unavia coraggiosa che va dal più basso <strong>di</strong>spregio alla più alta approvazione.Di nuovo si possono notare piccole linee <strong>di</strong> collegamen<strong>to</strong>. Il conflit<strong>to</strong><strong>di</strong> Chiara a S. Paolo (scena 4) si mostra inoltre lega<strong>to</strong> a quella sola immagineche illustra la vita della comunità a S. Damiano. È quel nuovo cammino,che si caratterizza perché travalica i tra<strong>di</strong>zionali confini <strong>di</strong> un proget<strong>to</strong><strong>di</strong> vita religioso femminile. Chiara non sarà una ricca benedettina aS. Paolo, ma <strong>–</strong> in maniera del tut<strong>to</strong> nuova e sperimentale <strong>–</strong> una SorellaPovera a S. Damiano. Un’antica comunità monastica femminile sta <strong>di</strong>fronte a una nuova forma <strong>di</strong> vita femminile. E quello che sot<strong>to</strong> viene <strong>di</strong>fat<strong>to</strong> riconosciu<strong>to</strong> dal Cielo e dalla Chiesa come un nuovo cammino, inquesta scena precedente viene in primo luo<strong>go</strong> vissu<strong>to</strong> fattivamente lun<strong>go</strong>quarant’anni da intrepide donne.Con questa in<strong>di</strong>cazione potrebbe anche risultare chiaro il motivo percui la sola scena dell’intero ciclo pit<strong>to</strong>rico che mostra la vita quoti<strong>di</strong>anaall’interno <strong>di</strong> S. Damiano ritrae proprio l’inspiegabile moltiplicazione delpane nella cerchia delle circa cinquanta sorelle. Ques<strong>to</strong> miracolo, racconta<strong>to</strong>nel Processo da sr. Cecilia, che qui è raffigurata, in primo piano, comecomponente centrale, fa pensare all’intima vocazione <strong>di</strong> quella donna:sequela <strong>di</strong> Gesù insieme a una ra<strong>di</strong>cale povertà vissuta 35 . Ques<strong>to</strong> miracoloha un grosso riferimen<strong>to</strong> al Vangelo, che la testimone stessa, proprionel giorno dell’accadu<strong>to</strong>, fissa 36 efficacemente e l’artista ancora sot<strong>to</strong>linea34Cf. LegCh 47.35Povertà e cibo sono strettamente congiunti nella prassi della sequela delle sorelle: cf.M. <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>, Klara von Assisi. Schattenfrau und Lichtgestalt, Tübingen 2003 2 , 217-220.36Sr. Cecilia (ProCh 6,16), la cui testimonianza è alla base della scena, vede qui Cris<strong>to</strong><strong>di</strong> nuovo all’opera. Allusioni al miracolo del pane <strong>di</strong> Gesù e il rimando alla nuova azione<strong>di</strong> Cris<strong>to</strong> sono racchiuse nella seguente citazione: «Ancho <strong>di</strong>sse che uno dì, non havendo lesore se non meçço pane, la mità del quale innanti era stata mandata alli frati, li quali stavano defora, la pre<strong>di</strong>cta madonna comandò ad epsa testimonia che de quello meçço pane ne facesse cinquantalesche et portassele alle sore, che erano andate alla mensa. Allora <strong>di</strong>sse epsa testimonia allapre<strong>di</strong>cta madonna Chiara: “Ad ciò che de ques<strong>to</strong> se ne facessero cinquanta lesche, saria necessarioquello miraculo del Signore, de cinque pani et doi pesci”. Ma epsa madonna li <strong>di</strong>sse: “Va et fa come


LA PALA DI S. CHIARA 415attraverso l’aggiunta della raffigurazione del ces<strong>to</strong>. È l’opera <strong>di</strong> Cris<strong>to</strong>stesso che approva, sostiene e garantisce la forma <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> queste donne<strong>–</strong> come lo faceva in Galilea in mezzo agli apos<strong>to</strong>li e alle sue <strong>di</strong>scepole 37 .Con l’ultima scena, se noi seguiamo il modello <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale <strong>di</strong> osservazione,dovrebbe in definitiva entrare in <strong>di</strong>alo<strong>go</strong> anche la scena 2. Anchein questa combinazione si mostra una logica interna? Un in<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> ciòpotrebbero essere i frati: la scena 2 raffigura il primo incontro <strong>di</strong> Chiaracon i Frati Minori. Essi <strong>di</strong>ventano per Chiara i primi partners <strong>di</strong> un <strong>di</strong>alo<strong>go</strong>e loro sono inclinati verso <strong>di</strong> lei. Nell’ultima scena compaiono <strong>di</strong> nuovo,in un analo<strong>go</strong> gruppo grande e con un portamen<strong>to</strong> simile: essi osservanotutti pigiati cosa fanno il Papa e la Curia, così come l’artista faosservare quarant’anni prima ad essi cosa fanno Chiara e Francesco. L’artistacon ques<strong>to</strong> collegamen<strong>to</strong> parla anche al loro in<strong>di</strong>rizzo? Che quell’accoglienza<strong>di</strong> una giovane donna (e delle sue compagne future) nella fraternitas,in quel momen<strong>to</strong> ancora un passo audace, sarà quattro decennipiù tar<strong>di</strong> approvata in maniera impressionante da tutta la Chiesa? Unendolo s<strong>to</strong>rico «realismo e simbolismo» 38 la composizione può qui <strong>di</strong>re <strong>di</strong>più a livello spirituale e programmatico: <strong>di</strong> quello che i Frati nel 1211poterono fare, tentennando e in maniera improvvisata, dal 1219 si fececarico la Curia, rafforzando la decisione, e dal 1263 vincolandola fattivamente;la nuova forma <strong>di</strong> vita delle Povere Dame è, infatti, integrata conun «Secondo Or<strong>di</strong>ne», proprio nei mo<strong>di</strong> ecclesialmente sal<strong>di</strong> e <strong>di</strong>ffusi intutta Europa. «Beata Clara» costituisce il significativo incipit della Bolla,nella quale confluisce una pluralità <strong>di</strong> nuove esperienze <strong>di</strong> vita religiosafemminile nel nuovo Or<strong>di</strong>ne delle Clarisse e perciò completamente integra<strong>to</strong>nella Chiesa. Queste nuove esperienze femminili e il definitivo consolidamen<strong>to</strong>nell’Or<strong>di</strong>ne della «Beata Clara» sono il pun<strong>to</strong> d’inizio e <strong>di</strong>arrivo della seconda <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale nella metà inferiore del quadro.Accan<strong>to</strong> alle due gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali e alle sottili linee <strong>di</strong> unione all’internodella metà inferiore e superiore del quadro sono da fissare in primoluo<strong>go</strong> sulla tavola generale due piccole <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali. Le quattro scene, posteall’inizio e alla fine delle gran<strong>di</strong> linee, raffigurano realmente i «fatti miliaiote ho <strong>di</strong>c<strong>to</strong>”. Et così el Signore multiplicò quello pane per tale modo, che ne fece cinquanta leschebone et grande». Il raccon<strong>to</strong> biblico del miracolo del pane al la<strong>go</strong> <strong>di</strong> Genezareth si trova inMt 14, 17-21; Mc 6, 38-44; Lc 9, 13-17.37In meri<strong>to</strong> a ciò l’interpretazione psicologica che la Cannon offre su questa scena delmiracolo del pane nella sua «tesi del reclutamen<strong>to</strong>» è problematica e alquan<strong>to</strong> riduttiva:«The miracle of the loaves in<strong>di</strong>cates that the nun will be sufficiently fed and cared for by the abbessand her sisters» (J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 306). <strong>La</strong> s<strong>to</strong>rica dell’artenon riconosce tan<strong>to</strong> la <strong>di</strong>mensione politica quan<strong>to</strong> quella della profon<strong>di</strong>tà spiritualedella scena.38Su questa qualità dell’intera tavola is<strong>to</strong>riata: V. PACE, Immagini <strong>di</strong> santità, 125s.


416NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>ri» all’interno dei quali può essere rappresentata la s<strong>to</strong>ria della nuovacomunità. <strong>La</strong> raffinata elaborazione viene mostrata nelle quattro scene«interne». <strong>La</strong> seconda his<strong>to</strong>ria, <strong>di</strong> cui si è già parla<strong>to</strong>, mostra Chiaradavanti a Francesco e ai suoi frati al suo arrivo alla Porziuncola la seradella Domenica delle Palme. <strong>La</strong> <strong>to</strong>rcia ardente, che tiene un frate, ne èsegno eloquente 39 . Fin qui la scena si spiega da sé. Ma chi sono quelle personeat<strong>to</strong>rno a Chiara? Le compagne future, che già sono poste nell’immagine,benché siano rimaste a casa? Effettivamente quasi tutte quellepersone sono figure <strong>di</strong> donne. <strong>La</strong> sesta figura completamente sullo sfondoritrae tuttavia più facilmente un uomo. Il suo copricapo assomiglia aquello del cavaliere della nobile famiglia <strong>di</strong> Chiara nella quarta immagine.In queste persone a la<strong>to</strong> <strong>di</strong> Chiara sono da ipotizzare prima <strong>di</strong> tut<strong>to</strong>nobili della città <strong>di</strong> Assisi e più precisamente della cerchia familiare; <strong>di</strong>fat<strong>to</strong> la giovane Chiara ha vissu<strong>to</strong> questa cerchia massimamente nella suacomponente femminile. In ques<strong>to</strong> gruppo si trovano quelle che sosten<strong>go</strong>noChiara come (future) compagne. In particolare è da rilevare attentamenteun sin<strong>go</strong>lare ges<strong>to</strong> <strong>di</strong> fiducia e protezione: quella donna che sta<strong>di</strong>etro Chiara, con l’abi<strong>to</strong> delle citta<strong>di</strong>ne, mette con amore e apertamenteil braccio destro, la sua mano sinistra e il mantello in<strong>to</strong>rno a Chiara. Chipotrebbe avere avu<strong>to</strong> nella vita <strong>di</strong> Chiara simile ruolo? Raffigurata assaipiù grande <strong>di</strong> Chiara , questa donna si offre come madre Or<strong>to</strong>lana chepochi anni più tar<strong>di</strong> entrerà a S. Damiano. Non sappiamo quale ruoloabbia gioca<strong>to</strong> Or<strong>to</strong>lana in questi giorni decisivi. <strong>La</strong> Legenda soprattut<strong>to</strong>racconta con molta attenzione in che modo l’educazione della madreabbia fondamentalmente aper<strong>to</strong> una via religiosa alla figlia.In questa scena sembra anzitut<strong>to</strong> essere raffigura<strong>to</strong> il momen<strong>to</strong> decisionale<strong>di</strong> Chiara piut<strong>to</strong>s<strong>to</strong> che la futura schiera delle sorelle: Chiara cambialuo<strong>go</strong>. Ella abbandona la comunità della città e del clan familiare eincontra la fraternitas <strong>di</strong> Francesco. In riferimen<strong>to</strong> a questa ipotesi è delres<strong>to</strong> particolarmente illuminante uno sguardo sul parallelo orizzontale.Nella scena parallela è registra<strong>to</strong> ugualmente un “cambiamen<strong>to</strong> <strong>di</strong> luo<strong>go</strong>”:Chiara nella seconda scena abbandona il mondo citta<strong>di</strong>no, così nellapenultima scena abbandona ancora il mondo damianita per seguire ledonne celesti che ven<strong>go</strong>no a prenderla. Fino a quel momen<strong>to</strong> passanoquin<strong>di</strong> più <strong>di</strong> quarant’anni. <strong>La</strong> chiave <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale (dalla II his<strong>to</strong>riaalla VI) consente <strong>di</strong> riconoscere una crescita del mondo interiore.Chiara abbandona la cerchia familiare per trovare, dopo una ricerca, unanuova <strong>di</strong>mora. Lo sguardo <strong>di</strong> chi osserva è guida<strong>to</strong> su quella piccola linea<strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale verso quel pun<strong>to</strong> in cui il ra<strong>di</strong>cale abbandono <strong>di</strong> Chiara e la suaricerca sfociano in una nuova sicurezza: la propria comunità <strong>di</strong> sorelle. È39Cf. LegCh 8.


LA PALA DI S. CHIARA 417ques<strong>to</strong> il luo<strong>go</strong> che Chiara si sceglie, crea, plasma come «mondo <strong>di</strong> vita»sulla terra in delimitazione al suo luo<strong>go</strong> familiare.<strong>La</strong> seconda <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale interna ancora una volta collega due scene <strong>di</strong>vestizione che stanno in una sottile relazione (scene 3 e 7). Abbiamo propriovis<strong>to</strong> che la vestizione <strong>di</strong> Chiara e Agnese si accoppiano. In questalinea Chiara è in entrambe le volte il sogget<strong>to</strong>. Nella terza scena ella haposa<strong>to</strong> sopra il suo abi<strong>to</strong> rosso della festa il mantello marrone della povertà.Nella settima scena le consorelle, in una visione, vedono come la stessaRegina del cielo, accompagnata da un consorzio celeste, pone un preziosovelo (con un bordo rosso!) sul mantello marrone della povertà <strong>di</strong>Chiara. Di nuovo è quin<strong>di</strong> ornata per una festa e <strong>di</strong> nuovo si trova la suaprima esperienza, alla fine <strong>di</strong> una <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale, che conduce a un esi<strong>to</strong> felice.Il cosiddet<strong>to</strong> «can<strong>to</strong> <strong>di</strong> consolazione», che Francesco compose nel 1224per le sorelle <strong>di</strong> S. Damiano, sot<strong>to</strong>linea delicatamente questa lettura <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale40 . <strong>La</strong> Regina del cielo nella tavola is<strong>to</strong>riata appare in una schiera <strong>di</strong>donne ugualmente incoronate. Francesco incoraggia le sorelle <strong>di</strong> S.Damiano che lo accompagnano attraverso la sua pesante sofferenzaponendo davanti a tutte loro il panorama delle corone celesti: per la loroperseveranza e fedeltà <strong>di</strong> fronte a Madonna Povertà e per la loro pazienza<strong>di</strong> fronte a tutte le pene della vita le sorelle saranno in futuro «ognunain cielo incoronata come regina con Maria» 41 . Sr. Benvenuta <strong>–</strong> che testimoniaquesta visione nel Processo <strong>–</strong> del res<strong>to</strong> giunse a S. Damiano proprionel tempo in cui l’Au<strong>di</strong>te Poverelle <strong>di</strong> Francesco nacque 42 . Perciò anche l’ultimadelle possibili <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali mostra una crescita interna: ciò che iniziacon la vestizione tra i frati vede il suo compimen<strong>to</strong> nella vestizione finaledefinitiva da parte della Regina del cielo.6. LE STRAORDINARIE COMBINAZIONI DI PERSONEIn primo luo<strong>go</strong> accan<strong>to</strong> alla simmetria orizzontale degli episo<strong>di</strong> e aicollegamenti <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali la tavola is<strong>to</strong>riata, come già nota<strong>to</strong>, permette <strong>di</strong>rilevare un altro modello <strong>di</strong> composizione: nelle quattro scene del quadro40Cf. J. WOOD, Perceptions of Holyness, 314.41Sul can<strong>to</strong> <strong>di</strong> consolazione Au<strong>di</strong>te poverelle <strong>di</strong> Francesco cf. lo sta<strong>to</strong> attuale degli stu<strong>di</strong>in N. <strong>KUSTER</strong>, Schriften des Franziskus an Klara von Assisi. Eine Spurensuche zwischen «plurascripta» und dem Schweigen der Quellen, in Wissenschaft und Weisheit 65 (2002) 176-178.42Cf. ProCh 11,2. Il can<strong>to</strong> stesso non è solo cus<strong>to</strong><strong>di</strong><strong>to</strong> e mantenu<strong>to</strong> vivo nella comunità,ma si è anche <strong>di</strong>ffuso, come mostra il sensazionale ritrovamen<strong>to</strong> del Co<strong>di</strong>ce a Verona:O. SCHMUCKI, Das wiederentdeckte Mahnlied «Au<strong>di</strong>te» edes hl. Franziskus für <strong>di</strong>e Armen Frauenvon san Damiano, in Fidelis 67 (1980) 17-30, qui 17.


418NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>nella metà superiore e inferiore si raffigurano prota<strong>go</strong>nisti che hanno lostesso portamen<strong>to</strong> del corpo. Nella parte inferiore sono (scena 1) il VescovoGuido II e (scena 2) Francesco all’inizio del cammino; (scena 7) la Reginadel Cielo e (scena 8) Papa Innocenzo IV alla fine della vita <strong>di</strong> Chiara.Tutti e quattro incontrano Chiara caritatevolmente sul suo cammino:incoraggiandola, invitandola, confermandola. Le loro mani caratterizzano<strong>di</strong> volta in volta il portamen<strong>to</strong> corrispondente della sorella <strong>di</strong> fronte.Le quattro persone, identicamente collocate, svol<strong>go</strong>no ruoli attivi e guardanotutte a sinistra verso Chiara. Costei è, in entrambe le immagini asinistra e a destra, <strong>di</strong> volta in volta rappresentata con lo stesso portamen<strong>to</strong>:a sinistra con le compagne <strong>di</strong>etro a sé, davanti a una persona importantee davanti a passi decisivi nella sua nuova vita; a destra è posta <strong>di</strong>fronte a una delegazione della Chiesa celeste e terrestre del più al<strong>to</strong> grado,che l’ha preparata per la festa del compimen<strong>to</strong>.Nella parte superiore della tavola i personaggi principali sono caratterizzatiugualmente da identici portamenti del corpo e uniti l’uno all’altro.In ogni scena essi con il loro coraggio <strong>di</strong>ven<strong>go</strong>no precursori: Francescocome allea<strong>to</strong> (scena 3) che taglia solennemente i capelli a Chiara, segnandoil suo cambiamen<strong>to</strong> <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione sociale e l’inizio della sua sequelara<strong>di</strong>cale, e poi tre volte Chiara stessa che: (scena 4) coraggiosamente resisteall’assal<strong>to</strong> <strong>di</strong> Monaldo, (scena 5) con la stessa fiducia in Cris<strong>to</strong> salvaanche la sua prima compagna dalla brutale violenza degli uomini e, concludendo(scena 6), vive <strong>–</strong> come responsabile <strong>di</strong> una comunità in crescita<strong>–</strong> un amore alla povertà, che fa sperimentare la particolare cura e attenzione<strong>di</strong> Dio per S. Damiano. I prota<strong>go</strong>nisti della metà superiore dellatavola guardano tutti verso destra. <strong>La</strong> composizione osservata qui rendeevidente il fat<strong>to</strong> che, nelle scene <strong>di</strong> violenza, non agisce con la potenzamassima l’a<strong>di</strong>ra<strong>to</strong> e attivo Monaldo, ma in entrambe le volte Chiara.Attraverso il raddoppiamen<strong>to</strong> della scena <strong>di</strong> Agnese con l’immagine dellaprofessione nasce un’accurata composizione: Chiara appare nella professioneparimenti come nuova «abbadessa», parallelamente alla superiorabenedettina <strong>di</strong> S. Paolo che protesse Chiara contro Monaldo, e Francescocontrasta con mano dolce, nella accurata scena della <strong>to</strong>nsura, il brutaledarsi da fare <strong>di</strong> Monaldo.7. SFONDO: LE SORELLE, UN PROBLEMA PER L’ORDINE DEI FRATI?Lo sguardo sulle compagne e le amiche <strong>di</strong> Chiara ha già mostra<strong>to</strong> chei personaggi secondari raffigurati non sono assolutamente accidentali osenza importanza. Apparendo i frati non meno <strong>di</strong> quattro volte nelle scenedel quadro, otten<strong>go</strong>no un peso che ugualmente merita <strong>di</strong> essere considera<strong>to</strong>più da vicino. Jeryldene Wood fornisce una parziale risposta alla


LA PALA DI S. CHIARA 419domanda sul motivo per cui viene data così tanta attenzione ai Minori:un messaggio <strong>di</strong> ques<strong>to</strong> quadro sarebbe l’accentuazione della strettaunione tra il Primo e il Secondo Or<strong>di</strong>ne in un tempo in cui l’Or<strong>di</strong>ne deiFrati voleva liberarsi della sua responsabilità verso le Clarisse 43 . Effettivamenteil quadro ebbe origine nel contes<strong>to</strong> <strong>di</strong> relazioni incerte: UrbanoIV, denominando nel 1263 le comunità femminili <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa origine e ispirazionesot<strong>to</strong> un unico Or<strong>di</strong>ne inti<strong>to</strong>la<strong>to</strong> a S. Chiara, rafforzò i timori deifrati <strong>di</strong> dover garantire l’assistenza spirituale a un numero crescente <strong>di</strong>monasteri <strong>di</strong> monache. Si giunse solo nel 1296 a stabilire le relazioni e leresponsabilità tra il Primo e il Secondo Or<strong>di</strong>ne (che non fu opera <strong>di</strong> Chiarama del Papa), in maniera abbastanza sod<strong>di</strong>sfacente per tutti 44 . L’opinione<strong>di</strong> Wood, che la tavola is<strong>to</strong>riata «avrebbe rimprovera<strong>to</strong> palesementei frati» 45 in un tempo <strong>di</strong> preoccupante opposizione dell’Or<strong>di</strong>ne maschile,sembra essere soprattut<strong>to</strong> qualcosa <strong>di</strong> approssimativo e avventa<strong>to</strong>. <strong>La</strong>stessa Joanna Cannon fa notare che almeno i frati, che vivevano presso ilPro<strong>to</strong>monastero e a cui era affidata anche l’assistenza spirituale nellachiesa del santuario, non avevano bisogno <strong>di</strong> rimproveri 46 .L’artista della tavola is<strong>to</strong>riata ha crea<strong>to</strong>, come ha mostra<strong>to</strong> la composizionegenerale dell’opera e confermano le osservazioni delle <strong>di</strong>versecompagne <strong>di</strong> Chiara, con una stupefacente conoscenza dei retroscena,un’opera enigmatica. Non solo la scelta delle scene, le corrispondenzesimmetriche e <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali e la combinazione delle figure hanno il lorosignifica<strong>to</strong>, ma anche i dettagli, come lo sfondo del quadro o il cambiamen<strong>to</strong>della forma del velo tra le scene della vita e la figura principale alcentro.Osservando con attenzione adeguata le quattro piccole scene in cuicompaiono i frati, colpisce in primo luo<strong>go</strong> quan<strong>to</strong> segue:Nella scena 2 i frati si presentano come fraternitas, a cui Chiara si unisce:radunati strettamente <strong>di</strong>etro a Francesco hanno accol<strong>to</strong> Chiara con le43J. WOOD, Women, Art and Spirituality, 30s.44A una chiara <strong>di</strong>fferenziazione tra il II Or<strong>di</strong>ne papale e la comunità <strong>di</strong> Chiara <strong>–</strong> finoalla morte della fondatrice parte del Primo Or<strong>di</strong>ne <strong>–</strong> conducono i numerosi stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> MariaPia Alberzoni. Discu<strong>to</strong>no lo sta<strong>to</strong> attuale della ricerca: N. <strong>KUSTER</strong>, «Quia <strong>di</strong>vina inspiratione…».San Damiano zwischen Sorores Minores und dem päpstlichen Ordo sancti Damiani, inNaturaleza y Gracia [Salamanca] 51 (2004) 843-870, e la FEDERAZIONE S. CHIARA DI ASSISI DEL-LE CLARISSE DI UMBRIA-SARDEGNA, Chiara <strong>di</strong> Assisi: Una vita prende forma. Iter s<strong>to</strong>rico (Secundumperfectionem sancti evangelii. 2), Padova 2005.45<strong>La</strong> tavola is<strong>to</strong>riata «visually rebukes the friars»: J. WOOD, Women, Art and Spirituality, 31.46J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 305: «It should be remembered thatthe friars attached <strong>to</strong> the monastery of santa Chiara […] may have had a more positive view ofSaint Clare, her foundation, and the consequent cura monialium imposed upon them than theirbrothers in other centers».


420NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong><strong>to</strong>rce accese. Nove teste, in parte con la <strong>to</strong>nsura, guardano, davanti o nellanavata della cappella della Porziuncola, alla giovane nobile: Francescoesprime timore e fiducia in Dio con tut<strong>to</strong> il suo portamen<strong>to</strong> e specialmentecon le sue mani. <strong>La</strong> piccola chiesa <strong>di</strong> campagna presenta una sorta<strong>di</strong> doppia volta, che non è reale e perciò rimanda a un significa<strong>to</strong> simbolico.Sot<strong>to</strong> un arco stanno tutte pigiate le donne, sot<strong>to</strong> l’altro i frati. Difat<strong>to</strong> la Porziuncola viene in<strong>di</strong>cata retrospettivamente come culla <strong>di</strong> duecomunità. Come Francesco che qui viveva solo da eremita e chiama<strong>to</strong> allasequela degli apos<strong>to</strong>li pres<strong>to</strong> radunò in<strong>to</strong>rno a sé dei fratelli, anche Chiaraavrebbe inizia<strong>to</strong> qui il suo cammino senza rimanere a lun<strong>go</strong> sola. <strong>La</strong><strong>di</strong>a<strong>go</strong>nale interna del quadro della scena 6 lo sot<strong>to</strong>linea: entrambe le s<strong>to</strong>rie,dei Frati come quelle delle Sorelle <strong>di</strong> Chiara, par<strong>to</strong>no da ques<strong>to</strong> luo<strong>go</strong>.Alcune delle compagne <strong>di</strong> casa che Chiara abbandona nella Domenicadelle Palme del 1211 la seguiranno e con lei costruiranno la comunità«gemella» a quella dei frati. Nel contes<strong>to</strong> delle tensioni, in<strong>to</strong>rno al 1283,la tavola is<strong>to</strong>riata con la sua prima scena dei frati può accogliere un «<strong>di</strong>ctum»del Poverello, localizzarlo e imprimerlo nell’immagine che Tommasoda Celano testualmente inserì nel suo Memoriale del 1246/47: «eundemSpiritum, <strong>di</strong>cens, fratres et dominas illas pauperculas de hoc speculo eduxisse»,un solo e medesimo spiri<strong>to</strong> avrebbe spin<strong>to</strong> i frati e quelle donne poverelleverso una nuova vita nella sequela 47 .Nella scena successiva che si svolge nello spazio dell’altare della cappella,il colore rosso fa porre attenzione al nucleo <strong>di</strong> un avvenimen<strong>to</strong> interiore:Chiara si unisce, portando l’abi<strong>to</strong> dell’amore sot<strong>to</strong> la s<strong>to</strong>ffa dellapovertà, a Cris<strong>to</strong>, alla cui umile povertà e vicinanza permanente rimandal’altare eucaristico 48 . I frati circondano Chiara che si è vestita con lo stessorozzo panno <strong>di</strong> lana non tin<strong>to</strong>. Al pos<strong>to</strong> del cappuccio la sorella portaun mantello. <strong>La</strong> cappella ora estende la sua doppia navata ancora piùchiaramente su due gruppi. Dove prima c’erano visibilmente nove frati,ora ce ne sono <strong>di</strong>eci che stanno tutti strettamente accalcati <strong>di</strong>etro l’altaree osservano la scena con espressioni <strong>di</strong>fferenziate: guardando Chiara,osservandosi l’un l’altro o gesticolando, mossi da dubbi, vivacemente.Francesco <strong>–</strong> messo <strong>di</strong> fronte a loro <strong>–</strong> taglia i capelli <strong>di</strong> Chiara. Dietro a luistanno due compagni. Il loro vol<strong>to</strong> ha un’espressione attenta e risoluta,472 Cel 204. Sul contes<strong>to</strong> del logion <strong>di</strong> Francesco e sulla sua trasmissione, cf. M. KREID-LER-<strong>KOS</strong> <strong>–</strong> N. <strong>KUSTER</strong> <strong>–</strong> A. RÖTTGER, «Den armen Christus arm umarmen». Das bewegte Lebender Klara von Assisi <strong>–</strong> Antworten der aktuellen Forschung und neuen Fragen, in Wissenschaftund Weisheit 66 (2003) 67-70.48Francesco esprime poeticamente lo stupore del suo movimen<strong>to</strong> sull’amata «umiltà<strong>di</strong> Dio» nell’Eucaristia nella Lettera a tut<strong>to</strong> l’Or<strong>di</strong>ne: LetOrd 23-29; tes<strong>to</strong> tedesco più recenteL. LEHMANN (ed.), Das Erbe eines Armen. Franziskus-Schriften, Kevelaer 2003, 150.


LA PALA DI S. CHIARA 421mentre il gruppo a destra appare statico e un po’ <strong>di</strong>stanzia<strong>to</strong>. Come nelcaso delle Benedettine nella scena 4, l’altare anche qui si colloca come unmuro <strong>di</strong>visorio tra i due. Se risulta vera l’ipotesi <strong>di</strong> Wood, secondo cuil’artista in<strong>to</strong>rno al 1283 vuole ammonire o persino biasimare l’Or<strong>di</strong>ne deiFrati, si troverebbe bene in ques<strong>to</strong> scenario un pun<strong>to</strong> <strong>di</strong> appoggio: unamaggioranza dell’Or<strong>di</strong>ne si tiene a <strong>di</strong>stanza dalle monache dell’Ordo s.Clarae crea<strong>to</strong> dal Papa, mentre in Assisi e in altri luoghi piccole fraternitàsi impegnano a tutelare quella che Chiara ha chiama<strong>to</strong> la «attenta cura»delle sorelle 49 . Che Francesco stesso dal 1221 si ritirò a tratti dalla comunità<strong>di</strong> Chiara e dovette essere spin<strong>to</strong> dai frati a visitare le sorelle, è documenta<strong>to</strong>facilmente nelle Fonti. Il linguaggio delle mani è impresso in tuttal’opera artistica. Mentre chi è davanti alla maggioranza dei frati apparein<strong>di</strong>care perplesso e scettico Chiara, il Poverello viene spin<strong>to</strong> leggermenteda un compagno alla <strong>to</strong>nsura; da successivi episo<strong>di</strong> della sua biografiarisulta che spesso dovette essere sollecita<strong>to</strong> a interessarsi <strong>di</strong> Chiara50 .In entrambe le drammatiche scene della ricerca au<strong>to</strong>noma <strong>di</strong> Chiara ifrati si <strong>di</strong>stinguono per la loro assenza. Tan<strong>to</strong> in S. Paolo quan<strong>to</strong> in S.Angelo le donne sono esposte alla rozza violenza degli uomini, senza chei frati intervengano. Come nel quadro, così essi sono rimasti invisibili nelleFonti e ultimamente in una crudele realtà. <strong>La</strong> scena successiva poneFrancesco nell’immagine della professione <strong>di</strong> Agnese, segui<strong>to</strong> da duecompagni, che <strong>di</strong> nuovo stanno assiepati <strong>di</strong>etro a lui. Sr. Beatrice riferiscenel Processo che tre frati hanno accompagna<strong>to</strong> Chiara nel cambiamen<strong>to</strong><strong>di</strong> luo<strong>go</strong> da S. Paolo a S. Angelo 51 : accan<strong>to</strong> a Francesco rispettivamenteBernardo da Quintavalle e Filippo Lon<strong>go</strong>, che rimase particolarmentelega<strong>to</strong> alle Sorelle Povere per più decenni. Non è det<strong>to</strong> in nessun luo<strong>go</strong> <strong>di</strong>una liturgia <strong>di</strong> professione preparata insieme prima. Di nuovo qui l’immaginenon vuole ricordare evidentemente un episo<strong>di</strong>o s<strong>to</strong>rico, ma deveessere considerata nella sua essenza. Effettivamente Chiara nella suaRe<strong>go</strong>la ricorda la stretta unione <strong>di</strong> entrambi gli Or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> cui Francescoappare come Padre comune e a cui elle stessa promette obbe<strong>di</strong>enza. Il primocapi<strong>to</strong>lo della Re<strong>go</strong>la finisce con un invi<strong>to</strong>: «Le altre sorelle siano49RegCh 6,4: L. LEHMANN (ed.), Das Erbe eines Armen. Franziskus-Schriften, 135.50Cf. un approfon<strong>di</strong><strong>to</strong> stu<strong>di</strong>o delle Fonti <strong>di</strong> J. DALARUN, Francesco: un passaggio. Donnae donne negli scritti e nelle leggende <strong>di</strong> Francesco d’Assisi, Roma 1994.51ProcCh 12, 5. <strong>La</strong> sorella <strong>di</strong> sangue <strong>di</strong> Chiara annota che era accompagnata anche nelsuccessivo e ultimo cambiamen<strong>to</strong> <strong>di</strong> luo<strong>go</strong> dai frati. <strong>La</strong> notizia completa del Processo <strong>di</strong>Canonizzazione suona: «Da poi san<strong>to</strong> Francesco, frate Filippo e frate Bernardo la menarono allachiesa de Sanc<strong>to</strong> Angelo de Panzo, dove, stata che fu poco tempo, fu menata alla chiesa de san<strong>to</strong>Damiano, nel quale loco lo Signore le dette più Sore nel suo reggimen<strong>to</strong>».


422NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>tenute ad obbe<strong>di</strong>re sempre ai successori del bea<strong>to</strong> Francesco e a sorellaChiara e alle altre abbadesse, che le succederanno me<strong>di</strong>ante elezionecanonica» 52 . <strong>La</strong> scena della professione della tavola is<strong>to</strong>riata accenna aquesta doppia «oboe<strong>di</strong>entia» e con ciò alla basilare <strong>di</strong>mensione fraternadell’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Chiara.Nella scena conclusiva i frati compaiono un’ultima volta. L’artista siappoggia <strong>di</strong> nuovo concretamente alla vita <strong>di</strong> Chiara, la cui raffigurazioneper il 12 a<strong>go</strong>s<strong>to</strong> 1253 viene dall’artista trasformata riga per riga in luo<strong>go</strong>,partecipanti ed even<strong>to</strong>:Il giorno seguente si muove l’intera Curia: il Vicario <strong>di</strong> Cris<strong>to</strong> raggiungeil luo<strong>go</strong> con i car<strong>di</strong>nali e tutta la citta<strong>di</strong>nanza si <strong>di</strong>rige verso S. Damiano.Si era giunti al momen<strong>to</strong> <strong>di</strong> iniziare le <strong>di</strong>vine celebrazioni, quando,incominciando i frati l’ufficio dei morti, il signor Papa all’improvvisoafferma che non l’ufficio dei morti si deve celebrare, ma quello delle vergini:così che pareva volerla canonizzare prima ancora della sepoltura delcorpo. L’eminentissimo signore Ostiense, però, obietta che in questamaniera si deve procedere con alquanta prudente lentezza e viene celebratala messa dei defunti… Con devota degnazione i preti car<strong>di</strong>nali circondanola santa spoglia e compiono at<strong>to</strong>rno al corpo della vergine le esequie<strong>di</strong> ri<strong>to</strong> (LegCh 47-48).I ruoli principali e secondari dell’ultima scena si chiariscono facilmenteda ques<strong>to</strong> raccon<strong>to</strong> della vita; Innocenzo IV e <strong>di</strong> fronte a lui <strong>–</strong> con losguardo rivol<strong>to</strong> verso <strong>di</strong> lui <strong>–</strong> il Car<strong>di</strong>nale Rinaldo della stirpe dei Contidei Segni: quell’«eminentissimus dominus Ostiensis» che interviene nellaliturgia e consiglia un re<strong>go</strong>lare Processo <strong>di</strong> Canonizzazione. <strong>La</strong> coincidenzadella s<strong>to</strong>ria vuole che ques<strong>to</strong> Rinaldo dei Segni <strong>–</strong> <strong>di</strong>venta<strong>to</strong> Papa <strong>–</strong>dopo il processo riusci<strong>to</strong>, nel 1255 <strong>di</strong> persona nella sua città natale, adAnagni, santificherà Chiara. Il libro solennemente aper<strong>to</strong> nelle sue manipotrebbe essere un’allusione a ciò 53 . Che la Curia il 12 a<strong>go</strong>s<strong>to</strong> 1253 si inse-52Cf. RegCh 1, 1-5: Francesco avrebbe compila<strong>to</strong> la forma vitae delle Sorores pauperes.Chiara stessa «piccola pianta del bea<strong>to</strong> padre Francesco» avrebbe «promesso obbe<strong>di</strong>enzaa lui insieme alle sue sorelle, all’inizio della sua conversione»: «Et aliae sorores teneantursemper successoribus beati Francisci et sorori Clarae at aliis abbatissis canonice electis ei succedentibusobbe<strong>di</strong>re».53Il libro può essere interpreta<strong>to</strong> come libro della Re<strong>go</strong>la e ques<strong>to</strong> può rinviare a Rinaldo,che per primo, come risulta nel primo capi<strong>to</strong>lo della re<strong>go</strong>la, nella sua qualità <strong>di</strong> protet<strong>to</strong>rel’ha approvata il 16 settembre 1252 (cf. nota 55). Forse l’artista però allude semplicementeall’ufficio dei defunti, su cui insistette Rinaldo? O pensa al «libro della vita», incui Chiara con il successivo Processo <strong>di</strong> canonizzazione senza dubbio e solennemente,attraverso Rinaldo verrà inscritta? Concludendo si potrebbe ancora pensare agli inni pro-


LA PALA DI S. CHIARA 423risce nel Vespro solenne dei frati, viene accenna<strong>to</strong> proprio dal biografo.<strong>La</strong> tavola is<strong>to</strong>riata raffigura <strong>di</strong>eci frati, con i paramenti liturgici, più <strong>di</strong>quanti vivevano a S. Damiano. <strong>La</strong> scena finale parla <strong>–</strong> volendo o nonvolendo <strong>–</strong> all’interno <strong>di</strong> una triplice combinazione <strong>di</strong> una realtà carica <strong>di</strong>tensione, che negli anni ottanta ancora cerca affannosamente il gius<strong>to</strong>rappor<strong>to</strong>: il Papa e la Curia che <strong>di</strong>chiarano Chiara <strong>–</strong> dopo la sua morte <strong>–</strong>patrona <strong>di</strong> un grande Or<strong>di</strong>ne femminile papale, la cui cura monialium essicercavano <strong>di</strong> fare accettare da decenni ai Frati Minori. Se i Frati <strong>di</strong> Assisi,guardando l’icona <strong>di</strong> Chiara, si mettevano a pensare e si domandavanocome personalmente si ponevano nei confronti della Curia, delle primeSorelle <strong>di</strong> Chiara, dell’Ordo sanctae Clarae e all’interno dell’Or<strong>di</strong>ne dei FratiMinori, che rimaneva <strong>di</strong>suni<strong>to</strong> nella domanda circa la cura monialium,ques<strong>to</strong> può essere sta<strong>to</strong> assolutamente gra<strong>di</strong><strong>to</strong> alle sorelle, come pure alcommittente vescovo Simone e ai frati del Pro<strong>to</strong>monastero. Che il «rimproverodei frati» sia stata proprio l’intenzione dell’artista ci appare essere,soprattut<strong>to</strong> dopo tutta l’esposizione, un’affrettata ed eccessivamenteapprossimativa trovata della Wood. Se la tavola is<strong>to</strong>riata si rivolge <strong>di</strong>rettamenteai frati, lo fa allora in quattro immagini e mo<strong>di</strong> che sono mol<strong>to</strong><strong>di</strong>fferenziati tra loro.8. CONCLUSIONE: UNA NUOVA VISIONE DELLA SANTITÀ DI CHIARAChiara d’Assisi si fa incontro a quanti contemplano la sua prima biografiaper immagini come una donna ricca <strong>di</strong> relazioni. In nessuna dellepiccole scene del quadro si vede sola. <strong>La</strong> santa fin dall’inizio si presentasempre circondata da molte persone. Effettivamente anche dalle fontiscritte non si può ricavare il minimo accenno al fat<strong>to</strong> che Chiara avesseavu<strong>to</strong> in mente una vita eremitica. <strong>La</strong> <strong>di</strong>mensione comunitaria, che latavola is<strong>to</strong>riata mostra nella movimentata ricerca <strong>di</strong> Chiara cronologicamenteabbozzata, ma soprattut<strong>to</strong> nelle sue comparazioni simmetriche enei suoi approfon<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>a<strong>go</strong>nali, prende corpo seriamente nella vita<strong>di</strong> Chiara: il suo iniziale scambio con le compagne <strong>di</strong> casa nella «domus»nobile, la sua ricerca <strong>di</strong> una consona forma <strong>di</strong> comunità, la sua profondapreghiera per la compagnia <strong>di</strong> Agnese all’inizio del suo cammino, la suavita comunitaria per decenni a S. Damiano, ma anche la sua stretta amipriin onore <strong>di</strong> Chiara che Rinaldo stesso compose come Papa per il Processo <strong>di</strong> Canonizzazionee che ha inseri<strong>to</strong> nell’ufficio curiale: su ques<strong>to</strong> L. LEHMANN, Das Bild der hl. Klarain lateinischen Hymnen des 13. bis 15. Jahrhunderts, in Collectanea Franciscana 63 (1993) 423-470, e H. BETSCHART, Die Klara-Hymnen des 13. bis 15. Jahrhunderts, lateinisch-deutsch, in HelvetiaFranciscana 25 (1996) 80-113.


424NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>cizia con i Frati Minori, la sua vicinanza alla città coscientemente ricercatae l’apertura vissuta con gli uomini del suo ambiente ven<strong>go</strong>no nellatavola is<strong>to</strong>riata raffigurati sia realisticamente che simbolicamente. Unosguardo trasversale alla tavola <strong>di</strong> Margherita a Cor<strong>to</strong>na mostra che questamolteplicità <strong>di</strong> relazioni non rappresenta in nessun modo una necessitàiconografica o un semplice <strong>to</strong>pos. Nel retablo <strong>di</strong>pendente dalla tavola<strong>di</strong> Chiara i rapporti umani giocano a sten<strong>to</strong> un ruolo.Il Maestro <strong>di</strong> <strong>Santa</strong> Chiara non si è accontenta<strong>to</strong> solo <strong>di</strong> rappresentarefigurativamente la ricchezza <strong>di</strong> relazioni <strong>di</strong> Chiara. Nel quadro sonoidentificabili anche concretamente, tenendo presente la vita scritta, personeimportanti nella vita <strong>di</strong> Chiara. Vicino ai prota<strong>go</strong>nisti principali <strong>–</strong>Chiara, il vescovo Guido II, Francesco, Monaldo e Innocenzo IV <strong>–</strong> adun’attenta osservazione una serie <strong>di</strong> altre figure si possono chiamare conil loro nome. Tra le donne vi sono Agnese <strong>di</strong> Assisi, Or<strong>to</strong>lana, altre consorellecome sr. Cecilia <strong>di</strong> Gualtieri nella scena del miracolo del pane e Sr.Benvenuta <strong>di</strong> Diambra nella scena della visione, così come l’abbadessa <strong>di</strong>S. Paolo nell’anno 1211. Tra gli uomini vi si aggiunge il Car<strong>di</strong>nale Rinaldo,così come frate Filippo Lon<strong>go</strong> e Bernardo <strong>di</strong> Quintavalle, nella scena<strong>di</strong> S. Angelo <strong>di</strong> Panzo, e Ginepro, Angelo, Leone al let<strong>to</strong> della morte dellasanta. Forse il committente Vescovo Simone <strong>di</strong> Assisi si nasconde nellaseconda scena, dove nella schiera nobile delle compagne della casa <strong>di</strong>Chiara è riconoscibile un unico parente nobile, apertamente benevolo:non può essere suo cugino Rufino, che proprio allora era frate minore 54 .Questa lunga lista <strong>di</strong> persone reali sot<strong>to</strong>linea l’interesse biografico dell’artista,con cui egli non formula solo un omaggio alla s<strong>to</strong>ria personale<strong>di</strong> Chiara, ma l’osserva anche nella sua rete <strong>di</strong> relazioni e la inserisce nelsuo ambiente reale.Con ciò la tavola <strong>di</strong> Chiara si configura nello sviluppo della s<strong>to</strong>ria artisticadel Duecen<strong>to</strong> italiano. <strong>La</strong> tra<strong>di</strong>zione iconografica <strong>di</strong> queste tabulaehis<strong>to</strong>riatae ha preso avvio con le primissime raffigurazioni <strong>di</strong> Francesconella prima metà del secolo XIII e serve alla rappresentazione e a richiamarealla mente un san<strong>to</strong> o una santa e rispettivamente a venerarlo 55 . <strong>La</strong>tavola <strong>di</strong> Chiara accresce ques<strong>to</strong> nuovo realismo, arricchendolo <strong>di</strong> unanuova <strong>di</strong>mensione: oltre al realismo biografico si palesano una <strong>di</strong>men-54Sul Vescovo Simone, probabilmente parente <strong>di</strong> Chiara e nell’ufficio pas<strong>to</strong>rale nellasua città dal 1282 al 1295: N. <strong>KUSTER</strong>, Klaras Tafelbild in Assisi, 20.55Cf. K. KRÜGER, Der frühe Bildkult des Franziskus in Italien. Gestalt und Funktionswandeldes Tafelbildes im 13. und 14. Jahrhundert,Berlin 1992, 96-99. Lo specialista <strong>di</strong> quest’arte iconograficaspiega qui anche la relazione mol<strong>to</strong> tesa dall’ arte iconografica bizantina(«importanza dell’ogget<strong>to</strong>») al nuovo realismo italiano («verismo dell’immagine» dellasin<strong>go</strong>la scena).


LA PALA DI S. CHIARA 425sione spirituale degna <strong>di</strong> nota e anche una politica. Poiché il retablo nondocumenta solo, pieno <strong>di</strong> rispet<strong>to</strong>, una concreta s<strong>to</strong>ria <strong>di</strong> santa, chedovrebbe stimolare alla venerazione e all’imitazione, ma documentaanche la s<strong>to</strong>ria della fondazione <strong>di</strong> una nuova comunità. L’artista evidenziache questa sin<strong>go</strong>lare comunità fa proprio un impulso ra<strong>di</strong>calmentenuovo della s<strong>to</strong>ria della spiritualità, lo vive e, in una nuova re<strong>go</strong>la <strong>di</strong> unOr<strong>di</strong>ne, lo consegna perfino alle generazioni future. E <strong>–</strong> anche ques<strong>to</strong> sot<strong>to</strong>lineail novum <strong>–</strong> S. Damiano lo compie da un pun<strong>to</strong> <strong>di</strong> vista femminile.Le due scene <strong>di</strong> conflit<strong>to</strong> collocate in al<strong>to</strong>, così come la polarizzazione deifrati e l’accenno troppo <strong>di</strong>scre<strong>to</strong> al libro della Re<strong>go</strong>la 56 potrebbero ancorauna volta far comprendere, con perenne attualità, quan<strong>to</strong> sia sta<strong>to</strong> duro econflittuale ques<strong>to</strong> processo: sia ecclesialmente attraverso la papale«urbanizzazione» dell’Or<strong>di</strong>ne delle Clarisse, sia guardando le relazionitese tra i due Or<strong>di</strong>ni dal 1283 in avanti.Con la scelta del miracolo del pane raffigura<strong>to</strong> nel retablo l’artista in<strong>di</strong>cachiaramente un altro inten<strong>to</strong>. <strong>La</strong> s<strong>to</strong>ria dell’origine è accompagnatadallo Spiri<strong>to</strong> e dal beneplaci<strong>to</strong> <strong>di</strong> Dio. L’esperimen<strong>to</strong> ha successo anche eproprio nella ra<strong>di</strong>calità del suo cammino: ha successo sulla terra poichéla litigiosa famiglia degli Offreduccio non mantiene la supremazia e Diostesso, nel corso degli anni, provvede alle Sorelle povere e fiduciose inLui. <strong>La</strong> nuova forma <strong>di</strong> sequela femminile ha esi<strong>to</strong> positivo all’internodella Chiesa, dal momen<strong>to</strong> che essa l’approva alla fine della vita <strong>di</strong> Chiara.E ha successo in cielo, perché amiche <strong>di</strong> Chiara che sono nell’eternitàven<strong>go</strong>no con la Madre <strong>di</strong> Dio stessa per condurre la nuova santa, vestitapreziosamente, nella nuova Gerusalemme. I miracoli rappresentati nonhanno primariamente un orientamen<strong>to</strong> funzionale, come se volessero sti-56J. Wood nel suo articolo ormai supera<strong>to</strong> del 1996 si è chiesta perché Chiara non è rappresentatanel centro del quadro con un libro in mano. Questa sarebbe l’in<strong>di</strong>cazione iconograficasul suo ruolo quale fondatrice <strong>di</strong> una nuova comunità. Ella suppone: « perhaps,the book, that tra<strong>di</strong>tionally denotes monastic founders was excluded from the painting because aneven stronger hagiographical cus<strong>to</strong>m <strong>di</strong>ctated her role as a virgin rather than a foundress. Nonetheless,the absence of any reference whatsoever <strong>to</strong> Clare’s Rule, the only rule written by a femalemonastic <strong>to</strong> win papal approval in this era, is most surprising» (Perceptions of Holyness, 312).Effettivamente la figura grande al centro non porta alcun libro, come del res<strong>to</strong> Francesconei precedenti retabli che servirono da precursori e modelli <strong>di</strong> ques<strong>to</strong> modo <strong>di</strong> raffigurarei santi. Dopo quan<strong>to</strong> espos<strong>to</strong> non è da ritenere che quest’opera artistica lasci mancarequell’«accenno» alla forza innovativa <strong>di</strong> Chiara: in primo luo<strong>go</strong> le scene mostrano significativamentela s<strong>to</strong>ria della fondazione <strong>di</strong> una comunità. Inoltre si potrebbe trovare nell’ultimascena un’allusione esplicitamente alla re<strong>go</strong>la <strong>di</strong> Chiara. Il libro aper<strong>to</strong> che il car<strong>di</strong>naleRainaldo porge al Papa (cf. nota 54) può con fonda<strong>to</strong> motivo <strong>di</strong>ventare significativocome re<strong>go</strong>la <strong>di</strong> Chiara che egli confermò prima solennemente come protet<strong>to</strong>re e che ilPapa approvò appun<strong>to</strong> seriamente. Essa incorona la vita della qui festeggiata sorella efondatrice dell’Ordo sororum pauperum (Reg Ch 1,1).


426NIKLAUS <strong>KUSTER</strong> - MARTINA <strong>KREIDLER</strong>-<strong>KOS</strong>molare i pellegrinaggi o reclutare donne come future sorelle. Essi hannospecialmente una <strong>di</strong>mensione spirituale e un messaggio politico: nellavita delle sorelle si ripe<strong>to</strong>no in primo luo<strong>go</strong> la sequela <strong>di</strong> Gesù e anche i«segni e miracoli» a cui hanno assisti<strong>to</strong> allora con i propri occhi in Galileai <strong>di</strong>scepoli e le donne che seguirono Gesù. In secondo luo<strong>go</strong> Dio stessorende possibile e accompagna ques<strong>to</strong> coraggioso cammino <strong>di</strong> sequeladelle sorelle 57 .Per chi si immerge nella loro contemplazione i quadri is<strong>to</strong>riati fondonolo sguardo al passa<strong>to</strong> insieme con un incontro nel presente e una promessaper il futuro 58 , Quello che la Cannon in generale <strong>di</strong>mostra, si può,per concludere, attestare in maniera impressionante nel caso della tavola<strong>di</strong> Chiara:1. Sono esperienze s<strong>to</strong>ricamente concrete <strong>di</strong> Chiara, luoghi e fatti delsuo cammino, le sue relazioni e l’evoluzione della sua nuova forma <strong>di</strong>vita, che si incontrano guardando retrospettivamente le scene del quadro.2. Lo sguardo alla figura centrale, che risplende davanti a chi guardain grandezza naturale, invita anche a un incontro nel presente con lagrande santa.3. Nello stesso tempo le icone mostrano santi che sono nella pienezzadel mondo <strong>di</strong> Dio: come Chiara è attesa dalle amiche celesti, così anche lesue compagne e i suoi amici possono sperare <strong>di</strong> rivedersi nell’ultimogiorno nella comunità celeste.Con ques<strong>to</strong> la tavola is<strong>to</strong>riata documenta una s<strong>to</strong>ria impressionante,invita attualmente a un incontro pieno <strong>di</strong> fiducia con la persona e la spiritualità<strong>di</strong> Chiara e unisce, in una contemplazione sensibile, non solo cieloe terra, ma anche presente e futuro, la propria speranza e l’eterna pienezza.57Cf. TestCh 44-47, dove Chiara vi ricorda insistentemente alla Chiesa chi ha suscita<strong>to</strong>questa comunità e l’ha chiamata alla sequela <strong>di</strong> Cris<strong>to</strong>.58Cf. J. CANNON, Beyond the Limitations of Visual Typology, 293.

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