12.07.2015 Views

Le grandezze fisiche e la loro misura settembre 2011 - ZyXEL NSA210

Le grandezze fisiche e la loro misura settembre 2011 - ZyXEL NSA210

Le grandezze fisiche e la loro misura settembre 2011 - ZyXEL NSA210

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

CAPITOLO 1<strong>Le</strong> <strong>grandezze</strong> <strong>fisiche</strong>e <strong>la</strong> <strong>loro</strong> <strong>misura</strong>Corso di fisica di prima del Liceo 2 di Lugano


SOMMARIO:1.1 IL METODO SCIENTIFICO................................................................................ 11.2 LE GRANDEZZE FISICHE E IL CONCETTO DI MISURA................................ 21.2.1 IL SISTEMA INTERNAZIONALE D'UNITÀ DI MISURA SI....................................... 61.2.2 LA NOTAZIONE SCIENTIFICA ......................................................................... 81.2.3 I PREFISSI ................................................................................................... 81.2.4 L'ALFABETO GRECO..................................................................................... 91.2.5 LE OPERAZIONI TRA GRANDEZZE FISICHE...................................................... 91.2.6 LE EQUAZIONI DIMENSIONALI...................................................................... 101.3 L'APPROSSIMAZIONE.................................................................................... 111.4 RELAZIONI TRA MISURE............................................................................... 121.5 INTERPOLAZIONE DEI DATI SPERIMENTALI.............................................. 131.6 GRANDEZZE SCALARI E GRANDEZZE VETTORIALI.................................. 151.6.1 DEFINIZIONI FONDAMENTALI....................................................................... 151.6.2 PROPRIETÀ DEI VETTORI GEOMETRICI......................................................... 171.7 LE OPERAZIONI CON LE GRANDEZZE VETTORIALI.................................. 181.7.1 LA PROPRIETÀ FONDAMENTALE DEI VETTORI: LA SOMMA.............................. 181.7.2 IL VETTORE OPPOSTO................................................................................ 191.7.3 LA DIFFERENZA TRA DUE VETTORI .............................................................. 201.7.4 LA MOLTIPLICAZIONE PER UNO SCALARE..................................................... 201.7.5 LA SCOMPOSIZIONE DI UN VETTORE............................................................ 211.8 LA SCOMPOSIZIONE DELLA FORZA PESO................................................. 23Corso di fisica di prima del Liceo 2 di Lugano


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.1 IL METODO SCIENTIFICOCiò che distingue <strong>la</strong> ricerca scientifica da qualsiasi altra attività delpensiero dove si può ritrovare in criterio ipotetico-deduttivo è il metodocomunemente indicato come metodo scientifico (o metodo sperimentale)che consiste, fondamentalmente:• nell'osservazione di un fenomeno o di una c<strong>la</strong>sse di fenomeni,• nel<strong>la</strong> formu<strong>la</strong>zione di un'ipotesi,• nel<strong>la</strong> sperimentazione di tale ipotesi e nell'interpretazione dei risultati.Newton, nei "Philosophiae Naturalis Principia Mathematicae" formu<strong>la</strong>quattro regole metodologiche sulle quali si è costruita <strong>la</strong> fisica:1. Attenersi alle sole cause necessarie per spiegare un fenomeno,in altre parole fare proprio l'assunto d'Ockham 1 "Entia non suntmultiplicanda praeter necessitatem", cioè non moltiplicare lespiegazioni senza che vi sia una stretta necessità.2. A stessi fenomeni, medesime cause, ovvero, nel caso si osserviun fenomeno identico ad un altro, applicare a questo fenomenole stesse spiegazioni dell'altro. Questo significa che ogni fenomenoè sottoposto ad una so<strong>la</strong> spiegazione e non a due diverse.3. I risultati dell'induzione vanno considerati validi fino ad ulterioreconferma, come a riaffermare <strong>la</strong> natura perfettibile del<strong>la</strong> fisica edel<strong>la</strong> scienza, processo cognitivo sottoposto a continua revisione.1 William of Ockham (1280-1349) frate francescano, insegnante di teologia ad Oxford. Ilrasoio di Ockham è una legge di economia dei concetti: Frustra fit per plura quod potestfieri per pauciora (si fa inutilmente con molto ciò che si può fare con poco).1T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.2 LE GRANDEZZE FISICHE E IL CONCETTODI MISURAMolti fenomeni che accadono in natura, li percepiamo direttamenteattraverso i sensi. Tuttavia le informazioni registrate dai sensi hannosempre un carattere personale, soggettivo e non ci si può basare su di<strong>loro</strong> per costruire una scienza, le cui affermazioni devono essere indipendentidal<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re persona che ha compiuto l'esperimento e inoltredeve essere ripetibile a piacimento in qualsiasi luogo e in ogni momentodando gli stessi risultati. Esistono, inoltre, molti fenomeni che nonpossono essere percepiti dai nostri sensi: ad esempio non vediamo leonde radio e non sentiamo gli ultrasuoni non ci accorgiamo dei raggicosmici.La so<strong>la</strong> soluzione possibile per avere informazioni intersoggettive 2è mettere in re<strong>la</strong>zione i fenomeni del<strong>la</strong> natura con <strong>grandezze</strong> <strong>misura</strong>bili.Per far questo è necessario quantificare i fenomeni in esame, definendoin primo luogo con precisione un insieme di <strong>grandezze</strong> le cuimisure ne danno <strong>la</strong> descrizione. I fisici hanno adottato un atteggiamentopragmatico: una grandezza ha significato in fisica se per essa è statodefinito un metodo di <strong>misura</strong> ed è stata assegnata una unità di <strong>misura</strong> ocampione. Questa definizione è quel<strong>la</strong> che va sotto il nome di definizioneoperativa 3 delle <strong>grandezze</strong> <strong>fisiche</strong>.In altre parole bisogna associare in modo non ambiguo un valoreespresso da un numero seguito da un'unità <strong>la</strong> cui scelta si presentafondamentale e quindi scoprire le re<strong>la</strong>zioni intercorrenti tra tali <strong>grandezze</strong>,costruendo un modello che correli tramite re<strong>la</strong>zioni matematichecause ed effetti. Per eseguire misure di lunghezza, per esempio quel<strong>la</strong>di un segmento AB , bisogna scegliere il campione, poi bisogna specificareil metodo di <strong>misura</strong>: si riporta il campione a partire punto iniziale Ae si determina quante volte il campione, ed i suoi sottomultipli, sonocontenuti nel segmento AB .<strong>Le</strong> <strong>grandezze</strong>, come l'area, il volume, <strong>la</strong> velocità, le cui unità di<strong>misura</strong> sono definite a partire da altre unità già definite in precedenzasono dette <strong>grandezze</strong> derivate; mentre quelle, come <strong>la</strong> lunghezza ed il2 Per intersoggettive qui s'intende accettate dal<strong>la</strong> comunità scientifica internazionale.3 Si noti che <strong>la</strong> fisica non pretende di dare una spiegazione di tutto: non pretende cioè dispiegare cos'è <strong>la</strong> "lunghezza", cos'è il "tempo", cos'è <strong>la</strong> "massa", cos'è <strong>la</strong> "carica elettrica",etc. Tutto quello che fa è cercare di determinare come queste proprietà dei corpi intervengononell'evoluzione di un fenomeno naturale, <strong>la</strong>sciando al futuro il compito di risponderea queste domande fondamentali. L'esperienza ci mostra che con il progrediredel<strong>la</strong> conoscenza si riesce a rispondere ad alcune di esse.T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 2


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNOtempo, per cui viene data una definizione indipendente dell'unità di <strong>misura</strong>,sono dette <strong>grandezze</strong> fondamentali.Tali <strong>grandezze</strong> costituiscono un sistema di unità di <strong>misura</strong>, il cosiddettoSistema Internazionale di unità di <strong>misura</strong> (S.I.), adottato oggiin quasi tutto il mondo come unico sistema legale (in pratica mancanoall'appello solo gli Stati Uniti d'America, dove l'uso del S.I. è solo facoltativo).1.2.1 EVOLUZIONE STORICA DELLA METROLOGIA INSVIZZERA<strong>Le</strong> unità romane come il passo, il cubito e il piede anche in epocasuccessiva mantennero sostanzialmente <strong>la</strong> <strong>loro</strong> lunghezza originaria.Accanto a queste misure nacquero una serie di altre misure persettori specifici. Ad esempio, per <strong>la</strong> <strong>misura</strong> dei tessuti, a sud delle Alpicome in Lombardia era utilizzato il braccio lungo per le tele e quello cortoper <strong>la</strong> seta. Partico<strong>la</strong>rmente difficile era orientarsi nel campo delle misuredi capacità: il cantone di Lucerna, per esempio, conosceva settediversi «quarti», il cantone di Argovia diciassette e il cantone Vaud addiritturaventi. Quest'ultimo cantone sembra essere stato il più prolifico inmateria di unità di <strong>misura</strong>. Ne contava infatti almeno 69, mentre ne sarebberobastate quattro.Lo specchietto qui di seguito riporta alcune principali unità di <strong>misura</strong>diffuse in Ticino dal Medioevo al XIX secolo.LunghezzaSuperficieVolumeCerealiLiquidiPesiPiede, tesa, braccio, trabuccopertica, tesa quadrata e il trabucco quadratospazzo, catastastaio, staro, moggiopinta, boccale, staio, brenta, somalibbra, libbretta, libbra grossa, oncia, denaro3T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNONello specchietto seguente sono indicate alcune re<strong>la</strong>zioni tra le<strong>grandezze</strong> precedenti.Lunghezza Unità: 1 piede = 30 cm1 piede = 10 pollici = 100 linee = 1 000 tratti1 tesa = 6 piedi = 1,8 m1 trabucco = 10 piedi = 3 m1 ora di cammino svizzera = 16 000 piedi = 4,8 kmSuperficie1 piede quadrato = 0,09m²1 pertica = 40 000 piedi quadrati = 36 areVolume 1 tesa cubica = 216 piedi = 5,8 m³1 tesa per legname = 108 piedi = 2,9 steriCereali Unità: 1 staio = 15 L1 staio = 10 mine o 4 quartiLiquidi Unità: 1 pinta = 1,5 L1 soma = 4 quarti di soma (staio, brenta) = 100 pintePesi Unità: 1 libbra = 500g1 libbra = 32 lot = 128 quarti di lot1 quintale = 100 libbre1 denaro = 1/24 oncia = 1/288 libbretta = 1/864÷1/720libbra grossa = 1,09÷1,34 gNel corso del XVIII secolo, l'estendersi delle re<strong>la</strong>zioni commercialie il progresso del<strong>la</strong> scienza e del<strong>la</strong> tecnica mostrarono sempre più chiaramentequali e quante difficoltà creava <strong>la</strong> “giung<strong>la</strong>” di unità di <strong>misura</strong>esistenti.In seguito al<strong>la</strong> Rivoluzione del 1789, in Francia tra il 1790 e il1799 venne adottato un nuovo sistema di pesi e misure a base decimale,le cui unità fondamentali erano il grammo e il metro. Nel 1801 <strong>la</strong>Svizzera ricevette una copia del metro campione di Parigi; <strong>la</strong> legge elveticasui pesi e le misure e<strong>la</strong>borata e approvata ancora lo stesso anno,introduceva il sistema metrico in Svizzera, ma non venne però mai applicata.Poiché il nuovo sistema si discostava troppo da quelli abituali,questa legge non fu mai applicata però l'iniziativa aprì <strong>la</strong> strada ai successivisviluppi.Nel 1826 il cantone Ticino varò un sistema proprio, in parte basatosu vecchi pesi e misure mi<strong>la</strong>nesi. Dal 1828 una commissione intercantonalee<strong>la</strong>borò un sistema nazionale fondato sul metro, influenzatoT. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 4


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNOperò ancora dalle antiche unità.Nel 1835, dodici cantoni decisero di adottare il sistema metrico e<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> decimale, conservando però nei limiti del possibile <strong>la</strong> terminologiatradizionale del piede e del<strong>la</strong> libbra.Nel 1851 <strong>la</strong> Confederazione, basandosi sul<strong>la</strong> costituzione promulgatanel 1848, rese obbligatorio per tutta <strong>la</strong> Svizzera il sistema mistodei dodici cantoni e nel 1868 dichiarò legittimo, accanto a quello, l'usodel sistema metrico “puro”. I cantoni romandi e il Ticino non vollero peròrinunciare ai <strong>loro</strong> sistemi introdotti da poco, e Uri si ostinò a mantenere ilproprio; sistemi diversi continuarono così a coesistere.Per superare le difficoltà create dal<strong>la</strong> coesistenza di diversi sistemifu necessario attendere il 1875, quando <strong>la</strong> Svizzera riconobbe validosolo il sistema metrico decimale e aderì, come uno dei 17 stati fondatori,al<strong>la</strong> Convenzione Internazionale del Metro.Con l'introduzione definitiva del sistema metrico nel gennaio del1877, l'unificazione di pesi e misure sul piano nazionale ebbe finalmenteluogo. Veniva così perfezionato l'ancoraggio a un sistema di <strong>misura</strong>zioneesatto, sviluppato su basi scientifiche, sempre più diffuso su pianointernazionale e ancora oggi valido almeno nei suoi lineamenti essenziali.La ratifica del<strong>la</strong> Convenzione del Metro aveva reso possibile l'unificazioneinternazionale delle <strong>grandezze</strong> di riferimento per <strong>misura</strong>zioni dilunghezza, superficie, volume e peso. Il rapido sviluppo del<strong>la</strong> tecnica nelcorso del XIX secolo mostrò tuttavia che era necessario unificare anchele varie unità di <strong>misura</strong> esistenti in altri campi del<strong>la</strong> fisica. Si vide semprepiù chiaramente che nel<strong>la</strong> natura tutto è intimamente collegato e chenumerose unità metrologiche, affermatesi nell'ambito dello studio iso<strong>la</strong>todi fenomeni naturali, erano in realtà del tutto inutili.Ci si rese conto, per esempio, che <strong>la</strong> potenza è una grandezza fisicacomune all'elettricità, al<strong>la</strong> termologia e al<strong>la</strong> meccanica, e per <strong>misura</strong>r<strong>la</strong>basta una so<strong>la</strong> unità, invece delle tre allora esistenti e difficilmentecomparabili fra <strong>loro</strong>, cioè il watt per l'elettricità, <strong>la</strong> caloria-ora per <strong>la</strong> termologiae il cavallo vapore per <strong>la</strong> meccanica. Gli sforzi per sviluppareun sistema unitario e coerente di <strong>misura</strong>zione condussero infine, nel1901, all'adozione del sistema proposto dall'italiano Giorgi, che prevedevacome unità di base il metro, il chilogrammo, il secondo e l'ohm.Da questo si sviluppò in seguito il sistema cosiddetto MKSA (metro,chilogrammo, secondo, ampere), riconosciuto in campo internazionalenel 1948. Con l'aggiunta di altre tre unità di base, si giunse quindial Sistema Internazionale di Unità (SI), approvato nel 1960 in occasionedel<strong>la</strong> XI Conferenza Generale dei Pesi e delle Misure.5T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.2.1 IL SISTEMA INTERNAZIONALED'UNITÀ DI MISURA SICon effetto dal 1° gennaio 1978, <strong>la</strong> Svizzera ha mod ificato <strong>la</strong> sualegis<strong>la</strong>zione in materia di metrologia, accogliendo il sistema di <strong>misura</strong> riconosciutosu piano internazionale e noto come «Sistema Internazionaled'Unità» (SI).Il passaggio al nuovo sistema si è imposto dopo che numerosipartner commerciali, in partico<strong>la</strong>re i paesi del<strong>la</strong> CEE, l'avevano introdottoda anni, e altre nazioni si apprestavano a farlo. Come detto l'SI è unsistema concepito su base rigidamente scientifica. Prevede sette unitàdi base, che in teoria permettono di <strong>misura</strong>re qualsiasi grandezza fisica.Il numero delle unità di base non è scelto in modo arbitrario madipende dal numero delle <strong>grandezze</strong> <strong>fisiche</strong> nel sistema che sono consideratecome indipendenti. Il SI consta delle seguenti <strong>grandezze</strong>.GrandezzaNome Simbolo AnnointroduzioneLunghezza metro m 1889Tempo secondo s 1889Massa chilogrammo kg 1889Quantità di materia mole mol 1971Temperatura assoluta kelvin K 1954Corrente elettrica ampere A 1946Intensità luminosa cande<strong>la</strong> cd 1954Il SI codifica le norme di scrittura dei nomi e dei simboli delle<strong>grandezze</strong> <strong>fisiche</strong>. Riportiamo qui le norme più importanti:• Si è stabilito di scrivere prima il numero di volte che l'unità sceltaè contenuta nel<strong>la</strong> grandezza <strong>misura</strong>ta e poi indicare l'unità di <strong>misura</strong>.Esempio: 1,3 kg, non kg 1,3.• I nomi delle unità di <strong>misura</strong> vanno sempre scritti in carattere minuscolo,privi di accenti o altri segni grafici. Esempio: ampere,non Ampère.• I nomi delle unità non hanno plurale. Esempio: 3 ampere, non 3amperes.T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 6


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO• I simboli delle unità di <strong>misura</strong> vanno scritti con l'iniziale minusco<strong>la</strong>,tranne quelli derivanti da nomi propri. Esempio: mol per <strong>la</strong>mole, K per il kelvin.• I simboli non devono essere seguiti dal punto (salvo che si trovinoa fine periodo).• Il prodotto di due o più unità va indicato con un punto a metà altezzao con un piccolo spazio tra i simboli.Esempio: N m oppure N m.• Il quoziente tra due unità va indicato con una barra obliqua o conesponenti negativi. Esempio: J/s oppure J s -1 .Benché, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, combinandole sette unità di base sia possibile determinare quantitativamentequalsiasi grandezza fisica <strong>misura</strong>bile, ad alcune combinazioni d'uso frequentesono stati dati nomi partico<strong>la</strong>ri. Basterà citare il caso del<strong>la</strong> grandezzaforza, <strong>la</strong> cui unità di <strong>misura</strong> è data dal kg m/s 2 ma per <strong>la</strong> quale siusa comunemente il newton.OSS:• Esiste <strong>la</strong> cattiva abitudine di indicare l'unità di <strong>misura</strong> tra parentesi.È una convenzione assolutamente errata (addirittura illegale!)ed è quindi da evitare.• Nei calcoli è meglio utilizzare <strong>la</strong> forma sm al posto di m/s. La ragionesta nel fatto che si è facilitati nello scorgere eventuali semplificazionie si evitano facili errori.7T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.2.2 LA NOTAZIONE SCIENTIFICASpesso, in fisica, compaiono valori con numeri molto grandi omolto piccoli. Ad esempio il numero degli atomi contenuti in una mole disostanza qualsiasi è di circa602'204'500'000'000'000'000'000 atomi,oppure <strong>la</strong> massa di un elettrone corrisponde a circa0,000000000000000000000009109534 g.L'utilizzo di questi numeri è molto scomodo e quindi si è convenutodi usare <strong>la</strong> notazione esponenziale a base dieci su cui si fonda quel<strong>la</strong>che è detta notazione scientifica. Infatti:I numeri molto grandi o molto piccoli si scrivono in formaesponenziale <strong>la</strong>sciando a sinistra del<strong>la</strong> virgo<strong>la</strong> una so<strong>la</strong> cifradiversa da zero ed indicando <strong>la</strong> moltiplicazione con <strong>la</strong> ×.1.2.3 I PREFISSILa XIV Conferenza Generale dei Pesi e Misure ha raccomandatol'uso dei seguenti prefissi 4 per i multipli e sottomultipli delle unità SI 5 :NOME SIMBOLO FATTORE NOME SIMBOLO FATTOREtera T 10 12 = 1'000'000'000'000 deci d 10 −1 = 0,1giga G 10 9 = 1'000'000'000 centi c 10 −2 = 0,01mega M 10 6 = 1'000'000 milli m 10 −3 = 0,001chilo k 10 3 = 1'000 micro µ 10 −6 = 0,000'001etto h 10 2 = 100 nano n 10 −9 = 0,000'000'001deca da 10 1 = 10 pico p 10 −12 = 0,000'000'000'0014 In verità sono 7 di più: quelli riportati sono quelli d’uso più corrente.5 http://microcosm.web.cern.ch/Microcosm/P10/italian/P0.htmlT. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 8


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.2.4 L'ALFABETO GRECO<strong>Le</strong> lettere dell'alfabeto greco sono molto utilizzate per numerosiscopi nelle scienze. È importante saperle riconoscere per cui le abbiamoriportato in tabel<strong>la</strong>.minusco<strong>la</strong> maiusco<strong>la</strong> nome minusco<strong>la</strong> maiusco<strong>la</strong> nomeα Α alfa β Β betaγ Γ gamma δ ∆ deltaε Ε epsilon ζ Ζ zetaη Η eta θ Θ thetaι Ι iota κ Κ cappaλ Λ <strong>la</strong>mbda µ Μ mi, müν Ν ni, nü ξ Ξ csi (xi)ο Ο omicron π Π pi grecoρ Ρ rho σ Σ sigmaτ Τ tau υ Υ upsilonφ, φ Φ fi χ Χ chiψ Ψ psi ω Ω omega1.2.5 LE OPERAZIONI TRA GRANDEZZE FISICHE<strong>Le</strong> operazioni usuali seguono regole molto semplici ma che è utilericordare:1. Addizione e sottrazione sono permesse soltanto tra <strong>grandezze</strong>dello stesso tipo dette <strong>grandezze</strong> omogenee, vale a dire aventi <strong>la</strong>stessa unità.2. Il prodotto (moltiplicazione) e il quoziente (divisione ma solo perun numero diverso da zero) sono sempre permessi.3. L'elevazione a potenza è sempre possibile (solo per <strong>la</strong> base diversada zero).9T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.2.6 LE EQUAZIONI DIMENSIONALICome si è già detto una legge fisica esprime una re<strong>la</strong>zione funzionaletra le misure di differenti <strong>grandezze</strong>. Essa ha quindi <strong>la</strong> forma diun'uguaglianza (o di un'equazione), tra due espressioni. Perché un'uguaglianzaabbia un senso, è ovviamente indispensabile che le quantitàespresse dai due membri siano omogenee tra <strong>loro</strong> e siano quindi <strong>misura</strong>tecon <strong>la</strong> stessa unità di <strong>misura</strong>. È lo stesso concetto mai abbastanzaribadito alle scuole elementari, in base a cui le pere si sommano alle peree gli asini agli asini, mentre è privo di senso sommare gli asini allepere.Questa proprietà può tornare utile per verificare l'esattezza o menodi una formu<strong>la</strong>, utilizzando le cosiddette equazioni dimensionali. Affermareche i due membri di un'eguaglianza (o gli addendi di una somma)devono essere omogenei tra <strong>loro</strong> è equivalente a verificare che essihanno le stesse dimensioni <strong>fisiche</strong> e quindi sono esprimibili nelle stesseunità di <strong>misura</strong>. Una formu<strong>la</strong> non rispetta questo criterio è senza dubbioerrata.T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 10


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.3 L'APPROSSIMAZIONEL'approssimazione (o l'arrotondamento) di un numero si effettuaapprossimando <strong>la</strong> cifra interessata per difetto se <strong>la</strong> cifra successiva ècompresa tra 0 e 4, per eccesso se <strong>la</strong> cifra successiva è compresa tra 5e 9. Così, ad esempio, dovendo approssimare il numero 23,565 ai centesimiscriveremo 23,57; dovendo approssimare il numero 435,638 aidecimi scriveremo 435,6.Si usa anche l'espressione approssimazione a n cifre significativeper intendere l'approssimazione al<strong>la</strong> n-esima cifra iniziale (contataa partire dal<strong>la</strong> prima cifra diversa da 0). La <strong>loro</strong> definizione segue il principiodi non indicare più cifre di quelle giustificate dal<strong>la</strong> precisione del<strong>la</strong><strong>misura</strong>zione o di qualsiasi altro processo abbia portato al numero indicato.Conteggio delle cifre significative1. Tutti i valori non nulli rappresentano cifre significative.2. Gli zeri compresi tra numeri non nulli sono cifre significative.Esempio: gli zeri sottolineati sono significativi 4506002.3. Gli zeri che precedono <strong>la</strong> prima cifra significativa non sono cifresignificative.Esempio: in 0,0012 gli zeri sottolineati non sono cifre significative(il numero in questione ha due sole cifre significative).4. Gli zeri finali sono significativi solo se presente <strong>la</strong> virgo<strong>la</strong> (o puntodecimale in inglese).Esempio: in 13900 gli zeri sottolineati non sono significativi,ma in 13900,0 tutti gli zeri sottolineati sono significativi.Solitamente useremo l'approssimazione a 4 cifre significative. Adesempio:1'234'56'789,0 → 123'500'000 → 1,235×10 80,001234567 → 0,001235 → 1,235×10 -3123,4567 → 123,5 → 1,235×10 211T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.4 RELAZIONI TRA MISUREDalle scuole medie si dovrebbero conoscere le seguenti quattrofunzioni e le <strong>loro</strong> caratteristiche salienti:Lineareyx'y'xIl grafico è una retta che passa per l'origine(0;0).La funzione è descritta dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione:y = axy'1. La pendenza è: a =x'È <strong>la</strong> funzione che descrive <strong>la</strong> proporzionalità diretta(se x raddoppia, y raddoppia).Affineyy fy ibx i∆xx f∆yxIl grafico è una retta che non passa per l'origine(0; 0).La funzione è descritta dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione:y = ax + b .∆yy f − yi1. La pendenza è: a = =∆x x − x2. b è il valore di y quando x è 0.fiQuadraticay1Il grafico è una parabo<strong>la</strong>.Verso destra il grafico tende a diventare semprepiù verticale.La funzione è descritta dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione:2y = x .1xIperbolicayxIl grafico è un'iperbole.Tende ad “appoggiarsi” agli assi (si avvicina a-sintoticamente).La funzione è descritta dal<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione:1y = .xÈ <strong>la</strong> funzione che descrive <strong>la</strong> proporzionalità inversa(se x raddoppia, y dimezza).T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 12


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.5 INTERPOLAZIONE DEI DATISPERIMENTALIDi solito l'esecuzione di un esperimento ha lo scopo di individuareo di verificare una re<strong>la</strong>zione tra <strong>grandezze</strong> <strong>fisiche</strong>. Una re<strong>la</strong>zione determinatae costante tra <strong>grandezze</strong> <strong>fisiche</strong> è chiamata legge fisica. Analizzandodei dati re<strong>la</strong>tivi ad un certo processo si ricorre spesso al<strong>la</strong> <strong>loro</strong>rappresentazione grafica per mezzo di un sistema d'assi cartesiani ortogonali.Il vantaggio che otteniamo è il seguente: se tra le variabili inesame sussiste una re<strong>la</strong>zione semplice, come, ad esempio ad una dellefunzioni viste precedentemente, tale re<strong>la</strong>zione è facilmente riconoscibiledal grafico.Supponiamo di studiare come varia il volume di un cilindro al variaredel<strong>la</strong> sua altezza. Utilizziamo un semplice righello per le altezze eun piccolo becher (bicchiere) per determinare i volumi (stessa base) deicilindri per immersione.Riportando i valori inun grafico (figura 1.4) sinota che non si trovano2,1perfettamente su di una1,8retta come invece ci si sarebbe1,5aspettato.Sarebbe assurdocollegare i punti trovati conuna linea spezzettata tiposaetta: un tale grafico nonci aiuterebbe a trovare unare<strong>la</strong>zione determinata ecostante tra le due <strong>grandezze</strong>in esame.Infatti, come si notadal grafico 1.5, per duecoppie qualsiasi di misuresi ha una diversa pendenzae quindi una nuova funzione.Inoltre, si ha perfinouna pendenza negativa chesignifica che, aumentandol'altezza, il volume diminuisce:un'assurdità!1,20,90,60,3V, cm 3 1 2 3 4 5 6 7 h, cmFig. 1.4:I dati dell'esperimento di immersione.V, cm 3 Pendenza2,1negativa1,81,51,20,90,60,3Ogni singolo pezzettinoha una diversa pendenzadeterminando così unanuova re<strong>la</strong>zione travolume e altezza.1 2 3 4 5 6 7h, cmFig. 1.5:Re<strong>la</strong>zioni prive di senso.13T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


Ecole Centrale de LyonBibliothèque Michel SerresAssociation des Centraliens de LyonXVECOLE D'ORGANISATION SCIENTIFIQUE DU TRAVAILCréation d'une section à LyonL'Ecole d'Organisation Scientifique du Travail (E. O. S. T.), fondée en 1934par le Comité National de l'Organisation Française (C. N. O. F.), ne poursuitaucun but lucratif. Elle se propose de préparer les chefs et agents de toutesentreprises industrielles, commerciales, administratives, à l'exercice de leursfonctions en perfectionnant leurs connaissances en matière d'organisationscientifique.Son-enseignement est confié à des professeurs spécialisés désignés tant parleur savoir doctrinal que par leur grande expérience pratique.L'âge moyen de ses élèves est de 35 ans. Parmi les 1.171 élèves inscrits pourl'année 1943/44, on comptait environ 250 ingénieurs, dont 23 anciens E C Lou E. C. P.<strong>Le</strong> succès qui a couronné les créations successives des sections de Rouen,de Tours, de Troyes, a encouragé <strong>la</strong> Direction de l'Ecole d'O. S. T. à créer,à Lyon, une nouvelle section régionale, à <strong>la</strong>quelle <strong>la</strong> Chambre de Commerce etd'Industrie de Lyon a bien voulu accorder son haut patronage. Cette Compagniea mis à <strong>la</strong> disposition de l'Ecole d'O. S. T., au Pa<strong>la</strong>is du Commerce, <strong>la</strong> Salle 'des Portraits, dans <strong>la</strong>quelle seront donnés les cours oraux de <strong>la</strong> sectionlyonnaise. La première session se déroulera du 9 janvier au 13 juin, tous lesmercredis, de 17 h. à 19 h. 30, deux leçons verbales étant données chaquemercredi par les professeurs habituels de l'Ecole d'O. S. T., dont un ou deuxviendront de Paris, chaque semaine, distribuer leur enseignement. <strong>Le</strong>s élèvesinscrits recevront par ailleurs le texte in-extenso de toutes les leçons donnéesà Paris. Ils pourront prétendre, au même titre que leurs camarades parisiens,au Certificat de fin d'études prévu par le règlement de l'Ecole d'O. S. T.<strong>Le</strong>s élèves peuvent, soit s'inscrire à titre personnel, soit être inscrits par lessoins de l'entreprise à <strong>la</strong>quelle ils appartiennent. Dans ce dernier cas l'entrepriseintéressée peut déduire de sa taxe d'apprentissage une partie des sommesversées à l'Ecole d'O. S. T., dans <strong>la</strong> proportion prévue par <strong>la</strong> rubrique a cadresmoyens et cadres supérieurs ».Tous renseignements complémentaires peuvent être demandés : soit directementà l'Ecole d'Organisation Scientifique du TraVail, 57. rue de Babylone,Paris (7 e ), soit au Délégué à Lyon de l'Ecole,'M. Lucien CHAOHUAT, 6, rueRabe<strong>la</strong>is, Lyon (3°).","" * ' t""PETITES ANNONCESLa société dite : Aktiebo<strong>la</strong>get Kanthal, propriétaire du brevet français no. 776.591 du31 juillet 1934 — Résistance de chauffage électrique — recherche industriels français pourexploiter son invention.M. Streijffert (P. W.), propriétaire du brevet français no 861.729 du 17 novembre 1939 —Procédé de fabrication d'explosifs — recherche industriels français pour exploiter soninvention.Pour tous renseignements, écrire : MONNIER, 150, cours Lafayette, à Lyon.4http://histoire.ec-lyon.frhttp://bibli.ec-lyon.frhttp://www.centraliens-lyon.net


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNODefinizione 1.3Una grandezza vettoriale è indicata sovrapponendouna freccia ad una lettera caratterizzante <strong>la</strong> grandezza,come F , se volessimo indicare una forza, per una velocità, ecc.v,Definizione 1.4Si dice vettore geometrico una qualsiasi grandezzarappresentabile con un segmento di retta orientatodefinibile attraverso tre parametri:• Il modulo, caratterizzato da un numero (nonnegativo), che corrisponde al<strong>la</strong> lunghezza delsegmento.• La direzione indica <strong>la</strong> retta su cui giace il segmentoo una ad essa paralle<strong>la</strong>;• Il verso che dà l'orientazione del segmento (unacuspide).La retta di appartenenza(linea tratteggiata)indica <strong>la</strong> direzionedel vettore.Simbolo di vettore.vLa cuspide indicail verso o sensodel vettore.La lunghezza (compresa <strong>la</strong> freccia)è il modulo del vettore. Inquesto caso di 15 m/s.1 cm ≡ 3 m/sFig. 1.7:La rappresentazione geometrica di un vettore.OSS.:1. Nel linguaggio comune si usa spesso il termine direzione nelsenso di verso. Nel linguaggio dei vettori, invece, questi due terminisono ben distinti: <strong>la</strong> direzione è un segmento di retta. Questonon ci da ancora l’informazione di come questo segmento è“percorso”: soltanto il verso schiarisce questo dubbio.2. Il modulo di un vettore, cioè quando si intende rappresentaresoltanto <strong>la</strong> sua intensità, è indicato con il simbolo come, adesempio, v o F .T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 16


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.6.2 PROPRIETÀ DEI VETTORI GEOMETRICIDefinizione 1.5Due vettori a e b si dicono paralleli o collineari,se le rette alle quali essi appartengono sono parallele.Definizione 1.6Due vettori a e b si dicono concordi se sono parallelie hanno lo stesso verso. Se sono paralleli, mahanno verso opposto, allora i due segmenti orientatisi dicono opposti o discordi.Definizione 1.7Due vettori qualsiasi a e b si dicono equipollentise e solo se sono paralleli, equiversi e hanno <strong>la</strong>stessa lunghezza.Definizione 1.8 Si dice vettore applicato un vettore al quale è e-splicitamente associato un dato punto iniziale, dettoanche punto di applicazione.a Fig. 1.8:2 vettoriliberib Punti diapplicazione2 vettoriapplicatiLa distinzione tra vettori liberi e applicati.b a 17T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.7 LE OPERAZIONI CON LE GRANDEZZEVETTORIALI1.7.1 LA PROPRIETÀ FONDAMENTALEDEI VETTORI: LA SOMMALa somma di due vettori a e b è un terzo vettore c = a + b che siottiene dai primi due usando <strong>la</strong> rego<strong>la</strong> del parallelogramma.aFig. 1.9:baaOObbc = a + bLa rego<strong>la</strong> del parallelogramma per <strong>la</strong> somma di due <strong>grandezze</strong> vettoriali.La somma vettoriale gode del<strong>la</strong> proprietà commutativa: a + b = b + a(1)e del<strong>la</strong> proprietà associativa: a + b + c = a + b +(2)OSS.:( ) ( ) cIl metodo del parallelogrammo cade in difetto se i due vettori sonoparalleli.T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 18


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNOÈ anche possibile utilizzare un metodo più economico e molto utilesoprattutto quando si devono sommare più vettori. Tale sistema, chepotremmo definire del “semiparallelogramma” o “punta-piede” è stata riportatonel<strong>la</strong> figura 1.10. Come si vede il processo è simile a quello del<strong>la</strong>figura 1.9, ma utilizza solo <strong>la</strong> parte superiore (ma vale anche perquel<strong>la</strong> inferiore per <strong>la</strong> proprietà commutativa) del parallelogramma.acabbOOabcOabc t = a + b + cFig. 1.10:La rego<strong>la</strong> “punta-piede” per <strong>la</strong> somma di tre <strong>grandezze</strong> vettoriali.1.7.2 IL VETTORE OPPOSTODefiniamo il vettore − a .Esso corrisponde ad un vettoreche annul<strong>la</strong> il vettore a e vale adire un vettore tale che: a + − a = (3)( ) 0cioè, il vettore − a ha lo stessomodulo e direzione di a ma versoopposto.aFig. 1.11: Il vettore a − .− a19T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.7.3 LA DIFFERENZA TRA DUE VETTORIIl vettore differenza, tra ilvettore a e il vettore b è il vettoresomma tra il vettore a e ilvettore −b : a − b = a + − b (4).( )Coerentemente con <strong>la</strong> proprietà(3) il vettore −b mantiene direzionee modulo di b .ba−b a − bFig. 1.12: La differenza di due <strong>grandezze</strong>vettoriali.Oba1.7.4 LA MOLTIPLICAZIONE PER UNO SCALAREIl prodotto di una quantitàsca<strong>la</strong>re k e di un vettore a è unnuovo vettore b che ha• <strong>la</strong> stessa direzione di a ;• lo stesso verso se k > 0 , versoopposto per k < 0 ;• <strong>la</strong> lunghezza pari al prodottodello sca<strong>la</strong>re k per <strong>la</strong> lunghezzadel vettore a .a3aFig. 1.13: Il vettore a e 3a .T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 20


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNO1.7.5 LA SCOMPOSIZIONE DI UN VETTOREEsaminando problemi sul moto capita sovente di esaminare il motostesso secondo direzioni partico<strong>la</strong>riperché lungo tali direzionil’analisi risulta più semplice.Questa cosa accade, adesempio, con le forze per le qualipuò risultare più favorevole unriferimento diverso da quello naturale.Per esempio, se un corposi muove lungo un piano inclinato,invece di ragionare sull'orizzontalee sul<strong>la</strong> verticale può esserepiù utile farlo lungo il pianoinclinato e lungo <strong>la</strong> perpendico<strong>la</strong>real piano stesso.Fig. 1.14:Direzione perpendico<strong>la</strong>realpianoDirezione paralle<strong>la</strong>al pianoαIl piano inclinato.Scomporre un vettore a in due componenti significa trovare duevettori b e c tali che a = b + c .Così com'è stato formu<strong>la</strong>to,senza fissare delle direzioniprivilegiate, il problemapresenta infinite soluzioni perchésu di un segmento di lunghezzaa (fig. 1.15) assegnatosi possono costruire infinititriangoli (gli altri due catetidel triangolo sono i vettori cercati).Se però si fissano le due direzioni dei vettori componenti il problemaammette una so<strong>la</strong> soluzione.Oc'Fig. 1.15:a c b'b Due scomposizioni (decomposizioni)del vettore a .21T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong>


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNOCome illustratonel<strong>la</strong> figura 3.16 sitracciano per l’originee l’estremo del vettoreassegnato due segmentisufficientementelunghi e paralleli alledue direzioni assegnateottenendo cosìun parallelogrammo.Si utilizzino poi il due<strong>la</strong>ti passanti per ilpunto all'origine. Su diessi vanno disegnati ivettori componenti b e c cercati.PrimadirezioneassegnataFig. 1.16:OSeconda direzione assegnataa La scomposizione (decomposizione) delvettore c .T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 22


CORSO DI FISICA DEL LICEO DI LUGANO: PRIMO ANNOEsiste, però, una seconda strada che ci permette di determinarele due componenti del<strong>la</strong> scomposizione.Consideriamoallora un triangolorettangolo (figura1.18) nel qualechiamiamo a il catetoopposto all'angoloα e b quelloadiacente 7 all'angoloconsideratoα .Valgono ledue seguenti definizioni.Fig. 1.18:Ipotenusaαcateto adiacente[all’angolo] bIl triangolo rettangolo.cateto opposto[all’angolo] aDefinizione 4.1:Si definisce seno di un angolo α e scritto sinα ilrapporto tra il cateto opposto e l'ipotenusa. Matematicamenteasinα = (5)iDefinizione 4.2:Si definisce coseno di un angolo α e scritto cosα ilrapporto tra il cateto adiacente e l'ipotenusa. Matematicamentebcosα = (6)i<strong>Le</strong> funzioni trigonometriche saranno trattate nel corso di matematicaapprofonditamente il prossimo anno. Per noi basta sapere che <strong>la</strong>calco<strong>la</strong>trice possiede un sistema che ci fornisce il valore del seno e delcoseno immettendo l'angolo α.7 Che sta vicino, prossimo, contiguo:T. Bernasconi: <strong>settembre</strong> <strong>2011</strong> 24

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!