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SUBIACO - Parrocchia San Michele Arcangelo - Calino

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<strong>SUBIACO</strong>Subiaco è il centro più grande dell’alta Valle dell’Aniene e si trova all’interno del Parco NaturaleRegionale dei Monti Simbruini, l’area protetta più estesa del Lazio. A 70 Km da Roma è il luogoideale per una vacanza in totale relax o per praticare diverse attività. Numerose sono le attrattiveculturali, ad iniziare dai monasteri benedettini di <strong>San</strong>ta Scolastica e <strong>San</strong> Benedetto, luoghi ricchi diarte testimoni della lunga storia del nostro territorio. Per gli amanti della natura e dello sport èl’ambiente ideale per praticare sci, trekking, mountain bike, rafting, equitazione o lunghepasseggiate per i sentieri del Parco.Il Monastero di <strong>San</strong> BenedettoIl Monastero di <strong>San</strong> Benedetto, conosciuto anche come Sacro Speco, sorse alla fine del XII secoloattorno alla grotta dove il monaco trascorse i primi anni della sua vita monastica.La costruzione del grande complesso si trova abbarbicata sulla roccia, a strapiombo sulla valle; perarrivarci si deve percorrere un sentiero in salita tra alberi di leccio, chiamato Bosco Sacro.Il complesso conventuale è articolato su diversi livelli, con corridoi, scale, due chiese, la cappella di<strong>San</strong> Gregorio, sulla quale si apre il Sacro Speco, ossia la grotta in cui visse <strong>San</strong> Benedetto.Appena entrati dal piazzale, da cui si gode un panorama sulla valle sottostante, si attraversa uncorridoio, con affreschi umbri alle pareti, per giungere alla Chiesa Superiore (della metà del XIVsecolo).La Chiesa Superiore consta di più ambienti ed è tutta decorata con affreschi senesi ed umbromarchigiani,tra i quali spicca un pergamo del '200.Scendendo delle scale, dalle pareti pure affrescate, si giunge alla Chiesa Inferiore, formata da variecappelle, ricavate negli anfratti della roccia. Tutte le pareti risultano affrescate in varie epoche, maquelli risalenti al '200 sono attribuiti al maestro Consolo.La prima chiesa in muratura, che racchiudeva due grotte del Taleo - nelle quali Benedetto restòper tre anni - fu edificata solo nel sec. XI per volere dell’abate Umberto. La vita monastica in formaorganizzata vi iniziò nel 1200 circa. La cappella di <strong>San</strong> Gregorio fu costruita in seguito e consacrataprobabilmente nel 1224, alla presenza di Francesco d’Assisi che in quel tempo si trovava a Subiaco.Il monastero com’è attualmente visibile fu costruito nella seconda metà del sec. XIII dagli abatiEnrico e Bartolomeo.Si giunge al Sacro Speco attraverso una scalinata circondata da un boschetto di lecci. Sullaporticina gotica che introduce al loggiato si trova una croce a mosaico del XIII secolo; in fondo siraggiunge una porta con affreschi del XV secolo di scuola umbra e si accede alla Sala del CapitoloVecchio, ricca di dipinti della scuola del Perugino, risalenti alla prima metà del XVI secolo.Si accede dunque alla Chiesa superiore (23x5,45 metri). La prima parte - con affreschi della scuolasenese - è un rifacimento di una costruzione del sec. XIII operata il secolo successivo: è possibilevederne ancora le tracce. Gli affreschi riproducono scene della vita di Gesù: l’Entrata Trionfale diGesù a Gerusalemme la domenica delle palme; il Viaggio di Gesù al Calvario; la Crocifissione. Laseconda parte della chiesa custodisce affreschi della scuola umbro-marchigiana del sec. XV. Sonoscene della Vita di <strong>San</strong> Benedetto, tra cui il <strong>San</strong>to che sanguina tra le spine; l’Attentato dei monacidi Vicovaro; la Guarigione del monaco accidioso.Anche le pitture del Transetto appartengono alla scuola umbro-marchigiana e tra queste si notanol’Ultimo colloquio di <strong>San</strong> Benedetto con <strong>San</strong>ta Scolastica prima della morte della <strong>San</strong>ta e la Visionedi <strong>San</strong> Benedetto che vede volare in cielo l’anima della sorella Scolastica sotto forma di colomba.Scendendo i gradini davanti all’altare maggiore si raggiunge la Chiesa inferiore, a due piani. Lepareti sono ricoperte di pitture della scuola popolare romana, in gran parte opera del Magister1


Conxolus, artista del secolo XIII. Sulla parete sinistra sono rappresentati il Prodigio in Affile del<strong>San</strong>to; l’Incontro con <strong>San</strong> Romano e il Ritiro nella grotta. Più in basso, il Miracolo del Goto e, sullaporta del Coro, il Miracolo di <strong>San</strong> Placido.Dalla Chiesa inferiore si accede al Sacro Speco (o <strong>San</strong>ta Grotta) dove S. Benedetto trascorse treanni di vita eremitica. Il paliotto dell’altare (secolo XIII) è opera dei Cosmati e il mosaicodell’abside della scuola vaticana. Sullo sfondo si può ammirare la statua di <strong>San</strong> Benedetto nellagrotta, scolpita nel 1637 da Antonio Raggi. Tutto intorno, la roccia nuda richiama alla riflessione ealla preghiera.Una scala a chiocciola conduce alla cappella di <strong>San</strong> Gregorio. Nell’atrio si trova un affresco delConxolus che rappresenta <strong>San</strong>ta Chelidonia, eremita benedettina vissuta nella grotta di MorraFerogna nel XII secolo. Interessante è, inoltre, l’affresco di <strong>San</strong> Francesco d’Assisi, rappresentatosenza aureola né stimmate, e dunque dipinto prima del 1224 (anno in cui ebbe le stimmate),quando il <strong>San</strong>to era ancora in vita.Dalla cappella di <strong>San</strong> Gregorio si scende lungo la Scala <strong>San</strong>ta, entrando alla cappella dellaMadonna. In questa cappella si conservano le ossa del Beato Lorenzo Loricato, morto nel 1243 etrasportato nel Sacro Speco nel 1724.Dalla cappella della Madonna si scende ancora verso la Grotta dei Pastori, dove S. Benedettoimpartiva lezioni di dottrina cristiana ai pastori dei dintorni. Sulla roccia viva si può notare unframmento di pittura bizantina dell’VIII secolo, raffigurante la Madonna col Bambino e due santi ailati.Uscendo all’aperto, infine, si accede a quello che, fino al 1870, era il piccolo cimitero dei monacidello Speco. Adiacente a esso è il Roseto di <strong>San</strong> Benedetto, il roveto fra le cui spine <strong>San</strong> Benedettosi gettò per vincere la tentazione, e dove poi <strong>San</strong> Francesco, durante la sua visita al Sacro Speconel 1224, innestò delle rose. L’episodio di cui è protagonista <strong>San</strong> Francesco è raffigurato su unaparete da un affresco del XVII secolo, opera del Manenti.Dal Roseto è possibile ammirare il complesso architettonico del santuario e le varie strutture che locaratterizzano.Orari di visita: ore 9,00–12,30; 15,00–18,002


Il Monastero di <strong>San</strong>ta ScolasticaIl Monastero dedicato a <strong>San</strong>ta Scolastica, sorella di <strong>San</strong> Benedetto, è l'unico (dei dodici fondati inquesta zona da Benedetto di Norcia) sopravissuto a terremoti e invasioni saracene.Esso è ubicato a pochi chilometri da Subiaco, in una zona amena, tra i boschi, nel Parco dei MontiSimbruni.Ci sono tre chiostri: il primo, rinascimentale, è il più recente ed il terzo è il più interessante per lecolonnine marmoree dai bei capitelli, opera dei Cosmati(XIII secolo).La Chiesa conserva la facciata del '200 sul secondo chiostro, al quale si accede attraverso un ungrande arco gotico fiammeggiante; l'interno della Chiesa (settecentesco) è del Guarenghi.Un campanile, a trifore, svetta alto sull'ampio complesso conventuale.Il protocenobio di <strong>San</strong>ta Scolastica è uno dei tredici monasteri fondati da S. Benedetto nella zona,l’unico sopravvissuto alle vicissitudini dei secoli. Fondato nel 520, è il più antico monasterobenedettino d’Italia e del mondo.Il nome primitivo era monastero di <strong>San</strong> Silvestro, poi, alla fine del IX secolo, dopo le invasioni deiSaraceni, monastero e chiesa furono intitolati ai <strong>San</strong>ti Benedetto e Scolastica. I secoli X-XI furono ilperiodo di massimo sviluppo: il monastero ricevette in dono molti beni e vi fu costruita una nuovagrande chiesa romanica consacrata nel 980.Nel secolo XII iniziò la vita cenobitica anche al Sacro Speco e, per evitare confusione fra i duemonasteri, il Sacro Speco fu intitolato a <strong>San</strong> Benedetto, mentre la sottostante Badia assunse dallafine del XIV secolo il nome attuale di <strong>San</strong>ta Scolastica.Dalla metà del XIV secolo all’inizio del XVI la comunità monastica sublacense registrò una fortepresenza di monaci europei, soprattutto tedeschi. Dalla Germania giunsero anche, verso il 1463, idue stampatori Corrado Sweynheim e Arnoldo Pannartz, per opera dei quali venne installata laprima tipografia italiana nel chiostro del protocenobio.Nel 1456 all’abbazia di Subiaco fu applicata la Commenda; il monastero perse così sui paesidell’abbazia il potere temporale, che passò al commendatario. La Commenda venne soppressa nel1915 da papa Benedetto XV.Gli eventi bellici del secondo conflitto mondiale hanno danneggiato la facciata del monastero eparte del primo chiostro, prontamente restaurati dopo la guerra.Gli edifici di cui si compone il monastero di <strong>San</strong>ta Scolastica sono stati costruiti nel corso dei secoli,appartengono a epoche differenti e per questo sono talvolta stilisticamente molto diversi.La facciata è stata ricostruita dopo i bombardamenti del 1944; sul portone d’ingresso spiccano inaltorilievo il motto benedettino “Ora et labora” e la parola “Pax”, concetti fondamentali della regoladei monaci.Dall’androne d’ingresso si accede ai tre chiostri. Il primo è il chiostro rinascimentale, terminato nel1689. Vi si trovano pitture del XVII secolo con i papi che visitarono Subiaco, fotografie eriproduzioni di documenti, codici e incunaboli conservati nella biblioteca del monastero. Il chiostrogotico, dall’aspetto medievale, risale alla fine del secolo XIII-inizi del XIV e introduce alla parte piùantica del monastero. Al giardino si accede passando sotto un grande arco gotico “flamboyant” delsecolo XV a doppia arcata. Al centro del giardino c’è un pozzo con ai lati due colonne provenientidalla villa di Nerone congiunte da un’architrave. Il chiostro cosmatesco è rettangolare e misura m12x16 circa. Fu costruito nel secolo XIII, in due fasi. Il lato sud, in pietra calcarea, risale agli inizidel secolo ed è opera di Iacopo I. Gli altri lati, opera di Cosma e dei figli Luca e Jacopo, risalgonoai decenni successivi. Per la costruzione è stato utilizzato marmo bianco proveniente dal monasterodi <strong>San</strong> Clemente, il primo costruito da S. Benedetto, distrutto dal terremoto del 1228. Tra gliaffreschi delle pareti si trovano pitture con i simboli degli evangelisti; particolarmente suggestivo il<strong>San</strong> Matteo con l’occhio “centrato”, che sembra osservare il visitatore da ogni parte.Dal lato ovest del chiostro gotico si osserva il campanile romanico, costruito nel 1052-1053dall’abate Umberto, importante perché anteriore a tutti i campanili di Roma. È composto dadifferenti parti appartenenti a epoche diverse. Ha forma quadrata e misura m 7x7; è costituito da3


La Rocca abbazialeLa Rocca abbaziale, anche detta “Rocca dei Borgia”, fu costruita verso la fine dell’XI secolodall’abate Giovanni V. Fu concepita come castello feudale, allo scopo di instaurare il dominiomonastico su Subiaco; per questo sorse sulla cima di una collina, in una posizione dalla quale fossepossibile tenere sotto controllo l’intero castello sublacense e in particolare i ribelli. Fu munita difortificazioni, carceri, una torre di avvistamento, stanze, appartamenti e una piccola chiesadedicata a <strong>San</strong> Tommaso.La costruzione subì danni a causa del terremoto nel 1349, venne saccheggiata e danneggiataanche dai sublacensi e per molti anni non fu abitabile.Nel 1476 la Rocca fu restaurata dal card. Rodrigo Borgia, che la dotò inoltre di una torrequadrangolare munita di merlature, feritoie, carceri e trappole, allo scopo di difendere la parte piùantica della costruzione. Il card. Rodrigo e la sua famiglia abitarono alla Rocca e, secondo alcunistorici, qui nacquero nel 1476 e nel 1480 Cesare e Lucrezia Borgia, figli di Rodrigo e della suaamante Vannozza Caetani.Dopo il card. Rodrigo la Commenda passò al card. Giovanni Colonna e ad altri membri del suocasato. Durante il dominio della potente famiglia, a causa dei rapporti difficili con la <strong>San</strong>ta Sede,Subiaco fu teatro di scontri fra gli eserciti e la Rocca fu in parte demolita dall’esercito pontificio.Nel 1778 l’architetto Pietro Camporese, per volere di Pio VI, effettuò dei lavori di restauro che peròeliminarono gli elementi che rendevano la Rocca un castello medievale: la torre venne dimezzata,eliminata la trappola e le carceri; il nucleo occidentale venne dotato dell’imponente orologio. Lacostruzione diventava così un palazzo moderno, adatto a essere utilizzato come residenzadell’abate commendatario. Vi alloggiarono anche i papi Pio II, Pio VI, Gregorio XVI e Pio IX.Dopo la soppressione della Commenda (1915) la Rocca abbaziale venne affidata all’abate di <strong>San</strong>taScolastica e non fu più usata come residenza.L’intero complesso architettonico è costituito da tre fabbricati distinti, diversi anche per epoca dicostruzione. Salendo al secondo piano dell’edificio centrale si raggiungono le sette camere checostituiscono gli appartamenti Braschi. Gli affreschi che ricoprono le pareti delle prime tre saleriproducono i Castelli Abbaziali, risalgono alla seconda metà del Settecento e sono opera di LiborioCoccetti e dei fratelli Zuccari. La quinta camera, cui si accede attraverso un transetto, era la saladel trono dell’abate commendatario. Delle decorazioni e dei dipinti originari, oggi restano gliaffreschi della volta, dove si trova il trionfo di Pio VI, circondato da sette figure allegoricherappresentanti la Pace, la Giustizia, la Fede, la Fortezza, la Sapienza, la Purezza e la Prudenza.Sotto il cornicione si può ammirare una serie di scene del Vecchio Testamento.La settima camera era la camera da letto dell’abate. È divisa in due ambienti; nel primo sonopresenti, oltre al trionfo di Pio VI, affreschi di motivi mitologici e sacri e tre piccoli affreschiriproducenti Gesù che conferisce il primato a <strong>San</strong> Pietro, Gesù che cammina sulle acque e <strong>San</strong>Pietro che risuscita un morto. Nel secondo ambiente, dove si trovava il letto dell’abate, si trova unasplendida volta impreziosita da nove affreschi tra i quali spicca, al centro, la Gloria di Dio e dei<strong>San</strong>ti.Dalla sala del trono si scende al primo piano dell’edificio, dove si trovano gli appartamenti Colonna-Macchi e la cappella palatina. Nel salone Colonna, anche detto salone “dei banchetti”, si trova unavolta affrescata con al centro uno stemma in pietra del casato.Scendendo ancora alcuni gradini si accede alle stanze restaurate dall’ultimo commendatario, ilcard. Luigi Macchi. Da queste si raggiunge la cappella palatina, ottagonale, in stile neoclassicobarocco,con presbiterio quadrato. Al centro di una cornice a raggiera si trova un quadro dellaMadonna del Buon Consiglio, alla quale la cappella è dedicata. Sull’altare in marmi policromi unciborio in marmo giallo è impreziosito da lapislazzuli e smeraldi. Il card. Macchi fece restaurare lacappella nel 1899, come ricorda l’epigrafe marmorea sulla porta, coronata da uno stemma delcommendatario.5


All'interno della Rocca dei Borgia è presente il Museo delle Attività Cartarie e della Stampa.Giorni di apertura: Tutti i sabato e domenicaOrari di visita: ore 10.00–20.00Via degli OpificiLa stradina denominata via degli Opifici è un luogo che conserva ancora un aspetto tipicamentemedievale. Conduce verso la parte di Subiaco a ridosso del fiume Aniene, dove si trovavano imulini, che utilizzavano appunto le acque del fiume, un pastificio, un frantoio, i forni a legna e lebotteghe dei fabbri.Nelle pareti esterne di alcune abitazioni della zona sono presenti tre edicole: un affresco dellaMadonna dei Ferrari, un’edicola di <strong>San</strong> Benedetto abate e, in una via vicina, un dipinto su tavoladella Madonna col Bambino.Si incontra infine un ponte in cardellino a tutto sesto, che ha sostituito nel XVIII secolo quellomedievale a sesto acuto documentato da alcune stampe del Settecento.La piazzetta di Pietra SprecataNei secoli XIV-XVI la piazzetta di Pietra Sprecata era un luogo molto importante perché situato allaconfluenza delle principali strade di Subiaco. Inoltre il primo abate commendatario, GiovanniTorquemada, abitò nel palazzetto più antico della piazza.Proprio da questa abitazione Torquemada emanò degli importanti atti giuridici, come lo statuto diSubiaco e Castelli Abbaziali del 1456.La piazzetta è stata restaurata nel 1954, dopo i gravi danni subiti a causa dei bombardamenti del1944.I motivi architettonici medievali fanno della piazzetta di Pietra Sprecata un luogo altamentesuggestivo. Su uno dei due archi gotici si trova un affresco del XIV secolo che ritrae il Salvatore tra<strong>San</strong> Benedetto e <strong>San</strong> Francesco d’Assisi.Un altro arco gotico si trova a sinistra di un pilastro in muratura. Su di esso si nota un’edicola contettoia che dalla fine del 1700 custodisce l’effigie della Madonna della Pietà. La venerazione deisublacensi nei confronti di questa effigie è dovuta al ricordo di un miracolo verificatosi il 19 luglio1796.6


A destra e a sinistra del transetto si trovano, rispettivamente, la cappella del Sacramento e lacappella di <strong>San</strong>t’Andrea. Nella cappella del Sacramento si trovano una tela di Sebastiano Concaraffigurante la Pesca miracolosa, restaurata dal pittore sublacense Benedetto Tozzi, e un Crocifissoscolpito in legno. L’altare con il tabernacolo della cappella del Sacramento e l’altare che si trovanella cappella di <strong>San</strong>t’Andrea sono stati entrambi costruiti utilizzando marmi provenienti dalla villatraianea di Arcinazzo.Dalla cappella del Sacramento è possibile accedere al tempietto votivo della Madonna Immacolata,a pianta ottagonale, dove si trova una tela del ’700, opera di Sebastiano Conca, raffigurante laMadonna Immacolata.Lateralmente alla navata centrale si trovano tre cappelle a sinistra e, a destra, la cappellina dellaMadonna del mare seguita da altre tre cappelle. Ognuna di esse custodisce un altare e delle tele.Ne citiamo alcune: <strong>San</strong> Giuseppe svegliato dall’Angelo del Cavallini; Morte di <strong>San</strong>ta Scolastica diautore ignoto; Estasi di <strong>San</strong>ta Chelidonia del Nocchi; un Gesù Salvatore dei secoli XV-XVI di autoreignoto; una Madonna del Rosario e le quattordici tele della Via Crucis, anch’esse di autore ignoto.Anche nella sacrestia sono conservate diverse tele, citiamo le due più interessanti: una Madonnacol Bambino attribuita al Dolci e un ritratto settecentesco di Pio VI.Chiesa di <strong>San</strong> PietroL’attuale chiesa è la ricostruzione, effettuata negli anni 1949-1950, di una chiesa preesistentedistrutta nel 1944 dai bombardamenti. Il campanile, invece, non è stato danneggiato dagli eventibellici.Precedentemente al posto dell’attuale c’era un tempietto settecentesco e, prima ancora, unachiesa delle stesse dimensioni dell’attuale, probabilmente della stessa epoca del campanile.La chiesa, con tetto a capriate, riprende lo stile romanico del campanile. Quest’ultimo risale aisecoli XI-XII ed è l’elemento che conferisce importanza alla chiesa. Termina con cuspide apiramide ottagonale ed è strutturato in quattro zone: due a parete piena e due munite di biforedivise da colonnine di pietra.8


parete. La catacomba assume rilievo perché testimone del primo nucleo abitato di Subiaco, sortoappunto intorno all’antica chiesetta di <strong>San</strong> Lorenzo Martire.I resti archeologici non sono facili da individuare e si trovano all’interno di una proprietà privata.Il ponte di <strong>San</strong> FrancescoIl ponte di <strong>San</strong> Francesco è così denominato a causa della sua vicinanza al convento omonimo, maoriginariamente era chiamato ponte di Campo d’Arco.Tradizionalmente, la storia della sua costruzione è legata a un episodio bellico verificatosi nel 1356,quando le truppe sublacensi, guidate dall’abate feudatario Ademaro, sconfissero le truppe tiburtinepresso Campo d’Arco, località vicina al convento di <strong>San</strong> Francesco. Il riscatto pagato dai tiburtiniper i prigionieri sarebbe stato destinato da Ademaro alla costruzione del ponte.Il ponte consente l’attraversamento pedonale delle acque dell’Aniene in uno scenario naturalemolto suggestivo. È costituito da una sola arcata a tutto sesto di circa 37 m di lunghezza e 20 dialtezza ed è munito di una torretta quadrangolare di controllo. Ha una linea tipicamentetrecentesca ed è in pietra cardellino di colore ocra scurito dagli anni.Nel 1786, per volere di Pio VI, fu restaurato radicalmente. Fortunatamente non è statodanneggiato dagli eventi del secondo conflitto mondiale, dunque conserva inalterata la strutturaoriginaria.L’Arco trionfaleProgettato dall’architetto Pietro Camporese, fu costruito tra il 1788 e il 1789. Il monumento è latestimonianza della gratitudine che la comunità sublacense volle dimostrare a papa Pio VI per avertanto contribuito allo sviluppo urbanistico e industriale della città; fu inaugurato il 18 maggio 1789alla presenza di Pio VI con una solenne cerimonia. Originariamente l’Arco trionfale eracompletamente isolato dalle abitazioni, e questo permetteva di metterne in luce la solennità el’imponenza.Costruito in pietra locale, è sovrastato da un grande stemma di Pio VI. L’Arco è in stile neoclassico,con colonne ioniche e arcata unica a tutto sesto.ItinerarioVilla di Nerone - Monastero di <strong>San</strong> BenedettoL’itinerario si prende dalla scalinata accanto all’area archeologica della Villa di Nerone (costruita54-55 d.C), prima tappa del percorso. Nella prima parte del tragitto, attraversando l’imponentelecceta, è possibile ammirare due piccole cappelle, la prima, quella di <strong>San</strong> Clemente, prende ilnome dal primo monastero fondato da <strong>San</strong> Benedetto di cui sono visibili i resti all’interno dellastessa area della villa neroniana. Continuando lungo la scalinata si arriva al Monastero di <strong>San</strong>taScolastica, dov’è possibile effettuare visite guidate. Terminata la visita, è possibile riprenderel’itinerario uscendo dall’ingresso di <strong>San</strong>ta Scolastica, girando a destra e continuando sino a che siincontrerà una scalinata, lungo le quali è possibile ammirare la piccola cappella di <strong>San</strong>ta Crocella(XII sec.), luogo di grande importanza per il percorso spirituale di <strong>San</strong> Benedetto, poiché quiricevette l’abito monastico. Proseguendo, attraversata la strada, si accede ultima parte delpercorso, che conduce al Monastero di <strong>San</strong> Benedetto, ultima tappa dell’itinerario.Punto di partenza: Parcheggio area archeologica di Villa di NeronePunto di arrivo: Monastero di <strong>San</strong> BenedettoLunghezza: 2,6 km – Andata e ritorno10


Bed and BreakfastBelvedereVia dei Monasteri 3300028 Subiaco (Roma)Tel.: 0774 85531 - 822595Fax: 0774 85920Casa Lieta - Casa VacanzeContrada Tollano SP 44b-km 3,10000028 Subiaco (Roma)Tel.: 0774 83671-84567Fax: 0774 84567Cell.: 339 3948962La ChiocciolaContrada Castagnola00028 Subiaco (Roma)Tel.: 0774 822583Cell.: 335 6562801Le QuerceContrada <strong>San</strong> Nicola00028 Subiaco (Roma)Tel.: 0774 83122Cell.: 339 3790874Foresteria <strong>San</strong>ta ScolasticaVia dei Monasteri00028 Subiaco (Roma)Tel.: 077485569Fax: 0774822862info@terredaniene.comhttp://www.terredaniene.com11

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