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manuale di prevenzione cardiovascolare - Educazione alla Salute ...

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<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 1


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 3Società Italiana <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologiacon il Patrocinio del Ministero della <strong>Salute</strong>Vivi al ritmo del cuore.Tutti i consigli per prendersi cura del proprio cuore.Acaya Formazione & <strong>Salute</strong>E<strong>di</strong>tori: SIC (Società Italiana <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia), Via Po, 24, 00198, RomaAcaya Formazione & <strong>Salute</strong>, Via Francesco Cangiullo, n. 22/24, 00142, RomaIllustrazioni: immagini a cura dello stu<strong>di</strong>o grafico <strong>di</strong> Acaya Formazione & <strong>Salute</strong>Stampa: Tipocartotecnica Rinascimento, Viale Dei Colli Portuensi, n. 49, 00151, RomaPrima e<strong>di</strong>zione: ottobre 2007© 2007 Tutti i <strong>di</strong>ritti sono riservati.Nessuna parte <strong>di</strong> questa pubblicazione può essere riprodotta, trasmessa o memorizzata inqualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, senza previa autorizzazione degli E<strong>di</strong>tori.Gruppo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della Società Italiana <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia sulle malattie car<strong>di</strong>ovascolari nella donna.A cura <strong>di</strong>:Dott.sa Cristiana Vitale Prof. Francesco Romeo Prof. Francesco FedeleIRRCS San Raffaele - Roma Università "Tor Vergata "Università "La Sapienza" - RomaI consigli contenuti in questa guida non sostituiscono la cura professionale me<strong>di</strong>ca.Solo il me<strong>di</strong>co può <strong>di</strong>agnosticare e curare un problema me<strong>di</strong>co.copia omaggioLE MALATTIECARDIOVASCOLARI NONSONO UN PROBLEMASOLO DELL’UOMO.Nelle donne dopo i 50 anni le malattie car<strong>di</strong>ovascolarirappresentano la prima causa<strong>di</strong> morte. Eppure meno del 50% delle donnene è consapevole.Il principale problema <strong>di</strong> salute nella donna non èil tumore della mammella o del sistema riproduttivoma le malattie car<strong>di</strong>ovascolari. Queste sonola principale causa <strong>di</strong> morte non solo nell’uomoma anche nella donna, soprattutto dopo lamenopausa, e causano un numero <strong>di</strong> mortimolto superiore a quello attribuibile a tutte leforme <strong>di</strong> tumore messe insieme. La probabilità<strong>di</strong> morire per una malattia car<strong>di</strong>ovascolare è <strong>di</strong>6 volte superiore a quella dovuta al tumore dellamammella e ogni minuto una donna muore acausa <strong>di</strong> un evento car<strong>di</strong>ovascolare. Eppure menodella metà delle donne è a conoscenza <strong>di</strong> questeevidenze, con gravi ripercussioni sulla possibilità<strong>di</strong> attuare una corretta <strong>prevenzione</strong>.Il decorso delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari è più gravenella donna che nell’uomo. Questo può essereattribuito a vari fattori ma anche e soprattutto<strong>alla</strong> tendenza delle donne a sottovalutare i sintomi,<strong>alla</strong> maggiore capacità <strong>di</strong> sopportazione deldolore ed <strong>alla</strong> frequente presentazione atipica,dal punto <strong>di</strong> vista dei sintomi clinici, della malattiacar<strong>di</strong>ovascolare nelle donne, che non solopuò ritardare il riconoscimento dell’evento mapuò anche compromettere l’efficacia delle cure.Rispetto all’uomo, le malattie car<strong>di</strong>ovascolaricompaiono nella donna con circa 10 anni <strong>di</strong> ritardo,manifestandosi soprattutto dopo i 50 anni nelperiodo post-menopausale.Considerando che ogni donna vive circa 1/3 dellapropria vita in menopausa è facile comprenderecome la lotta alle malattie car<strong>di</strong>ovascolari rappresentiper ogni donna un obiettivo prioritario.Le donne quin<strong>di</strong> devono cominciare a prendersicura non solo “del cuore del proprio marito ocompagno”, come veniva detto nel passato, maanche e soprattutto del proprio cuore. Ciò deveesser fatto attraverso una adeguata <strong>prevenzione</strong>dei fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare.LE EVIDENZE• Nelle donne dopo i 50 anni il 40-50% dellemorti è dovuto alle malattie car<strong>di</strong>ovascolari(infarto, ictus, etc), mentre meno del 20% a tuttele forme <strong>di</strong> tumore messe insieme e meno del5% al tumore della mammella.• 7 donne su 10 muoiono per un evento car<strong>di</strong>ovascolare.• Dopo la menopausa il rischio <strong>di</strong> morte permalattie car<strong>di</strong>ovascolari <strong>di</strong>viene simile e progressivamentesuperiore a quello degli uomini• Ogni minuto muore 1 donna per una malattiacar<strong>di</strong>ovascolare.• Dopo un attacco car<strong>di</strong>aco la probabilità <strong>di</strong>morte è maggiore nelle donne che negli uomini.4


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 55L’ATEROSCLEROSILa principale causa delle malattie car<strong>di</strong>ovascolariè l’aterosclerosi.L’esposizione prolungata ai fattori <strong>di</strong> rischio (ipertensione,fumo, <strong>di</strong>abete, <strong>di</strong>slipidemia, obesità,ecc) favorisce il processo dell’aterosclerosi determinandoun progressivo irrigi<strong>di</strong>mento della paretedelle arterie ed un danno a livello delle cellule(endotelio) che rivestono internamente la parete<strong>di</strong> questi vasi. Il danno a livello dell’endotelio innescauna serie <strong>di</strong> processi che facilitando l’accumulo <strong>di</strong>grasso e cellule del sangue, come le piastrine,portano <strong>alla</strong> formazione ed <strong>alla</strong> crescita delleplacche <strong>di</strong> aterosclerosi all’interno delle arterie.Queste ultime aumentano <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, per ilpersistere dell’esposizione ai fattori <strong>di</strong> rischio, erestringono progressivamente la parte internadel vaso (lume). Il restringimento del vaso, chepuò progre<strong>di</strong>re fino <strong>alla</strong> completa chiusura (occlu-sione) o il <strong>di</strong>stacco <strong>di</strong> una parte della placca(embolo) possono interrompere parzialmente ototalmente l’apporto <strong>di</strong> sangue, e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> ossigenoe nutrienti, a livello degli organi alimentati dallearterie colpite, determinando un quadro <strong>di</strong> assenza<strong>di</strong> apporto <strong>di</strong> sangue che se temporanea determinauno stato <strong>di</strong> ischemia mentre se perdura causa lamorte delle cellule (necrosi).In funzione dell’arteria interessata si possonoavere <strong>di</strong>versi quadri clinici.Se vengono interessate le:Coronarie (arterie che irrorano il cuore), si ha lacar<strong>di</strong>opatia ischemica che comprende:• L’angina dovuta <strong>alla</strong> temporanea riduzione <strong>di</strong>sangue al cuore durante uno sforzo (angina dasforzo) o a riposo (angina spontanea).• L’infarto del miocar<strong>di</strong>o conseguente <strong>alla</strong> morte(necrosi) <strong>di</strong> una parte più o meno ampia <strong>di</strong> celluledel cuore per la prolungata mancanza <strong>di</strong> sangue.Arterie che portano il sangue al cervello si ha lacerebropatia ischemica che comprende:• L’attacco ischemico transitorio (TIA) dovuto<strong>alla</strong> temporanea riduzione <strong>di</strong> sangue al cervello.• L’ictus dovuto <strong>alla</strong> necrosi <strong>di</strong> una porzione piùo meno ampia delle cellule del cervello.Arterie che portano il sangue agli arti inferiori siha l’arteriopatia obliterante che comprende:• La clau<strong>di</strong>catio intermittens dovuta <strong>alla</strong> temporaneariduzione del flusso <strong>di</strong> sangue durante unosforzo; con il progre<strong>di</strong>re della malattia il livello <strong>di</strong>sforzo per suscitare dolore <strong>di</strong>viene sempre piùesiguo. Quando il grado <strong>di</strong> restringimento è marcatoil dolore compare anche a riposo ed aumentail rischio <strong>di</strong> gangrena.I FATTORI DI RISCHIOI fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolari sono quelle con<strong>di</strong>zionicliniche e/o abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita la cui presenza,favorendo il processo <strong>di</strong> aterosclerosi, aumentala probabilità che un in<strong>di</strong>viduo possa avere unadeterminata malattia a livello del cuore o dei vasi,rispetto <strong>alla</strong> popolazione che non presenta questevariabili.PER SAPERE SE SEI A RISCHIODI AVERE UNA MALATTIACARDIOVASCOLARE RISPONDIA QUESTE SEMPLICI DOMANDE• Ho più <strong>di</strong> 55 anni?• Sono in menopausa?• Sono <strong>di</strong>abetica?• Fumo?• La pressione supera 140-90?• Sono in sovrappeso/obesa?• Il colesterolo totale supera 200?• Il colesterolo HDL è minore <strong>di</strong> 40?• I trigliceri<strong>di</strong> superano 150?• Ho una vita sedentaria?• Ho una <strong>di</strong>eta non equilibrata?(salto i pasti, mangio molti fritti,snacks, dolci, ecc)• Ho familiarità per malattiecar<strong>di</strong>ovascolari?• Sono stressata/depressa?• Penso che le malattie car<strong>di</strong>ovascolarinon riguar<strong>di</strong>no la donna• Consulto meno <strong>di</strong> una voltaall’anno il me<strong>di</strong>coSINOSE HAI RISPOSTO DI SÌ A PIÙ DI UNADOMANDA IL RISCHIO ESISTE ED ÈTANTO MAGGIORE QUANTE PIÙVOLTE HAI RISPOSTO DI SÌ.I fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare, vengono sud<strong>di</strong>visiin due gruppi: i fattori mo<strong>di</strong>ficabili e quelli nonmo<strong>di</strong>ficabili.FATTORI DI RISCHIONON MODIFICABILIetàsessofamiliarità epre<strong>di</strong>sposizionegeneticaFATTORI DI RISCHIOMODIFICABILIfumoiperalimentazione e<strong>di</strong>eta non equilibratainattività fisicasovrappeso/obesità<strong>di</strong>abete e alterazionidel metabolismo deglizuccherisindrome metabolica<strong>di</strong>slipidemiaipertensione arteriosa6


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 77I FATTORI DI RISCHIONON MODIFICABILII fattori <strong>di</strong> rischio non mo<strong>di</strong>ficabili sono quellevariabili innate che non possono essere mo<strong>di</strong>ficateda fattori esterni o da cambiamenti dello stile <strong>di</strong>vita. Essi sono rappresentati dall’età, dal sesso,d<strong>alla</strong> familiarità e/o d<strong>alla</strong> pre<strong>di</strong>sposizione genetica.Età: la comparsa delle malattie car<strong>di</strong>ovascolariaumenta con l’aumentare dell’età, sia in conseguenzadel progressivo processo <strong>di</strong> invecchiamentoche del prolungarsi della esposizione ai fattori <strong>di</strong>rischio.Sesso: negli uomini le malattie car<strong>di</strong>ovascolaritendono a manifestarsi già a partire dai 40 annimentre nella donna compaiono soprattutto dopo i55 anni, con l’avvento della menopausa, che induceun aumento del rischio car<strong>di</strong>ovascolare <strong>di</strong> per sé,in<strong>di</strong>pendentemente dal fattore età.Prima della menopausa, infatti, il rischio car<strong>di</strong>ovascolareè basso ed è <strong>di</strong> 3-4 volte inferiore a quellodell’uomo, perché gli ormoni sessuali svolgono unaazione <strong>di</strong> protezione sul cuore e sui vasi ritardandola comparsa delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari. Con lamenopausa e quin<strong>di</strong> con la fine della produzionedegli ormoni sessuali la donna va incontro progressivamentead un aumento del rischio car<strong>di</strong>ovascolare.Pre<strong>di</strong>sposizione familiare e/o genetica: le malattiecar<strong>di</strong>ovascolari si presentano con maggiorefrequenza fra i familiari <strong>di</strong> persone che ne hannoavuto una.Tuttavia, pur in presenza dei fattori <strong>di</strong> rischio nonmo<strong>di</strong>ficabili, le malattie car<strong>di</strong>ovascolari possonoessere prevenute e quin<strong>di</strong> evitate perché la maggiorparte dei fattori <strong>di</strong> rischio che contribuiscono<strong>alla</strong> comparsa <strong>di</strong> queste malattie sono mo<strong>di</strong>ficabilie possono quin<strong>di</strong> essere controllati o eliminati graziea mo<strong>di</strong>ficazioni dello stile <strong>di</strong> vita o all’assunzione<strong>di</strong> farmaci, quando necessario.I FATTORI DI RISCHIOMODIFICABILII principali fattori <strong>di</strong> rischio mo<strong>di</strong>ficabili sono ilfumo, la sedentarietà, l’eccessivo consumo <strong>di</strong>cibo e alcol, l’aumento dei grassi nel sangue(<strong>di</strong>slipidemia), le alterazioni del metabolismodegli zuccheri e il <strong>di</strong>abete, il sovrappeso e/ol’obesità, l’ipertensione arteriosa.Sebbene i fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare sianogli stessi nei due sessi, nella donna in menopausail <strong>di</strong>abete, l’ipertensione arteriosa, gli alti livelli <strong>di</strong>trigliceri<strong>di</strong> ed i bassi livelli <strong>di</strong> colesterolo buono(HDL-c) aumentano il rischio in modo più rilevanterispetto agli uomini. Per tale motivo questi fattori<strong>di</strong> rischio devono essere prontamente identificati etrattati per ridurre il rischio car<strong>di</strong>ovascolare.La <strong>prevenzione</strong> delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari puòessere attuata solo trattando i <strong>di</strong>versi fattori <strong>di</strong>rischio nel loro complesso e non singolarmente.Infatti, i fattori <strong>di</strong> rischio non agiscono in manierain<strong>di</strong>pendente ed isolata, ma ciascun fattore interagiscecon gli altri in modo che il peggioramento o ilmiglioramento dell’uno determini il peggioramentoo il miglioramento degli altri, con un effettonegativo a livello del sistema car<strong>di</strong>ovascolare chesi moltiplica invece che sommarsi.E questo è quello che viene chiamato rischio car<strong>di</strong>ovascolareglobale: tanti più fattori <strong>di</strong> rischio sonopresenti contemporaneamente in uno stessoin<strong>di</strong>viduo e tanto più alto è il rischio car<strong>di</strong>ovascolareglobale <strong>di</strong> quell’in<strong>di</strong>viduo e <strong>di</strong> conseguenza tantopiù aggressivi dovranno essere gli accorgimenti e<strong>di</strong> trattamenti da adottare al fine <strong>di</strong> ottenere un’adeguata<strong>prevenzione</strong> delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari.LA CONOSCENZA E LA MODIFICAZIONEDEI FATTORI DI RISCHIO CARDIO-VASCOLARE RAPPRESENTANO LOSTRUMENTO PIÙ IMPORTANTE DELLAPREVENZIONE CARDIOVASCOLARE.La conoscenza dei <strong>di</strong>versi fattori <strong>di</strong> rischio a cui sipuò esser esposti e la consapevolezza che la loropresenza possa aumentare il rischio <strong>di</strong> avere unamalattia car<strong>di</strong>ovascolare futura rappresentano learmi insostituibili per prevenire e combattere lemalattie car<strong>di</strong>ovascolari. La <strong>prevenzione</strong> car<strong>di</strong>ovascolareha infatti lo scopo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare e<strong>di</strong>ntervenire attivamente sui fattori <strong>di</strong> rischio cheessendo mo<strong>di</strong>ficabili possono essere aggre<strong>di</strong>tidall’esterno.Ed è proprio in questa fase della vita, la menopausa,che il cuore ed i vasi hanno più bisogno <strong>di</strong>attenzioni: prendere coscienza <strong>di</strong> quelli che sono ifattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare e acquisire learmi per prendersi cura del proprio cuore e deipropri vasi è il più grande investimento che sipossa fare per un domani migliore.ABBI CURADEL TUO CUORE…Per prevenire la comparsa delle malattie car<strong>di</strong>ovascolaripren<strong>di</strong>ti cura del tuo cuore: smetti <strong>di</strong>fumare, fai attività fisica regolare e segui una <strong>di</strong>etasana, ricca <strong>di</strong> frutta e verdure.Sono piccoli accorgimenti eppure se attuati tuttiinsieme possono ridurre fino all’80% il rischiofuturo <strong>di</strong> malattia car<strong>di</strong>ovascolare e possonoaiutarti a <strong>di</strong>re:ADDIO malattie car<strong>di</strong>ovascolariA = abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita(alimentazione, attività fisica, fumo)D = <strong>di</strong>abeteD = <strong>di</strong>slipidemiaI = ipertensione arteriosaO = obesità…E DI CHITI STA A CUORELa conoscenza da parte delle donne dei fattori <strong>di</strong>rischio car<strong>di</strong>ovascolare è importante non soloper la salvaguar<strong>di</strong>a della loro stessa salute maanche per il ruolo che la donna ha nella società enell’educazione dei figli. La maggior parte delleabitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita, sia relative all’alimentazione cheai comportamenti (fumo, attività fisica, etc) siacquisiscono, infatti, durante l’infanzia, un periodonel quale la donna svolge un ruolo chiave.Far crescere con uno stile <strong>di</strong> vita equilibrato quelliche saranno gli uomini e le donne del domanirappresenta l’arma vincente per prevenire e ridurrela comparsa delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari, chesono ancora oggi in costante aumento nonostante8


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 9QUALI SONOI FATTORI DI RISCHIOMODIFICABILI?FUMOVIETATO FUMAREfine <strong>di</strong> compensare la mancanza del piacere indottod<strong>alla</strong> sigaretta con quello indotto dal cibo.AL POSTO DI UNA SIGARETTA FAIESERCIZIO FISICO… E CON UNASEMPLICE SCELTA HAI GIÀ INIZIATOLA TUA LOTTA CONTRO LE MALATTIECARDIOVASCOLARIALIMENTAZIONEMANGIAR BENE FA BENE AL CUORE9la possibilità <strong>di</strong> intervenire sui fattori <strong>di</strong> rischio chene causano la comparsa.Tra l’altro, le o<strong>di</strong>erne abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vita, caratterizzateda sedentarietà e iperalimentazione (fast-food,snack, tendenza a saltare i pasti ecc) stannoportando ad un progressivo aumento della comparsa<strong>di</strong> obesità, <strong>di</strong>abete, <strong>di</strong>slipidemia anche neigiovani, favorendo il futuro manifestarsi delle patologiecar<strong>di</strong>ovascolari in fasce sempre più ampiedella popolazione.Le donne che fumano hanno unrischio da 2 a 6 volte maggiore<strong>di</strong> avere una malattia car<strong>di</strong>ovascolarerispetto alle donne nonfumatrici e tale rischio aumentacon il numero <strong>di</strong> sigarette fumateal giorno. L’aspettativa <strong>di</strong> vita nelle donne fumatriciè <strong>di</strong> circa 10 anni inferiore rispetto alle donneche non fumano.Il fumo favorisce la comparsa delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari,danneggiando le cellule che rivestonointernamente i vasi (endotelio), irrigidendo ivasi arteriosi, aumentando la pressione delsangue e favorendo la formazione delle placche<strong>di</strong> aterosclerosi.Smettendo <strong>di</strong> fumare il rischio car<strong>di</strong>ovascolare siriduce in breve tempo <strong>di</strong>mezzandosi nel primoanno e <strong>di</strong>venendo sovrapponibile a quello delledonne che non fumano dopo circa 5 anni.Smettendo <strong>di</strong> fumare migliora anche la respirazione,il sonno, i livelli del colesterolo “buono” HDL ela capacità <strong>di</strong> esercizio; inoltre si riduce il rischio <strong>di</strong>cancro, soprattutto polmonare.Non è vero che smettendo <strong>di</strong> fumare si aumenta irrime<strong>di</strong>abilmente<strong>di</strong> peso. Spesso l’aumento <strong>di</strong> peso èconseguente ad un aumentata introduzione <strong>di</strong> cibo, alIL FUMOPRIMA DELLA MENOPAUSAIl fumo:• nelle donne che assumono contraccettivi oraliaumenta il rischio <strong>di</strong> infarto e <strong>di</strong> ictus fino a 30 volterispetto alle donne <strong>di</strong> pari età non fumatrici• <strong>di</strong>minuisce del 10-40% la capacità <strong>di</strong> avere unagravidanza• anticipa <strong>di</strong> 2-3 anni la comparsa della menopausa• danneggia l’aspetto fisico: la pelle <strong>di</strong>viene menoelastica, le rughe compaiono più velocemente, icapelli perdono <strong>di</strong> lucentezza e vitalità, risultando piùsuscettibili <strong>alla</strong> caduta, i denti e le unghie si ingialliscono,la cellulite aumentaUn’alimentazione sana ed equilibrata migliora lostato <strong>di</strong> salute generale. Viceversa una alimentazionescorretta può contribuire ad aumentare il pesocorporeo, i valori della pressione, dei grassi delsangue (colesterolo e trigliceri<strong>di</strong>) e della glicemia.Sono sufficienti 2 parole per descrivere una <strong>di</strong>etaequilibrata: quantità e qualità.Quantità perché il numero delle calorie introdottecon il cibo dovrebbe essere pari a quello delle calorieconsumate (con le attività quoti<strong>di</strong>ane e con un’attivitàfisica regolare).Qualità perché è importante non solo quanto maanche cosa si mangia.Seguire una <strong>di</strong>eta non vuole <strong>di</strong>re sempre sottoporsi arinunce e costrizioni ma può anche semplicementesignificare controllare ciò che si mangia, cercando <strong>di</strong>preferire agli alimenti grassi e calorici quelli ad azioneprotettiva sul cuore e sui vasi.Piccole quantità <strong>di</strong> alcol (es un bicchiere <strong>di</strong> vino algiorno, soprattutto se rosso) possono proteggere ilcuore, aumentando i livelli del colesterolo “buono”HDL; viceversa un consumo eccessivo può esseredannoso perché aumenta il peso corporeo, la pressionedel sangue ed i livelli <strong>di</strong> glicemia e trigliceri<strong>di</strong>.10


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 1111CONSIGLI DIETETICIIMPARA A MANGIARE CON IL CUORELimita• il consumo <strong>di</strong> carne e uova (non più <strong>di</strong> due lasettimana). Meglio il pesce come fonte <strong>di</strong> proteine,sia fresco che surgelato (2-3 volte a settimana). Ilpesce (in particolare alici, sar<strong>di</strong>ne, sgombro esalmone) è ricco <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> grassi poliinsaturi Omega3 che hanno effetti car<strong>di</strong>o-protettivi.• l’uso del sale perché aumenta la pressione delsangue. Sostituiscilo con spezie ed erbe aromaticheper insaporire i cibi.Riduciil consumo dei grassi saturi, contenuti nelle carnigrasse, nel latte intero, nei formaggi e nel burro,perché facilitano l’aumento <strong>di</strong> colesterolo nel sangue.Meglio i grassi <strong>di</strong> origine vegetale.Aumentail consumo quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> frutta fresca, verdure eproteine vegetali (fagioli, ceci ed altri legumi)perché questi alimenti, assicurano un cospicuoapporto <strong>di</strong> vitamine e minerali ed aiutano aridurre l’apporto <strong>di</strong> calorie aumentando il senso<strong>di</strong> sazietà.Questi alimenti sono anche ricchi <strong>di</strong> fitosteroli(l’equivalente vegetale del colesterolo) che riduconol’assorbimento intestinale del colesterolo.Utilizzacotture semplici (tegami antiaderenti, al cartoccio,forno a microonde, al vapore) e con<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>origine vegetale (olio extravergine d’oliva) e spezieperchè riducono i grassi ed il consumo <strong>di</strong> sale.Bevialmeno un litro e mezzo <strong>di</strong> acqua al giorno.Asseconda sempre il senso <strong>di</strong> sete e anzi tenta <strong>di</strong>anticiparlo. L’acqua non fa ingrassare, perché noncontiene calorie; le variazioni <strong>di</strong> peso dovute all’ingestioneo eliminazione dell’acqua sono momentaneeed ingannevoli. Non è vero che bere molta acquaaumenta la ritenzione idrica ma anzi la riduce. Laritenzione idrica <strong>di</strong>pende più dal sale e da altresostanze contenute nei cibi che consumiamo ched<strong>alla</strong> quantità <strong>di</strong> acqua che ingeriamo. Meglioevitare le bevande confezionate perché ricche <strong>di</strong>zuccheri. Se ti piace bevi un bicchiere <strong>di</strong> vino,meglio se rosso, al giorno perché è ricco <strong>di</strong>antiossidanti e favorisce l’aumento del colesterolobuono.Non saltare i pastiperché non aiuta a <strong>di</strong>magrire e porta a mangiaregran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> cibo in un pasto unico, con conseguente<strong>di</strong>fficile consumo delle calorie introdotte(specialmente se l'unico pasto è quello serale).Leggi l’etichetta degli alimenti• per conoscere il contenuto in grassi, zuccheri,proteine, so<strong>di</strong>o e calorie.• bilancia il numero delle calorie introdotte con quelleconsumate e ricorda in linea <strong>di</strong> massima che ilfabbisogno <strong>di</strong> calorie al giorno può essere calcolatomoltiplicando 30 calorie x Kg al dì se si fa vita attivae 25 calorie x kg se si fa vita sedentaria.Varia spesso le tue scelte a tavolaper non squilibrare la <strong>di</strong>eta perché ogni cibo ha unsuo preciso ruolo nell’alimentazione quoti<strong>di</strong>ana.Controllaquello che mangi e le calorie introdotte ad ogni pasto.IMPARA A CUCINARE CON IL CUORE• per la cottura dei vegetali usa poca acqua, megliose già bollente, e se puoi riutilizzala per recuperarei sali minerali.• utilizza tegami antiaderenti, cotture al cartoccio,forno a microonde, cottura al vapore, ecc, perché tiaiuteranno a moderare l’uso <strong>di</strong> oli e sale.• al posto dei con<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> origine animale (burro,lardo, strutto, panna, ecc) preferisci quelli <strong>di</strong> originevegetale: soprattutto olio extravergine d'oliva e oli<strong>di</strong> semi. Usali preferibilmente a crudo ed evita <strong>di</strong>riutilizzare i con<strong>di</strong>menti già cotti.Se sei <strong>di</strong>abetica• modera la quantità <strong>di</strong> grassi ed oli che usi percon<strong>di</strong>re e cucinare.• consuma gli zuccheri (carboidrati) secondo quantostabilito dal me<strong>di</strong>co e seleziona gli zuccheri preferendoquelli a lento assorbimento rispetto a quelliche vengono assorbiti rapidamente. Riduci la frutta,evitando i cachi, i fichi e le ciliegie.• evita zucchero ed alimenti che lo contengono (dolci,caramelle, miele, bevande zuccherate (es. aranciata,cola, succhi <strong>di</strong> frutta, ecc), alcol, frutta can<strong>di</strong>ta osciroppata, frutta secca, noci, noccioline, castagne,arachi<strong>di</strong>, formaggi grassi e stagionati, insaccati.• riduci il consumo giornaliero del sale e limital’uso <strong>di</strong> con<strong>di</strong>menti alternativi contenenti so<strong>di</strong>o(dado da brodo, ketchup, salsa <strong>di</strong> soia, senape, ecc)• non saltare i pasti, rispettando i tre pasti quoti<strong>di</strong>ani.È una cattiva abitu<strong>di</strong>ne che non solo non fa <strong>di</strong>magrirema affatica il pancreas e fa rischiare l’ipoglicemia,soprattutto nelle donne che assumono farmaci peril controllo della glicemia.Se sei ipertesa• riduci il consumo giornaliero del sale e limital’uso <strong>di</strong> con<strong>di</strong>menti alternativi contenenti so<strong>di</strong>o(dado da brodo, ketchup, salsa <strong>di</strong> soia, senape, ecc)• al posto del sale insaporisci i cibi con erbe aromatiche(come aglio, cipolla, basilico, prezzemolo,rosmarino, salvia, menta, origano, maggiorana,sedano, porro, timo, semi <strong>di</strong> finocchio) e/o spezie(come pepe, peperoncino, noce moscata, zafferano,curry) ed esalta il sapore dei cibi usando succo <strong>di</strong>limone e aceto.• evita <strong>di</strong> consumare alimenti trasformati ricchi <strong>di</strong>sale (snacks salati, patatine in sacchetto, olive datavola, alcuni salumi e formaggi) e usa solo saltuariamentele paste o zuppe pronte (precotte) perchéhanno un elevato contenuto <strong>di</strong> sale.• modera la quantità <strong>di</strong> grassi ed oli che usi percon<strong>di</strong>re e cucinare.Se hai il colesterolo alto• modera la quantità <strong>di</strong> grassi ed oli che usi percon<strong>di</strong>re e cucinare, preferendo i con<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>origine vegetale (olio extravergine d'oliva e oli <strong>di</strong>semi o prodotti spalmabili a base <strong>di</strong> fitosterolivegetali) a quelli <strong>di</strong> origine animale (burro, lardo,strutto, panna, ecc).• limita il consumo degli alimenti ricchi in colesteroloquali i formaggi (al posto <strong>di</strong> quelli stagionatipreferisci quelli molli o light), le uova, il latte intero,i fritti, i crostacei, i salumi (al posto <strong>di</strong> salame omortadella scegli la bresaola e il prosciutto crudosenza grasso, le salsicce, ecc.• aumenta il consumo <strong>di</strong> frutta, verdura e cerealiperché sono alimenti ricchi <strong>di</strong> fitosteroli in grado <strong>di</strong>ridurre l’assorbimento intestinale del colesterolo.L’assunzione regolare <strong>di</strong> prodotti ad<strong>di</strong>zionati <strong>di</strong>fitosteroli in quantità adeguate (2 grammi), puòridurre i livelli <strong>di</strong> colesterolo e può essere utile,unitamente ad una <strong>di</strong>eta alimentare sana ed12


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 1313equilibrata, per ottenere una normalizzazione deilivelli <strong>di</strong> colesterolo.Se hai i trigliceri<strong>di</strong> alti• evita <strong>di</strong> introdurre calorie in eccesso.• modera la quantità <strong>di</strong> grassi ed oli che usi percon<strong>di</strong>re e cucinare.• riduci il consumo degli alimenti ricchi <strong>di</strong> zuccheri(alcol, pane, pasta, patate, dolci, ecc).ATTIVITÀFISICAMEGLIO SEAEROBICAE REGOLARELa sedentarietà può far aumentare il peso corporeoe <strong>di</strong> conseguenza i valori della pressione, dei grassidel sangue e della glicemia. Viceversa l’attività fisicaregolare (almeno 3 volte <strong>alla</strong> settimana peralmeno 30 minuti al giorno) costituisce uno deglistrumenti essenziali della lotta contro i fattori <strong>di</strong>rischio perché riduce il peso corporeo, la pressionearteriosa, il colesterolo e la glicemia ed aumenta ilivelli del colesterolo “buono” HDL. Infatti, durantel’esercizio fisico i muscoli bruciano zuccheri egrassi, riducendone i livelli nel sangue, edaumentano il consumo energetico, riducendo latendenza all’aumento <strong>di</strong> peso. Le donne chesvolgono attività fisica regolarmente hanno unrischio car<strong>di</strong>ovascolare fino al 50% più basso <strong>di</strong>quello delle donne che hanno una vita sedentaria.L’attività fisica riduce anche il rischio <strong>di</strong> osteoporosie migliora il benessere psicofisico, riducendo lostress e le tensioni, migliorando l’umore e il sonnoe facilitando l’interazione con gli altri e con sè stessi.Fra gli sport devono essere privilegiati quelli <strong>di</strong> tipoaerobico, rispetto a quelli <strong>di</strong> resistenza (es. sollevamentopesi), e quelli che favoriscono il lavoro delcorpo e degli arti inferiori rispetto a quelli cheutilizzano soprattutto le braccia. Lo sport in acqua,il cammino a buon ritmo, lo jogging, la bicicletta ola cyclette sono gli sport aerobici da privilegiare.I lavori domestici, anche se particolarmente faticosi,non devono essere considerati un tipo <strong>di</strong> attivitàfisica alternativa: per ridurre il rischio car<strong>di</strong>ovascolarenon serve un esercizio intenso e <strong>di</strong> brevedurata ma un’attività fisica regolare e prolungata.Piccoli accorgimenti per cominciare a fare moto ecombattere la sedentarietà possono essere l’utilizzodelle scale al posto dell’ascensore, parcheggiare lamacchina più lontano, scendere qualche fermataprima dall’autobus o utilizzare un contapassi con loscopo <strong>di</strong> fare almeno 10.000 passi al giorno.Quin<strong>di</strong>ci minuti al giorno <strong>di</strong> camminata o <strong>di</strong> marciasul posto, anche magari mentre si guarda latelevisione, è un altro modo per iniziare a fare attivitàfisica. Aggiungendo ogni settimana 5 minuti <strong>di</strong>esercizio in più si può arrivare progressivamenteall’obiettivo dei 30 minuti <strong>di</strong> moto al giorno a sedutaper un minimo <strong>di</strong> tre allenamenti a settimana(meglio se a giorni alterni).Una passeggiata a passo svelto per 40 minuti 3volte la settimana riduce sensibilmente il rischio <strong>di</strong>eventi car<strong>di</strong>ovascolari.Ogni seduta <strong>di</strong> allenamento dovrebbe comprenderetre fasi:1. Fase iniziale <strong>di</strong> riscaldamento e stretching <strong>di</strong>almeno 5-10 minuti: permette <strong>di</strong> attivare i muscolie <strong>di</strong> aumentare gradualmente l’attività respiratoriaed il flusso <strong>di</strong> sangue.2. Fase <strong>di</strong> lavoro aerobico della durata <strong>di</strong> 20-40minuti: comprende esercizi <strong>di</strong>namici <strong>di</strong> intensitàprogressiva nei primi 10 minuti e costante neisuccessivi 20-30 minuti. Durante questa fasel’intensità dello sforzo può essere regolata sullabase della frequenza car<strong>di</strong>aca che non deve maisuperare il 50% del valore massimo (calcolabile conla formula: 220 – età) raggiungibile dal soggetto.3. Fase <strong>di</strong> recupero e <strong>di</strong> rilassamento <strong>di</strong> circa 5-10minuti: la frequenza del battito car<strong>di</strong>aco e dellarespirazione si riducono gradualmente per tornareai livelli <strong>di</strong> partenza.Se, durante l'esercizio, compare dolore o un fasti<strong>di</strong>oal torace, al collo o alle braccia, l’esercizio deveessere prontamente interrotto e bisogna avvisare ilme<strong>di</strong>co curante.COME MISURARE LAFREQUENZA CARDIACAPer contare i battiti del cuore appoggia l’in<strong>di</strong>cesulla superficie interna dell’avambraccio all’altezzadel polso, in linea con il pollice. Conta per quin<strong>di</strong>cisecon<strong>di</strong> le pulsazioni che senti e moltiplica ilnumero per quattro. Avrai così il quadro dell’attivitàcar<strong>di</strong>aca. Alternativamente si può usare uncar<strong>di</strong>ofrequenzimetro.TABELLA BRUCIA CALORIESPORTBiciclettaCorsaMarciaNuotoGinnasticaBalloTennis (amatoriale)SOVRAPPESOOBESITÀCERCA DI PERDEREI CHILI DI TROPPOCALORIE/MINUTO5 - 10 Kcal10 - 12 Kcal5 - 7 Kcal8 -10 Kcal5 - 7 Kcal5 - 7 Kcal5 -7 KcalSe il peso corporeo è stato sempre un problema,ora con la menopausa le cose peggioreranno senon farai attenzione. Gli ormoni prodotti dall’ovaiodurante il periodo fertile della vita regolano laquantità e la <strong>di</strong>stribuzione del grasso corporeofavorendone la <strong>di</strong>slocazione soprattutto a livellodella regione delle braccia e dei glutei-fianchi(obesità a pera o ginoide). Con la menopausa equin<strong>di</strong> con la cessazione della produzione degliormoni ovarici si assiste non solo ad un aumentodella quantità <strong>di</strong> grasso ma anche ad una sua ri<strong>di</strong>stribuzionea livello della regione addominale,associata ad un maggior rischio car<strong>di</strong>ovascolare(obesità a mela o androide).Infatti, l’accumulo <strong>di</strong> grasso in sede addominalenon si traduce solo in una o più taglie in più maanche e soprattutto in un aumento del rischio car<strong>di</strong>ovascolare,conseguente all’incremento dei livelli14


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 1515dei grassi nel sangue, alle alterazioni del metabolismodegli zuccheri che pre<strong>di</strong>spongono <strong>alla</strong>comparsa del <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> tipo 2 ed all’aumento deivalori della pressione arteriosa. La per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> peso,anche se piccola, si oppone alle mo<strong>di</strong>ficazionisopradette e la normalizzazione del peso corporeoriduce il rischio <strong>di</strong> malattie car<strong>di</strong>ovascolari del35-50%. La riduzione dell’apporto <strong>di</strong> calorie <strong>di</strong>300-800 chilo-calorie al giorno, me<strong>di</strong>ante attivitàfisica e/o controllando ciò che si mangia (es. ridurrele porzioni abituali, limitare gli snaks e le bevandezuccherate, aumentare l’uso <strong>di</strong> frutta e verdura), èun buon inizio per controllare il peso corporeo.IL CONTROLLO DEL PESO NON ÈSOLO UN OBIETTIVO ESTETICO,MA È SOPRATTUTTO UN OBIETTIVOPER COMBATTERE IL RISCHIOCARDIOVASCOLARE E MANTENEREUN MIGLIORE STATO DI SALUTE.SEI IN SOVRAPPESOO OBESA SE:1) la circonferenza addominale (misurata con unmetro da sarto fatto passare intorno all’addomea livello dell’ombelico) è superiore a 88 cm (obesità<strong>di</strong> tipo addominale)2) l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> massa corporea (IMC), valutatomisurando il peso e l’altezza ed inserendo i numeriottenuti nella formula: IMC = kg/cm2, risulta• tra 25 – 29 = sovrapeso• > 30 = obesitàALTERAZIONI DELMETABOLISMO DEGLIZUCCHERI E DIABETETIENI LA GLICEMIA SOTTOCONTROLLOIl <strong>di</strong>abete è un <strong>di</strong>sturbo del metabolismo deglizuccheri caratterizzato da un aumento della glicemianel sangue conseguente ad un’inadeguata oinsufficiente produzione o attività dell’insulina(ormone prodotto dal pancreas in risposta ad unpasto e deputato a ridurre la glicemia nel sangue). Il<strong>di</strong>abete tipo 2 rappresenta uno dei principali fattori<strong>di</strong> rischio nella donna <strong>di</strong> qualsiasi età, in quantoaumenta il rischio car<strong>di</strong>ovascolare da 3 a 7 voltementre nell’uomo solamente <strong>di</strong> 2-3 volte.L’aumento del rischio dovuto al <strong>di</strong>abete è conseguentenon solo agli effetti negativi <strong>di</strong>retti deglielevati livelli <strong>di</strong> zuccheri (iperglicemia) sulle arterie,sia <strong>di</strong> piccole (microangiopatia) che <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ESISTONO DUE FORME DIDIABETE:Diabete <strong>di</strong> Tipo 1In genere insorge nell’infanzia o nei giovani ed èconsiderata una malattia “autoimmune”, dovutaad una alterazione delle <strong>di</strong>fese immunitarie (legataa fattori ambientali o genetici) in cui le cellule<strong>di</strong>fensive (immunitarie) dell’ organismo attaccanoe <strong>di</strong>struggono le cellule del pancreas. Quest’ultimeperdono la capacità <strong>di</strong> produrre insulina, che vienequin<strong>di</strong> somministrata dall’esterno per tutta la vita.Diabete <strong>di</strong> Tipo 2È il <strong>di</strong>abete dell’età adulta ma colpisce anche igiovani a causa del <strong>di</strong>ffondersi della sedentarietà edella iperalimentazione che portano a sovrappesoe obesità. La presenza <strong>di</strong> un eccesso <strong>di</strong> grasso alivello addominale interferisce con la produzionee con l’attività dell’insulina che non venendocorrettamente utilizzata dai tessuti (insulinoresistenza)provoca aumento della glicemia fino al<strong>di</strong>abete.(macroangiopatia) <strong>di</strong>mensioni, ma anche <strong>alla</strong>capacità del <strong>di</strong>abete <strong>di</strong> esaltare l’effetto dannosodegli altri fattori <strong>di</strong> rischio (aumentando i trigliceri<strong>di</strong>,riducendo il colesterolo “buono” HDL e aumentandol’effetto pro-aterosclerotico del colesterolo“cattivo” LDL). La presenza del <strong>di</strong>abete primadella menopausa annulla l’effetto protettivo degliormoni sessuali sul sistema car<strong>di</strong>ovascolare. Il<strong>di</strong>abete viene considerato un equivalente <strong>di</strong>malattia car<strong>di</strong>ovascolare, nel senso che una donnacon il <strong>di</strong>abete viene considerata al pari <strong>di</strong> una donnache ha già avuto una malattia car<strong>di</strong>ovascolare.Oltre ai danni sul sistema car<strong>di</strong>ovascolare il <strong>di</strong>abetedanneggia anche i vasi renali, favorendo la comparsa<strong>di</strong> insufficienza renale, i vasi dell’occhio, inducendo<strong>di</strong>sturbi della vista, ed altera i segnali dei nervi,favorendo la comparsa <strong>di</strong> neuropatia.La menopausa non sembra aumentare la glicemia<strong>di</strong> per sé; tuttavia, con il venir meno della funzioneovarica si ha un incremento del rischio <strong>di</strong> comparsadelle alterazioni del metabolismo degli zuccheri acausa dell’aumento del grasso addominale checausa insulinoresistenza. L’insolinoresistenzadetermina una minore capacità dell’insulina, l’ormoneche regola i livelli della glicemia nel sanguee nei tessuti, <strong>di</strong> ridurre adeguatamente i livelli dellaglicemia nel sangue. Questa minore efficienzadell’insulina, viene compensata, almeno fino ad uncerto punto, dall’aumentata produzione da partedel pancreas <strong>di</strong> insulina (iperinsulinemia compensatoria);quando l’insulina <strong>di</strong>viene insufficiente laglicemia aumenta e compare il <strong>di</strong>abete. Il <strong>di</strong>abete(glicemia a <strong>di</strong>giuno > 126 mg/dl e/o glicemia adue ore dal pasto <strong>di</strong> 200 mg/dl) rappresenta lapunta <strong>di</strong> un iceberg.Infatti, prima che questo si manifesti è possibileavere, anche in presenza <strong>di</strong> valori <strong>di</strong> glicemianormali, una serie <strong>di</strong> alterazioni del metabolismodegli zuccheri (alterata glicemia a <strong>di</strong>giuno, ridottatolleranza gluci<strong>di</strong>ca, insulinoresistenza) che vengonodefinite pre-<strong>di</strong>abete in quanto pre<strong>di</strong>spongono <strong>alla</strong>comparsa <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete. Queste alterazioni del metabolismodegli zuccheri possono essere facilmenteidentificate grazie ad un semplice test <strong>di</strong>agnostico:il test <strong>di</strong> tolleranza gluci<strong>di</strong>ca (OGTT: test da caricoorale <strong>di</strong> glucosio).Identificare precocemente la presenza o il rischio <strong>di</strong>avere un’alterazione del metabolismo deglizuccheri è <strong>di</strong> primaria importanza non solo per una16


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 1717corretta valutazione del rischio car<strong>di</strong>ovascolareglobale ma anche e soprattutto per la possibilità <strong>di</strong>interferire e/o prevenire, me<strong>di</strong>ante mo<strong>di</strong>ficazionidello stile <strong>di</strong> vita (corretta alimentazione ed adeguataattività fisica) e/o terapia farmacologica, lacomparsa del <strong>di</strong>abete. Una <strong>di</strong>eta controllata edun’attività fisica regolare possono, infatti, ridurrefino al 60% la comparsa <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete in in<strong>di</strong>vidui conpre-<strong>di</strong>abete.Le alterazioni del metabolismo degli zuccheri ed il<strong>di</strong>abete rappresentano quin<strong>di</strong> una seria minacciaper la salute della donna soprattutto perché spessosono dei killer invisibili la cui presenza può essermisconosciuta se non viene ricercata con attenzione.Nelle donne <strong>di</strong>abetiche la glicemia deve esserperio<strong>di</strong>camente valutata cercando <strong>di</strong> ottenere unadeguato controllo dei suoi valori della glicemia eduna emoglobina glicosilata inferiore a 7.La valutazione della emoglobina glicosilata (derivanted<strong>alla</strong> quantità <strong>di</strong> zucchero in eccesso che si“appiccica” ad una proteina quale l’emoglobina) è unsemplice test del sangue che permette <strong>di</strong> valutare laqualità del controllo glicemico che il paziente haavuto nei tre mesi precedenti al test.Tuttavia al fine <strong>di</strong> ridurre in maniera ottimale ilrischio car<strong>di</strong>ovascolare globale il controllo dellaglicemia deve essere associato ad un rigido controllodegli altri fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolari e<strong>di</strong>n particolare della pressione arteriosa e del colesterolo,i cui valori devono esser tenuti al <strong>di</strong> sotto<strong>di</strong> quelli considerati normali nella popolazione non<strong>di</strong>abetica. I livelli <strong>di</strong> pressione arteriosa devonoessere pari o minori a 130/80 mmHg e quelli delcolesterolo totale e LDL devono essere rispettivamentetenuti al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> 200 e 100 mmHg.Almeno ogni anno è necessario sottoporsi ad unaserie <strong>di</strong> accertamenti che prevedono il controlloQUANDO FARE UN TEST DITOLLERANZA GLUCIDICA (OGTT):• Hai una glicemia compresa tra 100 e 125?• Hai un eccesso <strong>di</strong> grasso a livello addominale o seiin sovrappeso o obesa?• Sei ipertesa?• Hai un parente <strong>di</strong>abetico?• Hai livelli <strong>di</strong> colesterolo HDL < 39 mg/dl e/o<strong>di</strong> trigliceri<strong>di</strong> > <strong>di</strong> 150 mg/dl?Se hai una o più <strong>di</strong> queste con<strong>di</strong>zioni potrebbe essereutile sottoporsi ad un test <strong>di</strong> tolleranza gluci<strong>di</strong>ca(OGTT). Questo test prevede la somministrazione“per bocca” a <strong>di</strong>giuno <strong>di</strong> un carico <strong>di</strong> zucchero (75 gr<strong>di</strong> glucosio) e la determinazione delle mo<strong>di</strong>ficazionidella glicemia e dell’insulinemia durante il testme<strong>di</strong>ante una serie <strong>di</strong> prelievi (4 prelievi ogni 30minuti, fino a 120 minuti dal carico <strong>di</strong> zucchero ricevuto).Sulla base <strong>di</strong> questo test è possibile in<strong>di</strong>viduarele <strong>di</strong>verse alterazioni del metabolismo degli zuccheri:Glicemia (mg/dl) a <strong>di</strong>giuno a 2 hNFG < 100 200NFG = normale glicemia a <strong>di</strong>giunoIFG = alterata glicemia a <strong>di</strong>giunoIGT = ridotta tolleranza gluci<strong>di</strong>caIFG e IGT = pre-<strong>di</strong>abete* in due prelievi ripetuti a <strong>di</strong>stanzadegli esami del sangue, l’elettrocar<strong>di</strong>ogramma (el’ecocar<strong>di</strong>ogramma se necessario) lo stu<strong>di</strong>o delfondo dell’occhio, l’EcoDoppler dei vasi del collo edelle arterie delle gambe, una visita <strong>di</strong>abetologica edeventualmente car<strong>di</strong>ologica.DISLIPIDEMIATIENI I GRASSI NEL SANGUE SOTTOCONTROLLOPer <strong>di</strong>slipidemia si intende l’aumento dei livelli nelsangue <strong>di</strong> colesterolo totale oltre i 200 mg/dl (ipercolesterolemia)e dei trigliceri<strong>di</strong> oltre i 200 mg/dl(ipertrigliceridemia).Il colesterolo è un grasso, in parte derivantedall’alimentazione ed in parte prodotto dal nostroorganismo (dal fegato), che viene trasportato nelsangue grazie a delle proteine <strong>di</strong> trasporto che sonochiamate lipoproteine. Le principali lipoproteineche regolano il trasporto del colesterolo sono leLDL-colesterolo e le HDL-colesterolo. Queste possonoessere paragonate a due macchine, una inquinanteed una ecologica: la prima è il colesterolo cattivo (LDL)che facilita l’accumulo <strong>di</strong> grasso nelle arterie, laseconda è il colesterolo buono (HDL) che rimuove,come una sorta <strong>di</strong> “spazzino”, il grasso in eccessodepositato nelle arterie trasportandolo al fegato,dove viene eliminato.I trigliceri<strong>di</strong> rappresentano la forma più comune <strong>di</strong>grassi alimentari, derivanti soprattutto d<strong>alla</strong> <strong>di</strong>eta ed inpiccola parte prodotti dall’organismo (dal fegato).I trigliceri<strong>di</strong> sono la forma <strong>di</strong> immagazzinamentodei grassi a livello del grasso corporeo e sonoutilizzati come scorta <strong>di</strong> energia. Una quota <strong>di</strong>trigliceri<strong>di</strong> è trasportata anche nel sangue grazie aproteine <strong>di</strong> trasporto, chiamate chilomicroni e VLDL.Tanto più alti sono i livelli del colesterolo e/otrigliceri<strong>di</strong> nel sangue e tanto più bassi i livelli delcolesterolo HDL e tanto più probabile è l’accumulo<strong>di</strong> grasso a livello della parete delle arterie chefavorisce il processo <strong>di</strong> aterosclerosi ed aumenta ilrischio <strong>di</strong> malattia car<strong>di</strong>ovascolare.Frequentemente nelle donne dopo la menopausa siosserva un aumento del colesterolo “cattivo” LDL edei trigliceri<strong>di</strong> ed una riduzione del colesterolo“buono” HDL. Nella donna in menopausa elevatilivelli <strong>di</strong> trigliceri<strong>di</strong>, soprattutto in presenza <strong>di</strong> bassilivelli <strong>di</strong> colesterolo HDL e <strong>di</strong> obesità, devono esseretenuti in considerazione perché il rischio <strong>di</strong> eventia livello car<strong>di</strong>aco dovuto <strong>alla</strong> ipertrigliceridemia èmaggiore nelle donne rispetto agli uomini edaumenta ulteriormente quando si associa a ridotteconcentrazioni <strong>di</strong> HDL. Rispetto ai trigliceri<strong>di</strong> edal colesterolo HDL, gli alti livelli <strong>di</strong> colesterolototale ed LDL hanno una minore importanza neldeterminare il rischio car<strong>di</strong>ovascolare nel sessofemminile mentre hanno un ruolo <strong>di</strong> primariaimportanza nel sesso maschile.In presenza <strong>di</strong> elevati livelli <strong>di</strong> colesterolo e/o <strong>di</strong>trigliceri<strong>di</strong> è fondamentale1) controllare l’alimentazione, mangiando rispettivamentemeno grassi (specie <strong>di</strong> origine animale: es.carne rossa, formaggi, latte intero, uova, burro, ecc) emeno alcol e zuccheri ed aumentando l’introito <strong>di</strong>ami<strong>di</strong> e cibi ricchi <strong>di</strong> fibre e sostanze ad<strong>di</strong>zionate <strong>di</strong>fitosteroli vegetali (almeno 2 grammi al dì) cheriducono l’assorbimento intestinale del colesterolo2) fare attività fisica, che riduce l’eventuale eccesso<strong>di</strong> peso, il colesterolo totale ed aumenta i livelli <strong>di</strong>colesterolo HDL. Qualora ciò non fosse sufficiente ènecessario rivolgersi al proprio me<strong>di</strong>co che forniràle opportune in<strong>di</strong>cazioni terapeutiche per riportarenella normalità i livelli dei grassi nel sangue(es. statine per ridurre il colesterolo, fibrati perridurre i trigliceri<strong>di</strong>).18


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 1919GLI OBIETTIVILivello del colesterolo TOTALE:< 200 mg/dl ideale200-239 mg/dl moderatamente elevati> 240 mg/dl elevatiLivello del colesterolo LDL:< 100 mg/dl idealeTale valore deve essere ricercato nelle donne chesono <strong>di</strong>abetiche o che hanno avuto una malattiacar<strong>di</strong>ovascolare100-129 mg/dl accettabile130-159 mg/dl moderatamente elevati> 160 mg/dl elevatiLivello del colesterolo HDL:> 50 mg/dl ideale< 40 mg/dl aumentano il rischioLivello dei TRIGLICERIDI:< 150 mg/dl ideale150-199 mg/dl moderatamente elevati> 200 mg/dl elevati> 400 mg/dl rischio <strong>di</strong> pancreatiteNB: Tali valori sono puramente in<strong>di</strong>cativi, essendo piùimportante definire il rischio car<strong>di</strong>ovascolare globalepiuttosto che i livelli dei singoli fattori <strong>di</strong> rischioPRESSIONE ARTERIOSATIENI LA PRESSIONE DEL SANGUESOTTO CONTROLLOI livelli <strong>di</strong> pressione arteriosa, bassi nel periodofertile, tendono ad aumentare dopo la menopausatanto che circa il 60% delle donne in menopausa èaffetta da ipertensione arteriosa. Nonostantequesti dati circa la metà delle donne non sa <strong>di</strong>essere ipertesa o se lo sa non segue in manieraadeguata le prescrizioni del me<strong>di</strong>co.L'ipertensione arteriosa, definita da valori <strong>di</strong>pressione arteriosa > 140/90 mmHg, non dàsintomi; per tale motivo è fondamentale misurareperio<strong>di</strong>camente i valori della pressione arteriosa alfine <strong>di</strong> identificare precocemente la comparsa <strong>di</strong> unrialzo <strong>di</strong> questi valori e/o verificare nelle donneipertese l’adeguatezza del trattamento me<strong>di</strong>co.Nella donna in menopausa l’ipertensione arteriosarappresenta una delle maggiori cause <strong>di</strong> infarto esoprattutto <strong>di</strong> ictus. Aumentati livelli <strong>di</strong> pressionearteriosa alterano <strong>di</strong> per sé ed in associazione aglialtri fattori <strong>di</strong> rischio le cellule che rivestono i vasi(endotelio), irrigi<strong>di</strong>scono i vasi, rendendo più<strong>di</strong>fficoltoso l’apporto <strong>di</strong> sangue ed ossigeno al cuoreI VALORI DELLA PRESSIONEARTERIOSAPASPADOttimale < 120 e/o 80Normale 120-129 e/o 80-84Normale/alta 130-139 e/o 85-89IPERTENSIONESta<strong>di</strong>o 1 140-159 e/o 90-99Sta<strong>di</strong>o 2 160-179 e/o 100-109Sta<strong>di</strong>o 3 > 180 e/o > 110IpertensioneSistolica Isolata > 140 < 90PAS: Pressione arteriosa sistolicao massima (in mmHg)PAD: Pressione arteriosa <strong>di</strong>astolicao minima (in mmHg)ed al cervello, e favoriscono il processo <strong>di</strong> aterosclerosi.La donna è particolarmente suscettibile, molto piùdell’uomo, ai rischi <strong>di</strong> un’aumentata pressionearteriosa tanto che anche un lieve aumento deilivelli <strong>di</strong> pressione è in grado <strong>di</strong> raddoppiare ilrischio car<strong>di</strong>ovascolare. Anche in presenza <strong>di</strong>pressione arteriosa normale-alta (pressionemassima tra 130 e 139 mmHg e pressione minimatra 85 e 89 mmHg) la donna in menopausa ottieneun beneficio dal punto <strong>di</strong> vista car<strong>di</strong>ovascolare conla normalizzazione dei valori pressori. In presenza<strong>di</strong> pressione arteriosa normale-alta i controlli dellapressione devono essere più frequenti e ravvicinatial fine <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosticare precocemente l’eventualecomparsa <strong>di</strong> ipertensione arteriosa. In presenza <strong>di</strong>un aumento dei valori <strong>di</strong> pressione arteriosa laprima cosa da fare è mo<strong>di</strong>ficare le abitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> vitaÈ UTILE SAPERE CHE• la pressione arteriosa varia nel corso della giornata(è più bassa la sera tar<strong>di</strong> e il mattino prestoe più alta a partire dal risveglio); è influenzata danumerosi fattori quali le stagioni, l’attività fisica,lo stress, il dolore, il fumo ed il consumo <strong>di</strong> alcunialimenti (caffè, alcol, sale).• il sale aumenta la ritenzione <strong>di</strong> liqui<strong>di</strong> e lapressione arteriosa.• anche in donne giovani l’assunzione <strong>di</strong> moltepillole anticoncezionali può favorire l’aumento deivalori della pressione. Tuttavia, alcune pilloleanticoncezionali più recenti non interferisconocon i valori pressori.• nelle donne in menopausa alcune formulazioni<strong>di</strong> terapia ormonale sostitutiva possono aumentarei valori pressori mentre altre possono avere uneffetto positivo nel ridurli.• non credere al detto secondo cui, poiché lapressione aumenta con l’età, è normale averevalori <strong>di</strong> pressione pari a 100 + il numero degli anni.• nia i valori <strong>di</strong> pressione massima che minimasi associano ad un aumento del rischio car<strong>di</strong>ovascolaree nella donna è particolarmente frequentel’ipertensione arteriosa sistolica isolata.(fare attività fisica, ridurre il peso corporeo, limitarela quantità <strong>di</strong> sale nella <strong>di</strong>eta, ecc) che possonocontribuire e, talvolta, essere sufficienti a normalizzarei valori della pressione. In particolare un usolimitato del sale (non più <strong>di</strong> 1-2 cucchiaini al dì) èmolto importante nelle donne dopo la menopausaperché in queste il sale induce una maggioretendenza a ritenere liqui<strong>di</strong> (so<strong>di</strong>o-sensibilità) e adaumentare la pressione.20


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 2121Se le mo<strong>di</strong>ficazioni dello stile <strong>di</strong> vita non sonosufficienti è opportuno consultare il proprio me<strong>di</strong>coal fine <strong>di</strong> iniziare una terapia farmacologica perabbassare i valori <strong>di</strong> pressione in modo da ridurreefficacemente il rischio car<strong>di</strong>ovascolare. Tutti ifarmaci antipertensivi si sono <strong>di</strong>mostrati efficaci,sebbene alcuni possano fornire dei vantaggiaggiuntivi sulla protezione del danno da ipertensionesugli organi o sulle alterazioni delmetabolismo degli zuccheri e dei lipi<strong>di</strong>.La riduzione <strong>di</strong> 5 mmHg dei valori della pressionearteriosa minima può ridurre la mortalità car<strong>di</strong>acadel 25% e la comparsa <strong>di</strong> ictus del 35%.SINDROMEMETABOLICALa sindrome metabolica (SM) è una con<strong>di</strong>zione clinicacaratterizzata d<strong>alla</strong> contemporanea presenza <strong>di</strong> almenotre dei seguenti fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare:•Obesità: circonferenza addominale > <strong>di</strong> 88 cmnella donna e > 102 cm nell’uomo o un’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>massa corporea (Kg/cm2) > 30• Trigliceri<strong>di</strong> > 150 mg/dl a <strong>di</strong>giuno• Colesterolo HDL < 39 mg/dl nella donna e< 35 mg/dl nell’uomo• Ipertensione arteriosa pressione arteriosa> 1350/85 o terapia antipertensiva• Glicemia > 100 mg/dl o alterazioni del metabolismogluci<strong>di</strong>co (alterata glicemia a <strong>di</strong>giuno / ridottatolleranza gluci<strong>di</strong>ca / <strong>di</strong>abete / insulinoresistenza /iperinsulinemia)Questa Sindrome sta <strong>di</strong>ventando sempre più <strong>di</strong>ffusaCOME MISURARE LA PRESSIONEARTERIOSALa pressione arteriosa va misurata dopo essersimessi <strong>di</strong>stesi o seduti, per qualche minuto, con ilbraccio all’altezza del cuore.Se i valori <strong>di</strong> pressione arteriosa sono:• > 140/90 mmHg è opportuno rimanere nellaposizione in cui si è e misurare nuovamente lapressione dopo tre minuti. Se questi valori vengonoconfermati è necessario rivolgersi al me<strong>di</strong>cocurante.• tra 130-139/85-89 mmHg è necessario iniziaread attuare le mo<strong>di</strong>fiche dello stile <strong>di</strong> vita, e se dopoun mese i valori <strong>di</strong> pressione arteriosa non siriducono, rivolgersi al proprio me<strong>di</strong>co curante.SE SEI IPERTESA:• non <strong>di</strong>menticare <strong>di</strong> prendere i farmaci prescritti enon mo<strong>di</strong>ficare autonomamente la prescrizione delme<strong>di</strong>co senza averlo prima consultato. D’estate ed’inverno i valori della pressione arteriosa variano equin<strong>di</strong> potrebbe rendersi necessario aggiustare ladose dei farmaci che stai assumendo ma solo sottostretto controllo me<strong>di</strong>co.• tieni un <strong>di</strong>ario della pressione sul quale annotare(in<strong>di</strong>cando il giorno, l’ora e la presenza <strong>di</strong> eventuali<strong>di</strong>sturbi) i valori della pressione che hai misurato.• ogni anno sottoponiti ad una serie <strong>di</strong> accertamentiche prevedono il controllo degli esami del sangue,la visita car<strong>di</strong>ologica e l’elettrocar<strong>di</strong>ogramma,l’EcoDoppler dei vasi del collo e lo stu<strong>di</strong>o del fondodell’occhio.a causa del <strong>di</strong>ffondersi dell’obesità e circa il 60%delle donne in menopausa ne è affetto. Con lamenopausa, infatti, viene meno l’azione protettivache gli ormoni ovarici svolgono contro la comparsa<strong>di</strong> obesità addominale e contro quelle mo<strong>di</strong>ficazioninegative dei <strong>di</strong>versi parametri metabolici (glicemia,trigliceri<strong>di</strong>, colesterolo) ed emo<strong>di</strong>namici (pressionearteriosa) che caratterizzano la sindrome metabolica.L’obesità addominale favorisce la comparsa <strong>di</strong>insulinoresistenza; questa a sua volta peggiora conun circolo vizioso l’obesità e favorisce la comparsa <strong>di</strong>alterazioni del metabolismo degli zuccheri (d<strong>alla</strong>iperglicemia al <strong>di</strong>abete) e <strong>di</strong> <strong>di</strong>slipidemia (aumentodei trigliceri<strong>di</strong> e <strong>di</strong> LDL a maggiore azione pro-ateroscleroticae riduzione dei livelli <strong>di</strong> colesterolo HDL); aloro volta l’obesità e l’insulinoresistenza concorronoa determinare un aumento dei valori <strong>di</strong> pressionearteriosa. La sindrome metabolica rappresentaquin<strong>di</strong> un buon esempio della stretta inter<strong>di</strong>pendenzache i fattori <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolari hanno l’unocon l’altro e <strong>di</strong> come le mo<strong>di</strong>ficazioni dell’unopossano incidere sulle mo<strong>di</strong>ficazioni dell’altro. Lemo<strong>di</strong>ficazioni dello stile <strong>di</strong> vita (attività fisica regolare,<strong>di</strong>eta equilibrata), riducendo il peso corporeo,sono in grado <strong>di</strong> interrompere quel circolo viziosoche porta <strong>alla</strong> SM ed alle conseguenze car<strong>di</strong>ovascolariad essa connesse. La presenza <strong>di</strong> SM aumenta,infatti, significativamente il rischio <strong>di</strong> svilupparemalattie car<strong>di</strong>ovascolari ed aumenta, fino a 5 volte,il rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete tipo 2.STRESS ED UMOREAnche lo stress psichico o emotivo e il tono dell’umoredepresso, che spesso sono presenti dopo lamenopausa, sono considerati dei fattori <strong>di</strong> rischiocar<strong>di</strong>ovascolari. Non è raro, infatti, che con lamenopausa compaiano <strong>di</strong>sturbi dell’umore con-seguenti a tutti i cambiamenti fisici a cui la donna vaincontro ed ai <strong>di</strong>sturbi del sonno che sono spessofrequenti. Lo stress induce infatti un aumentatorilascio <strong>di</strong> adrenalina che determina un aumento deibattiti car<strong>di</strong>aci e della pressione che, se perduranonel tempo, possono affaticare il cuore ed i vasi.L’esercizio fisico rappresenta un buono strumento percombattere entrambi questi <strong>di</strong>sturbi perché aiuta ascaricare le tensioni, aiuta a socializzare e favorendoil calo <strong>di</strong> peso migliora l’immagine <strong>di</strong> sé stesse.LA MENOPAUSALa menopausa non è una malattia ma un’epocadella vita <strong>di</strong> ogni donna. Tuttavia la menopausa deveessere considerata un fattore <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolareperché con la fine della produzione degliormoni sessuali non solo viene a mancare l’azioneprotettiva degli ormoni sul sistema car<strong>di</strong>ovascolarema si assiste anche ad una serie <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni cheinfluenzano negativamente gli altri fattori <strong>di</strong> rischio.In questo periodo è frequente andare incontro ad unaumento del peso e della quantità <strong>di</strong> grasso a livelloaddominale, il colesterolo totale ed LDL aumentamentre quello HDL tende a ridursi, aumentanoanche i trigliceri<strong>di</strong>, la glicemia, l’insulinoresistenzaed i valori della pressione arteriosa. Sono queste leragioni per cui la menopausa viene considerata unfattore <strong>di</strong> rischio car<strong>di</strong>ovascolare e per cui in questoperiodo della vita è fondamentale fare più attenzione<strong>alla</strong> <strong>prevenzione</strong> car<strong>di</strong>ovascolare.LA TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVAED IL RISCHIO CARDIOVASCOLARELa terapia ormonale sostitutiva in menopausaconsiste nella somministrazione dall’esterno degliormoni prodotti dall’ovaio una volta che questo abbia22


<strong>manuale</strong>DEF_24 4-10-2007 17:12 Pagina 2323cessato <strong>di</strong> produrli. E’ finalizzata ad interromperetutta quelle serie <strong>di</strong> cambiamenti negativi a cui ladonna va incontro durante questo periodo della vita.Per quanto la terapia ormonale sostitutiva abbiauna serie <strong>di</strong> effetti positivi sui fattori <strong>di</strong> rischio chefavoriscono la comparsa delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari,questa non può esser considerata una terapiaper la <strong>prevenzione</strong> delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari ela sua somministrazione è finalizzata in primo luogoal miglioramento dei sintomi della menopausa.Menopausa è conseguente <strong>alla</strong> cessazione (spontaneao indotta chirurgicamente o farmacologicamente)della sintesi degli ormoni sessuali ed è rappresentatadall'ultimo flusso mestruale fisiologico. L'età me<strong>di</strong>a<strong>di</strong> comparsa della menopausa è 51 anni con unintervallo compreso fra i 40 e i 59 anni. Con “menopausaprecoce” si in<strong>di</strong>ca la cessazione spontaneadella funzione ovarica prima dei 40 anni <strong>di</strong> età.Climaterio è il periodo <strong>di</strong> vita che precede(pre-menopausa), comprende (peri-menopusa) eche segue (post-menopausa) la menopausa stessa.Pre-menopausa è un periodo <strong>di</strong> durata variabile,generalmente <strong>di</strong> anni, in cui si verificano le mo<strong>di</strong>ficazioniormonali che portano <strong>alla</strong> menopausa,caratterizzate da una produzione <strong>di</strong> ormoni variabile,da alterazioni (perio<strong>di</strong>cità e quantità) del ciclomestruale e da sintomi clinici quali vampate <strong>di</strong>calore, insonnia, astenia.Peri-menopausa è il periodo imme<strong>di</strong>atamenteprima della menopausa fino al primo anno dopol’ultima mestruazione.Post-menopausa è il periodo <strong>di</strong> tempo che iniziaun anno dopo l’ultima mestruazione e che duracirca 10 anni terminando con l'inizio della senilità.GLI ALTRI DISTURBIDELLA MENOPAUSA1. SINTOMI VASOMOTORI:• vampate <strong>di</strong> calore* compaiono nel 60-90% delledonne, poi si riducono gradualmente; sono favoriteda stress, alcool, caffeina, fumo, bevande calde, ecc• abbondanti e profuse sudorazioni• cefalea** la cefalea e le vampate <strong>di</strong> calore possono essere manifestazioni<strong>di</strong> un rialzo dei valori della pressione arteriosa2. DISTURBI GENITO-URINARI:• irritazione, secchezza, prurito vulvovaginale• per<strong>di</strong>te vaginali maleodoranti• dolore durante i rapporti sessuali• maggiore suscettibilità alle infezioni (cistiti eduretriti).• <strong>di</strong>sturbi della minzione e della continenza urinaria3. SESSUALITÀ• riduzione della libido4. DISTURBI PSICOLOGICI/NEUROLOGICI:• nervosismo, ansietà, irritabilità e depressione• <strong>di</strong>sturbi del sonno• maggior rischio <strong>di</strong> demenza senile5. OSTEOPOROSI6. CUTE E MUCOSE:• riduzione dell’elasticità della pelle• iper-sudorazione• aumento della peluria sul mento e sul labbrosuperioreRICAPITOLANDOLE 6 REGOLE SALVACUORE1) Smetti <strong>di</strong> fumare perché ogni singolasigaretta induce un restringimento transitoriodelle arterie che aumenta la pressionee facilita il processo <strong>di</strong> aterosclerosi.2) Combatti il sovrappeso/obesità perchéla presenza del grasso, soprattutto a livelloaddominale, aumenta la pressione, laglicemia ed i grassi nel sangue, favorendola comparsa delle malattie car<strong>di</strong>ovascolari.3) Muoviti regolarmente (almeno 30-40minuti 3-4 volte a settimana) perché l’attivitàfisica regolare è un valido rime<strong>di</strong>oper combattere gran parte dei fattori <strong>di</strong>rischio mo<strong>di</strong>ficabili ed aumentare i livellidel colesterolo buono.4) Segui una <strong>di</strong>eta equilibrata per quantitàe qualità, privilegiando il consumo<strong>di</strong> frutta, verdura, fibre integrali, pesce eproteine magre, e riducendo l’uso <strong>di</strong>cibi ricchi <strong>di</strong> grassi o zuccheri. Non saltarei pasti e rispetta i tre pasti principalidella giornata.5) Tieni sotto controllo la pressione, laglicemia ed i grassi nel sangue.6) Segui correttamente le in<strong>di</strong>cazionidel me<strong>di</strong>co senza “auto-curarti”, sospendendole cure o mo<strong>di</strong>ficando ledosi prescritte.I PRINCIPALI ACCERTAMENTISALVACUOREDopo la menopausa, in assenza <strong>di</strong> particolaricon<strong>di</strong>zioni cliniche o fattori <strong>di</strong> rischio, de<strong>di</strong>cati adeffettuare almeno una volta all’anno semplicicontrolli che ti aiuteranno a prevenire le malattiecar<strong>di</strong>ovascolari.1) Controllo del peso corporeo e della circonferenzaaddominale2) Controllo della pressione arteriosa3) Esami ematochimici per valutare:- glicemia (eventuale OGTT se la glicemia a <strong>di</strong>giunoè compresa fra 100 e 125 mg/dl) ed insulinemia;emoglobina glicata in presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>abete- trigliceri<strong>di</strong>, colesterolo totale e HDL- creatinina, azotemia, uricemia4) ECG ed eventuale ecocar<strong>di</strong>ogramma5) Visita car<strong>di</strong>ologicaE non <strong>di</strong>menticare <strong>di</strong> consultare il tuo ginecologoalmeno una volta all’anno.24

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