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N. 60 - la Notizia

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Alfabeti nel tempoLa scrittura, geniale invenzione umana, nonchéaffascinante mezzo di comunicazione, custodedel<strong>la</strong> storia e di gran parte del patrimonio artisticoculturale dei popoli, deve il suo funzionamento adun sistema tanto efficace quanto economico disegni grafici che corrispondono asuoni specifici: l'alfabeto.La scrittura petrografica, su pietra,è considerata una forma rudimentaledi alfabeto, anche se propriamenteappartiene al genere piùampio del<strong>la</strong> scrittura ideografica,che esprime i concetti tramite rappresentazionigrafiche simboliche,di cui il cinese costituisce l'esempiomoderno basi<strong>la</strong>re.Già gli antichi egizi utilizzavanoalcuni segni alfabetici, ma <strong>la</strong> loroscrittura si caratterizzava per igeroglifici, termine introdotto dalloscrittore/teologo greco ClementeAlessandrino che intende un sistemadi circa 3000 segni pittograficidecifrati per <strong>la</strong> prima volta nel 1822dal francese J. F. Champollion. Siattribuisce invece ai fenici, popo<strong>la</strong>zionesemitica insediata in AsiaMinore dal IV millennio a. C, ilmerito di aver ideato un alfabetosistematico, composto da 22 segnimolto simili a quelli dell'ebraicoarcaico, contro <strong>la</strong> scomoda vastitàdei caratteri geroglifici e cuneiformi egizi.Dall'alfabeto fenicio, espressione di un dialettoaffine all'ebraico, derivò quello greco, <strong>la</strong> cui documentazionescritta risale alle tavolette miceneedel XV sec. a. C , decifrate nel 1952 da MichaelVentris. Dal greco si sviluppò l'etrusco e il <strong>la</strong>tino,di cui quest'ultimo costituisce <strong>la</strong> versione praticamenteinvariata di quello ancora in uso in italianoe in tutte le lingue evolute negli stati allora regionidel grande Impero romano.Un posto a parte nel<strong>la</strong> storia degli alfabeti spettaa quello runico, di cui le prime iscrizioni risalgonoaraboebraico arcaicofeniciogreco c<strong>la</strong>ssicoetrusco c<strong>la</strong>ssico<strong>la</strong>tino c<strong>la</strong>ssicocirillicoitaliano modernocirca al 200 d. C., si tratta dell'alfabeto germanicodiffuso tra il IV e il XII sec. d. C nei paesi scandinavi,in partico<strong>la</strong>re i normanni, meglio conosciuticome vichinghi, dal termine “Wiking” guerriero,utilizzarono inizialmente il “futhark”, versionedanese a 24 caratteri che prende ilnome dalle sue prime 6 lettere, partico<strong>la</strong>rmenteadatto per iscrizionisu pietra. In seguito però adottaronosempre più <strong>la</strong> versione svedese- norvegese, con solo 16 caratteripiù brevi e consoni alle iscrizioni supiccoli oggetti. La prerogativa dellerune fu <strong>la</strong> loro essenzialità di lineemai curve, create per incisionidurature su pietra legno e metallo,ad ogni simbolo corrispondeva nonsolo un suono/lettera dell'alfabetoma anche un concetto, un'idea, chesintetizzava il legame tra l'io e <strong>la</strong>potenza divina espresso da ciascunintersecarsi delle linee, così le runeerano considerate talismani protettivie venivano incise su armi, utensilie poste all'entrata delle casecome segni di buon auspicio.Attualmente gli alfabeti principalisono cinque: l'arabo, che deriva dalnabateo e pertanto si legge dadestra a sinistra; il cirillico, il cuinome proviene dal suo presuntoideatore: San Cirillo e consiste inun’evoluzione dei caratteri maiuscoli del grecoadottata da diverse lingue s<strong>la</strong>ve come il russo, ilserbo e il bulgaro; l'ebraico, probabilmente l'alfabetopiù antico, considerando le influenze fenice;il greco, che linguisticamente ha visto una unificazioneletteraria con <strong>la</strong> “koinè” (k_Iv_), ovvero ilgreco attico dell'epoca ellenistica dal quale si èevoluta <strong>la</strong> lingua moderna; il <strong>la</strong>tino, diffuso storicamenteda Roma a tutta l'Italia, l'Europa centrooccidentale e l'antica Dacia (Romania).arte &dintorniletteraturaMariavittoria Spina17

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