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1 - Aeronautica Militare Italiana

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F/J


L’EditorialeQuando si frequenta una Scuola <strong>Militare</strong>, una delle domande cheviene più spesso rivolta è: “Non ti mancano i tuoi amici?”. Primadi riuscire a rispondere, ci si sente attraversati da vagoni di ricordiche riguardano le esperienze vissute con i ragazzi della propriacittà di provenienza e che purtroppo, nella maggior parte dei casi,si sono ridotte a fugaci saluti quando si torna a casa per la licenza.Viene spontaneo, allora, riflettere sul valore dell’amicizia, datoche appare così fragile e legata alle circostanze. Sin dall’antichità,essa è considerata uno dei beni più preziosi per l’essere umano,al pari del dono della ragione. Il latino Cicerone ne ha dato unaceleberrima definizione nel Laelius de amicitia, descrivendolacome “omnium divinarum humanarumque rerum cum benevolentiaet caritate consensio” ( “armonia di tutte le cose umane edivine con benevolenza e affetto”); dunque si tratta di un valoreestremamente importante che nasce tra pochi individui accomunatidalla stessa virtus, ossia da uguali valori morali. Partendo daquesto presupposto, l’amicizia sembra essere fondata su basi solidee incrollabili; eppure, nel secolo degli SMS e dei social network,essa appare sempre meno tangibile e più difficile da trovare. Ciòaccade proprio perchè viene continuamente esibita, come unabandiera riconosciuta da tutti ma svuotata di significato, a causadel suo uso spasmodico e improprio. Quindi, l’amicizia non esistepiù? A ciascuno il proprio giudizio. Da parte mia posso rivelarviche in una Scuola <strong>Militare</strong> “amicizia” è la parola meno usata, mail valore più presente. Lontani da casa, spogliati delle convenzioniestetiche che vigono all’esterno e che permettono, molto spesso,di nascondersi, siamo come anime nude che si incontrano esi legano nel profondo, proprio in virtù del fatto che non hannonient’altro che loro stesse per Essere. Basta che un angolo dellabocca si muova in un certo modo o che lo sguardo si perda perun attimo nel vuoto e riusciamo subito a capirci e a soccorrerci.Non c’è bisogno di striscioni o di manifestazioni plateali, poichèsono sufficienti i piccoli gesti quotidiani a costruire una fittissimarete di affetti: un sorriso in adunata, un gesto di incoraggiamentoquando non riesci più a correre, la buonanotte sul pianerottolodopo una giornata stancante. Ecco perchè, quando mi chiedonose mi manchino le amicizie, rispondo senza esitazione “Sì, finchènon sono entrata in questa Scuola”.La RedazioneNumero 3 Gennaio / FebbraioAnno 2012/2013Sede: Viale dell’<strong>Aeronautica</strong>, 14 - 50144 FirenzeDirettoreVice DirettoreCapo RedattoreIn RedazioneCol. Claudio IcardiCap. Sergio PaparelliAll. Chiara BocconeAll. Lorenzo GiansanteAll. Roberto GiovanzantiAll. Matteo IngrossoAll. Camilla MatrigaliAll. Tiziano MazzaAll. Gabriele TarascioGrafica & ImpaginazioneAll. Giuseppe IannelliAll. Giorgio Morbisla versione digitale del giornalino è presenteon-line sul sito dell’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>www.aeronautica.difesa.it/douhetLe idee espresse in questo giornalino sono la libera manifestazione del solo pensiero degli allieviI


1-2gli alienisono tra noi7-8soldatispeciali9-10 17-18 23-24dietrol’angolocorso disopravvivenzaal terminillonanocampeggi3-4col fiatosospeso11-12in volo consicurezza19-20visita dell’ordinario25-26non solomusica5-6il nuovologo douhet13-14messerniccolò21-22“bel Sangiovanni”27-28giocadouhet15-16magnachartalibertatumII


gli alieni sono tra noiQuest’anno é toccato a noi, allievi del corso Fides,curare e mettere in scena il tradizionale spettacolonatalizio di fine anno. Inizialmente, il timore,così come la preoccupazione per l’impresa che cistavamo accingendo ad affrontare, era grande, ma poi,man mano che lo spettacolo si andava costruendo, provadopo prova, scena dopo scena, aumentava sempre piùl’entusiasmo per il progetto che si stava concretizzando.Durante le prove ce l’abbiamo proprio messa tutta. Lapreparazione dello spettacolo è stata un’ esperienza davveroemozionante, che ci ha dato la possibilità di sentirciancora più uniti, sia perchè eravamo tutti tesi al raggiungimentodel medesimo risultato, sia perchè animati daimedesimi sentimenti.Dopo tante peripezie, venerdì 21 dicembre, dopo il rinfrescoed il brindisi di auguri di “Buon Natale e buon annonuovo”, siamo finalmente andati in scena. All’inizio dellospettacolo, dietro le quinte che parapiglia! Il pubblicoera davvero numeroso e tra i tanti invitati, scorgevamo inostri genitori, i professori e gli altri allievi della Scuola.Anche il 2012 se ne va con una risata1


"... Un'esperienza davvero emozionante,che ci ha dato la possibilità di sentirci ancora più uniti ..."Emozionati per il nostro primovero debutto, speravamo chetutto andasse per il meglio. Edal primo applauso, felici e finalmentesciolti, ci siamo lasciatiandare facendoci forza l’unocon l’altro. Abbiamo cercato diessere noi stessi e forse questoè stato l’elemento vincente.Siamo riusciti a divertirci ed adivertire, grazie alla nostra ironiae satira bonaria che ha consentitodi giocare con i difettidei nostri professori, dei nostrisuperiori e, soprattutto, di noistessi.Al termine dello spettacolo, abbiamopremiato gli allievi del primo anno chesi sono distinti all’inizio dell’anno scolasticoper alcune loro particolari “virtù”,concludendo, poi, la manifestazionecon l’ormai tradizionale consegnadel “paperozzo” e il passaggio del “PiccoloPrincipe”.Siamo orgogliosi di quello che abbiamorealizzato, soprattutto perchè questaesperienza ci ha aiutato a crescere siacome ragazzi che come gruppo: è stataun’esperienza umana davvero importantee formativa.Cosa dire poi degli apprezzamenti ricevuti?La manifestazione si è conclusa con i complimenti e gli apprezzamentidel Gen. Valente, comandante dell’ ISMA, delGen. Baldacci e del Colonnello Icardi, Comandante dellaScuola, che hanno unanimante apprezzato e lodato l’impegnoda noi profuso per la realizzazione dello spettacolo.Infine, come dicono gli anglosassoni, “last but not least”,un caloroso ringraziamento va a quanti hanno sacrificato ilproprio tempo e la propria pazienza per aiutarci in questaimpresa che, altrimenti, difficilmente si sarebbe potuta realizzare.Grazie di cuore!All. Tiziano Mazza2Focus ON


col fiato sospesoConsiderazioni e pensieri del Corso Espero,ormai a 3/4 del loro percorso nella ScuolaCol passare dei mesi il nostroarmadietto si è man manoriempito: fogli, banche dati,libri di test. Il bando di concorsointanto tarda ad arrivare.Parlando tra di noi spesso abbiamoavuto l’impressione che si stiaavvicinando un punto di svolta;qualcuno si affoga nei quiz, qualcunaltro, invece, getta fugaci occhiateal sito di PERSOMIL o allagazzetta ufficiale, nella speranzadi scorgere qualche novità.In fin dei conti, questo periodoper molti di noi è il famigerato“momento della verità”, dove sipotrà dare una particolare piegaalla nostra vita.Le Accademie chiamano, e noicerchiamo di seguire questosuadente canto della sirena, cheammalia ed affascina. Qualcunoperò resiste. Molti si profilanocarriere estranee alle forze armatee occupano le loro giornate aspulciare libri di preparazione aitest di medicina o ad informarsisugli open-day delle varie facoltà.A tutto ciò si affiancano i normalie ormai familiari compiti in classe,che però quest’anno hannoun restrogusto un po’ amarognolo,un po’ di esame... Tra qualchemese, infatti, lasceremo i banchidi scuola, per sederci in quelli diun ateneo o in una carlinga d’aereo.È il secondo grosso salto nelvuoto della nostra vita, e il primonon ci ha certo deluso: entrare a15 anni in una scuola militare eindossare delle stellette ha certamentecontribuito in manieraprofonda alla nostra crescitae maturazione come individuidi una società che ora, più chemai, ha bisogno di persone capaci,poliedriche e responsabili. Lasperanza di riuscire a realizzareun sogno e di realizzarci propriocome uomini e donne del futuroè il fine che domina ogni nostragiornata di questo terzo anno.Lì fuori, se non continueremo lanostra formazione in Accademia,3


"... La speranza di riuscire a realizzare un sognoe di realizzarci proprio come uomini e donne del futuro ..."4non ci sarà più la Douhet a proteggerci, masaremo noi da soli, mattone dopo mattone, acostruire la nostra personalissima Vita.Ma intanto siamo qua, con le nostre speranzee i nostri timori, con i piani B e con i sogni tipicidi ogni ragazzo della nostra età, ma forse conqualche esperienza in più da vantare.Ripensare agli anni passati fa quasi paura:ricordiamo quel lontano 9 settembre 2010come se fosse ieri. Le prime marce, lo Spadino,il Terminillo, il Giuramento, i voli sull’aliante aViterbo, la recita di Natale, le acrobazie sui cielidi Latina, i tuffi tra le onde di Alghero... edora eccoci qui con un bel bagaglio di ricordi,ma che certamente non scorderemo mai. Perchèormai sono diventati parte di noi, lasciandonei nostri animi una traccia indelebile.Ma alla fine, la Scuola <strong>Militare</strong> è anche questo,soprattutto questo. Vivere, sopravvivere,divertirsi, soffrire, ridere, piangere... crescere!Ora bisogna ingranare la marcia e partire perquesto sprint finale, a testa alta, per scavalcarequelle tanto attese colonne d’Ercole checi siamo proprosti di oltrepassare 3 anni fa.PRIMI COELI, ANTE OMNIA, cercare di esseresempre i primi superando tutti gli ostacoli checi si presentano lungo il percorso...Coraggio!Il Nuovo Mondo si vede all’orizzonte.EsperoFocus ON


il nuovo logo douhetIl cambiamento in <strong>Aeronautica</strong>,come in tutte le Forze Armate esoprattutto nella vita, è semprepositivo se finalizzato alla creazionedi nuovi progetti sempre al passocon i tempi. Sulla scia dell’entusiasmoe del rinnovamento, accogliendola provocazione del Comandante,il Colonnello Claudio Icardi, abbiamorisposto con la presentazione di unlogo più fresco, che racchiudessei valori legati al nostro giovane Istituto,del quale ci sentiamo parte attiva.La sfida ha subito coinvolto gliallievi dei tre corsi che, organizzatiin uno specifico gruppo di lavoro, sisono dedicati all’iniziativa con quellospirito e sana curiosità di chi desiderascoprire e conoscere sempredi più per crescere. Collaborazione,impegno e, perchè no, originalitàsono stati alla base del progetto che,dopo un inizio piuttosto “conservatore”sul piano araldico, si è orientatoverso la ricca realtà di tradizioniaeronautiche che ci circonda.Spazio alla creatività e all'impegno intercorsi5Il risultato finale, del quale possiamoritenerci soddisfatti ed entusiasti,vuole simboleggiare la Scuolaattraverso tre semplici elementi:un aereo senza tempo, a metà traquelli ad elica e i moderni aviogetti,per rappresentare la continuitàtra il passato, il presente e un futurodi innovazione; la palazzinacomando, edificio di grande valorestorico e culturale per l’<strong>Aeronautica</strong><strong>Militare</strong>, simbolo importanteper noi allievi della Douhet, poggiatasu di un prato verde, quasi adevocare il Parco delle Cascine, nelquale trova collocazione la Scuola;infine vi è la “D” olografa del Gen.Douhet, tracciata dall’aeroplanoche si libra sopra il cielo azzurro diFirenze.La Commissione Logo Douhet


Di seguito sono riportati i bozzetti delle prime proposte fatte dagli allievi,dalle quali, attraverso il confronto tra le diverse idee, è nato il logo finaledopo un inizio piuttosto“conservatore”......ci siamo dilettati conproposte più creative......ma grazie anche aglispunti del comandante......il progetto si è orientatoverso la ricca realtàdi tradizioni aeronautiche...6Focus ON


Forze speciali italianeil 17° stormoIntervista a un Ufficiale Incursore dell'<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>Nel numero di questo mese abbiamo intervistato un Ufficiale del 17° Stormo Incursoridi Furbara, l’Unità di ForzeSpeciali dell’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>; per ragioni collegate al ruolo che svolge non se ne può rivelare il nome”Come è strutturata la giornata diun incursore del 17° Stormo.Ci sono tante giornate tipo di un incursore:quella dell’addestramentoin poligono, quella dei lanci con paracadute,quelle in mare e in montagna,o quelle in operazioni.La giornata in poligono inizia generalmentealle 08:00, con un briefingdi tutta la squadra. Poi ci si dividein 2 gruppi: uno composto dai piùgiovani e che raccoglie tutto il materiale,le armi, le munizioni, e l’altro,composto dai più esperti, chestabilisce gli esercizi e gli obiettivida raggiungere. Ognuno riceve ilproprio materiale, ossia armi, ottiche,giubbetti antiproiettile ecc.,lo indossa e lo controlla. Fondamentaleè il briefing sulla sicurezzanella gestione dell’arma. Tra i variaddestramenti, c’è il Close QuarterBattle (combattimento in ambientiristretti), anche noto come liberazioneostaggi. Qui si deve essereveloci, precisi, tempestivi e si deveagire di sorpresa, il perché è chiaro.Cominciamo con gli ingressi nellestanze in cui un altro incursore hasistemato le sagome e gli ostaggiall’insaputa degli altri. Tutto si svolgein una manciata di secondi pervasida un gran rumore. Debriefingdell’azione, controllo dei bersagli eci si prepara per un altro giro. Si vaavanti così fino al break per pranzo.A mensa gli argomenti più gettonatisono l’addestramento del giorno eil prossimo distaccamento operativoche sarà impiegato “fuori area”:da vari anni siamo in Afghanistan,all’interno della Task Force 45, contutti gli operatori di Forze Specialiitaliane. Subito dopo pranzo, si passaun po’ di tempo a commentare7gli esercizi del mattino, a prepararsiper le attività notturne e a fare unpo’ di allenamento in palestra/piscina.E’ notte e siamo di nuovo in lineadi tiro. Questa volta, rispettoal mattino, abbiamo in più i visorinotturni, puntatori laser e cyalumi(nd.a. un cyalume è un bastoncinofosforescente). L’esercizio impegnatutto il team; ci si dispone infila accostati al punto d’ingresso, ilbreacher (n.d.a. l’esperto in esplosividella squadra) predispone lacarica sulla porta; bisogna esserepronti a distogliere lo sguardo pernon rimanere abbagliati dall’esplosione.3-2-1, la porta è saltata, sonosull’uscio, ingaggio la prima sagomae mi accingo ad un secondo ingaggioma l’arma si inceppa (è unacosa voluta, randomicamente devesuccedere a tutti), nel mentre vedo2 colpi arrivare sul mio bersaglio,Giap mi ha salvato. Si continua, orasono tutti all’interno di una stanza.Dopo la solita manciata di secondi,in radio inizio a sentire , , è il mio turno: e così via. Il capoteam chiama . Debriefing e la giornatavolge al termine. Le giornatesono tutte diverse l’una dall’altra,non fanno altro che completare lanostra preparazione.Cosa l’ha spinta a diventare un incursore,quali difficoltà ha incontratodurante il corso da incursoree come le ha superate?Motivazione è la parola chiave perquesto mestiere. Ne devi avere unache affonda le sue radici dentro testesso, tanto quanto l’affetto verso ituoi cari. Solo così puoi superare ledifficoltà fisiche, la paura e sentiredi dover fare tu in prima personaquello che la maggior parte dellepersone preferisce delegare ad altri.Posso affermare che un tratto motivazionalecomune in tutti noi è ilgusto di mettersi in discussione, diprovare a vedere se si è all’altezza.Lo sprezzo del pericolo, il voler sfidaretutto e tutti ad ogni costo invecenon ci appartiene. Le difficoltàincontrate durante il corso sono statecollegate al forte stress psico-fisi-


"... addestrati per portare a termine missioni altamente rischiose ..."8co che si subisce durante una selezione lunga unanno, piena di prove e di nozioni da apprenderee mettere subito in pratica. Ma, per tornareal punto iniziale, credo che la “motivazione” sial’unica leva che ti permette di superare i limiti .Che incarico le piacerebbe ricoprire in futuro?Per ora, sto facendo esattamente quello che desideravo.In aeronautica le Forze Speciali sonotutte e solamente presso il 17° Stormo Incursori;va da sé che, dopo aver terminato la vita “operativa”,e raggiunta una certa maturità ed anzianità,ritengo che ciascuno di noi sarà comunque chiamatoa prestare le professionalità acquisite nelsettore dell’addestramento o nell’organizzazione,che avviene prevalentemente presso il ComandoInterforze per le Operazioni delle Forze Speciali,quindi spero di rimanere nel settore.Quale esperienza, tra le tante effettuate comeincursore, ricorda con maggiore emozione?Ti sembrerà strano ma il momento emotivamentepiù provante per me è vedere quando unasquadra parte ed io no. Li vedo tranquilli, determinati,calmi, senza paura per le difficoltà e i pericoliche dovranno superare e provo un intensosentimento di ammirazione e di orgoglio peressere uno di loro. In operazione invece, sono lasofferenza, la paura e la disperazione che vedinegli occhi delle persone che incontriamo, o lafelicità di quelle che siamo riusciti ad affrancare.Spesso, al ritorno in base da un’operazione riuscita,uno strano silenzio regna nella squadra.Con l’esperienza, ho capito che in quel momentociascuno di noi sta fissando nella sua mentele immagini positive o negative dell’ operazione,immagini che rimarranno solo nella nostra testae che non condivideremo con nessun altro chenon sia un incursore, perché con le parole nonsi riesce a trasmetterle a chi non le ha vissute inprima persona. “SUFFICIT ANIMUS”All. Federico LagrastaINTERVISTE


Il protone: troppo grande!Stimate le nuove dimensioniL'atomo di idrogeno, da sempre modello ideale di tutti gli esperimenti fisiciper la sua semplice struttura, ci mostra le nuove, presunte, dimensioni del protone.Un esperimento coordinato dallo svizzeroAldo Antognini dell’Istituto di Ottica quantisticadel Max Planck Institut a Garching edell’Istituto di fisica delle particelle del PolitecnicoFederale (ETH) di Zurigo, pubblicato nella rivistaScience, ha mostrato che il protone e’ il 4% piùpiccolo di quanto si immaginava finora.Il modello sul quale è stato condotto l’esperimentoè sempre l’atomo di idrogeno. Questa volta però,per una maggiore accuratezza nelle misurazioni, èstato utilizzato un atomo di idrogeno muonico, incui l’elettrone è sostituito da un muone, cioè dauna particella instabile caratterizzata da una vitamedia di 2,2 microsecondi con una carica elettricapari a quella dell’elettrone e massa 207 voltepiù grande. Nel caso del protone ricordiamo che ènecessario fare una distinzione tra tre diversi parametri:raggio di carica, raggio magnetico e raggiodi Zemach. Tale distinzione è dovuta alla composizionedel protone che, essendo composto daquark che si muovono e interagiscono tra di loroscambiando gluoni, oltre ad avere una strutturamolto complessa, ha anche un’estensione.Ebbene, dalle misurazioni di Antognini risulta unraggio di carica di 0,84087 femtometri (milionesimidi miliardesimi di metro), un raggio magneticodi 0,87 femtometri e un raggio di Zemach di 1,082femtometri. Proprio l’aumento della precisionerende ancora più evidente il dato fondamentale ricavatodal ricercatore: il valore del raggio trovatoè molto più piccolo rispetto a quello stabilito nel2010 dal Committee on Data for Science and Technology(CODATA), con un raggio di carica pari a0,8775 femtometri.Una così “grande” discrepanza ha indotto i ricercatoriad effettuare ulteriori ricerche per capire se irisultati sono effettivamente veritieri e se il raggiodella particella di carica positiva possa variare infunzione del sistema in cui è legata.Infatti, il ricercatore svizzero afferma che “la differenzapotrebbe anche essere spiegata, se l’interazionemuone-protone differisse dall’interazioneelettrone-protone; in questo caso sarebbe l’indiziodi una nuova forza, di una nuova particella. Perora questa è solo un’ipotesi, che però potrebbeessere verificata presto dal nostro nuovo esperimento:la spettroscopia dell’elio muonico”.All. Gabriele Tarascio9


Dopo millenni,torna il dio coccodrillo10Grazie all’intenso lavoro degli archeologi delDipartimento di Scienze storiche e dei Beniculturali dell’Università di Siena, durante lacampagna di scavi in Egitto, è stato scopertoun tempio dedicato a Sobek, il dio coccodrillo,uno dei meglio conservati. Il tempio si trova aDionysias, a cento chilometri a sud da Il Cairo.Ricordiamo che il dio Sobek rientra tra ledivinità zoomorfe, insieme ad Hathor, la deavacca, Sekhmet, la dea leonessa, Seth, il dio levrieroe Horo, il dio falco, e aveva il suo centrodi culto nel Fayum. Nell’antico Egitto, l’attaccamentoall’aspetto zoomorfo della divinità si èsempre conservato, ma il fenomeno è diventatopiù evidente nell’età saita, in Epoca Tarda,quando Sais fu capitale dell’Egitto sotto la XXVIdinastia tra il 664 e il 525 a.C.Complimenti dunque ai ricercatori dell’Universitàdi Siena che ci ricordano che “la storia è ungrande presente,e mai solamente un passato”(Alain, filosofo e scrittore francese; Le avventuredel cuore).All. Gabriele TarascioDAL MONDO


in volo con sicurezzaMansioni e obiettivi di una brancafondamentale per l'<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>Quando guardiamo una manifestazione di volo,assuefatti dalla bellezza delle manovre, o quandovediamo un jet che si lascia dietro una scia,o quando saliamo su un aereo di persona, non vienemai spontaneo pensare a quello che v’è dietro. Fraingegneri, tecnici, meccanici, assistenti e tutte quellepersone che partecipano alla “messa in aria” delvelivolo è presente anche un’altra compagine, senzala quale si avrebbe molta più paura a mettere piedenell’abitacolo. Stiamo parlando della Sicurezza Volo.Nato nel 1991, sotto le dirette dipendenze del Capo diStato Maggiore, l’Ispettorato per la Sicurezza del Volo(ISV) lavora per prevenire incidenti di velivoli militari,preservando le risorse, evitando costi eccessivi dovutia incidenti e ponendosi come scopo la salvaguardiadi vite umane. Per raggiungere questi obiettivi vieneanalizzato tutto il contesto in cui opera il pilota, senzalasciare nulla al caso: la macchina, attraverso le piùmoderne tecnologie, è diventata sempre più sicura,anche se non è ancora perfetta e affidabile al 100%;“errare humanum est”, quindi l’uomo, anche se preparato,motivato e professionale, può incorrere inerrori e questo può accadere a chiunque operi sul oper l’aeromobile. Perciò il lavoro si basa sul binomiouomo-macchina. Al pilota è richiesta una conoscenzamnemonica accurata dei limiti della macchina, delleeventuali emergenze, dei pericoli e, soprattutto, dicome fronteggiarli. La macchina invece è sottopostacontinuativamente ad accertamenti e controlli chearrivano molto in profondità, fino ai singoli pezzi chela compongono. Infine si cerca di estendere ad ognilivello la politica di prevenzione e salvaguardia attraversola diffusione della rivista “Sicurezza del Volo” edell’omonimo calendario , compito assolto dall’IstitutoSuperiore per la Sicurezza del Volo (ISSV), istituitonel 1995, che si occupa inoltre della formazione delpersonale addetto, per l’appunto, alla sicurezza delvolo.11


"... Il lavoro si basa sul binomio uomo-macchina ...."sul piano nazionaleIl 18 dicembre scorso è stata rinnovata la collaborazionetra l’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong> e l’AgenziaNazionale per la Sicurezza del Volo. Questa intesa,resa possibile dalla comunanza di obiettivi,permette lo scambio di informazioni inerenti leattività di volo, siano esse civili o militari. L’AN-12SV si occupa prevalentemente di investigazione,indagine e studio di incidenti o gravi problemiriguardanti l’aviazione civile per impedire che siripetano in futuro.All. Matteo IngrossoDAL MONDO


la lezione sempre attualedi messer niccolòIl punto di vista del segretario fiorentino attraverso l'analisidi una delle sue opere più famose: Il PrincipeQuest’anno ricorrono i“500 anni” del trattato“De principatibus”, comunementenoto come “Il Principe”,l’opera più famosa di NiccolòMachiavelli; fu infatti scrittanel 1513, durante l’esilio del Segretariofiorentino all’Albergaccio,vicino a San Casciano val diPesa, dove fu relegato dopo l’arrestoe la tortura ordinati dallafamiglia Medici che lo accusaronodi cospirazione antimedicea.Recentemente, la prestigiosaHarvard University ha ritrovatopresso l’Archivio di Stato di Firenzeun documento di eccezionalevalore storico: il mandatodi cattura spiccato contro Machiavelli.Tale rinvenimento hariacceso l’interesse intorno alleteorie politiche da lui propugnateche proposero una sintesi modernae spregiudicata tra Ragiondi Stato e sfera morale.La modernità e la lucidità dellasua visione politica induce adalcune riflessioni che vorremmocondividere con i nostri lettori.“Il Principe“ si propone come risultatoe riflesso di due decennid’instabilità politica e militareche portarono l’Italia cinquecentescaalla rovina; l’idea machiavellanadi principe “virtuoso”suona come una sfida all’ineluttabilitàdi questo disastro. E’ daqui che nasce l’esortazione finaledell’opera per una riscossadell’Italia, perché torni a risplenderela sua grandezza; si trattaquindi di un invito alla militanzanel quale s’individua lo sforzointenso di progettare e proporreun’alternativa ad una situazionealtamente critica, durantela quale la parte del “lione” lasvolgono, purtroppo ed indiscutibilmente,le potenze straniere.Il pensiero di Machiavelli è dunquecapace di stimolare al ragionamentosu temi cruciali: il nessotra mezzi e fini nell’azione politica,la relazione stretta tra forza econsenso nel mantenimento delpotere, la figura chiave dell’uomoforte, del leader carismatico.In particolare, riguardo ad unmodello di comportamento incui capacità razionali e istintualisi compenetrano, ma non si annullanole une con le altre leggiamo: “Dovete adunque sapere13come e sono dua generazioni dicombattere: l’uno, con le leggi;l’altro, con la forza. Quel primoè proprio dello uomo; quel secondo,delle bestie. Ma perchéel primo molte volte non basta,conviene ricorrere al secondo:pertanto a uno principe è necessariosapere bene usare la bestiae lo uomo, l’una e l’altra natura.E l’una sanza l’altra non è durabile.Sendo dunque uno principenecessitato sapere bene usare labestia, debbe di quelle pigliare lagolpe et il lione” ( capitolo XVIII).L’uomo di governo virtuoso,indefinitiva, deve sempre agirein vista del mantenimento dello


"... Il rapporto tra mezzi e fini nell'azione politica, la relazione strettatra forza e consenso nel mantenimento del potere ...."14Stato; un principe può essere grande a dispettodella scelleratezza delle sue azioni,ma nessuna azione malvagia può renderlogrande solo perché scellerata.Come ci si può aspettare, Il Principe scatenòcritiche ed attacchi pesanti, in primis dallaChiesa che lo mise all’Indice; come potevaquest’ultima tollerare che un regnante siautorizzasse all’infamia, persino al delitto,pur di conservare lo Stato? Eppure, è innegabileche ser Niccolò avesse perfettamentecapito la pratica di governo che si era consolidatanell’età dell’assolutismo; non a casolo studiava l’imperatore Carlo V e Caterinade’ Medici portò una copia del saggioin Francia, quando andò sposa al re EnricoII e, di sicuro, se ne ricordò quando ordì ilmassacro degli Ugonotti, nella notte di sanBartolomeo, anno 1572.Quindi,come attesta la Storia, da una parteMachiavelli fu disprezzato e rinnegato dallacultura della Controriforma dall’altra,invece,come ha avuto modo di sottolineare lostorico Federico Chabod, in un suo saggiomagistrale sul “Segretario fiorentino”, “ fusalda l’importanza del Principe come centroriassuntivo della politica europea: Machiavellicontinuava a dominarla, apertamenteo per sotterranee vie…”.In conclusione: il dibattito sulla “ immoralità”del pensiero di Machiavelli va al di là delgiudizio storico sull’autore in quanto contieneun tema più generale ed impegnativoper ogni coscienza: è giusto, è necessario ritenereche la politica non debba avere limitimorali? Oppure deve anch’essa sottostare aregole di ordine superiore?Non pretendiamo di fornire risposte, ci bastaavere sottolineato la grande 1’attualitàed urgenza di questi interrogativi che riportanoalla ribalta la grandezza di Machiavelliin quanto anticipatore dell’autonomia dellapolitica dalla morale, argomento scottanteche è impossibile ignorare come osservòacutamente Benedetto Croce il quale, parlandodel Nostro ebbe a dire: “non si puòesorcizzare e cacciare dal mondo con l’acquabenedetta”.E quale migliore occasione della ricorrenzaa cui si è accennato in apertura,per parlaredella fondazione della Scienza politica edella sua evoluzione in chiave moderna econtemporanea?All. Gabriele TarascioDAL MONDO


Magna charta libertatumThe first step to the English ConstitutionThe Magna Charta or Magna Carta ( latinfor “The Great Charter of the Liberties ofEngland” or “Great Charter of Freedom”)is one of the most well known documents inEnglish history and became the basis for Englishcitizen’s rights.It was the first document forced upon a king ofEngland by a group of his subjects, the feudalbarons, in an attempt to limit his powers oflaw and protect their privileges. King John placedto his seal on the Magna Charta on June15th 1215 in Runnymede in Egham, Surrey,South England after meeting with barons andnobles who were no longer willing to toleratehis abuses. The charter explicitly acknowledgedand protected rights for both nobles andcommon Englishmen, allowed the right to appealagainst unlawful imprisonment, and requiredKing John to respect legal procedures.It was the first written grant which demonstratedthat no one, including a king or law maker,was above the law.The charter was designed to re-balance powerbetween the King and his subjects (especiallyKing John and the barons) and solved the conflictbetween them at the time.The Magna Charta contains 63 clauses writtenin Latin on parchment. In the period from 1224-1618 many clauses were renewed throughoutthe Middle Ages and continued to be renewedas late as the 18th century. Only three of theoriginal clauses are still in law today.The most important clauses referred to:• The Church – The Church was to be free ofroyal interference, especially in the electionof bishops• Taxes – No taxes except the regular feudaldues were to be levied, except by the consentof the Great Council or parliament.• The right to due process which led to Trialby Jury.• Weights and Measures – all weights and measureswere to be kept uniform throughoutthe territories.15


"... Is the most significant early influence on part of the historical processwhich led to constitutional law in the English speaking world ...."The most famous clause in theMagna Charta is: “No freeman shall be seized or imprisoned,or stripped of his rightsor possessions, or outlawed orexiled. Nor will we proceedwith force against him exceptby the lawful judgment of hisequals or by the law of theland. To no one will we sell, tono one deny or delay right orjustice”. This clause limits ruler’spowers and launches theideas of a lawful process andthe jury of one’s peers.The Magna Charta is the mostsignificant early influence onpart of the historical processwhich led to constitutional lawin the English speaking world.It was important in the colonizationof the American coloniesas England’s legal systemwas used as a model and the16development of common lawand constitutional documentsincluding the United States ofAmerica’s Bill of Rights and U.S. Constitution.Thirteen original copies of theMagna Charta were made anddistributed. Only four still remainto this day and can befound at the British Library,Lincoln Castle and SalisburyCathedral. In 2009 UNESCOrecognized it in its ‘Memory ofthe World’ register.All. Roberto GiovanzantiDAL MONDO


Corso di sopravvivenzaal TerminilloGli allievi del I Corso raccontano la loro esperienza di sopravvivenza in montagnaBreve, interessante e indimenticabile.Questi sono itre aggettivi che descrivonoal meglio l’esperienza vissuta danoi allievi del I corso al Terminillo.E’ stata una settimana che ciha permesso di rilassarci dopoun primo quadrimestre davverointenso, ma nello stesso di scoprireuna realtà per molti di noinuova: la montagna.Il corso di sopravvivenza, scopoprincipale del soggiorno, non èstato solo fine a se stesso, insegnandociregole e nozioni chesperiamo di non mettere mai inpratica, ma è stata anche la primaoccasione fuori dal contestoscolastico per rinforzare i rapportie lo spirito di corso. Moltoci sarebbe da scrivere a propositodelle attività svolte, tutte cihanno coinvolto con nostro grandeentusiasmo e impegno. Le piùcoinvolgenti sono state senzadubbio l’accensione del fuoco ela costruzione del ricovero. Vorreisottolineare che nulla avremmopotuto fare senza il supportodei nostri istruttori, i marescialliScrimo e Marra, aerosoccorritoridi stanza a Grazzanise, che conla loro enorme professionalità eottima capacità di insegnamentosono riusciti a infondere innoi la passione per il loro lavoro.In conclusione, ora possiamoconfermare ciò che ci dicevanogli allievi più anziani: il Terminillosi ricorda per tutta la vita.Noi ora siamo comunque carichiper affrontare la seconda partedell’anno, ricca di eventi su cuidobbiamo concentrarci.All. Edoardo Bruno17


"... Il corso di sopravvivenza non è stato solo fine a se stesso ...""... dicevano che il Terminillo si ricorda per tutta la vita;ora lo possiamo dire anche noi.Un'esperienza diversa da tutte le altre,dove abbiamo scoperto che siamo veramente unitie capaci di costruire un Corso con la C maiuscola ..."18ESPERIENZE


prima VISITA DELL’ORDINARIOMILITARE alla scuola douhetSua Eccellenza Reverendissima Monsignor Vincenzo Pelvi ha fatto visita agli allievidella Scuola <strong>Militare</strong> <strong>Aeronautica</strong> Giulio Douhet di Firenze.Il giorno 21 febbraio MonsignorPelvi, Ordinario <strong>Militare</strong>per l’Italia, ha voluto renderevisita alla Scuola <strong>Militare</strong> <strong>Aeronautica</strong>Giulio Douhet di Firenze.Al suo arrivo Monsignor Pelvi èstato ricevuto dal Comandantedell’Istituto di Scienze MilitariAeronautiche il Generale diDivisione Aerea Pietro Valentee dal Comandante della ScuolaDouhet il Colonnello ClaudioIcardi. Nel briefing introduttivoil Colonnello Icardi ha illustratoa Sua Eccellenza la missione e lefinalità della Scuola alla presenzadel quadro permanente e delcorpo docente stigmatizzandoil coraggio dei ragazzi e le sfideche devono affrontare in questaScuola.A seguire l’Ordinario <strong>Militare</strong> rivolgendosiai presenti ha dettodi aver incontrato tanti giovaninelle sue varie visite presso accademiee scuole militari e dicome i giovani siano la “bellezzadel futuro”. Sua Eccellenza hasviluppato con i docenti e con ilquadro permanente una dupliceriflessione sul tema della ricercadella verità e sulla pedagogiadel pensiero. Monsignor Pelvi haevidenziato come la scuola debbaindurre i giovani a coltivare ilsapere e condurre ad una ricercadella verità combattendo la “desertificazionespirituale”. Altresìgli educatori hanno il compitodi insegnare “il gusto delle gioieautentiche della vita attraversouna pedagogia mirata che rifiutal’insipienza e l’assuefazione”. Successivamente MonsignorPelvi ha incontrato da solo gliAllievi della Scuola <strong>Militare</strong> coni quali ha sottolineato come “ilrelativismo, dando valore indiscriminatamentea tutto, conducaad una confusione moraleo intellettuale, ad un indebolimentodei principi e alla perditadell’autostima. I giovani, spessoabbandonati a se stessi, devonoaffrontare da soli una realtàche supera i loro limiti” “ Davantial vuoto che tenta voi giovani19


"... Davanti al vuoto che tenta voi giovani occorre impegnarvi in iniziativeserie che vi permettano di comprendere il valore della vita ..."– prosegue il Monsignore – occorre impegnarviin iniziative serie che vi permettanodi comprendere il valore della vita”.Successivamente l’Ordinario <strong>Militare</strong> havoluto ascoltare dai giovani allievi le loroopinioni sull’attuale contesto culturale esociale e soprattutto le loro aspettative. GliAllievi hanno quindi espresso a Monsignor20Pelvi tutte le loro soddisfazioni, le loro sfidequotidiane, i loro pensieri ma anche le loropreoccupazioni per il futuro. Sua Eccellenzapertanto – a conclusione dell’inconto - havoluto esortarli ad avere fiducia in se stessie ad investire sui propri talenti.All. Giorgio MorbisESPERIENZE


La Douhet alla premiazione“Bel San Giovanni”Il Coro della Douhet si esibisce in occasionedella tradizionale cerimonia presso Palazzo VecchioMartedì 30 Gennaio, gli allievi della Scuola <strong>Militare</strong><strong>Aeronautica</strong> “Giulio Douhet” hanno partecipatoalla consegna del premio “Bel SanGiovanni” presso il Palazzo Vecchio di Firenze.Il premio, giunto ormai alla 22^ edizione e istituitodalla Società di San Giovanni Battista nel 1796, vieneannualmente attribuito alle personalità fiorentine chesi sono maggiormente distinte nel campo dell’arte edella cultura coniugando l’elevazione spirituale a quellamateriale.La consegna dei premi, che quest’anno sono stati conferitial Direttore d’orchestra Bruno Bartoletti, al pittoreEnzo Faraoni e a Don Enzo Rossi, è stata introdottadall’intervenuto del Sindaco Matteo Renzi.“La San Giovanni – ha dichiarato Renzi – ha un compitomolto importante perché ci invita a fare i conti conquel che siamo, quel che eravamo e quel che vogliamodiventare. Ma soprattutto, con la forza della sua storia,ci ricorda che occorre sempre combattere contro il rischiodell’anonimato e aiutare Firenze a mantenere ilsuo ruolo mondiale”.L’evento, oltre all’intrinseco valore culturale, ha assunto,per gli allievi della Scuola, un valore sentimentaleed emotivo, presentandosi come primo evento ufficiale,fuori dalle mura dell’ Istituto di Scienze MilitariAeronautiche, in cui si esibiva il coro. La preparazioneall’evento è stata meticolosa e puntuale, ed ha coinvoltoed entusiasmato gli allievi del Corso Espero e delCorso Fides. Il giorno dell’evento, abbandonate le ansiee i timori iniziali, dovuti all’onere di esibirsi in unevento di così rilevante importanza e così sentito dallacittà di Firenze, il coro è riuscito a sostenere il peso delleaspettative e ad offrire un’esibizione degna di notae unanimemente apprezzata. Il coro ha introdotto l’eventoeseguendo “Il Canto degli Italiani” di Mameli,Inno Nazionale dal 1946, quindi, prima della premiazione,ha allietato gli astanti con “La Leggenda del Piave”,Inno Nazionale dal 1943 al 1946. Il Comandantedella Scuola <strong>Militare</strong> <strong>Aeronautica</strong> “Giulio Douhet”, ColonnelloClaudio Icardi, è intervenuto per ringraziaregli organizzatori dell’evento, sottolineando l’importanzadel connubio tra la città di Firenze e l’<strong>Aeronautica</strong><strong>Militare</strong>, che, con manifestazioni di questo calibro, divienesempre più solido.Il Col. Claudio Icardi ha, quindi, concluso il suo interventoesprimendo grande soddisfazione per l’impegnoprofuso dagli allievi, autori di un’eccellente esibizione.Un ultimo ringraziamento, è andato alla ProfessoressaAnita Valentini, docente di storia dell’arte della Scuola,sia per il suo instancabile impegno nell’ organizzazionedell’evento, sia per il suo continuo supporto al gruppocanoro nei momenti di maggior tensione e agitazione,prima della performance.All. Gianluca Nappo21


"... La San Giovanni ci invita a fare i conti con quel che siamo,quel che eravamo e quel che vogliamo diventare ..."22ESPERIENZE


Una vita dedicata all’arteMostra pittorica di "Nano" Campeggi all'Istituto di Scienze Militari AeronauticheIl 30 gennaio, in occasione del suo 90° compleanno, l’Istitutodi Scienze Militari Aeronautiche ha ospitato unodei più illustri pittori del nostro secolo, Silvano Campeggi.La serata è iniziata con una conferenza, tenutasiin Aula Magna, circa la sua vita e carriera artistica:il Maestro, conosciuto con il soprannome di “Nano”,nato a Firenze nel 1923 e formatosi alla Scuola d’Artedi Porta Romana, ha iniziato la sua carriera illustrandolibri e giornali per diverse aziende grafiche. Trasferitosia Roma, è stato attratto dalla cartellonistica cinematografica,e, dopo il suo primo successo con l’illustrazionedi “Aquila nera”, ha cominciato a lavorare negli StatiUniti. Ha, quindi, ideato e realizzato molte tra le piùfamose locandine cinematografiche hollywoodiane diquello che è stato definito il “periodo d’oro” del cinema,venendo annoverato fra i più importanti grafici edisegnatori della storia del cinema americano. Tra lepiù celebri, delle più di 3000 realizzate, ricordiamo: Viacol vento, Cantando sotto la pioggia, West side story,Quo vadis, Piccole donne, Passaggio a Nord-Ovest, Casablanca,Colazione da Tiffany. Tornato a Firenze, il Maestroha continuato nel settore dell’illustrazione graficae dell’arte, riscuotendo sempre maggiori successie allestendo numeroso mostre apprezzate sia in Italiache all’estero. Terminato l’incontro in Aula Magna, gliospiti sono stati accompagnati al Circolo Ufficiali, dovehanno potuto ammirare alcune delle opere realizzateda Nano, inerenti, principalmente, il suo rapporto conle Forze Armate. Di seguito, rinnovando i più sinceriauguri per il Sig. Campeggi, riportiamo alcune delleopere presenti alla mostra.All. Michele Barra23


"... Una potenza espressiva capace di attrarre l'occhio e l'anima,lasciando sempre più sorpresi ed incantati dalla maestria dei suoi dipinti ..."Dono del maestro Silvano Campeggi all’ISMAUfficiale CC a cavallo con stendardoFante della Legione Lombarda della GuardiaNazionale della Repubblica Cispadana 179624Gen. Giuseppe GaribaldiSVAGO


non solo musica"... La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede,ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto ..."il guernicaIl "Guernica", capolavoro di Picasso,è sicuramente ispirato al bombardamentodella città basca di Guernicanel 1937 ad opera dell’aviazione tedescadurante la guerra civile spagnola.L’evento fece grande scalporein Spagna e la cittadina divennesimbolo delle atrocità della guerra,in quanto si trattò di un attacco allapopolazione civile.Picasso, impressionato dall'evento,ideò un dipinto enorme e pregnodi valenze simboliche. Ad un primosguardo si nota che il quadro è sostanzialmentemonocromo, facendolosembrare una sorta di documento,di testimonianza diretta. Lascena si svolge in una strada o in unapiazza della città di Guernica: seguendola direzione di lettura canonica,ossia da sinistra verso destra, siincontra una donna che urla di dolorecon in braccia il figlioletto morto;essi ricordano le rappresentazionidella Pietà con la Madonna che tienein grembo Cristo appena depostodalla croce. Si tratta di un'immaginepiuttosto forte, soprattutto grazieal collo e alla testa che si allunganoverso il cielo, in un gesto interpretabilesia come un’invocazione siacome un’imprecazione verso un nemicoche non si vede direttamente,ma si percepisce. Sopra la donna sitrova un toro, simbolo che offre duespunti interpretativi tra loro divergenti:esso potrebbe simboleggiareil popolo spagnolo che assiste impotentea questo scempio, oppure èidentificabile con il nemico, la causadel disastro, la brutalità (non a casonei molti disegni preparatori Picassoha realizzato anche l’immagine delminotauro, la creatura mezzo uomo,mezzo animale). Nel groviglio centraleun cavallo agonizzante si contorcedal dolore delle ferite, simbolodell’umanità sofferente. L’altro riferimentopotrebbe essere legato allacorrida, durante la quale i cavallientrano nell’arena con i picadores espesso vengono incornati dal toro. Ilsoldato caduto dovrebbe essere unriferimento ai soldati spagnoli fedelialla repubblica e morti durante laguerra. La lampadina elettrica chesi trova in alto rappresenta con tuttaprobabilità il sole, ma potrebbeanche essere un occhio che osserva.Invece, non dovrebbero essercidubbi sulla donna con la lampadain mano che cerca di illuminare lascena; ella rappresenta la veritàche deve far luce sull’accaduto perrenderlo visibile a tutti, poiché l’umanitàdeve conoscere le atrocitàche vengono commesse in Spagna.In basso a destra si trova un’altradonna che sembra rialzarsi da terrae guardare verso il cielo per capirecosa stia succedendo; solitamenteviene associata alla saggezza o allascienza: cerca la luce e guarda versol’alto, ovvero cerca qualcosa che laaiuti a capire il disastro di cui è testimone.Infine analizziamo l’ultimaimmagine, una delle più drammatiche:una donna che muore bruciataa causa delle fiamme che avvolgonoanche la sua casa; questa scenafa riferimento alle immagini dellaMaddalena ai piedi della croce o nelcompianto di Cristo, quando manifestail suo dolore alzando le braccia alcielo, in segno di disperazione.All. Diana Di Paolantonio25


"... Si convinse che l'unica cosa davvero sensata fosse afferrarequel che desiderava ogni qualvolta ne avesse avuto la possibilità ..."gli anni ventiI "Roaring Twenties" ossia i "ruggenti anni venti"caratterizzano un decennio ottimista e creativoche non solo si manifestò in tutte le disciplinedell'arte, ma divenne quasi uno stile di vitapositivo e vivace al quale facevano riferimentomolti giovani. Probabilmente la tendenza allamodernità (lampante in movimenti artisticicome il cubismo o il futurismo) e il conseguentebisogno di una rottura con la tradizione, derivavaproprio dalla volontà di voltare pagina, lasciandosidefinitivamente alle spalle gli orroridella Grande Guerra. Le invenzioni tecnologichecome l'auto, il cinema e la radio diedero ladefinitiva spinta verso un periodo 'da giovani', iquali non avevano altro desiderio di divertirsi inserenità. Caratterizzerà per sempre quest'epocal'esplosione di una nuova musica travolgente edimprovvisata: il jazz.Zelda Fitzgerald“Implacabile, si convinse che l’unica cosa davverosensata fosse afferrare quel che desideravaogni qualvolta ne avesse avuto la possibilità. Efece del suo meglio.”La musa in assoluto dell’ “età del jazz” fu la scrittriceZelda Sayre Fitzgerald. Era l’incarnazione ditutto quello che potesse essere definito ‘innovativo’,il prototipo che ogni ragazza spregiudicatadegli anni venti doveva seguire. Diceva disé :” Non avevo pensieri che per me stessa. Nonprovavo un briciolo di sentimento di inferiorità,impaccio o dubbio, e non avevo il benchéminimo principio morale”. L’unico romanzo dalei pubblicato fu “Lasciami l’ultimo valzer”, chenarra la storia di Alabama Beggs, bella ed anticonvenzionalefanciulla del Sud degli Stati Unitiche sposa un artista e si mette in viaggio conlui per il mondo ‘civilizzato’; tale viaggio la portaa vivere tante esperienze e a provare semprenuove sensazioni. In gran parte dolorosamenteautobiografico, il romanzo di Zelda racchiudeepisodi della sua vita coniugale con Scott Fitzgeraldunendo, a piccoli spunti riflessivi, una sorprendenteanalisi interiore dei personaggi.26Joséphine BakerUn’altra protagonista degli anni ‘20 fu la ballerina ecantante Joséphine Baker che, per le origini afro-americanee il colore ancora ‘insolito’ e ‘sconosciuto’della pelle, ammaliò il pubblico con la sua energiae creatività. Trampolino di lancio per l’ ascesa alsuccesso fu, senza dubbio, Parigi, dove la giovanesi trasferì a soli 19 anni portando nel bagaglio cheaveva con sé pochi soldi, guadagnati nei nightclubamericani, e una sprizzante e salutare comicità chela caratterizzava in tutti suoi spettacoli, che mescolavanonelle danze il gusto francese alle tradizioniafricane. Divenne prima ballerina al teatro degliChamp-Elysées e si esibì nel celebre ballo moltoin voga: il charleston. Conobbe importanti autoricome i Fitzgerald ed Hemingway, ma anche pittoricome alcuni surrealisti e Pablo Picasso. Fu sempremolto riconoscente alla Francia che, come spessoasseriva, le aveva dato “ il suo cuore”, concetto cheribadì nella nostalgica canzone “J’ai deux Amours “(Io ho due Amori ).Ho due amori,Il mio Paese e ParigiPer essi sempre,Il mio cuore è estasiatoLa mia Savana è bellaMa perché negareSe questo mi ammalia.All. Camilla MatrigaliAll. Lucrezia PitoniSVAGO


gioca douhetPer concludere, dieci minuti di pausacon un passatempo a tema Douhet e la vignetta del mese1 Simpatica figura geometrica solidache si compone ogni mattina3 71 652 Grado del buon Carmine Chirico3 Ripara la notte dal freddo4 Aula multimedialea scopo “didattico”2 45 Termine inglese abusato eriferito all’allievo intelligente6 Il primo Giallo della scuola7 Scandisce la quotidianità10 898 Prime lettere del corso accademico del Cap. Paparelli9 La massima aspirazione del Don Didonna10 Torneo InterScuoleAll. Lorenzo Giansante8 696 4 28 11 29 48 3 192 5275 79 6 1 86 2 16 2 13 24 3 54 3 52 4 5 93 6


9 85 6 34 1 97 9 23 4 6 94 8 53 2 78 9 34 534 1 6 89 6 24 6 15 3 23 9 26 2 85 6 1 7128SVAGO


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