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In occasione della Notte bianca si apre a Reggio Emilia la Celeste ...

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<strong>In</strong> <strong>occa<strong>si</strong>one</strong> <strong>del<strong>la</strong></strong> <strong>Notte</strong> <strong>bianca</strong> <strong>si</strong> <strong>apre</strong> a <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> <strong>la</strong> <strong>Celeste</strong> Galleria che daidepo<strong>si</strong>ti dei Musei Civici porta al<strong>la</strong> luce opere d’arte di diverse epoche, stili emateriali.Nelle vetrine dei trenta negozi che hanno aderito all’iniziativa, ma anche in spazipubblici e luoghi sacri <strong>del<strong>la</strong></strong> città, prende vita un museo immaginario che per unalunga notte e per <strong>la</strong> settimana a seguire sarà allestito a diretto contatto con <strong>la</strong> cittàe il suo pubblico. Opere di artisti reggiani contemporanei (tra agli altri GrazianoPompili, Iler Melioli, Tiziano Codeluppi, Wal, Alessandra Binini, Enzo Silvi,Giovanni Menada, Car<strong>la</strong> Bedini, Ermanno Beretti, Loris Tonino Paroli, CarloCalzo<strong>la</strong>ri, Marisa Bonazzi) ma anche di pittori del secolo scorso (Ange<strong>la</strong> Bergomi,Giannino Tamagnini, Lanfranco Scorticati), di de<strong>si</strong>gner (Denis Santachiara), diautori antichi (una grande natura morta fiamminga, una immagine <strong>del<strong>la</strong></strong> Madonna<strong>del<strong>la</strong></strong> Ghiara) animeranno le vetrine illuminate <strong>del<strong>la</strong></strong> città, in un ideale percorsotra figurazione e astrattismo, decorazione e citazione, <strong>occa<strong>si</strong>one</strong> per sve<strong>la</strong>re unacittà che attraverso i suoi artisti <strong>si</strong> fa più bel<strong>la</strong> e scopre nuovi motivi di interesse.Il percorso continua – oltre che nelle diverse sedi espo<strong>si</strong>tive di Fotografia Europea– nelle sale museali che ospiteranno altri autori di rilievo e trova motivo dipartico<strong>la</strong>re attrazione nell’apertura straordinaria, realizzata grazie al<strong>la</strong>col<strong>la</strong>borazione <strong>del<strong>la</strong></strong> Dioce<strong>si</strong> di <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>-Guastal<strong>la</strong>, delle chiese di SanSpiridione e San Giorgio, che ospiteranno importanti instal<strong>la</strong>zioni di C<strong>la</strong>udioParmiggiani e Franco Guerzoni.


Chiesa di San Giorgio, Via Farini07Franco Guerzoni (Modena 1948)Bianca e volta, 2004 _ Tecnica mista su tavo<strong>la</strong>, cm 300x200Danilo Eccher scrive le suggestioni e le emozioni chequest’opera gli ha comunicato: ”Ho rivisto le numerosealbe che accendono di arancio e rosa i paesaggi mentalidi questa pittura che vuol essere tattile, fi<strong>si</strong>ca,matericamente esuberante; ho riconosciuto gli impalpabilinotturni degli innumerevoli misteri e delle costantisospese. Ho pensato agli scalcinati muri che rivivono<strong>la</strong> loro fanta<strong>si</strong>a nelle delicate cromie di una <strong>si</strong>lenziosasedimentazione, così come ho colto il sussurro diun’ovattata presenza negli azzurri delicati che svaporanonell’emozione di un ricordo”.La struttura per l’allestimento dell’opera è stata progettatae disegnata da Andrea Branzi.La struttura per l'allestimento dell'opera è stata realizzatain col<strong>la</strong>borazione con l'architetto Andrea Branzi.Restauro Cappel<strong>la</strong> PernicelliLa Cappel<strong>la</strong>, recentemente restaurata, fu fatta costruirecon l’eredità di Bartolomeo Pernicelli, in<strong>si</strong>gne benefattoredei Gesuiti nel Seicento. A pianta quadrata, è dominatada una monumentale ancona in marmo, di pregevolefattura, contenente un paliotto a fondo nero del XVIIsecolo, intar<strong>si</strong>ato con finis<strong>si</strong>mi marmi e recentementeattribuito al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> dei Corbarelli, intar<strong>si</strong>atori traVerona e Brescia. La Cappel<strong>la</strong>, in origine dedicata a SanFrancesco Borgia, fu poi intito<strong>la</strong>ta a San FrancescoSaverio ospitando <strong>la</strong> pa<strong>la</strong> d’altare raffigurante <strong>la</strong>“Madonna <strong>del<strong>la</strong></strong> Ghiara e i SS. Francesco Saverio ed Ignazio”(1640), di Alessandro Tiarini e due lunette che raffigurano“Il miracolo <strong>del<strong>la</strong></strong> liberazione dell’indemoniato” e “Laguarigione miracolosa <strong>del<strong>la</strong></strong> figlia del Duca di Lerma”operate da San Francesco Borgia.Il restauro ha permesso di riportare al<strong>la</strong> luce le originalidorature degli stucchi e di recuperare gli affreschi <strong>del<strong>la</strong></strong>cupo<strong>la</strong> e del cupolino attribuiti all’opera dei fratelliBibbiena, in partico<strong>la</strong>re a Francesco Galli Bibbiena.


Galleria Parmeggiani, Corso Cairoli, 2Omar Galliani(Montecchio <strong>Emilia</strong> 1954)Mantra, 2000Oro e matita su tavo<strong>la</strong>, cm. 300x400Acqui<strong>si</strong>zione 200112Dal 1997 Galliani inizia il Ciclo “Mantraper Laura”. Si tratta di una serie di ditticicomposti da una tavo<strong>la</strong> in pioppo ricopertadi <strong>la</strong>mine d’oro su cui viene inciso unmantra e da una tavo<strong>la</strong> su cui a matita ecarboncino l’autore disegna volti, mani,vulcani, antiche sculture indiane. Nel<strong>la</strong>nostra opera troviamo, accanto al mantra,un volto che – scrive Marisa Vescovo – “ha <strong>la</strong> lumino<strong>si</strong>s<strong>si</strong>ma fronte stretta dauna fascia nera che ridimen<strong>si</strong>ona l’ovale accentuato del viso, scolpito in un avoriocarico di tempo o nel velluto sottile di un petalo di un fiore. Questo volto, in fondo,è una finestra, attraverso <strong>la</strong> quale <strong>si</strong> può guardare dentro, ma da cui <strong>si</strong> riversa unaluce che <strong>si</strong> allunga sull’universo. Florenski direbbe che è ‘un paravento sottilis<strong>si</strong>motrasparente in tutti e due i sen<strong>si</strong>: verso lo spirito e verso <strong>la</strong> materia’ ” .Enzo Mari (Novara, 1932)Scrittura 734, 1966 _ Alluminio, cm 65x93Enzo Mari <strong>si</strong> dedica a partire dagli anniCinquanta a un’intensa attività artisticadiventando nel decennio seguenteesponente di spicco dell’arte cinetica eprogrammata, di cui è testimonianzal’opera appartenente alle collezioni deiMusei di <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>. Nel 1963coordina il gruppo italiano Nuovatendenza, organizzando nel 1965l’espo<strong>si</strong>zione biennale di Zagabria.Paralle<strong>la</strong>mente all’attività artistica <strong>si</strong>dedica a quel<strong>la</strong> grafica, all’allestimento di mostre e soprattutto al de<strong>si</strong>gn. Definito“coscienza critica” del de<strong>si</strong>gn, oltre a essere autore di pezzi che ne hanno fatto <strong>la</strong>storia e per cui ha ottenuto diverse volte il “Compasso d’oro”, <strong>si</strong> è reso protagonistadel dibattito sul<strong>la</strong> profes<strong>si</strong>one del de<strong>si</strong>gner con opere di ampio respiro culturale.


Musei Civici - Pa<strong>la</strong>zzo San Francesco, Via Spal<strong>la</strong>nzani, 125Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Mi<strong>la</strong>no 1986)La monta so<strong>la</strong>re, 1969-70 _ Ottone e ceramica, cm 175x185x50Partito, come l’amico Lucio Fontana, da una figurazione novecentesca, nellesculture degli anni Trenta Fausto Melotti <strong>si</strong> avvicina ai principi dell’astrattismodi cui diventa uno dei più autorevoli esponenti: il rigore astratto, basato su unaricerca di rapporti armonici al<strong>la</strong> quale non erano certo estranee <strong>la</strong> pas<strong>si</strong>one e <strong>la</strong>conoscenza <strong>del<strong>la</strong></strong> mu<strong>si</strong>ca, non venne però mai a mortificare in senso purista l’acutaten<strong>si</strong>one lirica. La sua era una scultura fatta di elementi lineari e geometrizzantidai quali era esclusa, come da lui esplicitamente dichiarato, ogni “mo<strong>del<strong>la</strong></strong>zione”in favore di una assoluta purezza formale (e non è escluso che a tale ricerca di unamisura e di un ordine razionali abbiano contribuito <strong>la</strong> sua <strong>la</strong>urea in ingegneria ei suoi studi di mu<strong>si</strong>ca). Ma è dal<strong>la</strong> fine degli anni Sessanta - con opere come Lamonta so<strong>la</strong>re - che, pur senza contraddire ai suoi principi di occupazione armonicadello spazio dell’ astrattismo, l’artista liberò una autentica e inconfondibile venapoetica con fragili e aeree costruzioni fatte di sottili fili di rame, di trasparentiretine metalliche, di mobili straccetti di garza, creazioni di incantevole graziadove <strong>la</strong> scultura, se di questa ancora può trattar<strong>si</strong>, o non piuttosto, l’”antiscultura”,diviene gioco calco<strong>la</strong>tis<strong>si</strong>mo di parvenze e di spazi, sorridente e talvolta lievementeironico; ma “un gioco - come afferma Melotti - che quando riesce è poe<strong>si</strong>a”.


Pa<strong>la</strong>zzo Ancini, Via Farini, 103Aldo Mondino (Torino 1938)La danse des jarres, 1997 _ Olio su linoleum, cm. 450x210Acqui<strong>si</strong>zione 1997L’interesse dell’artista per <strong>la</strong> cultura ebraica a partire dal<strong>la</strong> metà degli anni Ottanta<strong>si</strong> configura per lui, artista errante, come una ricerca e<strong>si</strong>stenziale al<strong>la</strong> ricerca <strong>del<strong>la</strong></strong>terra promessa e di risposte all’inquietudine del suo spirito. Utilizza in questocaso un supporto industriale, il linoleum, che diventa una sorta di pelle su cuitatua le sue figure. Il tema <strong>si</strong> collega al<strong>la</strong> danza, espres<strong>si</strong>one di spiritualità. “Ilmovimento rotatorio del pennello di Mondino appaia l’immagine ad un gestoieratico, essenziale – scrive Dehò – L’artista partecipa all’azione proprio con questomovimento, è <strong>la</strong> sua <strong>si</strong>nte<strong>si</strong>, <strong>la</strong> sua chiusa” .


CredemPa<strong>la</strong>zzo Spalletti-Trivelli, Via <strong>Emilia</strong> S.Pietro, 427Vi<strong>si</strong>ta alle collezioni artistiche ivi conservate ed alle rovine archeologiche di RegiumLepidi, nelle due giornate di sabato.23 maggio e sabato 30 maggioVi<strong>si</strong>te a gruppi con accompagnatore e commento culturaleOrario vi<strong>si</strong>te:dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 17.00Guido Reni (Bologna 1575 - 1642)Ecce Homo _ olio su te<strong>la</strong>, cm 79 x 65Annibale Carracci (Scuo<strong>la</strong> di)(Bologna 1560 - Roma 1609)L'incoronazione <strong>del<strong>la</strong></strong> Vergine, inizi del '600 _ olio sute<strong>la</strong>, cm 117,5 x 141,5


Camera del Lavoro, Pa<strong>la</strong>zzo Guicciardi-Guidottivia Roma, 5333Raccolta di opere d’arte23 maggio fino alle ore 24.00.Dal 23 al 30 maggio pos<strong>si</strong>bilità di vi<strong>si</strong>te dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle ore 15.00alle ore 19.00.Davide BenatiNotturno con <strong>la</strong>nterna 1991Emilio Tadini<strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> 1988


SPAZI COMMERCIALI


Basco, Piazza Prampolini, 1/D01Sergio Monari (Bologna, 1950)Senza Titolo _ Re<strong>si</strong>na, 210x55x40Acqui<strong>si</strong>zione 1986Seguace di quel filone <strong>del<strong>la</strong></strong> cultura artistica italiana che negli anni Ottanta haoperato una decisa ripresa degli stili e delle icone del passato, Monari <strong>si</strong> accostain quest’opera alle suggestioni <strong>del<strong>la</strong></strong> p<strong>la</strong>stica c<strong>la</strong>s<strong>si</strong>co rinascimentale mediate tramite<strong>la</strong> conoscenza delle opere di Arturo Martini.<strong>In</strong> seguito l’artista procederà in quest’affondo alle radici <strong>del<strong>la</strong></strong> civiltà artistica, finoa scegliere <strong>la</strong> rappresentazione di figure umane primitive, non ancora definitenelle loro caratteristiche corporee ancora immerse in quel<strong>la</strong> terra da cui provengonoe che ancora le avviluppa.Come scrive Italo Tomassoni: “Monari ha intuito che non e<strong>si</strong>ste un fuoco privilegiatocome neces<strong>si</strong>tà logica di un processo e trova naturale fare marcia indietro fino aivestiboli <strong>del<strong>la</strong></strong> storia dell’arte, al dato remotis<strong>si</strong>mo, al punto in cui l’arte è confusacon <strong>la</strong> prima coscienza di sé” .


Giancarlo Pelletterie, Via Broletto 2/E02Tiziano Codeluppi (Cadelbosco Sopra 1950)Contrappunti opera I, 1987_ Acrilico, tempera, terre su te<strong>la</strong>, cm. 207x193Nelle opere <strong>del<strong>la</strong></strong> seconda metà degli anni Ottanta Codeluppi recupera da un <strong>la</strong>to<strong>la</strong> sua prima formazione informale (sull’esempio di Poli) dall’altro <strong>la</strong> ricerca sul<strong>la</strong>mu<strong>si</strong>ca che lo aveva impegnato negli anni Settanta. Nel<strong>la</strong> serie dei Contrappuntiegli approfondisce <strong>la</strong> carica gestuale del segno attraverso un nuovo uso del colore,artico<strong>la</strong>to negli spessori <strong>del<strong>la</strong></strong> materia cromatica e nelle leggerezze del fondo.“La mu<strong>si</strong>ca – scrive C<strong>la</strong>udio Cerritelli – è così per Codeluppi uno stimolo nonocca<strong>si</strong>onale, una metafora attiva che permette al gesto di costruire uno spazio disuoni orizzontali” .


Bar Libreria dell’Arco, Via Farini 1/I04Enzo Silvi (Bibbiano, 1943)L’albero del sole _ Acrilico su te<strong>la</strong>, 150 x 150Acqui<strong>si</strong>zione 1986I paesaggi di Silvi rappresentano spazi dell’immaginazione, sono luoghidell’alchimia, rappresentazioni <strong>si</strong>mboliche <strong>del<strong>la</strong></strong> totalità del cosmo che il processoalchemico tende ad imitare.Come scrive Mas<strong>si</strong>mo Mus<strong>si</strong>ni, “i suoi <strong>la</strong>vori sono viaggi nei campi <strong>del<strong>la</strong></strong> conoscenzaancora poco esplorati, possono essere inte<strong>si</strong> come “mappe” da leggere in chiave<strong>si</strong>mbolica e rappresentano pos<strong>si</strong>bili metafore del processo che ogni individuocompie per giungere al<strong>la</strong> scoperta del Sé. Le sue immagini rimandano anche al<strong>la</strong>congiunzione degli opposti dal<strong>la</strong> cui unione nasce il Rebis, l’ideale Essere Perfetto,in grado di giungere al<strong>la</strong> conoscenza dei misteri <strong>del<strong>la</strong></strong> vita e al<strong>la</strong> scoperta del ‘<strong>la</strong>pisphilosophorum’”.


Reverberi Calzature, Via Farini, 6/B05Giannino Tamagnini (<strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> 1907-2006)La mo<strong>del<strong>la</strong></strong> _ Olio su te<strong>la</strong>, 70x90Le opere di Tamagnini portano con sé le poetiche romantiche e novecentiste e <strong>si</strong>richiamano all’impres<strong>si</strong>onismo nell’uso di tecniche en plein air. I suoi sonopersonaggi ripre<strong>si</strong> dal vero nel<strong>la</strong> spontaneità e immediatezza del gesto, qua<strong>si</strong> chevengano colti di sorpresa, come questa mo<strong>del<strong>la</strong></strong>, che sembra più imbarazzata cheammiccante, ma che l’artista avvolge in un’atmosfera malinconica di “magicoquotidiano”, come se quello <strong>del<strong>la</strong></strong> pittura fosse un tempo sospeso, “di decantazione<strong>del<strong>la</strong></strong> quotidianità”. Lo sguardo del pittore che fa da filtro rispetto al<strong>la</strong> realtà cheha davanti, restituisce sul<strong>la</strong> te<strong>la</strong> una rappresentazione che è qua<strong>si</strong> vi<strong>si</strong>one.


Nico, Via Farini, 1/O06Giovanni Menada (<strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> 1949)Sedile _ Ferro sbalzato con inserimenti di rame, 51x35x35Prototipo e modello <strong>del<strong>la</strong></strong> serie di sculture in acciaio in prova di volo che l’artistarealizza nello stesso 1994, <strong>la</strong> prima opera esposta rappresenta una convincente<strong>si</strong>nte<strong>si</strong> fra le e<strong>si</strong>genze del suo immaginario e l’idea di ripetizione differente cosìtipica <strong>del<strong>la</strong></strong> nostra contemporaneità.Come scrive Achille Bonito Oliva, “con una memoria floreale ma composta,l’artista realizza sculture armate di ali e pungiglioni, capaci di giacere al suolo enello stesso tempo di indicare <strong>la</strong> potenzialità dello spostamento e del volo (…) eglinon vuole imporre <strong>la</strong> propria volontà di potenza quanto piuttosto proporre al<strong>la</strong>contemp<strong>la</strong>zione del pubblico del proprio tempo gli e<strong>si</strong>ti di un processo formalegiocato sul<strong>la</strong> leggerezza e il sospetto dell’immagine, sul<strong>la</strong> p<strong>la</strong>sticità di un modorappresentativo in cui l’io e il noi , lo scultore e il mondo, decidono non per ilcombattimento ma per <strong>la</strong> coe<strong>si</strong>stenza pacifica di forme differenziate fra di loro”.


Look At, Corso Garibaldi, 53/A09Emanue<strong>la</strong> Ligabue (Mantova 1957)La donna è mobile, 1988 _ Acrilico e col<strong>la</strong>ge su legno, cm 125x100Il linguaggio delle opere di Emanue<strong>la</strong> Ligabue compie un’operazione di astrazione,o meglio di semplificazione, a partire da oggetti reali, quelli concreti dell’industriadi de<strong>si</strong>gn, che al<strong>la</strong> fine degli anni Ottanta punta al<strong>la</strong> produzione di oggetti e formeanche ecces<strong>si</strong>ve, purché <strong>si</strong>ano nuove e che non vadano al<strong>la</strong> ricerca di evocazionidi modelli passati. E allora Emanue<strong>la</strong>, che è stata de<strong>si</strong>gner, sceglie di non inseguirepiù <strong>la</strong> novità di un’immagine perché <strong>si</strong>a realizzata dall’industria e poi messa sulmercato, ma decide di fermar<strong>si</strong> all’immagine stessa e lo fa in modo ironico.Accostando <strong>la</strong> <strong>si</strong>lhouette di una donna e quel<strong>la</strong> di un mobile oppure applicandouna spugna su una tavo<strong>la</strong> dipinta e scoprendo che <strong>la</strong> loro ragione d’essere vicinesta nel <strong>si</strong>gnificato del titolo, in un gioco di rimandi che <strong>si</strong> avvicina a quello dell’arteconcettuale.


Living arredamenti, Via Guasco 110Wal (Walter Guidobaldi) , (Roncolo diQuattro Castel<strong>la</strong> 1949)Api _ Acrilico su te<strong>la</strong>, 205 x 485Negli anni Ottanta <strong>la</strong> ricerca dell’artista<strong>si</strong> approfondisce privilegiando i valori didinamismo e <strong>la</strong> violenza cromatica:l’autore <strong>si</strong> confronta infatti con motivifigurativi molto semplici (api, insetti, fantini), ripetuti qua<strong>si</strong> osses<strong>si</strong>vamente ere<strong>si</strong> dinamici dal<strong>la</strong> furia gestuale <strong>del<strong>la</strong></strong> pennel<strong>la</strong>ta, che distribuisce accese cromiesecondo ritmi spiraliformi e andamenti vortico<strong>si</strong>. Si avrà così il dinamismo di uninsetto gigante, ronzante nel<strong>la</strong> te<strong>la</strong>, come se l’artista, dichiara Renato Barilli,“l’avesse racchiuso in un recipiente di vetro e ora <strong>si</strong> divertisse ad ammirarne idisperati battiti d’ali per tentare di sfondare <strong>la</strong> parete, accompagnati magari daun sordo ronzio, che nel nostro caso <strong>si</strong> traduce in una tavolozza scura, ma pursempre venata da striature policrome”. Con queste opere l’artista partecipa anumerose mostre nazionali curate dal critico Renato Barilli che conia per questogruppo di artisti l’etichetta “Nuovi nuovi”.Denis Santachiara(Campagno<strong>la</strong> <strong>Emilia</strong> 1951)Ferro dipinto con motoreOndolo _ Ferro dipinto con motore,113x120x75De<strong>si</strong>gner di affermata fama, DenisSantachiara propone con i suoi oggettiuna rifles<strong>si</strong>one importante sul legamee<strong>si</strong>stente tra <strong>la</strong> forma, e quindi <strong>la</strong>dimen<strong>si</strong>one estetica di un prodotto, e <strong>la</strong>funzione, quindi <strong>la</strong> sua dimen<strong>si</strong>onepratica. Supera questo bipo<strong>la</strong>rismo inmodo assolutamente originale, delineando nel<strong>la</strong> fase progettuale l’esplicito obiettivodel suo prodotto: <strong>la</strong> performance cui è destinato. Ecco allora che l’oggetto diventaattore e protagonista in grado di meravigliarci nel<strong>la</strong> sua dimen<strong>si</strong>one ludica.


Dress, Via Monzermone, 10/C13Marina Burani (<strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> 1943)Memoria perduta _ Acrilico su te<strong>la</strong>, cm 120x120“L’allucinata ricerca di Marina Burani che, come in un teatro anatomico, disegnacon lentico<strong>la</strong>re esattezza l’anatomia del corpo umano, che poi ibrida e innesta conprotomi animali «attraverso un segno di perfetta, capziosa inci<strong>si</strong>vità che <strong>la</strong> rendeinquieta ed inquietante parente di Andreas Vesalius, il grande anatomista esezionatore del Cinquecento»”. Marina Burani partendo dall’osservazione e dallostudio del corpo umano e animale, attraverso il filtro <strong>del<strong>la</strong></strong> sua ricerca ci restituisce<strong>la</strong> rappresentazione di figure orrende e angoscianti ma nelle quali forse riconosciamoun qualcosa di umano.”


Oscar Uomo, Via Monzermone, 10/B14Carlo Calzo<strong>la</strong>ri (Parma 1944)Nero con buco _ tecnica mista su plexig<strong>la</strong>ss, 75x75“Nelle opere degli anni Ottanta l’artista affina <strong>la</strong> sua indagine sulle capacitàespres<strong>si</strong>ve <strong>del<strong>la</strong></strong> materia. Con i suoi buchi neri che <strong>si</strong> aprono sul nul<strong>la</strong> Calzo<strong>la</strong>i<strong>la</strong>vora sull’idea del doppio-piano: il fondale è opaco e monocromo, il primo pianoè un “boccascena” dipinto a tempera o inciso a fuoco su plexig<strong>la</strong>s. “Per Calzo<strong>la</strong>ri– scrive Marisa Vescovo – l’ opera deve avere più di un livello, deve alludere adun retro-superficie. La bruciatura, il buco non sono eventi ma metafore di quantoavviene dietro <strong>la</strong> finestra aperta <strong>del<strong>la</strong></strong> superficie per una indocile curio<strong>si</strong>tà spaziale.Il tutto è guardato dall’autore con una ironia piena di partecipazione”.


Christian, Via Monzermone, 3/B15Maurizio Goldoni (Poviglio 1949-1996)Senza titolo, 1985Couleurs vitrali e gitters spray su plexig<strong>la</strong>s, cm. 190x48x40Acqui<strong>si</strong>zione 1985Nei primi anni Ottanta l’artista risolve il dualismo tra pittura e scultura che avevadiviso <strong>la</strong> sua produzione e, attraverso l’idea di un rotolo di carta che acquistavalenza spaziale attraverso pieghe, volumi impres<strong>si</strong>, angoli arrotondati, sperimentanuove dimen<strong>si</strong>oni ambientali. <strong>In</strong> seguito sostituisce al<strong>la</strong> carta il plexig<strong>la</strong>s e affinail procedimento dell’intervento pittorico introducendo nuovi materiali e ricorrendoa elementi segnici grafici volutamente ibridi. Nelle sue sculture non è estraneoun riferimento alle architetture orientali per l’importanza che vi assumono glispazi vuoti.


Oscar Donna, Via <strong>Emilia</strong> S. Stefano, 9/L16Lanfranco Scorticati (Vil<strong>la</strong> Rivalta 1911-Mi<strong>la</strong>no 1999)Ragazza in sottoveste <strong>bianca</strong>, 1981 _ Olio su te<strong>la</strong>, 60x40“L’importante nell’arte non è rendere il vero, ma il sentimento del vero”, questa<strong>la</strong> frase che Lanfranco Scorticati amava ripetere spesso e questo resta il <strong>si</strong>gnificatopregnante dei suoi quadri. Dipingeva sì dal vero, soprattutto i ritratti e i paesaggi,ma lo faceva in fretta, per non perdere quel momento, quell’emozione che riuscivae rappresentare solo con il colore fissandoli sul<strong>la</strong> te<strong>la</strong>. L’indagine p<strong>si</strong>cologica dichi gli stava di fronte, non avrebbe saputo tradur<strong>la</strong> in parole allo stesso modo dicome faceva con <strong>la</strong> sua semplice tavolozza, non aveva bisogno di molti strumentiScorticati: pochi colori, pennello e spato<strong>la</strong> e via a riempire il quadro che velocementecresceva sotto i suoi occhi e gli restituiva l’intimità di una <strong>si</strong>tuazione o <strong>la</strong> fugacitàdell’espres<strong>si</strong>one di un volto.”


CimurriVia <strong>Emilia</strong> S. Stefano, 11/1317Ermanno Beretti (Vetto d’Enza 1953)Le bagnanti, Olio su te<strong>la</strong>, 109x143Scrive Mas<strong>si</strong>mo Mus<strong>si</strong>ni: “ Con l’uso miratoche fa dell’ironia, l’atteggiamento di Berettinon solo pone l’accento sul<strong>la</strong> contraddizionein<strong>si</strong>ta nel<strong>la</strong> riduzione dell’Avanguardiastorica a modello da imitare, ma ne recupera<strong>la</strong> funzione originaria, che era quel<strong>la</strong> dierodere l’interpretazione accademicadell’arte rimettendone in gioco valori emessaggi”. Qui il tema delle bagnanti,quelle di Picasso, viene riproposto in chiavedecisamente ironica.Luciano Palmieri(San Martino in Rio 1951)Parete, 1987, Lamiera smaltata, cm100x70x30Nelle sue opere, a partire da quelle deglianni settanta, è palese il riferimento aDuchamp e Man Ray, che rie<strong>la</strong>bora in modopersonale e moderno ma che in fondo tendeallo piazzamento funzionale e ci da il senso<strong>del<strong>la</strong></strong> precarietà delle cose e <strong>del<strong>la</strong></strong> loro“provvisorietà rispetto al<strong>la</strong> loro identità”.Negli anni Ottanta precisa il discorso sul<strong>la</strong>tecnologia e su una società sempre piùautomatizzata, le strutture <strong>si</strong> fanno“metamorfiche”, riunendo in sé elementidi mondi diver<strong>si</strong>: minerale, vegetale,industriale e gli esempi storici di Bal<strong>la</strong> e diDepero lo aiutano nel<strong>la</strong> destrutturazionedelle forme.


Toschi Arredamenti, Via <strong>Emilia</strong> S.Stefano, 18/B18Silvio Cadelo (Modena 1948)San Giorgio, 1984 _ Acrilico su te<strong>la</strong> e led, cm. 200x600Acqui<strong>si</strong>zione 1984La produzione pittorica dell’artista accompagna il prevalente impegno nel campodel fumetto e dell’illustrazione. A Cadelo interessa il brulicare delle diverse formedi vita in un mondo che non ha ancora finito di partorire le sue creature. Comeha scritto Corrado Costa “le sue creature sono incerte sul<strong>la</strong> loro natura, Icari checadono nel vuoto, espul<strong>si</strong> da un parto che pos<strong>si</strong>amo pensare ripetitivo e semprediverso. L’accen<strong>si</strong>one di un fiammifero è un incendio. La velocità di cui sonodotati rasenta quel<strong>la</strong> <strong>del<strong>la</strong></strong> luce. E’ un attimo di luce, dunque, quel<strong>la</strong> che li faapparire” .


Ros<strong>si</strong> Profumi, Via <strong>Emilia</strong> S. Stefano, 919Lanfranco Scorticati (Vil<strong>la</strong> Rivalta 1911 – Mi<strong>la</strong>no 1999)Dopo il bagno, 1943 _ Olio su te<strong>la</strong>, 107 x 82“L’importante nell’arte non è rendere il vero, ma il sentimento del vero”, questa<strong>la</strong> frase che Lanfranco Scorticati amava ripetere spesso e questo resta il <strong>si</strong>gnificatopregnante dei suoi quadri. Dipingeva sì dal vero, soprattutto i ritratti e i paesaggi,ma lo faceva in fretta, per non perdere quel momento, quell’emozione che fissavacon il colore sul<strong>la</strong> te<strong>la</strong>. Una scena di quotidiana resa con <strong>la</strong> spontaneità dei gestie delle pose, in un’atmosfera di ras<strong>si</strong>curante familiarità.


Ninna – O, Via <strong>Emilia</strong> S. Stefano, 5/B20Ermanno Beretti (Vetto d’Enza 1953)Giochi <strong>del<strong>la</strong></strong> memoria _ Legno dipinto, 172x160x5“Caratterizza <strong>la</strong> produzione dell’artista una vena ludica e in<strong>si</strong>eme ironica, espressain pittura in una partico<strong>la</strong>re stesura pittorica, assai <strong>si</strong>mile al disegno infantile e inscultura nel<strong>la</strong> creazione di semplici strutture di legno, <strong>si</strong>mili a giocattoli un po’strambi e incompleti. Ma a ben guardare, altri elementi mostrano invece unaallenata consapevolezza sul<strong>la</strong> storia dell’arte del Novecento, fra <strong>la</strong> Metafi<strong>si</strong>ca e ilSurrealismo, ma anche il Dada e <strong>la</strong> Pop Art. Scrive Mas<strong>si</strong>mo Mus<strong>si</strong>ni : “Con l’usomirato che fa dell’ironia, l’atteggiamento di Beretti non solo pone l’accento sul<strong>la</strong>contraddizione in<strong>si</strong>ta nel<strong>la</strong> riduzione dell’Avanguardia storica a modello daimitare, ma ne recupera <strong>la</strong> funzione originaria, che era quel<strong>la</strong> di eroderel’interpretazione accademica dell’arte rimettendone in gioco valori e messaggi”


Libreria all’Arco, Via <strong>Emilia</strong> S. Stefano, 3/D21Emanue<strong>la</strong> Ligabue (Mantova 1957)Pittura <strong>la</strong>vabile _ Acrilico e spugna su legno, 140x120Una spugna su una tavo<strong>la</strong> dipinta ricorda certi meccanismi irriverenti e ironicidell’arte Dada e <strong>si</strong> avvicina a quelli dell’arte concettuale quando esplicita il suo<strong>si</strong>gnificato nel titolo. Tuttavia, dietro questo tipo di opere c’è una scelta precisadell’artista che abbandona il mondo del de<strong>si</strong>gn e quindi del mercato in favore diuna dimen<strong>si</strong>one estetica e forse provocatoria.


Simon, Via Corridoni22Giordano Montor<strong>si</strong> (Ventoso di Scandiano 1951)Dai percor<strong>si</strong> dell’ immaginario _ Olio su te<strong>la</strong>, 245x146A metà degli anni Ottanta <strong>la</strong> ricerca di Montor<strong>si</strong> <strong>si</strong> concentra sulle pos<strong>si</strong>bilitàevocative <strong>del<strong>la</strong></strong> pittura, una pittura che nasce lentamente e solo lentamente <strong>si</strong> <strong>la</strong>scialeggere. “Uno spazio – scrive Giovanni M. Accame – fi<strong>si</strong>co, denso, di spessori esommovimenti interni al<strong>la</strong> pittura come materia, come corpo fluido e territorioassorbente; immediatamente adiacente uno spazio invece atmosferico, evocatonel<strong>la</strong> sua immagine di una tridimen<strong>si</strong>onalità piena di umori, di luci filtrate, diirradiazioni. Una pittura che <strong>apre</strong> al proprio interno, ma senza precipitazione.Una pittura che vuole verificare l’ampiezza dei suoi confini, <strong>la</strong> con<strong>si</strong>stenza el’autenticità dei propri spessori”.


Zamboni, P.zza Martiri 7 Luglio, 3/B23Enzo Silvi (Bibbiano 1943)Paesaggio <strong>si</strong>mbolico _ Olio su te<strong>la</strong>, 170 x 190I paesaggi di Silvi rappresentano spazi dell’immaginazione, sono luoghidell’alchimia, rappresentazioni <strong>si</strong>mboliche <strong>del<strong>la</strong></strong> totalità del cosmo che il processoalchemico tende ad imitare.Come scrive Mas<strong>si</strong>mo Mus<strong>si</strong>ni, “I suoi <strong>la</strong>vori sono viaggi nei campi <strong>del<strong>la</strong></strong> conoscenzaancora poco esplorati, possono essere inte<strong>si</strong> come “mappe” da leggere in chiave<strong>si</strong>mbolica e rappresentano pos<strong>si</strong>bili metafore del processo che ogni individuocompie per giungere al<strong>la</strong> scoperta del Sé.Le sue immagini rimandano anche al<strong>la</strong> congiunzione degli opposti dal<strong>la</strong> cuiunione nasce il Rebis, l’ideale Essere Perfetto, in grado di giungere al<strong>la</strong> conoscenzadei misteri <strong>del<strong>la</strong></strong> vita e al<strong>la</strong> scoperta del “<strong>la</strong>pis philosophorum”.


Ca<strong>si</strong>miro, Galleria Cavour, 9/GPittore reggiano del sec. XVIIMadonna <strong>del<strong>la</strong></strong> Ghiara (copia da Or<strong>si</strong>)olio su te<strong>la</strong>, 105 x 8324E’ nota l’origine, il <strong>si</strong>gnificato e l’importanza di questaimmagine. Nel 1569 un devoto cittadino reggiano,Ludovico Pratissoli, fece eseguire dal celebre pittoreLelio Or<strong>si</strong> un disegno raffigurante <strong>la</strong> Beata Vergine conil Bambino ispirata a un’antica immagine e<strong>si</strong>stente sulmuro dell’orto dei Padri Servi di Maria. Nel 1573 lostesso Pratissoli incaricava il pittore reggiano GiovanniBianchi, detto il Bertone, di tradurre in affresco il disegnodell’Or<strong>si</strong> sullo stesso muro dell’orto. Divenuta metafrequente di devoti l’immagine venne resecata dal muroe portata entro una picco<strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> edificata con leofferte dei fedeli. Al suo cospetto, il 29 aprile 1596avveniva il Primo Miracolo <strong>del<strong>la</strong></strong> Ghiara per interces<strong>si</strong>one <strong>del<strong>la</strong></strong> Beata Vergine,davanti al<strong>la</strong> cui Immagine pregava il giovane Marchino il quale, muto dal<strong>la</strong> nascita,otteneva <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>. Il fatto miracoloso portò all’edificazione del Tempio <strong>del<strong>la</strong></strong> BeataVergine <strong>del<strong>la</strong></strong> Ghiara al cui interno <strong>si</strong> conserva ancora l’”immagine miracolosa”.Graziano Pompili (Fiume 1943)Kouros _ Terracotta, 55x35x21Tra il 1979 e il 1980 l’artista inizia una nuova fase <strong>del<strong>la</strong></strong>sua produzione: abbandona i materiali “alti” tipici <strong>del<strong>la</strong></strong>sua produzione di cui <strong>si</strong> era servito fino a quel momentoin favore di materiali più poveri come <strong>la</strong> terracotta;inoltre ritorna al<strong>la</strong> figurazione che gli consente unraffinato ricorso al mito, al<strong>la</strong> citazione e al passato <strong>del<strong>la</strong></strong>memoria. Nel ciclo Ri-archeologie – scrive RossanaBossaglia – Pompili, soavemente rimo<strong>del<strong>la</strong></strong>ndo nel<strong>la</strong>terracotta sculture a tutto tondo o rilievi, <strong>si</strong> fingericercatore e archeologo. L’artista sa che <strong>la</strong> storia none<strong>si</strong>ste: il passato, in esperibile, è affondato in unadimen<strong>si</strong>one che non pos<strong>si</strong>amo attingere; le co<strong>si</strong>ddettetestimonianze sono mute...


7 <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>, Via Battaglione Toscano, 1/B26Giovanni Menada (<strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> 1949)Senza titolo, 1994 _ Legno, cm. 50x50x190Acqui<strong>si</strong>zione 1994Prototipo e modello <strong>del<strong>la</strong></strong> serie di sculture in acciaio in prova di volo che l’artistarealizza nello stesso 1994, l’opera esposta rappresenta una convincente <strong>si</strong>nte<strong>si</strong> frale e<strong>si</strong>genze del suo immaginario e l’idea di ripetizione differente così tipica <strong>del<strong>la</strong></strong>nostra contemporaneità. Come scrive Achille Bonito Oliva, “con una memoriafloreale ma composta, l’artista realizza sculture armate di ali e pungiglioni, capacidi giacere al suolo e nello stesso tempo di indicare <strong>la</strong> potenzialità dello spostamentoe del volo (…)”.


Calzoleria Parmense, Via <strong>Emilia</strong> S.Pietro, 3/A28Tiziano Codeluppi (Cadelbosco Sopra (RE) 1950)Senza Titolo _ Tempera e acrilico su tavo<strong>la</strong>, 113x67Nelle opere <strong>del<strong>la</strong></strong> seconda metà degli anni Ottanta Codeluppi recupera da un <strong>la</strong>to<strong>la</strong> sua prima formazione informale (sull’esempio di Poli) dall’altro <strong>la</strong> ricerca sul<strong>la</strong>mu<strong>si</strong>ca che lo aveva impegnato negli anni settanta. Nel<strong>la</strong> serie dei Contrappuntiegli approfondisce <strong>la</strong> carica gestuale del segno attraverso un nuovo uso del colore,artico<strong>la</strong>to negli spessori <strong>del<strong>la</strong></strong> materia cromatica e nelle leggerezze del fondo.“La mu<strong>si</strong>ca – scrive C<strong>la</strong>udio Cerritelli – è così per Codeluppi uno stimolo nonocca<strong>si</strong>onale, una metafora attiva che permette al gesto di costruire uno spazio disuoni orizzontali” .


Ombre, Via <strong>Emilia</strong> S. Pietro, 3/D29Ange<strong>la</strong> Bergomi (<strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> 1937- Carpenedolo, BS 1987)Senza Titolo 1976 _ Olio su te<strong>la</strong>, cm 104x95Agli inizi degli anni Sessanta Ange<strong>la</strong> Bergomi viene investita da tutte quellesollecitazioni offerte dall’<strong>In</strong>formale e dall’action painting che invitano a sperimentare<strong>la</strong> materia, le materie, e le dimen<strong>si</strong>oni <strong>del<strong>la</strong></strong> superficie pittorica. Ed ecco allora cheAnge<strong>la</strong> abbandona <strong>la</strong> figurazione per scoprire il colore e <strong>la</strong> sua den<strong>si</strong>tà: i neri, iros<strong>si</strong> e i bianchi che prendono possesso <strong>del<strong>la</strong></strong> te<strong>la</strong>, se ne impadroniscono in tuttii suoi angoli. Pian piano però <strong>la</strong> dimen<strong>si</strong>one materica del colore <strong>la</strong>scia il posto adun’attenzione per <strong>la</strong> gestualità del segno (De Kooning) o per grafiche più sottili(Wools), il colore <strong>si</strong> diluisce e allo stesso tempo <strong>si</strong> espande sul<strong>la</strong> te<strong>la</strong> assumendoforme surreali (Suther<strong>la</strong>nd).


<strong>In</strong>terno B 197, Stradone del Vescovado, 1/B30Car<strong>la</strong> Bedini (Castel<strong>la</strong>nza (VA)1964)Emily and the blind in one eye cat _ Tecnica mista su garza, 110x80“Emily ha occhi di gatta randagia. Ammiccanti. Oggi <strong>si</strong> sposa” (da “Emily” diGiuseppe De Santis).Le figure femminili che Car<strong>la</strong> Bedini rappresenta sulle sue tele sono soprattuttogiovani donne, adolescenti, che rappresentano il proprio tempo nel modello dibellezza anores<strong>si</strong>ca che portano avanti. Una bellezza fragile e ma<strong>la</strong>ta che puòessere dipinta solo su una garza sottile e fatta di parti tenute in<strong>si</strong>eme da cuciture,come ferite. Lo sguardo è fisso, immobile il corpo, assente l’ambiente come sefosse Emily ad osservare noi dal suo mondo che è altro dal<strong>la</strong> nostra realtà.


Ros<strong>si</strong> Profumi, Via Franzoni, 2/A31Marisa BonazziSenza Titolo _ Plexig<strong>la</strong>ss, 132x110Negli anni Sessanta il tema, che diviene qua<strong>si</strong> osses<strong>si</strong>one, nelle opere di questaartista è quello <strong>del<strong>la</strong></strong> comunicazione. Di qui il <strong>si</strong>mbolo <strong>del<strong>la</strong></strong> bocca, rappresentatoin primo piano, reso ancora più evidente dall’uso di tecniche sperimentali cheprevedono materiali inconsueti: il nitro, il metacri<strong>la</strong>to, il plexig<strong>la</strong>ss, attraverso iquali as<strong>si</strong>stiamo a una rie<strong>la</strong>borazione delle suggestioni che Marisa Bonazzi ricevedal<strong>la</strong> pubblicità e dal linguaggio <strong>del<strong>la</strong></strong> Pop art.


Boutique La Me<strong>la</strong>, Via <strong>Emilia</strong> S. Pietro, 7/B32Alessandra Binini (S.Polo d’Enza 1963)Paesaggio emiliano. Abbraccio, 2001 _ Olio su te<strong>la</strong>, cm. 208x160Acqui<strong>si</strong>zione 2003“<strong>In</strong> quest’opera – scrive Mas<strong>si</strong>mo Mus<strong>si</strong>ni – Alessandra dipinge <strong>la</strong> propriaimmagine, ripresa dal<strong>la</strong> vita in giù con un taglio tipicamente fotografico, e mostrail de<strong>si</strong>derio di liberar<strong>si</strong> d’un balzo dalle brucianti esperienze vissute nel<strong>la</strong> realtàquotidiana, per toccare <strong>la</strong> più luminosa condizione vagheggiata nell’immaginazione.I segni <strong>si</strong>mbolici con cui <strong>si</strong> svolge questo racconto sono attenuati , qua<strong>si</strong> mimetizzati,come <strong>si</strong> addice al linguaggio dei <strong>si</strong>mboli e <strong>si</strong> concentrano nel<strong>la</strong> sottile striscia diterreno sul<strong>la</strong> base <strong>del<strong>la</strong></strong> te<strong>la</strong> e nel mutamento di colore che contrassegna <strong>la</strong> pelledei piedi e delle caviglie, d’un rosso più scuro, come fossero fasciate da una calzadiafana, a mostrare le brucianti esperienze da cui <strong>si</strong> vorrebbe allontanare” .


<strong>Reggio</strong> Comics, Via <strong>Emilia</strong> S. Pietro, 57/C34Ferdinando Coloretti (Vil<strong>la</strong>minozzo 1947)Le jardin d’Adonis _ Acrilico e frottoise su te<strong>la</strong>, 160x130“Ho visto <strong>la</strong> storia di Adone raffigurata su un vaso ed ho voluto rappresentar<strong>la</strong>con <strong>la</strong> deformazione che presuppone il passaggio da una superficie curva a unapiana” scrive l’artista. Ma Emilio Tadini ribatte: “ Non credo che le figure diColoretti <strong>si</strong>ano dipinte così soltanto per evocare in qualche modo quelle dipintesul<strong>la</strong> superficie curva di un vaso, Cercano e trovano, queste figure, una formasfuggente, allucinatoria. Diventano le figure di una rappresentazione un po’delirante – sul punto di essere riassorbita di continuo dall’assenza. E’ come sesapes<strong>si</strong>mo che una volta “arrivate” ai bordi queste figure finiranno per piombare,da qualche parte, in un disastro.”


Kirman Di Dantism Houshang, Via Roggi, 5/c35Iler Melioli (<strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> 1949)Logaritmica _ Acciaio inos<strong>si</strong>dabile lucidato, 280x60x22“Accade molto spesso – scrive Renato Barilli – che le sbarre,le verghe metalliche di Melioli sembrano <strong>la</strong>nciare nello spaziodei messaggi arcani, di cui non conosciamo ancora benel’alfabeto. Ma avvertiamo di <strong>si</strong>curo che in quei tracciati<strong>la</strong>birintici <strong>si</strong> compie uno sforzo immane verso <strong>la</strong>comunicazione… Melioli inocu<strong>la</strong> entro il rigido dnadell’inorganico qualche embrione più proprio del mondoorganico vegetale. Succede allora che i suoi bastoni, i suoimonoliti metallici non possono evitare di biforcar<strong>si</strong>, diramificar<strong>si</strong>, sono cioè costretti ad adottare, qua<strong>si</strong> loro malgrado,tutte le pos<strong>si</strong>bilità dell’arborescenza.”Pittore O<strong>la</strong>ndese del XVII sec.Mappamondo, mando<strong>la</strong>, libri, ceramiche su tavolo copertoda tappeto _ Olio su te<strong>la</strong>, 181x112Attribuito inizialmente a Cristoforo Munari, pittore reggianodi nature morte, il dipinto sembra essere più vero<strong>si</strong>milmenteappartenente al<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> o<strong>la</strong>ndese del secondo Seicento.Sembrerebbe accostabile ad altre due nature morte in collezioniprivate, che presentano una espo<strong>si</strong>zione <strong>si</strong>mile di oggetti suun tavolo ricoperto da un tappeto per<strong>si</strong>ano finementerappresentato. La luce calda che sembra provenire da <strong>si</strong>nistraè l’elemento chiave di tutta <strong>la</strong> rappresentazione e ne indica<strong>la</strong> chiara provenienza nord-europea.


Orari luoghi istituzionalisabato 23 maggio <strong>Notte</strong> Bianca: orario 10.00-02.00domenica 24 maggio: orario 10.00-23.00martedì-venerdì 26-29 maggio: orario 18.00-23.00sabato 30 e domenica 31 maggio: orario 10.00-23.00lunedì chiusoOrari spazi commerciali:I negozi seguiranno i consueti orari di apertura.<strong>In</strong>formazioni:Comune <strong>In</strong>forma _ tel. 0522 456660www.municipio.re.it

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