Rapporto preliminare per la Valutazione ... - Comune di Gela
Rapporto preliminare per la Valutazione ... - Comune di Gela Rapporto preliminare per la Valutazione ... - Comune di Gela
Progetto di Variante al Piano Regolatore GeneraleInfatti, i tre sistemi urbani che lo compongono, e che sono delimitati da canali principali di trafficolineari con direzione ovest-est, sono definiti inoltre a sud dal confine con il mare, e a nord dallatangenziale che divide l’abitato di Gela dalla Piana.Il disegno della Città nel suo insieme si presenta quindi “accorpato”, e a nord viene stretto da una fasciache allinea zone verdi e di servizi, con aree destinate ad edilizia. Questa fascia nord, è delimitata da ungrosso asse stradale che corre tra la Via Venezia e la tangenziale, alla quale è abbastanza vicino,formando una silohuette planimetrica ad “ali di farfalla”, il cui corpo coincide con la “CentralitàDirezionale a Cuneo”, che come noto sarà l’animatrice di quest’area nord.Proprio il senso di questo disegno “accorpato” che il PRG prescrive, esprime funzionalmente, e quasisimbolicamente, la tendenza delle dinamiche realizzative, ad effetto centripeto, i cui riflessi potrannoincidere nella dinamica di valore delle aree, favorendo con decisione, le azioni di recupero dei territorimalversati dall’abusivismo.Da questo punto di vista è come se il compattamento da nord conducesse la città stessa verso la cura e laguarigione di se stessa e, in concreto, delle sue vaste parti più fortemente degradate attraverso una“Riqualificazione Urbanistica”, che diversamente sarebbe più difficile. Da un altro punto di vistal’effetto centripeto, favorito dal compattamento della forma urbana, agevola anche giochi di reciprocitànella edificazione interna che si creano tra le aree lasciate libere dal PRG e quelle occupatedall’abusivismo di cui si auspica in certa misura la demolizione e ricostruzione. Se la dinamica sempreinsita in questi giochi di rinnovo e di recupero potrà essere controllata dalla futura Gestione del Piano, sipotranno evitare per un certo tempo quelle frequenti “proiezioni abitative” che vanno a localizzarsilungo le strade dei flussi della mobilità dei trasporti, da e verso la Città. Ciò in genere avviene quando lecittà esauriscono all’interno del loro perimetro gli spazi da attribuire alle necessità edificatorie, madetermina anche quel fenomeno, non sempre facile da guidarsi, che fa prolificare indefinite linee, onodi, di costruito a destra e a sinistra delle vie extraurbane determinando “effetti periferia” che, se nongiovano alla città, ancora meno giovano alla campagna. Si tratta di quelle conseguenze molto criticate, ein realtà mai adeguatamente affrontate, di una diffusione amorfa dei centri urbani in una campagna cheviene considerata quasi come una superficie inerte, e a disposizione, e alla quale la modernità non èriuscita a restituire ancora una rinnovata identità.Nel disegno del PRG come “raccomandazione”, si propone di assumere pienamente la prospettiva, giàtratteggiata, di un possibile nuovo ordinamento di vaste fascie agricole fondato, come già si è detto,sulle reti del Turismo Relazionale Integrato (T.R.I.) e sulle “microcentralità” che lo configurano.In questo modo le campagne intorno a Gela, appoggiandosi a questo genere di Turismo, potrannoanimarsi con relazioni internazionali organizzate da ogni sua “microcentralità”, e aiutate da tecnologieinformatico-telematiche la cui innovazione applicativa era impensabile vent’anni fa. Si animano cosìvasti territori agricoli di inediti “valori” di centralità, affinati e potenziati per la prevista presenzaattrezzata delle cosiddette “porte” del T.R.I.E’ un assetto nuovo dei territori non urbanizzati rispetto al quale la città non è più il Centro, e lacampagna il suo interland.La città piuttosto è, e resta, un polo di centralità concentrata (“accorpata”), insostituibile per il rapportostretto di comunicazioni e relazioni umane dirette e rapide, proprie della natura urbana, che coinvolgonoun gran numero di persone, presenti ed operanti in “tessuti abitativi serrati”. Se ad uno sguardoaffrettato del disegno la nuova Gela “accorpata” può apparire una città chiusa, la realtà è opposta, datoche realizza una nuova e virtuosa apertura verso il territorio, e ai territori contermini, in modo tale chequesti vengano spinti a dotarsi di nuovi e specifici valori di centralità. La città, quindi, piuttosto è, eresta un polo di centralità, ma non è più sola; una tipologia nuova di piccoli poli di centralità si fapresente nel suo interland.L’apertura è consolidata dalle attività e dall’intimo rapporto che si determina tra i punti dei tessutiterritoriali di produzione (agraria, turistica etc.) e le strutture terziarie che, nella città, servono questerisorse reali in modo moderno. E’ il dialogo produttivo stesso che apre reciprocamente le parti, in unrapporto continuo. Il “polo di centralità concentrata”, che è la città, si lega ad una rete di piccolecentralità (o micro-centralità) diffuse sul territorio, in cui il regime dei rapporti interni è meno intensoche nella città, ma che può tendere ad avere vastissime relazioni. Infatti il “turista-villeggiante” delT.R.I., che abita in un punto geografico lontano, (generalmente nell’area Euromediterranea), e del qualeè frequente la tendenza “a ritornare” nella microcentralità già frequentata, apre ad un regime costante di“rapporti internazionali”, più calmo e approfondito di quanto lo consentono solo le relazioniValutazione Ambientale Strategica – RAPPORTO PRELIMINARE - Pagina 50
Progetto di Variante al Piano Regolatore Generalecommerciali, di studio e di ricerca, o del turismo saltellante, che potranno interessare un centro cittàqual’è quello di Gela.La rete di microcentralità che potrà diffondersi a corona, anche oltre i confini tra il comune di Gelaquello di Butera, e le aree di Niscemi, Acate e così via, con le varie “porte” di cui saranno dotati, lungidal sottrarre “valori di centralità” a Gela, al contrario li moltiplicherà. A sua volta Gela con le sue nuoveattrezzature, adeguate ad una popolazione di 80.000 abitanti, appoggia e rende possibile l’efficacia dellapunteggiata di stanzialità diffusa nel territorio, propria alle strutture edificate che ospitano il TurismoRelazionale Integrato (T.R.I).Il disegno complessivo del semicerchio territoriale definito dalle colline attorno alla Piana, e il cui puntocentrale è Gela, si qualifica così con un disegno innovante.L’innovazione sta nel fatto che la Gela “accorpata”, con una silohuette assimilabile ad una “sogliolastriata” come può intravedersi dalla sua planimetria, fa da controcanto al territorio che la corona e che,per via del T.R.I., si ritroverà ricco di relazioni a larghissimo raggio internazionale. Il disegno fisico delterritorio è come un ricamo i cui nodi sono rappresentati dalle micro-centralità del T.R.I. Non si trattapiù di un territorio che subisce i fenomeni diffusi, prodotti da una città sia pure moderna, ma di unterritorio che disegna se stesso con una struttura abitativa e di recettività turistica a maglie molto ampie.Tale sistema realizza un controcanto di nuovo genere e lo fa organizzando una tipologia di città che,prendendo possesso dei suoi rinnovati valori di centralità “concentrati” arricchisce i giochi con i valoridi “centralità” diffusa a rete nel territorio. Non è più la città che si “diffonde” nel territorio, secondo letendenze dell’urbanesimo prodotto dall’industrialesimo e che aveva fatto impallidire, e in molti casiannullato, l’antico rapporto città-campagna. Una “città diffusa” nella “campagna” è quella dellearmature urbane, e che ancora insiste nel mondo con un ritmo di 170 milioni di inurbati ogni anno. Lacampagna stessa si organizza come “città in estensione” riproponendo con modalità precise unaintuizione che fu di Giuseppe Samonà negli anni 70 del secolo scorso, e per la quale “estensione” ètutt’altro che “diffusione”.Questo riferimento teorico è a nostro avviso un sostegno remoto nel tempo che aiuta a comprenderemeglio il ruolo possibile del T.R.I., e come esso corrisponda all’esigenza che ha Gela di un rilancioinnovativo delle sue “risorse reali” a partire dal turismo, dall’agro-alimentare etc.. Quasi in terminiemblematici riportiamo alcune suggestioni della “Città in Estensione”. Diceva allora Samonà “Questodisegno della città dovrà essere certamente legato al paesaggio geografico, e dovranno esserlo piùancora, sia la città in estensione nella campagna, che i centri minori inclusi in essa. Di essi resta ancoraaperto il ruolo che dovranno avere nel nuovo ambiente urbano, che è la campagna razionalizzata informa di città aperta nei territori non di concentrazione. In questa futura formazione di spaziourbanizzato avrebbero un valore preminente, gli aspetti caratteristici del paesaggio naturale perché cisono generalmente molto familiari nel rappresentare ciò che spontaneamente abbiamo sotto i nostriocchi del territorio aperto sul quale ci troviamo. Tuttavia questi aspetti ci sono familiari e li percepiamoimmediatamente, solo negli elementi costitutivi di base del paesaggio. Invece il loro insieme presentatutte le complessità e la incommensurabilità delle cose che popolano l’ambiente naturale e lo fannoricco di emozioni critiche non facilmente percepibili in un ragionamento di sintesi”(…) “Si tratta di ungrande disegno, che non essendo più una affollata struttura artificiale di concentrazione edilizia perragioni economiche di servizi o di speculazione, diventa un fatto di nuova architettura, che contribuiràin maniera significativa a porre quesiti particolari al nuovo spazio artificiale del territorio. Sonoquestioni di grande rilevanza che non dipendono solo dai nuovi parametri dello spazio agricolo, maanche dai centri urbani che vi sono inseriti, e che pongono interrogativi sostanziali per stabilire i criterispecifici di stanzialità che dovranno assumere con nuove funzioni in rapporto alla campagna divenutacittà.Il gioco nuovo dei valori di centralità propri di una Gela “accorpata”, e dei valori di Centralità propridella rete delle micro-centralità nei territori che la circondano, va nella direzione delle intuizioni diGiuseppe Samonà, ma con un genere di attrezzature e di vantaggi immaginabili trent’anni fa, invece,oggi possibili.5.1.i Nota esplicativa sulle modalità di attuazione delle previsioni di edilizia residenziale.Come meglio dettagliato nelle NTA, il centro urbano viene suddiviso in due grandi parti. La parte a suddi via Venezia, a cui si aggiunge il Villaggio Aldisio, è costituita da tessuti sostanzialmente saturi eviene individuata come zone A e B (da B1.1 a B4.2) nelle quali si può operare con concessione direttaperché il PRG prevede in sede propria le aree per i relativi servizi; e la parte a nord di via Venezia, aValutazione Ambientale Strategica – RAPPORTO PRELIMINARE - Pagina 51
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Progetto <strong>di</strong> Variante al Piano Rego<strong>la</strong>tore GeneraleInfatti, i tre sistemi urbani che lo compongono, e che sono delimitati da canali principali <strong>di</strong> trafficolineari con <strong>di</strong>rezione ovest-est, sono definiti inoltre a sud dal confine con il mare, e a nord dal<strong>la</strong>tangenziale che <strong>di</strong>vide l’abitato <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong> dal<strong>la</strong> Piana.Il <strong>di</strong>segno del<strong>la</strong> Città nel suo insieme si presenta quin<strong>di</strong> “accorpato”, e a nord viene stretto da una fasciache allinea zone ver<strong>di</strong> e <strong>di</strong> servizi, con aree destinate ad e<strong>di</strong>lizia. Questa fascia nord, è delimitata da ungrosso asse stradale che corre tra <strong>la</strong> Via Venezia e <strong>la</strong> tangenziale, al<strong>la</strong> quale è abbastanza vicino,formando una silohuette p<strong>la</strong>nimetrica ad “ali <strong>di</strong> farfal<strong>la</strong>”, il cui corpo coincide con <strong>la</strong> “CentralitàDirezionale a Cuneo”, che come noto sarà l’animatrice <strong>di</strong> quest’area nord.Proprio il senso <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>segno “accorpato” che il PRG prescrive, esprime funzionalmente, e quasisimbolicamente, <strong>la</strong> tendenza delle <strong>di</strong>namiche realizzative, ad effetto centripeto, i cui riflessi potrannoincidere nel<strong>la</strong> <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> valore delle aree, favorendo con decisione, le azioni <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o dei territorimalversati dall’abusivismo.Da questo punto <strong>di</strong> vista è come se il compattamento da nord conducesse <strong>la</strong> città stessa verso <strong>la</strong> cura e <strong>la</strong>guarigione <strong>di</strong> se stessa e, in concreto, delle sue vaste parti più fortemente degradate attraverso una“Riqualificazione Urbanistica”, che <strong>di</strong>versamente sarebbe più <strong>di</strong>fficile. Da un altro punto <strong>di</strong> vistal’effetto centripeto, favorito dal compattamento del<strong>la</strong> forma urbana, agevo<strong>la</strong> anche giochi <strong>di</strong> reciprocitànel<strong>la</strong> e<strong>di</strong>ficazione interna che si creano tra le aree <strong>la</strong>sciate libere dal PRG e quelle occupatedall’abusivismo <strong>di</strong> cui si auspica in certa misura <strong>la</strong> demolizione e ricostruzione. Se <strong>la</strong> <strong>di</strong>namica sempreinsita in questi giochi <strong>di</strong> rinnovo e <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o potrà essere control<strong>la</strong>ta dal<strong>la</strong> futura Gestione del Piano, sipotranno evitare <strong>per</strong> un certo tempo quelle frequenti “proiezioni abitative” che vanno a localizzarsilungo le strade dei flussi del<strong>la</strong> mobilità dei trasporti, da e verso <strong>la</strong> Città. Ciò in genere avviene quando lecittà esauriscono all’interno del loro <strong>per</strong>imetro gli spazi da attribuire alle necessità e<strong>di</strong>ficatorie, madetermina anche quel fenomeno, non sempre facile da guidarsi, che fa prolificare indefinite linee, ono<strong>di</strong>, <strong>di</strong> costruito a destra e a sinistra delle vie extraurbane determinando “effetti <strong>per</strong>iferia” che, se nongiovano al<strong>la</strong> città, ancora meno giovano al<strong>la</strong> campagna. Si tratta <strong>di</strong> quelle conseguenze molto criticate, ein realtà mai adeguatamente affrontate, <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ffusione amorfa dei centri urbani in una campagna cheviene considerata quasi come una su<strong>per</strong>ficie inerte, e a <strong>di</strong>sposizione, e al<strong>la</strong> quale <strong>la</strong> modernità non èriuscita a restituire ancora una rinnovata identità.Nel <strong>di</strong>segno del PRG come “raccomandazione”, si propone <strong>di</strong> assumere pienamente <strong>la</strong> prospettiva, giàtratteggiata, <strong>di</strong> un possibile nuovo or<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> vaste fascie agricole fondato, come già si è detto,sulle reti del Turismo Re<strong>la</strong>zionale Integrato (T.R.I.) e sulle “microcentralità” che lo configurano.In questo modo le campagne intorno a Ge<strong>la</strong>, appoggiandosi a questo genere <strong>di</strong> Turismo, potrannoanimarsi con re<strong>la</strong>zioni internazionali organizzate da ogni sua “microcentralità”, e aiutate da tecnologieinformatico-telematiche <strong>la</strong> cui innovazione applicativa era impensabile vent’anni fa. Si animano cosìvasti territori agricoli <strong>di</strong> ine<strong>di</strong>ti “valori” <strong>di</strong> centralità, affinati e potenziati <strong>per</strong> <strong>la</strong> prevista presenzaattrezzata delle cosiddette “porte” del T.R.I.E’ un assetto nuovo dei territori non urbanizzati rispetto al quale <strong>la</strong> città non è più il Centro, e <strong>la</strong>campagna il suo inter<strong>la</strong>nd.La città piuttosto è, e resta, un polo <strong>di</strong> centralità concentrata (“accorpata”), insostituibile <strong>per</strong> il rapportostretto <strong>di</strong> comunicazioni e re<strong>la</strong>zioni umane <strong>di</strong>rette e rapide, proprie del<strong>la</strong> natura urbana, che coinvolgonoun gran numero <strong>di</strong> <strong>per</strong>sone, presenti ed o<strong>per</strong>anti in “tessuti abitativi serrati”. Se ad uno sguardoaffrettato del <strong>di</strong>segno <strong>la</strong> nuova Ge<strong>la</strong> “accorpata” può apparire una città chiusa, <strong>la</strong> realtà è opposta, datoche realizza una nuova e virtuosa a<strong>per</strong>tura verso il territorio, e ai territori contermini, in modo tale chequesti vengano spinti a dotarsi <strong>di</strong> nuovi e specifici valori <strong>di</strong> centralità. La città, quin<strong>di</strong>, piuttosto è, eresta un polo <strong>di</strong> centralità, ma non è più so<strong>la</strong>; una tipologia nuova <strong>di</strong> piccoli poli <strong>di</strong> centralità si fapresente nel suo inter<strong>la</strong>nd.L’a<strong>per</strong>tura è consolidata dalle attività e dall’intimo rapporto che si determina tra i punti dei tessutiterritoriali <strong>di</strong> produzione (agraria, turistica etc.) e le strutture terziarie che, nel<strong>la</strong> città, servono questerisorse reali in modo moderno. E’ il <strong>di</strong>alogo produttivo stesso che apre reciprocamente le parti, in unrapporto continuo. Il “polo <strong>di</strong> centralità concentrata”, che è <strong>la</strong> città, si lega ad una rete <strong>di</strong> piccolecentralità (o micro-centralità) <strong>di</strong>ffuse sul territorio, in cui il regime dei rapporti interni è meno intensoche nel<strong>la</strong> città, ma che può tendere ad avere vastissime re<strong>la</strong>zioni. Infatti il “turista-villeggiante” delT.R.I., che abita in un punto geografico lontano, (generalmente nell’area Eurome<strong>di</strong>terranea), e del qualeè frequente <strong>la</strong> tendenza “a ritornare” nel<strong>la</strong> microcentralità già frequentata, apre ad un regime costante <strong>di</strong>“rapporti internazionali”, più calmo e approfon<strong>di</strong>to <strong>di</strong> quanto lo consentono solo le re<strong>la</strong>zioni<strong>Valutazione</strong> Ambientale Strategica – RAPPORTO PRELIMINARE - Pagina 50