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Rapporto preliminare per la Valutazione ... - Comune di Gela

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Progetto <strong>di</strong> Variante al Piano Rego<strong>la</strong>tore GeneraleSe si considerano le città europee, viene sovente da constatare come negli ultimi tre secoli si siaverificata una sovrapposizione <strong>di</strong> forme. E questo si esprime nelle p<strong>la</strong>nimetrie <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong> città, odell’intera città nei casi <strong>di</strong> vasti rior<strong>di</strong>ni <strong>per</strong> esempio in seguito a <strong>di</strong>stinzioni. La sovrapposizione <strong>di</strong>forme risente in corrispondenza agli stili dei vari <strong>per</strong>io<strong>di</strong> e all’azione “professionale” <strong>di</strong> quanti hanno<strong>di</strong>segnato gli eventi urbani. Talvolta ne sono usciti prodotti <strong>di</strong> grande qualità, talvolta prodotti pocoleggibili e poco armonici nei rapporti tra le varie parti.Nel caso <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong> le parti abusive, e “autocostruite”, anche se con limitate mo<strong>di</strong>fiche tipologichedell’e<strong>di</strong>ficato rispecchiano “gli allineamenti” tra<strong>di</strong>zionali come forma fondamentale dei tessuti e<strong>di</strong>ficati.Con il rior<strong>di</strong>no delle p<strong>la</strong>nimetrie dei lotti ne esce, a <strong>di</strong>fferenza del senso <strong>di</strong> confusione del paesaggioe<strong>di</strong>ficato, un assetto p<strong>la</strong>nimetrico abbastanza semplice e or<strong>di</strong>nato come attraverso alcuni stu<strong>di</strong> si èpotuto constatare.5.1.h6 L’azione <strong>di</strong> “Recu<strong>per</strong>o Urbanistico” affidata alle linee gommateIl processo tendente al “recu<strong>per</strong>o urbanistico” che il P.R.G. <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong> propone, poggia sul sistema viario esull’or<strong>di</strong>namento dei flussi che vale <strong>la</strong> pena riprendere.L’orientamento prevalente delle linee segue <strong>la</strong> forma allungata del<strong>la</strong> città da est ad ovest.Un primo sistema <strong>di</strong> “canali” cogliendo varie opportunità, prima tra tutte <strong>la</strong> Via Venezia, corre nel<strong>la</strong>mezzeria del consistente corpo urbanizzato <strong>di</strong>videndo <strong>la</strong> Piana dalle pen<strong>di</strong>ci del colle su cui è e<strong>di</strong>ficatal’antica Ge<strong>la</strong>. Un secondo sistema è quello del nuovo tracciato che investe territori del<strong>la</strong> Piana.Si tratta <strong>di</strong> un sistema che prevede a monte <strong>di</strong> Via Venezia, opportunatamente <strong>di</strong>stanziata, l’autostradaCT-SR e più a valle <strong>la</strong> grande Tangenziale, al<strong>la</strong> quale con un sistema a pettine <strong>di</strong>retto a sud, in più punti,sono collegate le parti urbane <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong>.Uno dei denti <strong>di</strong> questo pettine <strong>di</strong> mobilità penetra fino a far parte del<strong>la</strong> nuova ossatura <strong>di</strong> “centralitàurbana”, che è quel<strong>la</strong> stessa e che noi abbiamo chiamato “Centralità Nuova o a Cuneo”, il <strong>di</strong>segnourbano <strong>di</strong> questa zona si giova come già accennato, <strong>di</strong> un cuneo <strong>di</strong> territorio libero e esistente tra i duegran<strong>di</strong> quartieri abusivi <strong>di</strong> Settefarine e Margi, e compone una fascia <strong>di</strong> viali sede <strong>di</strong> nuovi allineamenticommerciali e <strong>di</strong> attrezzature, innestando qui spazi a servizio organizzati nel verde. Questi vialipartendo dal<strong>la</strong> testa <strong>di</strong> ciò che si è può chiamare “farfal<strong>la</strong> <strong>di</strong> flussi viari”, si incontrano e <strong>di</strong>segnanoun’asta che, con forma “a manubrio”, si raccorda alle due linee del “secondo sistema <strong>di</strong> centralità” estovest,quello interno al tessuto urbano costruito e <strong>di</strong> cui fa parte Viale Venezia.È questa ossatura centrale del<strong>la</strong> nuova città che vuole determinare uno dei due complessi principali <strong>di</strong>“centralità <strong>di</strong>rezionale” <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong>.5.1.h6 Recu<strong>per</strong>o Urbanistico e mercato fon<strong>di</strong>arioLa constatazione del degrado è imme<strong>di</strong>ata. Per così <strong>di</strong>re, essa è “verificabile a vista”, e anche se il tuttova analizzato e soppesato in modo da poter passare anche alle in<strong>di</strong>spensabili quantificazioni, tuttavia èimme<strong>di</strong>ata anche <strong>la</strong> deduzione <strong>di</strong> uno stato <strong>di</strong> generale deprezzamento dei beni immobiliari, e<strong>di</strong>ficati ingenere in modo parziale. Questo stato <strong>di</strong> degrado, e <strong>di</strong> conseguente deprezzamento economicodell’e<strong>di</strong>ficato, si rileva in <strong>di</strong>verse zone <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong>, ma è in partico<strong>la</strong>re caratteristico delle due aree <strong>di</strong>Settefarine e <strong>di</strong> Margi.Lo “stimolo” affinché venga mo<strong>di</strong>ficato l’assetto attuale è determinato dal nuovo <strong>di</strong>segno viario che siapplica ad aree nelle quali il valore dell’e<strong>di</strong>ficato è fortemente compromesso <strong>per</strong> molte ragioni. Vi è inaltri termini un basso valore <strong>di</strong> mercato. La richiesta in queste zone è bassa dal momento che <strong>la</strong> gentenon vuole andare ad abitare in questi tessuti privi <strong>di</strong> qualità e si determina anche una tendenza atrasferirsi altrove come accade a giovani coppie a cui i genitori avevano destinato una parte del<strong>la</strong> lorocasa, ma che, si sono trasferiti fuori Ge<strong>la</strong> o non vogliono risiedere in queste zone.E’ singo<strong>la</strong>re come nel nostro caso si potrà verificare un fenomeno che ha analogie con gli “slums” <strong>di</strong>città americane: un quartiere <strong>per</strong> ragioni <strong>di</strong> degrado progressivo, non registra più un sufficiente livello <strong>di</strong>richieste ad abitarvi, e decade ulteriormente, abbassando <strong>di</strong> conseguenza, via via <strong>di</strong> più, <strong>la</strong> domandaabitativa.Il caso <strong>di</strong> Settefarine e Margi, quartieri mai decol<strong>la</strong>ti nello loro compiutezza, è <strong>di</strong>verso dai casi piùc<strong>la</strong>ssici <strong>di</strong> quegli “slums”. Questi raggiunsero nel maggior numero dei casi una forma “compiuta” <strong>di</strong>quartiere: raggiunto questo sta<strong>di</strong>o furono poi colpiti dal<strong>la</strong> decadenza. Settefarine e Margi non hannoraggiunto una “forma compiuta” <strong>di</strong> quartiere, ma l’analogia del fenomeno è sostenibile <strong>per</strong> quanto siriferisce al<strong>la</strong> tipologia <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> recu<strong>per</strong>o. O meglio, l’analogia esiste pur comportando una<strong>di</strong>fferente con<strong>di</strong>zione dell’o<strong>per</strong>atore:<strong>Valutazione</strong> Ambientale Strategica – RAPPORTO PRELIMINARE - Pagina 48

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