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Rapporto preliminare per la Valutazione ... - Comune di Gela

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Progetto <strong>di</strong> Variante al Piano Rego<strong>la</strong>tore GeneraleOggi questo paesaggio è ridotto a piccolissimi lembi <strong>di</strong> terra. Da <strong>di</strong>versi anni i “Macconi”, comevengono chiamate le formazioni dunali, sono stati invasi dalle colture in serra che si spingono fin sul<strong>la</strong>battigia. Tutto intorno al <strong>la</strong>go, le serre e i vigneti hanno preso il posto dei cespugli <strong>di</strong> palma nana, deiginepri, del<strong>la</strong> rara retana, dell’euforbia. Il <strong>la</strong>go è alimentato, oltre che dalle acque che vi si convogliano eda quelle sa<strong>la</strong>te che filtrano, dall’apporto del torrente Valle Torta e in parte dal fiume Dirillo. Questo,che in origine era salmastro, ha oggi una salinità variabile <strong>per</strong> l’immissione costante <strong>di</strong> acque dolci.Il Biviere riveste un notevole interesse <strong>per</strong> l’eccezionale assortimento <strong>di</strong> specie viventi che <strong>per</strong> <strong>la</strong> lorovarietà e ricchezza lo rendono tra gli elementi più tipici del<strong>la</strong> Sicilia, nonostante sia da lungo temposottoposto a <strong>di</strong>versi interventi antropici.La posizione geografica, le con<strong>di</strong>zioni climatiche ed altri <strong>di</strong>versi fattori fanno del Biviere, che è il piùgrande <strong>la</strong>go costiero del<strong>la</strong> Sicilia, una delle più importanti zone <strong>di</strong> migrazione e <strong>di</strong> sosta <strong>di</strong> uccelliacquatici. Altra caratteristica <strong>di</strong> questo ambiente è quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> possedere rarità vegetazionali ed endemismientomologici.5.c5 La Riserva del Biviere.Con Decreto 1 settembre 1997, viene istituita <strong>la</strong> riserva naturale Biviere <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong>, ai sensi dell’art. 4 del<strong>la</strong>Legge Regionale n. 14/88. I confini del<strong>la</strong> riserva naturale sono quelli compresi all’interno delle linee <strong>di</strong>delimitazione segnate sulle tavole <strong>di</strong> stato <strong>di</strong> fatto del territorio <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong> in sca<strong>la</strong> 1:10.000, <strong>di</strong> cui alpresente Piano, e precisamente le tavv. 643160 e 644130. Lo stesso decreto <strong>di</strong>stingue <strong>la</strong> riserva in duearee denominate “A” e “B”. La prima identifica l’area destinata più propriamente a riserva, <strong>la</strong> secondain<strong>di</strong>vidua l’area destinata a preriserva. La riserva naturale è tipologicamente in<strong>di</strong>viduata, ai sensidell’art.6 del<strong>la</strong> L.R. 14/88, come riserva naturale orientata al fine <strong>di</strong> tute<strong>la</strong>re:- <strong>la</strong> vegetazione palustre e ripariale e specificatamente alle associazioni <strong>di</strong> phragmition e al<strong>la</strong>presenza <strong>di</strong> leopolda gussonei (gigliacea endemica puntiforme);- lo svernamento, <strong>la</strong> ni<strong>di</strong>ficazione e <strong>la</strong> sosta del<strong>la</strong> fauna migratoria <strong>di</strong> cui partico<strong>la</strong>rmente alta è <strong>la</strong><strong>per</strong>centuale <strong>di</strong> Mignattaio (plega<strong>di</strong>s jalcinellus) e <strong>di</strong> Spato<strong>la</strong> (p<strong>la</strong>talea leucor<strong>di</strong>a); è presente inmodo rilevante, una colonia <strong>di</strong> Pendolini (reniz pendolinus), nonché l’unica stazione <strong>di</strong>ni<strong>di</strong>ficazione in Sicilia del<strong>la</strong> Pernice <strong>di</strong> mare (g<strong>la</strong>reo<strong>la</strong> p<strong>la</strong>tinco<strong>la</strong>);- il notevole interesse faunistico legato al<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>scoglossus pictus, all’unica stazione <strong>di</strong><strong>di</strong>tisci<strong>di</strong> e ai popo<strong>la</strong>menti <strong>di</strong> odonati.Nei territori destinati a riserva e preriserva vigono le <strong>di</strong>sposizioni rego<strong>la</strong>mentari, con cui si stabilisconole modalità d’uso e <strong>di</strong>vieti da osservarsi, <strong>di</strong> cui all’allegato n. 2 dello stesso decreto pubblicato sul Suppl.ord. n.1 al<strong>la</strong> G.U.R.S. (p. I), n.3 del 16.01.1998 (n.1).5.c6 Il Parco Territoriale <strong>di</strong> Montelungo.L’area del<strong>la</strong> collina <strong>di</strong> Montelungo destinata a Parco è delimitata ad Est dal Torrente Gattano, a Sud dalmare, a Nord dal<strong>la</strong> SS. 115, ad Ovest dal<strong>la</strong> linea <strong>di</strong> confine del<strong>la</strong> zona C3 del PRG del 1972.Complessivamente, <strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie destinata a Parco è <strong>di</strong> circa 150 ettari.Dal punto <strong>di</strong> vista morfologico ambientale Montelungo si pone da un <strong>la</strong>to come barriera naturale fra ilmare Me<strong>di</strong>terraneo e <strong>la</strong> grande Piana <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong>, dall’altro come elemento <strong>di</strong> rottura in un paesaggio chealtrimenti risulterebbe piatto e privo <strong>di</strong> vegetazione arborea. Rappresenta in questo senso un elementopaesaggistico <strong>di</strong> inusitata bellezza, soprattutto nel<strong>la</strong> fascia a mare, che si concretizza quale massimaespressione del connubio mare-natura. Si tratta più in generale <strong>di</strong> un promontorio <strong>la</strong> cui <strong>di</strong>fferenziazioneecologica rimane legata al<strong>la</strong> natura dei suoli, alle con<strong>di</strong>zioni microclimatiche, all’esposizione ai venti esoprattutto al<strong>la</strong> piovosità. Proprio quest’ultimo elemento è <strong>di</strong>ventato limitante all’inse<strong>di</strong>amento dellespecie spontanee c<strong>la</strong>ssiche dell’ambiente me<strong>di</strong>terraneo. Infatti le insufficienti piogge hanno innescato unprocesso <strong>di</strong> lenta desertificazione. Il risultato è quello <strong>di</strong> un paesaggio partico<strong>la</strong>re, arso, fatto <strong>di</strong> terrenonudo e <strong>di</strong> lembi <strong>di</strong>scontinui <strong>di</strong> vegetazione stentata. A questo si è aggiunta l’azione antropica che haportato all’ulteriore impoverimento dell’ambiente e <strong>di</strong>ssipamento del verde. Diverse sono lecaratteristiche agronomiche sui versanti del<strong>la</strong> collina. Sul<strong>la</strong> parte più elevata, il pianoro, si hanno terreniche <strong>per</strong>mettono <strong>la</strong> coltivazione del<strong>la</strong> maggior parte delle specie tipiche me<strong>di</strong>terranee e seminativi, suipen<strong>di</strong>i prevalgono terreni in cui sono ancora presenti i resti <strong>di</strong> vecchie colture <strong>di</strong> tipo arboreo chetestimoniano <strong>la</strong> loro antica utilizzazione ad uliveti. (Dal<strong>la</strong> Re<strong>la</strong>zione <strong>di</strong> accompagnamento agli e<strong>la</strong>borati<strong>per</strong> il Parco <strong>di</strong> Montelungo redatta dal <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Ge<strong>la</strong>, Ripartizione Urbanistica).Il Parco è stato approvato in variante al P.R.G. del 1972 con Decreto dell’Assessorato Territorio eAmbiente del 18.12.1989 n.1872.<strong>Valutazione</strong> Ambientale Strategica – RAPPORTO PRELIMINARE - Pagina 20

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