Scenari industriali n. 3, Giugno 2012CENTRO STUDI CONFINDUSTRIACome se non riuscissero a evolvere da un modello diventato inadeguato. Nel<strong>la</strong> misura incui l’esplorazione sul campo delle tendenze in atto nel sistema manifatturiero italiano harive<strong>la</strong>to, tra le altre cose, che le strategie attuate dalle imprese che riescono ad affermarsicontemp<strong>la</strong>no proprio una crescente rilevanza dell’attività di trasformazione interna 17 , lestatistiche indicano che esiste una quota rilevante delle imprese che risulta in forte ritardonel<strong>la</strong> capacità di gestire il cambiamento (<strong>la</strong> quota formata dalle imprese che implodono).L’analisi disaggregata rende dunque conto di differenze importanti e che descrivono modellidi comportamento divergenti.La tensione all’internazionalizzazioneUn’ulteriore caratteristica delle imprese che crescono è che <strong>la</strong> loro espansione (<strong>la</strong> lorotransizione nelle celle verso destra del<strong>la</strong> matrice) è accompagnata da un incremento moltoforte delle esportazioni, che appare in generale proporzionale all’aumento dimensionale,cioè è tanto più forte quanto maggiore è l’aumento del numero dei dipendenti (Tabel<strong>la</strong> 2.6).Anzi, l’aumento delle esportazioni è tendenzialmente più pronunciato di quello dell’occupazione,tanto che per le imprese di tutte le c<strong>la</strong>ssi dimensionali, fuorché per le microimprese18 , l’espansione è per lo più accompagnata da un innalzamento delle esportazioni perTabel<strong>la</strong> 2.6...punta sui mercati esteri...(Italia, esportazioni 2000-2007, variazioni % medie)2007 da 0 da 6 da 11 da 21 da 51 da 101 da 251 10012000 a 5 a 10 a 20 a 50 a 100 a 250 a 1000 e oltreda 0 a 5 15,6 73,2 111,2 225,2 154,9 630,7 **da 6 a 10 -20,9 20,9 103,5 219,1 2.469,7 1.083,2da 11 a 20 -60,1 -27,3 32,7 117,5 364,8 1.303,5 *da 21 a 50 -80,4 -34,0 -24,1 48,1 141,9 273,6 *da 51 a 100 -79,4 -1,7 -67,7 -18,1 49,8 153,5 520,3 *da 101 a 250 -99,6 * -35,7 -47,1 4,2 63,9 140,1da 251 a 1000 * * -40,5 3,1 54,0 95,81001 e oltre 9,4 49,9* Dato oscurato per ragioni di riservatezza.** Dato manifestamente condizionato dal<strong>la</strong> presenza di outlier.Fonte: e<strong>la</strong>borazioni su dati ISTAT.17Si rimanda ancora a Scenari industriali n. 2, giugno 2011.18Va ricordato che le imprese che partono dall’intervallo dimensionale minimo (addetti compresi tra 1 e 5) e che compaiononell’anno finale nelle celle più a destra sono quelle per le quali <strong>la</strong> moltiplicazione del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> iniziale è massimain assoluto.72
CENTRO STUDI CONFINDUSTRIAScenari industriali n. 3, Giugno 2012occupato (Tabel<strong>la</strong> 2.7). Ciò costituisce una conferma sia del<strong>la</strong> grandissima rilevanza del ruolosvolto nel<strong>la</strong> fase attuale dal<strong>la</strong> domanda internazionale per lo sviluppo delle aziende sia dellegame biunivoco tra dimensione e internazionalizzazione. A riprova, nelle imprese che sicontraggono (celle a sinistra del<strong>la</strong> diagonale principale) le esportazioni mostrano semprevariazioni negative (tanto più quanto più accentuata è <strong>la</strong> contrazione dell’impresa) 19 .Tabel<strong>la</strong> 2.7...con l’export che sale più dell’occupazione...(Italia, esportazioni per occupato, 2000-2007, variazioni % medie)2007 da 0 da 6 da 11 da 21 da 51 da 101 da 251 10012000 a 5 a 10 a 20 a 50 a 100 a 250 a 1000 e oltreda 0 a 5 2,3 -29,2 -67,7 -84,4 -95,4 -91,7 38,5da 6 a 10 51,8 17,5 23,6 -15,3 153,3 -17,3da 11 a 20 55,3 15,7 30,7 24,2 28,0 33,7 *da 21 a 50 51,5 127,2 23,7 36,2 48,1 8,0 *da 51 a 100 1.254,4 854,5 39,7 28,5 42,7 55,0 65,5 *da 101 a 250 -31,9 * 288,0 85,5 51,2 58,9 48,0da 251 a 1000 * * 129,3 79,8 43,8 34,21001 e oltre 79,3 76,9* Dato oscurato per ragioni di riservatezza.Fonte: e<strong>la</strong>borazioni su dati ISTAT.L’espansione del fatturato in direzione dei mercati internazionali, dunque, ha costituito nelcorso del primo decennio 2000, compresi gli anni del<strong>la</strong> crisi, un orientamento strategicocomune al<strong>la</strong> generalità delle imprese che crescono; con una vera e propria riallocazione delpeso re<strong>la</strong>tivo delle vendite all’estero rispetto a quelle sul mercato interno. La quota delleesportazioni sul<strong>la</strong> produzione, infatti, aumenta per tutte le imprese che raggiungono unamaggiore dimensione, incluse le microimprese (Tabel<strong>la</strong> 2.8). Analogamente a quanto accadeper le esportazioni in valore assoluto, l’aumento del peso dei mercati esteri è un fenomenoche interessa maggiormente le imprese che ampliano <strong>la</strong> sca<strong>la</strong> dimensionale, mentreper quelle che si contraggono <strong>la</strong> quota delle esportazioni in percentuale del<strong>la</strong> produzionein molti casi si riduce. La crisi non modifica sostanzialmente questa divaricazione.Da ciò si può dedurre che l’espansione delle imprese è vistosamente associata a un aumentodel<strong>la</strong> loro capacità di intercettare <strong>la</strong> domanda sui mercati internazionali e all’aumentostrutturale del peso del<strong>la</strong> produzione destinata a quei mercati.19Le esportazioni sono misurate in valore. Analogamente a quanto già visto nel calcolo del ROI e del ROE (e in misuraperfino maggiore), sia il loro livello assoluto sia il valore assunto dai diversi indicatori che le includono possonoteoricamente essere influenzati dal<strong>la</strong> dinamica dei prezzi. Tuttavia, i valori assunti da queste variabili nel<strong>la</strong>parte a sinistra delle matrici (imprese in contrazione) mostrano che eventuali effetti di prezzo non sono decisivi.73
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