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torna strategica la - Confindustria

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CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA Scenari industriali n. 3, Giugno 20122IMPRESE ITALIANE: SI AMPLIA IL DUALISMOTRA CHI PUNTA ALLO SVILUPPOE CHI ALL’ARRETRAMENTO DIFENSIVOIdentikit e vantaggi delle aziende in crescitaLa nuova fase di caduta del<strong>la</strong> domanda ha accelerato il processo di selezione delle imprese e sta restringendo<strong>la</strong> base produttiva. Questa ge<strong>la</strong>ta, partita nel 2008, è più intensa e lunga di quel<strong>la</strong> sperimentatanegli anni Trenta e ha colto il sistema manifatturiero italiano in una fase di decisivatrasformazione, iniziata da oltre un decennio. Questa trasformazione ha reso più evidenti le differenzetra le imprese, favorendo il sorgere di un nuovo dualismo tra quelle in grado di affrontare i cambiamentiesterni attraverso una maggiore complessità nel<strong>la</strong> propria gestione e quelle incapaci di fare ilsalto culturale ancor prima che dimensionale. Attraverso l’analisi CSC-ISTAT dei microdati di unpanel di oltre 36mi<strong>la</strong> aziende viene misurato l’ampliamento del<strong>la</strong> divergenza causato dal<strong>la</strong> crisi e disegnatol’identikit delle imprese vincenti. Le quali si integrano verticalmente, crescono dimensionalmente,riducono l’outsourcing dei servizi e puntano sui mercati esteri. Le ricadute di tutto ciòsul<strong>la</strong> loro redditività sono meno evidenti, anche se va decisamente meglio di quel<strong>la</strong> osservata per ilpanel di imprese che non riesce a svilupparsi. Diffondere questi modelli di comportamento e stimo<strong>la</strong>rnel’emu<strong>la</strong>zione è diventato ormai vitale per evitare <strong>la</strong> distruzione di una fetta ampia del manifatturieroitaliano.• Il combinato disposto delle due tipologie di comportamento delle imprese, che ne sostanziano ildualismo, può essere considerato parte del<strong>la</strong> spiegazione del<strong>la</strong> lenta crescita del Paese prima del<strong>la</strong>grande recessione, del suo più limitato e corto recupero e del<strong>la</strong> sua repentina ricaduta. Così comeè tra le cause dell’ancora insufficiente internazionalizzazione, del<strong>la</strong> gradualità del<strong>la</strong> rispecializzazionemerceologica (che pure c’è ed è molto significativa), dell’inadeguato riorientamento delleesportazioni verso i nuovi mercati più dinamici, tra i quali sono privilegiati i più vicini.• La crisi ha amplificato le divergenze tra le imprese. Da un <strong>la</strong>to, quelle che si sono dotate di un sistemaorganizzativo complesso in grado di governare il cambiamento hanno seguitato a svilupparsie in ogni caso a reggere il confronto con il mercato; indipendentemente da dimensione,attività svolta, localizzazione territoriale. Dall’altro, le realtà, soprattutto piccole o piccolissime,che formano <strong>la</strong> maggioranza e che si sono ridimensionate verso modelli di business sempre più57

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