12.07.2015 Views

torna strategica la - Confindustria

torna strategica la - Confindustria

torna strategica la - Confindustria

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Centro Studi ConfinduStriaScenari industriali n. 3, Giugno 2012luppo in funzione delle opportunità di domanda che caratterizzano le diverse aree delmondo e che sono rappresentate dalle differenze formidabili nei tassi di crescita di lungoperiodo. L’esistenza di vincoli spesso rilevanti al<strong>la</strong> possibilità di raggiungere i mercati inmaggiore espansione semplicemente attraverso le esportazioni 20 rende sempre più necessaria<strong>la</strong> presenza diretta in loco dei produttori, così che le imprese in grado di sostenere <strong>la</strong>competizione a livello internazionale programmano il loro sviluppo all’estero, che spessovuol dire in altri continenti.Le implicazioni di questo fenomeno sul<strong>la</strong> struttura industriale sono chiare e illustrabili con<strong>la</strong> posizione delle due osservazioni, riferite al 2007 e al 2009, contrassegnate da un asterisco,che corrispondono ai livelli del<strong>la</strong> dimensione media e del numero di addetti ottenutisommando ai dati censuari (di fonte ASIA) quelli re<strong>la</strong>tivi alle imprese a controllo italianolocalizzate all’estero. Poiché <strong>la</strong> dimensione media di queste imprese è di molto superiore aquel<strong>la</strong> delle imprese localizzate in Italia (intorno ai 110 addetti contro nemmeno 10), i valoridel<strong>la</strong> stazza in entrambi gli anni sono decisamente superiori. In compenso, l’aumentodel numero delle imprese localizzate all’estero contrasta, benché in misura minima, <strong>la</strong> diminuzionedi quelle localizzate in Italia.L’assenza di statistiche strutturate sulle multinazionali italiane per gli anni precedenti aquelli qui considerati impedisce di ricostruire <strong>la</strong> curva di spostamento del fenomeno nellungo periodo e che presumibilmente risulterebbe più alta di quel<strong>la</strong> rappresentata per unampio tratto, ma verosimilmente tenderebbe a sovrapporvisi man mano che si retroceda neltempo. La multinazionalizzazione è, infatti, una tendenza diffusa in anni re<strong>la</strong>tivamente recenti.Ma è ben evidente che lo sviluppo industriale è sempre più disancorato dai paesi diorigine e mobile e che <strong>la</strong> quota di sistema industriale dislocata all’interno del territorio nazionale(anche se, al di là del<strong>la</strong> crisi, non necessariamente <strong>la</strong> sua dimensione assoluta) è destinatain ogni caso a ridimensionarsi.20Al di là del fatto che anche i semplici costi di trasporto non sono sempre trascurabili (i prodotti per i quali volumee peso rappresentano un vincolo rilevante non sono pochi), <strong>la</strong> presenza in loco delle imprese è resa necessaria intutti quei casi in cui si manifestino opportunità di superamento delle barriere tariffarie e non (tanto più rilevantiin anni di strisciante neo-protezionismo come quelli che corrono) e, per i produttori di input intermedi, siano glistessi grandi assemb<strong>la</strong>tori a valle già insediati nei mercati in espansione a richiedere <strong>la</strong> presenza accanto a sé difornitori specializzati. In molti casi <strong>la</strong> presenza diretta sui mercati di destinazione riflette, inoltre, l’esigenza dimodel<strong>la</strong>re l’offerta su una domanda locale che non può essere comunque approcciata a distanza. È importante sottolineareche questo fenomeno non ha nul<strong>la</strong> a che vedere con le strategie di tipo difensivo che mirano semplicementead abbattere i costi, sostituendo <strong>la</strong> produzione interna con quel<strong>la</strong> localizzata in aree economiche menosviluppate e a più basso costo del<strong>la</strong> manodopera.55

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!