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torna strategica la - Confindustria

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Scenari industriali n. 3, Giugno 2012Centro Studi ConfinduStriaL’integrazione verticale del<strong>la</strong> produzione manifatturiera ha subito, dunque, nell’arco dei trent’annidal 1970 in poi, un costante ridimensionamento, che è risultato generalizzato a pressochétutti gli ambiti industriali. Già nel<strong>la</strong> seconda metà degli anni Ottanta questa flessione erasembrata in alcuni settori cedere il passo a una stabilizzazione, ma era poi stata seguita invecedovunque da una ulteriore e rapida contrazione. A partire dall’inizio dell’ultimo decennio <strong>la</strong>discesa invece si arresta e mostra addirittura in qualche caso una leggera tendenza al rialzo.Il dispiegarsi di questo processo produce un forte livel<strong>la</strong>mento del grado di integrazione verticalenelle diverse industrie, che per lo più si realizza all’ingiù. I dati suggeriscono che sianostati raggiunti livelli minimi e divari molto contenuti, determinati questi ultimi da fattori legatialle specificità merceologiche. Nei diversi settori, lo spessore dei mercati intermedi sembraavere raggiunto una consistenza ottimale: il volume degli scambi di mercato in rapportoal<strong>la</strong> creazione di valore aggiunto appare ormai stabile nell’intorno di un valore definito.L’ISTAT ha rifatto i conti: per export e industria performance molto più bril<strong>la</strong>nteTra il 2003 e il 2007 l’export italiano è aumentato in volume a ritmi molto elevati, quasi tedeschi:+6,7% l’anno, +26,6% cumu<strong>la</strong>to. Nello stesso periodo il valore aggiunto manifatturieroè salito del 2,4% medio annuo, il 10,1% in totale (dati a prezzi costanti). Le imprese cheavevano operato una profonda trasformazione iniziavano a raccoglierne i frutti. Queste performancesono venute al<strong>la</strong> luce grazie al<strong>la</strong> revisione delle stime di contabilità nazionale peril periodo 2000-2010 diffuse dall’Istat nell’ottobre scorso. Revisione che ha corretto al rialzoi dati precedenti. Secondo le nuove statistiche in quel decennio le esportazioni sono aumentatedell’1,2% annuo (12,1% cumu<strong>la</strong>to) contro il -0,2% annuo (-2,0% cumu<strong>la</strong>to) del<strong>la</strong>vecchia serie. Per il valore aggiunto manifatturiero <strong>la</strong> nuova serie dà un decremento annuodell’1,0% (-9,7% cumu<strong>la</strong>to) da una variazione annua del -1,6% (-15,0% cumu<strong>la</strong>to).Queste modifiche sono attribuibili in parte al<strong>la</strong> nuova c<strong>la</strong>ssificazione delle attività economiche(ATECO 2007) e dei prodotti (CPA 2008) 1 , come richiesto da Eurostat; ma è soprattuttoeffetto del<strong>la</strong> revisione quinquennale che ha beneficiato di miglioramenti nei metodie nelle fonti e che ha prodotto il passaggio al 2005 come anno base di riferimento (dal 2000) 2 .1La c<strong>la</strong>ssificazione ATECO 2007 introduce nuove tipologie di attività produttive. In partico<strong>la</strong>re nel settore dei servizi,dove le principali innovazioni riguardano <strong>la</strong> definizione dei comparti di informazione e comunicazione (sezioneJ dell’ATECO 2007) che riunisce attività in precedenza frammentate tra attività industriali e di servizio (sezioniD, I, K e O dell’ATECO 2002), nonché <strong>la</strong> suddivisione delle attività professionali e imprenditoriali in tre distinti settori(sezioni L, M e N). Nell’industria il settore del<strong>la</strong> produzione di energia elettrica, gas e acqua è stato suddivisoin due sezioni e attualmente comprende le attività re<strong>la</strong>tive alle misure igienico-sanitarie, <strong>la</strong> raccolta, depurazionee distribuzione d’acqua e le attività di recupero materiali (sezioni D ed E dell’ATECO 2007). Un’ulteriore modificariguarda <strong>la</strong> definizione di attività manifatturiere, che non comprende più i prodotti dell’editoria (ora inclusi nel<strong>la</strong>sezione J dell’ATECO 2007) e i prodotti risultanti dal recupero e preparazione per il ricic<strong>la</strong>ggio (confluiti nel<strong>la</strong> sezioneE). Si veda ISTAT, Conti nazionali secondo le nuove c<strong>la</strong>ssificazioni delle attività economiche, 19 ottobre 2011.2Tra cui le nuove stime del<strong>la</strong> bi<strong>la</strong>ncia dei pagamenti e<strong>la</strong>borate dal<strong>la</strong> Banca d’Italia.48

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