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torna strategica la - Confindustria

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Centro Studi ConfinduStriaScenari industriali n. 3, Giugno 2012Le imprese cinesi sbarcano all’estero a caccia di risorse naturali per l’industriaIl costo elevato e soprattutto <strong>la</strong> scarsa disponibilità di materie prime emersi nel corso del 2010,nonostante non siano una novità storica e benché nei paesi avanzati ci sia <strong>la</strong> tendenza al<strong>la</strong>smaterializzazione delle produzioni, sono una potenziale minaccia per il normale svolgimentodell’attività industriale 1 . La Cina, cioè il maggiore paese che sta procedendo a passi molto rapidiverso lo sviluppo attraverso l’industrializzazione, si sta muovendo sullo scacchiere globaleper attenuare questo pericolo, attraverso investimenti diretti all’estero (IDE) e contratti.Gli IDE all’estero di imprese cinesi sono in costante crescita, diretti in tutto il mondo, semprepiù concentrati nell’estrazione, <strong>la</strong>vorazione e invio in patria di energia e metalli, oltreche nell’agricoltura. Obbediscono a una precisa strategia centralizzata, per <strong>la</strong> sicurezza nell’approvvigionamentodi quantità crescenti di commodity, essenziali per l’industria nazionalein rapida espansione. Procurarsi le materie prime direttamente al<strong>la</strong> fonte, inoltre,pone <strong>la</strong> Cina al riparo da futuri aumenti dei prezzi. Anche se può esporre al rischio paese 2 .Il numero di investimenti diretti esterirealizzati in un anno da imprese cinesista crescendo fortemente, dagli 11 del2005 agli 82 del 2011. Il valore dei flussiannui di investimenti è salito ancor piùrapidamente fino al 2008 (da 10,2 miliardidi dol<strong>la</strong>ri nel 2005 a 53,5). Un po’meno negli anni successivi, con un calonel 2009 e poi una ripartenza fino a 72,7miliardi nel 2011 (Grafico A). Nei 7 annidal 2005 al 2011 il valore complessivodegli IDE realizzati da imprese cinesiall’estero è stato di 309 miliardi.908070605040302010Grafico AIDE cinesi: valori in crescita, importi medi in calo(Flussi annuali di IDE in uscita dal<strong>la</strong> Cina;miliardi di dol<strong>la</strong>ri, numero di IDE, mld $ per IDE)Fonte: e<strong>la</strong>borazioni CSC su dati Heritage Foundation.Negli ultimi anni gli IDE cinesi tendonoad essere in media più piccoli: 0,89 miliardi di dol<strong>la</strong>ri per progetto nel 2011, in calodagli 1,41 miliardi medi del 2008. Questo processo di parcellizzazione è iniziato con <strong>la</strong>crisi finanziaria mondiale. Prima di allora gli IDE cinesi avevano mostrato un andamentoopposto, con un aumento del<strong>la</strong> dimensione media a partire dagli 0,93 miliardi del 2005.0ValoreNumero di IDEValore medio(sca<strong>la</strong> destra)2005 2006 2007 2008 2009 2010 20111,51,41,31,21,11,00,90,81Questo tema è stato affrontato, anche in un’ottica di previsione di lungo termine, in Scenari industriali n. 2, giugno2011 (cap. 3), del quale questo approfondimento rappresenta uno sviluppo.2Miniere e campi non sono asset amovibili e <strong>la</strong> loro proprietà, specie nelle nazioni emergenti, è a rischio nazionalizzazione.Come dimostra il recente caso del<strong>la</strong> YPF, società petrolifera argentina, dal 1993 control<strong>la</strong>ta dal<strong>la</strong>spagno<strong>la</strong> Repsol, che nel 2012 il governo di Buenos Aires ha deciso di espropriare.39

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