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torna strategica la - Confindustria

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Scenari industriali n. 3, Giugno 2012Centro Studi ConfinduStriaL’indagine qualitativa Banca d’Italia segna<strong>la</strong> una forte stretta addizionale dell’offerta di creditolungo tutto il 2011 e a inizio 2012. Stretta che si cumu<strong>la</strong> a quelle registrate fin dall’avviodel<strong>la</strong> crisi nel<strong>la</strong> seconda metà del 2007 e mai riassorbite. Nel<strong>la</strong> fase attuale aumentano i marginidi interesse, vengono limitati i volumi erogati, vengono richieste più garanzie, si accorcianole scadenze dei prestiti. Nonostante gli straordinari interventi attuati dal<strong>la</strong> BancaCentrale Europea, resta alto il rischio che il credit crunch prosegua nei prossimi mesi.In Italia il credito bancario ha un ruolo partico<strong>la</strong>rmente ampio nel finanziamento delle impresee <strong>la</strong> sua carenza rimane uno dei principali ostacoli per l’attività economica. Le piccoleimprese ne risentono partico<strong>la</strong>rmente: sono più indebitate, fanno maggiormente ricorso alcredito bancario e hanno minore potere contrattuale rispetto alle banche. La mancanza diliquidità e di finanziamenti per progetti di investimento e per il capitale circo<strong>la</strong>nte sta mettendoa rischio anche molte imprese sane. È una condizione perfino peggiore rispetto aquel<strong>la</strong> vissuta dopo il crack di Lehman nel 2008.La stretta sul credito bancario penalizza anche <strong>la</strong> competitività delle imprese: le aziende tedesche,infatti, godono di termini creditizi molto più favorevoli proprio come conseguenzadel<strong>la</strong> crisi dei debiti sovrani che ha determinato una fuga dei capitali verso i titoli di Statodel<strong>la</strong> Germania. La restrizione del credito è meno forte anche in Francia e perfino in Spagna.In partico<strong>la</strong>re, i tassi di interesse pagati dalle imprese di minori dimensioni sono salitiin Italia di 1,9 punti percentuali tra aprile 2010 e marzo 2012. Nello stesso periodo inGermania sono cresciuti solo di 0,2 punti, in Francia di 0,5 e in Spagna di 1,5. Solo in Portogalloi tassi sono saliti più che in Italia.I canali di finanziamento non bancari non sono in condizioni migliori. I mercati finanziarirestano in fibril<strong>la</strong>zione, risentendo dell’acutizzarsi del<strong>la</strong> crisi dei debiti sovrani in Europa.Le quotazioni del<strong>la</strong> Borsa azionaria sono su livelli molto bassi in Italia, più elevati invecein Germania. Per le imprese italiane ciò significa un costo del capitale di rischio molto alto.Rimangono, inoltre, le difficoltà strutturali di raccolta dei fondi tramite il canale borsistico,specie per le imprese italiane di minori dimensioni.Le emissioni nette di obbligazioni delle imprese (in Italia comunque limitate alle aziendemedio-grandi) sono risultate nel 2010 e nel 2011 in media negative, con una ripresa tra <strong>la</strong> finedell’anno scorso e l’inizio del 2012. Il costo del finanziamento obbligazionario è elevato, comeconseguenza delle tensioni sul tasso guida per i prestiti a lungo termine, costituito dal rendimentodei BTP.38

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