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torna strategica la - Confindustria

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Centro Studi ConfinduStriaScenari industriali n. 3, Giugno 2012I risultati principali di questi dati sono: <strong>la</strong> Germania, già al primo posto in otto dei dodicisettori (al secondo nel tessile), mantiene tutte le posizioni anche nel 2010; l’Italia, che nel2006 era il secondo paese dopo <strong>la</strong> Germania per performance all’esportazione (al primoposto in tre settori, al secondo in quattro), conferma tutte le posizioni tranne una (macchineelettriche ed elettrodomestici), scivo<strong>la</strong>ndo in questo caso dal secondo al quattordicesimoposto; <strong>la</strong> Cina, che è il primo esportatore mondiale di merci, compare nel<strong>la</strong>graduatoria mai oltre il secondo posto e soltanto in un settore (abbigliamento); peggiorainoltre <strong>la</strong> posizione re<strong>la</strong>tiva rispetto al 2006 nell’aggregato che include IT ed elettronica diconsumo (passando dal secondo al quinto posto), mentre <strong>la</strong> migliora nell’industria tessile(salendo al terzo posto dal quarto) e nell’aggregato che include produzione e <strong>la</strong>vorazionedi metalli, ceramiche, vetro (assurgendo al terzo posto, dal quinto).La posizione re<strong>la</strong>tiva degli altri paesi, nessuno dei quali riveste un ruolo altrettanto rilevantesul proscenio del commercio mondiale di manufatti, è più artico<strong>la</strong>ta. Per esempio, sipuò osservare che: <strong>la</strong> Francia scompare dalle posizioni detenute nel 2006 in due industriesu tre (mantenendo il terzo posto solo nell’alimentare); <strong>la</strong> Svezia, al terzo posto in quattrosettori nel 2006, perde due posizioni (mezzi di trasporto e manufatti di base), ne mantienedue (legno e meccanica non elettronica) e ne guadagna una (IT ed elettronica); <strong>la</strong> Corea delSud compare nel<strong>la</strong> graduatoria solo nel 2010, al terzo posto e in un solo settore (mezzi ditrasporto); <strong>la</strong> Turchia perde il terzo posto nel tessile a vantaggio del<strong>la</strong> Cina, ma guadagnail secondo nell’abbigliamento a scapito del<strong>la</strong> Bulgaria 4 .1.2 <strong>la</strong> ricaduta in recessione mette a repentaglio l’industria italianaL’industria italiana sta ancora affrontando le conseguenze travolgenti del<strong>la</strong> più profondarecessione degli ultimi ottant’anni, almeno. La contrazione dell’attività industriale è statadel 22,1% tra l’aprile 2008 (punto di massimo) e il marzo del 2009 (punto di minimo). Nelmaggio 2012, secondo le stime CSC, ha recuperato appena il 5,2% rispetto al livello piùbasso toccato a marzo 2009.In questi tre anni si sono succedute varie fasi. Dapprima si è avuto un lento recupero, chefino all’estate del 2010 ha portato a un incremento dell’attività dell’11,5%; questo miglio-4Le posizioni dei diversi paesi riflettono <strong>la</strong> performance osservabile a livello dei diversi parametri che compongonol’indice e sintetizzano un complesso di fattori. Per esempio, le fonti del<strong>la</strong> posizione di forza re<strong>la</strong>tiva dell’Italia rispettoai suoi più immediati concorrenti per il tessile sono un livello dei valori medi unitari delle esportazioni piùalto (quasi triplo rispetto a quello del<strong>la</strong> Cina) e un maggiore grado di diversificazione merceologica; per l’abbigliamentodi nuovo un livello più alto dei valori medi unitari (più che triplo rispetto a quello del<strong>la</strong> Turchia e piùche quadruplo rispetto a quello del<strong>la</strong> Cina) e un maggiore grado di diversificazione geografica (numero di mercatiserviti).19

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