Scenari industriali n. 3, Giugno 2012Centro Studi ConfinduStriadelle spaventose conseguenze del maremoto), passando da 24,5mi<strong>la</strong> dol<strong>la</strong>ri pro-capite a20,5 mi<strong>la</strong>; subito seguito dall’Italia, che crol<strong>la</strong> da 19mi<strong>la</strong> a 16mi<strong>la</strong> dol<strong>la</strong>ri. La produzionepro capite è aumentata per Cina (da 3mi<strong>la</strong> a oltre 4mi<strong>la</strong> dol<strong>la</strong>ri), India e Brasile, ed è rimastasostanzialmente stabile in Russia.nuova frenata del commercio mondialeNel 2011 il commercio mondiale di merci ha di nuovo bruscamente rallentato, passando dauna crescita del 15,0% nel 2010 a una del 5,6%. Ciò è in parte fisiologico, essendo l’elevatavariazione di due anni fa effetto del rimbalzo dopo il crollo registrato nel 2009 (-12,6%).Tuttavia, si tratta di un ritmo inferiore al<strong>la</strong> media annua sia dei diciassette anni che precedettero<strong>la</strong> crisi (1991-2008: +6,7%), sia ancor di più di quelli tra il 2003 e il 2008 (+7,2%).Inoltre, il profilo infrannuale del 2011 mostra una netta perdita di velocità a partire dall’estate(dal +2,7% del primo semestre al +1,4% del secondo), mentre segnali di ripartenza sisono avuti, pur con incertezza, ad avvio del 2012.Negli ultimi vent’anni, il commercio conl’estero si è strutturalmente espanso, soprattuttoa partire dal 2000, a ritmo nettamentepiù sostenuto (con variazioniannue a due cifre) nelle nuove economieemergenti che, grazie al ruolo assuntoall’interno delle catene di fornitura globali,hanno quasi quadruplicato il loropeso negli scambi internazionali, passandoda poco più del 10,0% del 1980 apiù del 37,0% nel 2011 (Grafico 1.2). Inpartico<strong>la</strong>re, dal<strong>la</strong> prima metà del passatodecennio a imprimere una forte accelerazioneagli scambi mondiali sonostati i paesi asiatici più dinamici (Cina eGrafico 1.2La doppia velocità degli scambi mondiali(Dati in volume, indici 1991=100)*Media dei primi tre mesi del commercio mondiale e stima FMI del PILmondiale.Fonte: e<strong>la</strong>borazioni CSC su dati CPB e FMI.India, che nel 2000 insieme ricoprivano meno del 5,0% del<strong>la</strong> quota delle esportazioni globalie che nel 2011 avevano raggiunto il 12,4%, con <strong>la</strong> Cina divenuta prima esportatricemondiale). In aumento, sebbene più limitato, anche <strong>la</strong> quota sull’export del<strong>la</strong> Corea delSud, che ha superato il 3,0% (Tabel<strong>la</strong> 1.2).L’UE-27 ha perso quote, passando dal 38,0% delle esportazioni mondiali nel 2000 al 32,7%nel 2011. Anche <strong>la</strong> Germania, che si era difesa molto bene prima del<strong>la</strong> crisi, incrementando<strong>la</strong> sua quota dall’8,6% nel 2000 al 9,5% nel 2007, ha poi iniziato a perdere terreno, cedendo54549544539534529524519514595AvanzatiEmergentiPIL mondiale1991199219931994199519961997199819992000200120022003200420052006200720082009201020112012*14
Centro Studi ConfinduStriaScenari industriali n. 3, Giugno 2012prima al<strong>la</strong> Cina il primato del<strong>la</strong> graduatoria mondiale delle esportazioni di merci e poi venendosuperata anche dagli Stati Uniti (pure con quota in marginale arretramento). Dal2007 è invece stato più contenuto il ridimensionamento delle quote di Italia e Francia. All’internodel continente americano, l’andamento delle quote mostra una sostanziale stabilizzazionesui livelli del 2007 per il Messico e il rafforzamento del<strong>la</strong> presenza internazionaledel Brasile, aiutato in ciò dai rincari delle commodity.sia nelle esportazioni …(Esportazioni mondiali di merci, quote % a prezzie cambi correnti)2000 2007 2011UE-27 38,0 38,6 32,7Area euro 29,2 29,5 24,6Cina 3,9 8,8 10,7Stati Uniti 12,1 8,4 8,3Germania 8,6 9,5 7,8Giappone 7,5 5,1 4,6Francia 5,1 4,0 3,3Corea del Sud 2,7 2,7 3,2Italia 3,7 3,6 2,9Russia 1,6 2,5 2,8Regno Unito 4,4 3,2 2,4Singapore 2,2 2,2 2,3Messico 2,6 2,0 1,9India 0,7 1,1 1,7Brasile 0,9 1,1 1,4Ordinati in senso decrescente rispetto al 2011.Fonte: e<strong>la</strong>borazioni CSC su dati FMI.Si consolida l’ascesa degli emergentiTabel<strong>la</strong> 1.2…sia nelle importazioni mondiali di merci(Importazioni mondiali di merci, quote % a prezzie cambi correnti)2000 2007 2011UE-27 37,5 38,7 32,7Area euro 27,9 28,1 23,9Stati Uniti 18,8 14,1 12,3Cina 3,4 6,7 9,5Germania 7,6 7,4 6,8Giappone 5,8 4,3 4,7Francia 5,0 4,4 3,8Regno Unito 5,1 4,4 3,3Italia 3,6 3,6 2,9Corea del Sud 2,4 2,5 2,9India 0,8 1,6 2,4Singapore 2,0 1,8 2,0Messico 3,0 2,2 1,9Russia 0,5 1,4 1,6Brasile 0,9 0,9 1,4I saldi commerciali dei principali attori dell’interscambio internazionale hanno mostrato,nel corso del<strong>la</strong> crisi, cambiamenti non marginali. Va in partico<strong>la</strong>re sottolineata <strong>la</strong> contrazionedel saldo normalizzato (cioè rapportato al<strong>la</strong> somma di import e export) del<strong>la</strong> Cina(da 12,1% a 4,4% tra 2007 e 2011), influenzato dal peso crescente del<strong>la</strong> domanda interna,dall’aumento del costo delle materie prime importate e dal rallentamento dell’assorbimentomondiale dei suoi prodotti. Le stesse variabili, con rilevanza diversa, hanno verosimilmenteinfluito anche sul<strong>la</strong> contrazione del saldo normalizzato del<strong>la</strong> Germania15
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