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torna strategica la - Confindustria

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Centro Studi ConfinduStriaScenari industriali n. 3, Giugno 2012glio i Paesi Bassi (-0,2). Nel complesso l’UE-15 ca<strong>la</strong> dal 27,1% al 21,0% (-6,1 punti); da notareche nell’insieme resta <strong>la</strong> seconda potenza industriale mondiale.Tutte queste misure, essendo espresse come detto a prezzi e cambi correnti, risentono deimovimenti dei prezzi re<strong>la</strong>tivi e, soprattutto, delle oscil<strong>la</strong>zioni valutarie. Queste oscil<strong>la</strong>zionisono state partico<strong>la</strong>rmente marcate negli ultimi anni proprio come riflesso delle alterne fasidel<strong>la</strong> crisi: essendo molte delle valute asiatiche ancora marcatamente sottovalutate, il loroapprezzamento reale (anche attraverso una maggiore dinamica inf<strong>la</strong>zionistica) è destinatoa proseguire e dunque ad accrescere il valore delle loro produzioni espresso in dol<strong>la</strong>ri. D’altraparte, il rafforzamento del cambiodelle loro monete è <strong>la</strong> naturale conseguenzadel loro assurgere a potenze economichee politiche.Il raffronto effettuato sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong>produzione pro capite (valore del<strong>la</strong> produzionemanifatturiera rapportato al<strong>la</strong>popo<strong>la</strong>zione) consente di mettere in lucealtri due aspetti importanti. Il primo èche in base a tale indicatore i maggioripaesi emergenti, a cominciare dai BRIC,sono ancora molto lontani dagli avanzati(Grafico 1.1).Grafico 1.1Le nazioni più industrializzate(Produzione manifatturiera per abitante, paesi ordinatiper il 2011, prezzi e dol<strong>la</strong>ri 2011)30.00025.00020.00015.00010.000Fonte: e<strong>la</strong>borazioni CSC su dati Global Insight.Ciò da un <strong>la</strong>to evidenzia una vocazionemanifatturiera ancora decisamente superiore dei secondi rispetto ai primi, che implica unamaggiore diffusione del<strong>la</strong> cultura industriale e delle competenze al loro interno e quindi ilmantenimento di un vantaggio competitivo (che d’altra parte per essere difeso nel tempoimpone di continuare a investire). Dall’altro <strong>la</strong>to, mette in luce come <strong>la</strong> graduale erosioneda parte dei paesi emergenti del divario da colmare, che è tuttora gigantesco (il rapportotra <strong>la</strong> produzione per abitante degli avanzati e quel<strong>la</strong> degli emergenti è di quattro a uno neicasi qui considerati), comporterà nuovi importanti spostamenti delle quote di produzioneindustriale.Il secondo aspetto rilevante è il divario di performance durante <strong>la</strong> crisi. La dinamica tra il2007 e il 2011 del<strong>la</strong> produzione pro-capite dimostra come i paesi emergenti siano usciti nettamentepiù forti dal<strong>la</strong> crisi, avendone molto aumentati i livelli anche quando misurati aprezzi e cambi costanti (sui valori 2011). La produzione per abitante è diminuita in tutti ipaesi avanzati eccetto che in Germania e Corea del Sud, <strong>la</strong> quale ha registrato il balzo piùelevato, da 22mi<strong>la</strong> a 26mi<strong>la</strong> dol<strong>la</strong>ri. Il Giappone segna il record negativo (anche a causa5.000-CoreaGermaniaGiapponeUE-15Stati UnitiItaliaCinaMondo2007 2011BrasileRussiaIndia13

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