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torna strategica la - Confindustria

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CENTRO STUDI CONFINDUSTRIAScenari industriali n. 3, Giugno 2012credito agevo<strong>la</strong>to e gli incentivi fiscali, inizialmente le aziende cinesi hanno utilizzato tecnologiaestera e si sono concentrate su una produzione fortemente orientata ai mercati finalidi consumo. Il crescere del numero e del<strong>la</strong> dimensione delle imprese, insieme anche quial<strong>la</strong> grande disponibilità di forza <strong>la</strong>voro qualificata, ha gradualmente creato un polo di attrazioneper le attività di sviluppo tecnologico e di innovazione di processo e di prodotto,favorendo il trasferimento in territorio cinese di intere catene di creazione del valore, grazieanche a una politica di forte incentivazione degli investimenti diretti esteri. È il caso,paradigmatico, del<strong>la</strong> Apple, che ha localizzato oltre oceano <strong>la</strong> realizzazione del<strong>la</strong> maggioranzadei suoi prodotti e con essa parte del<strong>la</strong> progettazione e sviluppo 22 .Di riflesso al forte sviluppo e al<strong>la</strong> concorrenza pressante degli emergenti, sono cambiatianche gli orientamenti nelle scelte di politica industriale delle maggiori economie avanzate.Gli Stati Uniti si sono trovati a fronteggiare una perdita nel manifatturiero di quote diproduzione e di posti di <strong>la</strong>voro mediamente e altamente qualificati, con ricadute a cascatanei servizi a esso associati. Perciò nel già citato ultimo discorso sullo Stato dell’Unione ilPresidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha volutamente utilizzato l’immagine di un’economiacostruita per durare nel tempo 23 : incentrata sul settore manifatturiero ed energeticoe sulle competenze acquisite dai <strong>la</strong>voratori. Un’economia che è fondamento stesso del<strong>la</strong>sicurezza economica e dei valori del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse media americana. Un obiettivo da raggiungeretramite incentivi fiscali alle imprese che riportino <strong>la</strong>voro all’interno del paese e, specu<strong>la</strong>rmente,disincentivi a quelle che fanno outsourcing; investendo nell’istruzione e nel<strong>la</strong> formazione,da un <strong>la</strong>to; nelle attività di R&S, nelle start-up e nelle PMI, dall’altro; sviluppandole risorse energetiche interne, soprattutto di gas naturale, e incentivando l’efficienza energeticadelle imprese manifatturiere.Gli stessi temi si ritrovano negli obiettivi di politica industriale dei principali paesi europei.In Germania, il Ministero dell’Economia e del<strong>la</strong> tecnologia ha individuato le seguenti areedi azione per sostenere l’eccellenza manifatturiera tedesca e le sfide imposte dai cambiamentidemografici: tute<strong>la</strong> dell’ambiente; soluzioni energetiche per ridurre <strong>la</strong> dipendenza dafonti estere; tecnologie per <strong>la</strong> salute e altri beni e servizi adeguati a una popo<strong>la</strong>zione che invecchia;accresciuto ritmo di innovazione tecnologica, che richiede un alto grado di adattabilitàdi tutta <strong>la</strong> società; maggiore integrazione tra manifatturiero e terziario, spesso unitinell’offerta di un unico prodotto (i cosiddetti manu-service) 24 .In Francia nel 2010, il Ministero dell’Economia, delle finanze e dell’industria ha istituito gli“États généraux de l’industrie” per individuare, di concerto con le associazioni industriali,22Duhigg e Bradsher (2012).23An America built to east, The White House (2012).24Ministero federale dell’Economia e del<strong>la</strong> tecnologia del<strong>la</strong> Germania (2010).121

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