Scenari industriali n. 3, Giugno 2012CENTRO STUDI CONFINDUSTRIA4.2 Il ritorno del<strong>la</strong> politica industriale: gli aggiustamenti nei paesi emergentie <strong>la</strong> correzione di rotta negli avanzatiUno degli effetti meno attesi, ma certamente duraturo, del<strong>la</strong> crisi economica mondiale èstato il ritorno del<strong>la</strong> politica industriale al centro del<strong>la</strong> scena, pur in veste nuova e moderna20 . Virtualmente scomparsa dal dibattito politico ed economico degli ultimi venti anninei paesi più avanzati, tuttavia, <strong>la</strong> politica industriale ha sempre guidato nei fatti, più omeno consapevolmente, le traiettorie di sviluppo delle industrie nazionali. I paesi chehanno fatto meglio nel settore manifatturiero, come <strong>la</strong> Germania in Europa, il Giappone e<strong>la</strong> Corea del Sud in Asia, sono anche quelli che ne hanno avuto una visione politica piùchiara e hanno perseguito un disegno più coerente e costante nel tempo.Una nuova attenzione agli interventi di sostegno, diretto e soprattutto indiretto, per ampliarele potenzialità del manifatturiero era osservabile, in realtà, da alcuni anni e si è definitivamenteimposta al centro delle tematiche di politica economica con <strong>la</strong> crisi, perchéquest’ultima ha impresso una violenta accelerazione allo strutturale spostamento del baricentrodel<strong>la</strong> produzione verso i paesi emergenti e perché ha messo a nudo le fragilità deisistemi economici che avevano perso capacità di trasformazione industriale.Lo sviluppo delle economie emergenti ha avuto una leva importante proprio nelle politicheindustriali da esse messe in campo. Per limitarsi alle due maggiori, già a partire dal1991 l’India ha spostato <strong>la</strong> strategia dal protezionismo a favore dello sviluppo industrialenazionale, secondo grandi obiettivi centralizzati, all’apertura di molti settori al<strong>la</strong> concorrenza,in partico<strong>la</strong>re dando impulso all’ingresso di investimenti diretti esteri, anche nei settoridi interesse nazionale, in modo da agevo<strong>la</strong>re l’introduzione di tecnologie e competenze.La derego<strong>la</strong>mentazione ha svolto un ruolo molto importante per l’affermarsi di eccellenzemondiali nell’informatica, nel<strong>la</strong> biotecnologia e nel<strong>la</strong> farmaceutica. Ciò in apparenza portaacqua al mulino delle tesi contrarie all’interventismo pubblico nell’industria. Ma per il suosuccesso è stata determinante l’esistenza di alcuni fattori: una forza <strong>la</strong>voro qualificata abasso costo (per esempio, ingegneri informatici), preparata da una lunga tradizione di interventipubblici (per esempio, sussidi ai college scientifici); incentivi settoriali di variotipo; lo sviluppo di centri tecnologici orientati a specifici obiettivi strategici, soprattutto per<strong>la</strong> difesa (aeromobili, aerospaziale, supercomputer), che ha creato una massa critica di competenzee opportunità di mercato 21 .La Cina ha consapevolmente perseguito un processo di catching-up secondo un percorso alternativo,che ha fatto leva sul<strong>la</strong> modu<strong>la</strong>rizzazione (frammentazione) del<strong>la</strong> produzione manifatturierasu sca<strong>la</strong> globale. Fortemente aiutate dagli aiuti statali, per esempio tramite il20Per esempio: The Economist (2010); Aghion, Bou<strong>la</strong>nger e Cohen (2011); Romer (2012).21Singh (2008).120
CENTRO STUDI CONFINDUSTRIAScenari industriali n. 3, Giugno 2012credito agevo<strong>la</strong>to e gli incentivi fiscali, inizialmente le aziende cinesi hanno utilizzato tecnologiaestera e si sono concentrate su una produzione fortemente orientata ai mercati finalidi consumo. Il crescere del numero e del<strong>la</strong> dimensione delle imprese, insieme anche quial<strong>la</strong> grande disponibilità di forza <strong>la</strong>voro qualificata, ha gradualmente creato un polo di attrazioneper le attività di sviluppo tecnologico e di innovazione di processo e di prodotto,favorendo il trasferimento in territorio cinese di intere catene di creazione del valore, grazieanche a una politica di forte incentivazione degli investimenti diretti esteri. È il caso,paradigmatico, del<strong>la</strong> Apple, che ha localizzato oltre oceano <strong>la</strong> realizzazione del<strong>la</strong> maggioranzadei suoi prodotti e con essa parte del<strong>la</strong> progettazione e sviluppo 22 .Di riflesso al forte sviluppo e al<strong>la</strong> concorrenza pressante degli emergenti, sono cambiatianche gli orientamenti nelle scelte di politica industriale delle maggiori economie avanzate.Gli Stati Uniti si sono trovati a fronteggiare una perdita nel manifatturiero di quote diproduzione e di posti di <strong>la</strong>voro mediamente e altamente qualificati, con ricadute a cascatanei servizi a esso associati. Perciò nel già citato ultimo discorso sullo Stato dell’Unione ilPresidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha volutamente utilizzato l’immagine di un’economiacostruita per durare nel tempo 23 : incentrata sul settore manifatturiero ed energeticoe sulle competenze acquisite dai <strong>la</strong>voratori. Un’economia che è fondamento stesso del<strong>la</strong>sicurezza economica e dei valori del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse media americana. Un obiettivo da raggiungeretramite incentivi fiscali alle imprese che riportino <strong>la</strong>voro all’interno del paese e, specu<strong>la</strong>rmente,disincentivi a quelle che fanno outsourcing; investendo nell’istruzione e nel<strong>la</strong> formazione,da un <strong>la</strong>to; nelle attività di R&S, nelle start-up e nelle PMI, dall’altro; sviluppandole risorse energetiche interne, soprattutto di gas naturale, e incentivando l’efficienza energeticadelle imprese manifatturiere.Gli stessi temi si ritrovano negli obiettivi di politica industriale dei principali paesi europei.In Germania, il Ministero dell’Economia e del<strong>la</strong> tecnologia ha individuato le seguenti areedi azione per sostenere l’eccellenza manifatturiera tedesca e le sfide imposte dai cambiamentidemografici: tute<strong>la</strong> dell’ambiente; soluzioni energetiche per ridurre <strong>la</strong> dipendenza dafonti estere; tecnologie per <strong>la</strong> salute e altri beni e servizi adeguati a una popo<strong>la</strong>zione che invecchia;accresciuto ritmo di innovazione tecnologica, che richiede un alto grado di adattabilitàdi tutta <strong>la</strong> società; maggiore integrazione tra manifatturiero e terziario, spesso unitinell’offerta di un unico prodotto (i cosiddetti manu-service) 24 .In Francia nel 2010, il Ministero dell’Economia, delle finanze e dell’industria ha istituito gli“États généraux de l’industrie” per individuare, di concerto con le associazioni industriali,22Duhigg e Bradsher (2012).23An America built to east, The White House (2012).24Ministero federale dell’Economia e del<strong>la</strong> tecnologia del<strong>la</strong> Germania (2010).121
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