Download Pdf - Laboratorio di Archeologia Digitale

La decorazione del monastero di San Giovanni in Lamis: nuovi ritrovamenti 79fu proprio l’epoca in cui l’abbazia raggiunse l’acme della sua potenza e ricchezza, edè plausibile che proprio in tale periodo fervessero anche i cantieri decorativi 4 .La decorazione pittorica è riferibile a due distinte fasi: la più antica, collocabiletra fine XII e inizi del XIII secolo, consta di quattro grandi scene narrative che,nel panorama pittorico pugliese – di consueto incentrato sulla rappresentazione disingoli santi, a volte entro arcate, a volte come “icone” agiografiche e con sporadicheattestazioni di storie della vita di Cristo –, assumono una notevole importanzaperché, in anticipo rispetto alle espressioni artistiche di età sveva e angioina,sembrano presentare una narrazione storica 5 . Se questi affreschi trovano confronticon espressioni pittoriche delle cosiddette aree omogenee dell’impero bizantino, laseconda campagna, databile nella seconda metà del XIII secolo, si muove su binaritutti occidentali e mostra varie figure di santi 6 .La circostanza che, a seguito degli ultimi lavori di restauro del complesso,siano stati rinvenuti nuovi materiali di epoca medievale, ha fornito l’occasione perpresentarli in questa sede: le nuove acquisizioni consentono di ampliare il bagagliodi conoscenze inerente al patrimonio architettonico, pittorico e scultoreo delmonastero.Il complesso conventuale – situato sulla sommità del monte Celano, si presentacome compatta mole dominante il paesaggio – ha pianta quadrilatera, con chiostrocentrale: rispecchia l’assetto conferitogli dall’ammodernamento operato dai Francescanial loro arrivo (nell’ultimo quarto del Cinquecento) e risente dei vari interventisuccedutisi in età moderna.La chiesa mononave, situata a nord-ovest dell’edificio, ha subito una seriedi rifacimenti in età moderna (come la realizzazione di un piatto coro in luogodell’abside) che impediscono una chiara intelligenza delle vicende architettoniche:a causa di ripetuti e spesso arbitrari interventi, infatti, le strutture medievali – venutealla luce, insieme agli affreschi, durante lavori di ammodernamento alla fine deglianni Settanta – sono scarsamente leggibili, tuttavia la presenza dei brani pittorici suipilastri lascia intendere che la chiesa fosse, già all’epoca della realizzazione deglistessi, a navata unica. Essa è scandita da paraste – ora parzialmente inglobate dallearcate longitudinali che inquadrano gli altari barocchi e che obliterano gli affreschimedievali –; le paraste sono poi state utilizzate per la costruzione della modernavolta unghiata, ma dovevano presumibilmente sostenere arcate trasverse comevisibile in edifici, più o meno coevi (da scalare fra pieno XI e XII secolo), presenti4Per l’analisi dettagliata si rimanda a MASSIMO 2003b.5Sulla pittura monumentale pugliese si veda FALLA CASTELFRANCHI 1991.6Già parte del progetto del mio dottorato di ricerca (MASSIMO 2005, pp. 73-87), l’analisi degliaffreschi di San Giovanni in lamis rientra ora nel volume monografico che ho dedicato allapittura medievale della Capitanata (MASSIMO 2010a, pp. 103-110) cui si rimanda anche per unadescrizione particolareggiata e per le varie ipotesi esegetiche.Atti – 31° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2010.