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Valutazione dello stato della pianificazione paesaggistica in Italia

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Secondo il metodo tradizionale (Mill, 1882), si possono confrontare più unità nazionali, società oculture costituenti un campione di solito piccolo.Se il numero dei casi non è rilevante, molto spesso è conveniente fornire una descrizione sistematicacomparata per unità subnazionali, regioni, città, comunità (Smelser, 1976).Per l’identificazione di nuovi approcci alla <strong>pianificazione</strong> <strong>paesaggistica</strong> che rispondano ai presuppostimessi <strong>in</strong> evidenza nel primo paragrafo, è possibile prendere <strong>in</strong> esame la realtà <strong>della</strong> <strong>pianificazione</strong><strong>paesaggistica</strong> regionale poiché (Smelser, 1976):• le somiglianze che accomunano <strong>in</strong> maniera significativa le regioni per casualità storica, per lacomune dislocazione geografica, per diffusione o altro, costituiscono fattori esplicativi e lespiegazioni possono essere basate su altre variabili all’<strong>in</strong>terno del sistema;• il numero di casi è relativamente limitato e la m<strong>in</strong>or complessità è più o meno data dalla stessarelazione funzionale tra variabili.Nell’applicare l’analisi comparativa occorre identificare con criterio e descrivere <strong>in</strong> modo chiaro ecoerente le unità che vogliamo confrontare, mantenendo i limiti scelti per l’area di studio (Tilly, 1983).Sono di seguito <strong>in</strong>dicati c<strong>in</strong>que criteri utili a determ<strong>in</strong>are tali unità di analisi (Smelser, 1976):1. essere appropriate al tipo di problema teorico;2. avere una rilevanza causale per i fenomeni studiati;3. non subire variazioni a livello empirico rispetto al loro criterio classificatore;4. essere scelte <strong>in</strong> riferimento al grado di disponibilità dei dati relativi all’unità stessa;5. essere scelte e classificate sulla base di procedure ripetibili.Si vuole sottol<strong>in</strong>eare che, tra le funzioni <strong>della</strong> comparazione, esiste una funzione esplicativa eapplicativa al tempo stesso, attraverso la quale, <strong>in</strong> analogia alla def<strong>in</strong>izione <strong>in</strong> scienze politiche, sistudiano problemi simili e soluzioni adottate <strong>in</strong> altri paesi avendo un’idea abbastanza precisa del loroimpatto (Morl<strong>in</strong>o, 2005).Alla luce di quanto esposto si può considerare la <strong>pianificazione</strong> <strong>paesaggistica</strong> <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, quale fenomeno<strong>in</strong>fluenzato da una molteplicità di condizioni caratteristiche, con l’obiettivo di esperirla valutandospiegazioni concorrenti attraverso l’analisi comparata (Collier, 1993) tra i 21 piani paesaggistici delleregioni e delle prov<strong>in</strong>ce autonome italiane, senza però esprimere le eventuali spiegazioni <strong>in</strong> term<strong>in</strong>iprobabilistici <strong>in</strong> quanto, se possibile, vengono considerate tutte le condizioni rilevanti (Rag<strong>in</strong>, 1987).Ogni piano paesaggistico regionale è considerato quale “sistema” (Przeworski e Teune, 1970) o “casodi studio” (Rag<strong>in</strong>, 1987) o “<strong>in</strong>sieme” (Rag<strong>in</strong>, 1987) ovvero “unità da comparare” o “unità di analisi”(Smelser, 1976; Rag<strong>in</strong>, 1987) precisando che tale concetto è usato <strong>in</strong> riferimento a categorie di dati; così,76

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