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Valutazione dello stato della pianificazione paesaggistica in Italia

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di Firenze, di Cracovia, del paesaggio mediterraneo e <strong>della</strong> conservazione <strong>in</strong>tegrata di Amsterdam, <strong>in</strong>quanto, pur avendo contenuti diversi, spaziano dai paesaggi f<strong>in</strong>o alla <strong>pianificazione</strong> urbana eall'assetto territoriale.Per quanto concerne la CEP, anche nel Codice Urbani si sottol<strong>in</strong>ea che siano attuati gli adempimentirichiesti.Tuttavia con l’applicazione <strong>della</strong> CEP sono emerse diverse problematiche aperte, soprattutto sul pianooperativo. Baldeschi (2011) evidenzia la difficoltà di riconoscere quale sia la percezione che lepopolazioni hanno del proprio territorio. Infatti nella def<strong>in</strong>izione di paesaggio <strong>della</strong> CEP, lapercezione del territorio per la sua popolazione sembra essere una sola, ma questo pare di difficilerilevazione <strong>in</strong> quanto gli <strong>in</strong>dividui che costituiscono una popolazione hanno percezioni differenti. Lapossibile soluzione è data dallo stesso autore (2011): occorre che la popolazione sia una “società localeche abbia radici” e sia dotata di una percezione virtuosa dei valori del territorio che nasca dallaconoscenza di regole costruttive e identitarie del paesaggio, “fatto em<strong>in</strong>entemente culturale”.Da queste riflessioni discende che la partecipazione, come lo stesso Baldeschi afferma “non è un fattoma è un farsi”, e questo porta all’attenzione l’importanza dell’attivazione di un processo partecipativoche comprenda l’accrescimento <strong>della</strong> sensibilizzazione 145 e lo scambio di <strong>in</strong>formazioni ed esperienzeanche <strong>in</strong>ternazionali 146 .Una volta attivati i suddetti processi di <strong>in</strong>formazione-sensibilizzazione e partecipazione pubblica,rimangono due grandi sfide per le amm<strong>in</strong>istrazioni: <strong>in</strong>dividuare gli obiettivi di qualità <strong>paesaggistica</strong>sulla base delle aspirazioni espresse dalla popolazione e dargli attuazione tramite politichepaesaggistiche da def<strong>in</strong>ire.L’Europa fornisce già politiche che coniugano aspettative di tutela del paesaggio con attività etrasformazioni nel territorio, tuttavia poco considerate. Tra queste la strategia PAN-Europea <strong>della</strong>Diversità Biologica e Paesaggistica che, oltre a voler creare <strong>in</strong>tegrazione tra i settori economici e socialie i settori che maggiormente realizzano azioni e <strong>in</strong>terventi diretti sul paesaggio, mira a co<strong>in</strong>volgere gliattori del territorio che li portano materialmente a compimento.Sono stati f<strong>in</strong>ora disattesi anche i “Pr<strong>in</strong>cipi direttivi per lo sviluppo territoriale duraturo del cont<strong>in</strong>enteeuropeo”, che assumono il miglioramento dell’ambito di vita attraverso misure appropriate peraffrontare una ripartizione ottimale degli uom<strong>in</strong>i e delle attività lasciando agli Stati membril’opportunità <strong>della</strong> loro implementazione <strong>in</strong>sieme alla def<strong>in</strong>izione delle misure di <strong>pianificazione</strong> esviluppo spaziale per la loro applicazione.Invece le politiche per lo sviluppo rurale hanno avuto maggiore concretizzazione, forse perché laComunità Europea ha dato regole chiare legate anche all’ottenimento di contributi f<strong>in</strong>anziari per lasua realizzazione.145CEP, art. 6, comma a.146CEP, Preambolo e art. 8.58

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