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Valutazione dello stato della pianificazione paesaggistica in Italia

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In tempi recenti a livello europeo l’istanza per la diffusione di processi partecipativi è auspicata <strong>in</strong>maniera sempre più forte. Riferendosi <strong>in</strong> particolare, oltre che al Quadro d’azione per uno sviluppourbano sostenibile, al preambolo <strong>della</strong> Convenzione Europea del Paesaggio, sono esplicitati i concettiessenziali che riconoscono la partecipazione necessaria per la risorsa paesaggio e come esigenza <strong>della</strong>popolazione:• richiamare la necessità <strong>della</strong> cooperazione per la salvaguardia, la gestione e la <strong>pianificazione</strong><strong>della</strong> risorsa paesaggio;• riconoscere che le popolazioni auspicano di svolgere un ruolo attivo nella trasformazione delpaesaggio.A livello di enti territoriali, le regioni Emilia Romagna e Toscana sono le prime <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> ad averpromosso forme di partecipazione dei cittad<strong>in</strong>i, o meglio, forme di democrazia partecipativa(Allegretti, 2009) nei loro statuti accogliendo le richieste <strong>della</strong> Comunità Europea.Il nuovo piano urbanistico <strong>della</strong> città di Bologna, organizzato nei due livelli, il Piano StrutturaleComunale (PSC) e il Piano Operativo Comunale (POC), e accompagnato da VAS, rappresenta un casoesemplare <strong>in</strong> cui i contenuti del piano sono stati comunicati attraverso un’operazione di market<strong>in</strong>gcon la quale “il Comune ha tradotto <strong>in</strong> l<strong>in</strong>guaggio non tecnico le scelte del Piano Strutturale, ha messo<strong>in</strong> rete tutto il possibile, ha organizzato un’ampia serie di comunicazioni ed <strong>in</strong>contri, ha attivato“laboratori progettuali” aperti al pubblico <strong>in</strong> diversi quartieri” (Monti, 2009).Tra gli elementi fondamentali, impresc<strong>in</strong>dibili per il buon esito del processo di partecipazione, è statariconosciuta l’esigenza di (Deplano,(2009):1. “esposizione chiara dei problemi”;2. regole note, “senza predeterm<strong>in</strong>ate forme discrim<strong>in</strong>atorie preclusive o anticipatrici di soluzionif<strong>in</strong>ali che non consentono di chiudere con efficacia le procedure attivate nei tavoli diconcertazione”;3. agevolazione dell’ “<strong>in</strong>terazione tra le diverse parti” con “scadenze temporali compatibili conquelle burocratiche”;4. “certezza del diritto”, “perché ci siano realmente concrete ricadute sui comportamenti e sugli attiamm<strong>in</strong>istrativi, è necessario che si acquisisca non soltanto il consenso, ma che la condivisionedelle politiche e delle azioni conseguenti diventi praticabile giuridicamente”.A queste considerazioni si aggiungono “gli elementi che accomunano le diverse espressioni [didemocrazia partecipativa]” rilevati da Umberto Allegretti (2009):52

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