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Valutazione dello stato della pianificazione paesaggistica in Italia

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Invece, l’<strong>in</strong>terpretazione secondo una visione unitaria trae orig<strong>in</strong>e dalle considerazioni dei geografi, <strong>in</strong>particolare con Karl Ritter (1779-1859) e Alexander Von Humboldt (1845-1858): il primo, afferma cheal concetto di “natura come paesaggio” riprodotta nell’arte e nella poesia, si affianca la “natura comeconcepita nella scienza” (Ritter, 1963), mentre il secondo, considera il paesaggio come “carattereglobale di una regione <strong>della</strong> Terra” e nelle sue trattazioni sottol<strong>in</strong>ea sia la qualità estetica che i caratteriantropici e culturali del paesaggio (Antrop, 2006).Nel 1930 Carl Sauer (1889-1975), fondatore <strong>della</strong> geografia culturale, studia <strong>in</strong> particolare il paesaggiocome branca <strong>della</strong> geografia e gli effetti dell’attività umana sul territorio, e <strong>in</strong> un saggio sullamorfologia del paesaggio, da una def<strong>in</strong>izione secondo cui “il paesaggio culturale è foggiato da unpaesaggio naturale ad opera di un gruppo culturale: la cultura è l'agente, gli elementi naturali sono ilmezzo, il paesaggio culturale è il risultato" (Sauer, 1925).Patrick W. Bryan (1885-1968), <strong>in</strong>glese, geografo e docente di geografia, ha scritto un trattato (1931)sulle trasformazioni del paesaggio, soffermandosi <strong>in</strong> particolare sul paesaggio culturale <strong>in</strong>teso come“espressione oggettiva <strong>della</strong> relazione tra le attività umane e l’ambiente naturale”.J. B. Jackson (1909-1996) docente e progettista del paesaggio, scrittore e editore nella sua rivista“Landscape” (1951-1968), <strong>in</strong>fluenzato dagli scritti di Lewis Mumford, ritiene che il paesaggio sia “lastoria resa visibile” 4 preferendo l’osservazione di paesaggi comuni, quotidiani e vernacolari visti sulluogo piuttosto che dalle foto aeree.In <strong>Italia</strong>, con Massimo Severo Giann<strong>in</strong>i (1915-2000) avvocato, docente e politico, viene <strong>in</strong>trodotta laconcezione di paesaggio come “sistema di valori risultante dalla comb<strong>in</strong>azione di fattori oggettivi,naturali e antropici, e di fattori soggettivi collettivi” (2003), <strong>in</strong> una <strong>in</strong>terpretazione molto vic<strong>in</strong>a aipr<strong>in</strong>cipi espressi nella CEP.Tra le sue numerose riflessioni, Eugenio Turri (1927-2005), geografo, cartografo, docente di geografiadel paesaggio e reporter di viaggio, afferma che l’idea più diffusa di paesaggio è fatta di un <strong>in</strong>sieme di“forme immobili, colte <strong>in</strong> un certo momento, come <strong>in</strong> una pittura o <strong>in</strong> una fotografia”; ma, nella suavisione unitaria, ritiene che esso non sia solamente “lo specchio del mondo, del suo tempo e del suospazio”, quanto piuttosto una realtà geografica “tramite e strumento del rapporto uomo-ambiente” e“testimone dell’uomo, del suo vivere e operare”, <strong>in</strong> cui l’uomo è co<strong>in</strong>volto direttamente ogni giorno(Turri, 2008). Il contemporaneo Edward Charles Relph (1944 -), geografo canadese, è noto soprattuttoper essere <strong>stato</strong> tra i primi, con la sua opera “Place and Placelessness” (1976), a parlare <strong>in</strong> manierapragmatica di paesaggio, espressione del senso del luogo e degli esiti del rapporto tra comunità eluoghi.Nel periodo contemporaneo tra gli esponenti <strong>della</strong> geografia umanista e culturale di scuola <strong>in</strong>glese cisono Denis Edmund Cosgrove (1948-2008) e Stephen Daniels (1947-): entrambi geografi, hannoapprofondito le relazioni tra paesaggio e ambiente.4“Landscape is history made visible” (Jackson, 1997).14

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