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Valutazione dello stato della pianificazione paesaggistica in Italia

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“bellezze naturali e degli immobili di particolare <strong>in</strong>teresse storico”, afferma che il paesaggio è la“rappresentazione materiale e visibile <strong>della</strong> Patria, coi suoi caratteri fisici particolari, con le suemontagne, le sue foreste, le sue pianure, i suoi fiumi, le sue rive, con gli aspetti molteplici e vari delsuo suolo" (Croce, 1920). Nello stesso periodo, l’austriaco Willy Hellpach (1877-1955), psicologoambientale e politico, sostenendo che il paesaggio è tale quando lo viviamo attraverso l’esperienzasensibile, considera come suo elemento pr<strong>in</strong>cipale “l’immag<strong>in</strong>e” piuttosto che “la sua natura fisicochimica”(Hellpach, 1960). Ancora, Umberto Toschi (1897-1966) geografo, docente di geografiaeconomica, propone un’<strong>in</strong>terpretazione secondo la quale il paesaggio è di natura percettiva, <strong>in</strong> quanto,<strong>in</strong> prima approssimazione esso è formato dall’ “<strong>in</strong>sieme degli aspetti esteriori e visibili” e dalle“fattezze sensibili” che si riscontrano <strong>in</strong> un luogo (Toschi, 1952). Più di recente, Rosario Assunto (1915-1994), filosofo e docente di estetica, considera il paesaggio come “un’esperienza estetica che noicontempliamo vivendo <strong>in</strong> essa” (Assunto, 2005) anche dopo averlo lasciato, attraverso il ricordo.Inf<strong>in</strong>e, Lucio Gambi (1920-2006), geografo, storico, docente di politica ed economica e primopresidente dell'Istituto Beni Culturali, sostiene che il paesaggio è “l’<strong>in</strong>sieme <strong>della</strong> realtà visibile cheriveste o compone uno spazio più o meno grande, <strong>in</strong>torno a noi: cioè una realtà materiale che sisostanzia <strong>in</strong> forme, <strong>in</strong> fattezze visibili, rivestite di colori, e non di rado si esprime anche <strong>in</strong> suoni eodori” (Gambi, 2000a).Tra gli esponenti che hanno una concezione del paesaggio che si colloca tra estetico – percettiva escientifico – naturalistica, c’è Renato Biasutti (1878-1965), biologo, antropologo e docente di geografia,che dist<strong>in</strong>gue tra paesaggio sensibile e paesaggio geografico, <strong>in</strong> particolare, nella sua operafondamentale (1947), propone una suddivisione regionale <strong>della</strong> superficie <strong>in</strong> tipi fondamentali dipaesaggio.Altri studiosi, danno <strong>in</strong>vece un’<strong>in</strong>terpretazione di paesaggio di matrice scientifico – naturalistica, comeAntonio Renato Toniolo (1881-1955), fra i primi a cogliere l’aspetto funzionale tra gli elementicompositivi del paesaggio affermando che “il paesaggio geografico è la manifestazione collettiva diforme, che tendono a organizzarsi <strong>in</strong> un dato momento con un certo equilibrio e aspetto, che sievolvono col tempo e sono reciprocamente legate da qualche rapporto” (Toniolo, 1950). Invece, ilcontributo di Emilio Sereni (1907–1977), giornalista, politico e storico dell’agricoltura italiana, col suolibro “Storia del paesaggio agrario” del 1961, ha il merito di descrivere e fissare la memoria deipaesaggi agrari tipici delle regioni italiane. In seguito Aldo Sest<strong>in</strong>i (1904-1988), geografo, docente digeografia, giornalista e scrittore per il Tour<strong>in</strong>g Club <strong>Italia</strong>no (TCI), secondo una nuova concezione,riconosce il paesaggio geografico come quello “<strong>in</strong> cui ciascun elemento oggettivo sia considerato nonper la sua mutabile appariscenza, ma nei suoi caratteri specifici o nella sua reale funzione rispetto aglialtri elementi costitutivi <strong>della</strong> superficie terrestre” (Sest<strong>in</strong>i, 1963).13

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