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TUTTI CONTRO PORTOVESME srl - Gazzetta del Sulcis Iglesiente

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20<strong>Gazzetta</strong> <strong>del</strong> <strong>Sulcis</strong>n°319 <strong>del</strong> 10 Luglio 2005TurismoIN CANTIERE “LA VIA DELLE MINIERE” COME PERCORSOMIRATO A FAR CONOSCERE LA STORIA MINERARIA SARDAPIENA ADESIONE DEL PARCO GEOMINERARIO SARDOLa proposta è partita dal Comunedi Carbonia, dove, entrofine anno, dovrebbe essereaperta al pubblico “una partesignificativa <strong>del</strong>l’area <strong>del</strong>l’exDirezione Carbonifera di Serbariu,comprendente il CentroItaliano <strong>del</strong>la Cultura <strong>del</strong> Carbone”.Il Sindaco di Carbonia SalvatoreCherchi ha chiesto che agestire detto Centro, tramiteun soggetto giuridico appositamentecostituito, siano ilComune e il Parco Geominerario.Tale proposta, che sitrova ancora allo stadio embrionale,ha incontrato l’interesse<strong>del</strong> Presidente <strong>del</strong> ParcoGeominerario Emilio Pani ilquale si è impegnato di portarlaall’attenzione <strong>del</strong> ConsiglioDirettivo <strong>del</strong>l’Ente.“Considero l’ipotesi, ha specificatoEmilio Pani in rispostaal Sindaco di CarboniaSalvatore Cherchi, un casoguida, nella politica di valorizzazioneculturale <strong>del</strong>la “via<strong>del</strong>le miniere”, da estenderese condiviso, agli altri progettianaloghi quale ad esempio,per restare in zona, Montevecchio,Ingurtosu, Monteponi eBuggerru”.Poiché, comunque, l’impegnofinanziario potrebbe essere dirilevante entità, il Presidente<strong>del</strong> Parco Geominerario Paniha anticipato che “è mia intenzioneproporre ai Ministericonsorziati di assegnare al Parcorisorse specifiche per la “via<strong>del</strong>le miniere”, da destinare informa continuativa al finanziamento<strong>del</strong> programma di valorizzazione<strong>del</strong>le miniere di cui ilcentro Italiano <strong>del</strong>la Cultura <strong>del</strong>Carbone rappresenta la primaconcreta attuazione”.Non a caso il Sindaco diCarbonia, nella sua ipotesi,fa cenno al fatto che “la gestione<strong>del</strong>le strutture musealirichiede un robusto impegnofinanziario soprattutto nelprimo triennio di lancio <strong>del</strong>museo. L’obiettivo <strong>del</strong> pianodi gestione elaborato è diraggiungere 50.000 visitatoriSergio Rombiper il primo anno. La schedadi finanziamento prevedeche il budget di spesa vengaripartito per il 60% da destinarealla gestione e il restante40% per la produzione culturalee la comunicazione. Nellaprima parte, almeno tre quarti<strong>del</strong>la spesa sarà finanziatacon sovvenzione pubblica. Ilbudget di spesa in relazionealla programmazione oscillafra 500.000 e 800.000 euro. Ilpiano di gestione è stato preparatoanche tenendo conto<strong>del</strong>l’analoga esperienza <strong>del</strong>museo <strong>del</strong> Nord Pas de Calais”.Serbariu - Castello MinieraEccola, finalmente! Attesa neilunghi mesi invernali, evocatamentre le piogge primaverili nonconsentivano di sfruttare a pienole opportunità concesse dalle festee dai ponti, finalmente l’estateè giunta e con essa il turismo puòdare spazio a tutte le proprie grandipotenzialità.Una nazione che vive di turismoqual è l’Italia, con centinaia ecentinaia di località che attendonol’invasione di chi va a cercarevacanza e riposo, non può nonguardare con attenzione, ma anchecon rispetto e con serietà, aduna stagione dalla quale dipendemolto sotto il profilo economico,occupazionale ed anche d’immagine.Lo scorso anno furono i segnalinegativi sulle presenze e la mancanzadei cartelli che davano iltutto esaurito perfino a ferragostoad indicare in modo inequivocabileche quanto da anni si andavascrivendo si stava, purtroppo,puntualmente avverando.Quest’anno siamo attesi al riscattodopo un’annata magra o allaconferma di una tendenza che,se dovesse nuovamente manifestarsi,porterebbe a ritenere che,anche nel settore turistico, siamoSerbariu - Vecchia Lampisteria Trasformatain piena recessione.Di sforzi per rilanciare l’immaginecomplessiva <strong>del</strong> sistema turisticoItalia in questi ultimi mesinon è che ne siano stati fatti molti:la mancanza di una linea d’azionecomune che unisca le varie Regioni,depositarie <strong>del</strong>le competenzenel settore, indica chiaramentei pesanti limiti e lascia intendereche ancora una volta altre Nazioni,più attente al marketing, trarrannoulteriori benefici a scapitonostro.In una situazione come questa,nell’attesa dei primi dati sulleprenotazioni alberghiere, vi è unsettore che continua a segnareuna positiva controtendenza ed èquello <strong>del</strong> turismo di movimento.Nonostante, infatti, il mancatointervento di riammodernamentodei campeggi e <strong>del</strong>le strutturericettive, nonostante dissennatiinterventi da parte di alcune (perfortuna una forte minoranza) Amministrazionilocali e nonostanteuna scarsa politica di informazione,il turismo all’aria apertarappresenta ormai una realtà forte<strong>del</strong>la quale è necessario tenereconto e sulla quale occorre fare affidamentoper rimpiazzare i vuotiche si registrano in altri settori.DIBATTITOLA RIVINCITA DEL TURISMO ITINERANTEBeppe TassoneUn turismo, tra l’altro, che permettedi ”spalmare” i benefici che producesu tutto il territorio, uscendodalla “monocultura” <strong>del</strong>le pochecittà turistiche per aprire un nuovoventaglio di proposte in grado didare respiro al Paese e spazio anchealle località minori, per troppotempo rimaste ai margini dei grossimovimenti turistici.Non ci si ferma qui: il turismo dimovimento, nel quale la componentefemminile gioca un ruolopreminente, è essenzialmente turismofamiliare e quindi svolgeanche un ruolo sociale di tuttorispetto, <strong>del</strong> quale occorre tenereconto sotto profili diversi rispettoa quello <strong>del</strong>la mera statistica sugliafflussi.Si tratta, infatti, di un modo d’intendereil tempo libero che consentealle famiglie di ritrovarsi,che mette in gioco tutte le potenzialità,che coinvolge bambini epersone attempate, che sviluppale richieste e le necessità più disparate,che pone al centro la localitàche si sta visitando e nonsolo il “virtuale” che è magaristato creato in qualche villaggiovacanza protetto da alti steccati senon addirittura da filo spinato.Questa diversa esigenza costituisceun’importante fusione tra ilpaese nel quale ci si trova e chilo visita, non dà adito ad idee disfruttamento <strong>del</strong> territorio, anzi neIL CAMPERISMO IN SARDEGNAn Sardegna i camper, secondo unastima <strong>del</strong>l’Associazione CamperistiNord Sardegna capeggiata da AugustoCarta, sarebbero circa 700. Cisono poi <strong>del</strong>le società che affittanoquesto mezzi per vacanze familiari(“Auto caravan” di Elmas ed altri)per cui la casa a quattro ruote è abbastanzadiffusa. Se poi si pensa chel’anno scorso, vacanze estive 2004,nell’Isola sono sbarcati 22.000 camperper un totale di circa 100.000 turisti,c’è da ritenere che la Sardegna,per quanto ancora proibitiva in fattodi costi trasporto, può ritenersi privilegiatarispetto a tante altre Regionipeninsulari.Il problema di fondo era e resta laesalta le peculiarità e reca beneficiin modo diffuso e non settoriale.Non è un caso che chi viaggia abordo di veicoli ricreazionali prediligai centri storici, i mercati, leproduzioni tipiche; non è un casoche é facile notare la variopintapresenza di camperisti nei mercatio nelle viuzze dei paesi; nonè un caso, infine, che, anche adistanza di mesi, certe produzionitipiche vengano “cercate” ed acquistatefacendo uso <strong>del</strong> telefonoo di internet.Questo accade perché vi è statauna saldatura tra territorio e turismo,perché quel fenomeno deglianni Sessanta che vedeva nascere,attraverso le seconde case e lemancanza di spazi attrezzati dove icamper possano beneficiare (e pagare)di servizi. Solo pochi Comunisardi (una quarantina) hanno predispostopiazzole e camping service,aree attrezzate in cui depositare escaricare acque reflue e acque nere.In alcuni casi si sono attrezzati i privatiche con l’autospurgo riescono asoddisfare appieno le esigenze deicamperisti.pensioncine, un rapporto fortetra il villeggiante e la cittadinache, anno dopo anno, lo ospitava,cambiate le cose che vanno mutate,diventa ora “rapporto stretto”tra chi giunge in una località, riescead apprezzarne la bellezza e lagenuinità dei prodotti e poi, sfruttandola tecnologia, ne risalda ilrapporto anche tornato a casa.Non è il caso di scomodare lasociologia, per comprenderel’importanza <strong>del</strong> fenomeno, percapire che questa è la strada dasfruttare, per andare “oltre la siepe”dei luoghi comuni e dei facilistereotipi per capire che il turismoin Italia potrà risollevarsi esclusivamenteponendo quale base primariail territorio e non il virtuale,i luoghi e non le “invenzioni”, leproduzioni tipiche e non quelleche giungono chissà da dove eche vengono commercializzate intutto il mondo.La ricerca <strong>del</strong> particolare puòessere dunque la soluzione aiproblemi di “tenuta” <strong>del</strong> settoreturistico e può rivelarsi ancheun‘ottima opportunità per il rilancio<strong>del</strong> sistema.In un’ottica come questa il ruoloche il turismo all’aria aperta puòsvolgere non è assolutamente disecondo piano, anzi diventa essenzialee primario.Comprenderlo appieno vuole direnon solo invertire la tendenza, maanche guardare con occhio nuovole statistiche sulle affluenze chefra poco inizieranno a piovere unpo’ da tutte le parti.Occorrerà scorporarne i dati, leggerliin modo diverso, porre maggiorattenzione al particolare edallora ci si renderà conto che il turismodi movimento non rappresentapiù un’opportunità, ma è ormaidiventato una realtà trainante per ilsettore turistico italiano.Da questo dato di fatto, piaccia ono, dovrà partire la rivisitazionedegli atteggiamenti <strong>del</strong>la PubblicaAmministrazione e <strong>del</strong>l’imprenditoriaprivata, soprattuttose si vorrà restituire al Paese quelruolo che merita nel settore <strong>del</strong>l’offertaturistica.www.gazzetta<strong>del</strong>sulcis.it

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