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Il futuro del giornalismo - Ordine dei Giornalisti

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L’inchiestanoi donne giornaliste: «Concentrandovisui programmi politici peresempio, non sul chi ma sul checosa, contribuireste a innescareun cambiamento e a far acquisireconsapevolezza alle donne».Consapevolezza, dunque. Proprioquella che serve per capire quantoil linguaggio penetri nella nostra societàe contribuisca a modificarnela lettura.«La tv mi sembra quella che piùsi alimenta di stereotipi», sostieneAssunta Sarlo, 49 anni, giornalistaattualmente freelance e fondatrice<strong>del</strong> movimento “Usciamo dalsilenzio”. <strong>Il</strong>luminante, in fatto ditelevisione & stereotipi il recentelibro di Norma Rangeri “Chi l’havista. Tutto il peggio <strong>del</strong>la tv”. Mail male è comune a tutti i mezzi diinformazione e non è per questo“mezzo gaudio”. Anzi. La trappoladi genere è dura a morire e, spesso,introiettata dalle donne stesse. Veroè che i media rispecchiano i ritardidi questo Paese in tema di paritàe conciliazione, ma ne scaturisceun inevitabile e pericoloso circolovizioso. Decostruire un linguaggioche da sempre è fatto al maschile econsiderato universale è un lavorogrosso.«C’è un tale sforzo da parte <strong>del</strong>ledonne a entrare nel mondo maschileche accettarne il linguaggio è comeessere riconosciute ufficialmente»,chiosa Sarlo. Come dire che siamonoi stesse, spesso, a non accettarefemminilizzazioni di sorta.I tempi <strong>del</strong> lavoro?Al maschile<strong>Il</strong> nuovo “maschio emozionale”,almeno per i media, è ancoraun’utopia. Ancora oggi, per ilmondo <strong>del</strong>l’informazione l’uomovive in contesti semantici di forzae virilità, mentre la donna è legata aemozioni e sentimenti. E anche sequalche segnale di cambiamentosi intravede, c’è una grande resistenzaad abbinare certi ruoli al-• Dall’alto in basso la direttrice diD-la Repubblica <strong>del</strong>le Donne KiccaMenoni, la giornalista Rai MaxiaZandonai e Assunta Sarlo, fondatrice<strong>del</strong> movimento “Usciamo dal silenzio”rai, dietro le quinteDonne UominiAttulità 37,2 62,8Intrattenimento leggero 38,6 61,4Programmi cultura 40,6 59,4Informazione 5,3 94,7Approfondimento info 25,3 74,7sport 18,9 81,1Fonte: Osservatorio di Pavia / Rai - dati in %rai, giornalisti e professionisti tvDonne UominiInformazione 38,5 61,5Attualità 43,8 56,2Intrattenimento leggero 55,2 44,8Programmi cultura 40,2 59,3Sport 19,7 80,3Approfondimento info 52,2 47,8Fonte: Osservatorio di Pavia / Rai - dati in %rai, la conduzioneDonne UominiInformazione 47,6 52,4Attualità 38,5 61,5Programmi cultura 53,3 46,4Intrattenimento leggero 49,4 50,6Sport 29,2 70,8Approfondimento info 28,6 71,4Fonte: Osservatorio di Pavia / Rai - dati in %rai, persone di cui si parlaDonne UominiInformazione 82,8 17,2Attualità 55,6 44,4Programmi cultura 66,4 33,6Intrattenimento leggero 50,5 49,5Sport 92,4 7,6Approfondimento info 74,7 25,3Fonte: Osservatorio di Pavia / Rai - dati in %Tabloid 5 / 20089


L’inchiestagiornalisti con qualifica solo 3 sonodonne, di cui 2 senza figli; su untotale di 21 giornaliste solo 6 hannofigli, contro 29 uomini di cui 23 configli. «In generale le donne managernon rinunciano così tanto comenel <strong>giornalismo</strong> a farsi una famiglia,forse per via <strong>del</strong> lungo precariatoche c’è nella nostra professione,o almeno in Rai». <strong>Il</strong> che non vuoleessere né una generalizzazione néuna regola. Ma che certi mezzi dicomunicazione, quotidiani in testa,siano ancora territorio maschile soprattuttonei ruoli di vertice è un datodi fatto: nei quotidiani nazionalic’è il recente caso di Concita DeGregorio chiamata a dirigere l’Unità(vedi intervista a pag. 15). E inLombardia, fa eccezione PierangelaFiorani, alla guida de La provinciaPavese (vedi testimonianza a pag.16). Poche presenze femminili negliuffici centrali. «Nelle posizioni diapice la percentuale <strong>dei</strong> maschi èquasi il doppio di quella <strong>del</strong>le donnee, ove si scorpori l’area <strong>del</strong>la stampaperiodica, diventa più <strong>del</strong> triplo»,scrive Milly Buonanno, docente diSociologia <strong>del</strong>la comunicazione ePresidente <strong>del</strong> Corso di laurea inmedia e <strong>giornalismo</strong> all’Universitàdi Firenze, nel suo libro “Visibilitàsenza potere – Le sorti progressivema non magnifiche <strong>del</strong>le donnegiornaliste italiane” (Liguori Ed.).«La verità è che le donne sono piùcuriose, più attente, più aperte, conun senso <strong>del</strong> dovere spaventoso: perquesto credo che la nostra sia unaprofessione veramente femminile. Almenofino a certi gradini. Forse perché,poi, a noi donne certe cose – ilpotere, la politica – interessano meno»,dice Marina Fausti, ex direttore diGioia, settimanale Hachette-Rusconiora all’ideazione <strong>del</strong> nuovo portalefemminile di Rcs periodici divisioneNew Media. «Ho letto tutti i blog possibiliper abituarmi a un linguaggio necessariamentesintetico, essenziale einnovativo», spiega con entusiasmo ladirettora, che qui è arrivata digiuna diconoscenze sul mondo web, ma fortedi una pluriennale esperienza nel segmento<strong>dei</strong> periodici femminili di primolivello. Secondo Fausti, l’immaginecartacea non morirà mai, perché unadonna vuole toccare le pagine e Internetè troppo veloce e superficiale.l’educazione, la salute, mentre i colleghi maschi trattano temilegati a guerra, crisi internazionali ed eventi politici. Inoltre,i principali articoli <strong>dei</strong> quotidiani e le interviste di maggiorrilievo continuano per lo più a portare firme maschili,indipendentemente dall’argomento trattato …<strong>Il</strong> caso <strong>del</strong>legiornaliste ci sembra particolarmente emblematico <strong>del</strong>lacondizione <strong>del</strong>le donne nel nostro paese: le giovani donne,sempre più istruite e professionalizzate, rappresentano ormaiuna componente <strong>del</strong> lavoro altamente competitiva, tanto da affollare i livellimedi e medio-alti degli uffici e <strong>dei</strong> ruoli in molti settori <strong>del</strong> mercato, anche<strong>del</strong>le redazioni giornalistiche… Effettivamente le giornaliste oggi incontranominori difficoltà di un tempo nel farsi accettare nelle redazioni; inoltre, il trendprofessionale sembra indicare per il <strong>futuro</strong> una tendenza verso la riduzione<strong>del</strong>le disuguaglianze di genere nella possibilità di occupare posizioni divertice; ciò però sembra avvenire solo entro recinti ben definiti: continuainfatti ad essere difficilissimo sconfinare nei territori in forte espansione dovepermane l’interesse di presenza e predominanza maschile. Allora il temporenderà davvero giustizia alle donne superando situazioni in cui l’uguaglianza<strong>dei</strong> diritti e la parità di genere rimane più una petizione di principio verso unareale pratica da perseguire? Oppure dovremo accontentarci di “poterini”come qualcuna ha definito il potere decisionale pur acquisito nell’eserciziodi un ruolo di vertice?Marisa DeimicheiMa i periodicinon morirannoResta, invece,ancora legataal <strong>giornalismo</strong>di carta, MarisaDeimichei, 57anni, ritornata ainizio 2008 alla direzione diTu, settimanale Mondadorida lei progettato nel 1999 ediretto fino al 2002. Direttricenel tempo di ben 12 testate<strong>dei</strong> maggiori gruppi editoriali,Deimichei sta anche mettendoa punto il progetto di unsettimanale che dovrebbevedere la luce entro il 2008,nel quale coniugare utilità epiacere, rompendo parecchischemi. Lamenta la mancanzadi un punto di vista femminilesulle cose («Perché devoleggere Ferrara che scrivedi aborto?») e, fosse per lei,ribalterebbe il linguaggio<strong>dei</strong> quotidiani, «vecchiobacucco». Sicuramentequello che cercherà diinnovare è il linguaggio dimoda: «I fotografi sono quasitutti uomini, dettano leggee ci propongono sempredonne mezzo moribonde,arrabbiate e bellissime:se non è uno stereotipo digenere questo! È ora che lamoda e la beauty diventinogioiose e leggere». Lungi dalvoler generalizzare, ma alledonne riconosce velocità ecapacità di ottimizzare perché«avere aperti più file ci aiutaparecchio» e mal sopportal’abitudine tutta italiana diorganizzare il tempo <strong>del</strong> lavoromanageriale al maschile.«Anche se ha degli aiuti, unadonna ha voglia di tornare acasa piuttosto che indire unariunione alle 8 di sera».Tabloid 5 / 200811


Ma resta il fatto che il web soddisfala fame di sapere di tutto un po’ esubito. E sarà un grosso serbatoioper le giornalisteMa sono le donne stesse, spesso,che si autoescludono, per ragioniideologiche (vedi alla voce femminismo)o oggettive difficoltà pratiche,oppure sono gli uomini a trincerarsinei loro settori di prestigio favorendol’omologo maschile? C’è <strong>del</strong>vero in entrambi casi. «La stampaquotidiana è un territorio ancoradominato da uomini, da loro tempie da loro modi. Forse c’è anche daparte nostra una scelta, perché,tra orologio biologico, interessi ebisogni, per noi è una vera lotta»,riflette Kicca Menoni, 62 anni, da 6alla guida di D-la Repubblica <strong>del</strong>leDonne, che suggerisce la necessitàdi un mondo nuovo volto alla qualità<strong>del</strong>la vita, e non a valori prettamentemaschili quali carrierismo e soldi, ericonosce alle donne che lavoranouna grande qualità così riassunta:dietro un uomo c’è una donna chepensa a tutta una serie di cose, dietrouna donna c’è qualcuno forse acui ha pensato lei… E poi ricordaquando spinse Daniela Hamaui adaccettare la direzione de L’Espresso:«Aveva mille timori e dubbi, maquotidiani di provincia al maschileTestate <strong>Giornalisti</strong> Donne % Uomini %BresciaOggi 22 2 9,1 20 90,9<strong>Il</strong> Cittadino di Lodi 20 3 15 17 85<strong>Il</strong> Corriere di Como 7 0 0 7 100La Cronaca di Cremona 35 13 37 22 63Cronaca Qui Milano 14 4 28 10 72L’Eco di Bergamo 64 15 23 49 77Gazzetta di Mantova 29 7 24 22 76Giornale d Brescia 49 6 12 43 88La Prealpina 34 8 24 26 76La Provincia di Como 67 18 27 49 73La Provincia di Cremona 31 4 13 27 87La Provincia Pavese 30 8 27 22 73La Voce di Mantova 7 0 0 7 100Totale 409 88 18,3 321 81,7Fonte: editori e Mediasio le dissi che doveva farlo, per tuttinoi e a tutti i costi. C’è riuscita, maè rimasta un caso isolatissimo!»,conclude Menoni.C’è forte tradizione di direttori donnetra i settimanali e, ancor più,tra i mensili. Basti pensare a CarlaVanni, uno <strong>dei</strong> pilastri <strong>del</strong> sistemaGrazia in Mondadori. O VeraMontanari, che per anni, ha tenutoa battesimo numerose testate inHachette Rusconi e in Mondadori.O ancora Maria Latella che ha rilanciatoA-Anna, Fiorenza Vallino,direttrice di Io Donna ed ElianaLiotta alla guida di un magazinedi successo come OK Salute fondatoda Paolo Pietroni, in Rcs. ESilvana Giacobini, che dopo unavita in Hachette Rusconi, ha tenutoCarlo Ver<strong>del</strong>liGazzetta-Vanity, esperimenti per lettori unisex?La Gazzetta: un mondo più rosa? Alla Gazzetta <strong>del</strong>lo Sport lavorano 160 giornalisti. Di questi, solo 22 sonodonne. Un 14% risicato, dunque. «Io lo definisco un “pregiudizio ambientale”. D’altra parte la Gazzettaè maschile per tradizione, anche se sul venduto medio registriamo un 10% di lettrici. Quindi, anche sepiace di più agli uomini, non piace solo a loro», spiega Carlo Ver<strong>del</strong>li, 51 anni, direttore dal febbraio 2006<strong>del</strong>la Gazza, nonché artefice <strong>del</strong>l’ultimo restyling <strong>del</strong> quotidiano sportivo di via Solferino, che dallo scorsomarzo esce formato tabloid e full color. Come già fece con enorme successo con Vanity Fair, che diressedal 2004 a inizio 2006, Ver<strong>del</strong>li punta a creare anche per la Gazza un pubblico trasversale «con spazi unisex comesalute&benessere, con qualche astuzia che renda questo mondo più accessibile agli iniziati e con un linguaggio chenon sia troppo da “bar sport”». Insomma una missione stile Vanity, ma al contrario: «Là ho fatto un giornale per donne“intelligenti” che ha conquistato anche agli uomini, offrendo solo interviste che avessero dentro una notizia e usandoun linguaggio il più possibile diretto, non retorico, non gonfio. Credo», continua Ver<strong>del</strong>li, «che l’informazione vada versoun linguaggio caldo ma asessuato, un linguaggio non costruito su differenze di genere ma destinato a chi è avanti o, alcontrario, a chi resta indietro». Di fronte, invece, alle ancor scarse presenze femminili ai vertici <strong>dei</strong> quotidiani, Ver<strong>del</strong>li leimputa alla difficoltà di conciliare vita privata e professionale, anche se ammette: «Le donne hanno più voglia di migliorarsidegli uomini, arrivano a dare di più. Anche nel <strong>giornalismo</strong> sportivo i primi segni di cambiamento ci sono, ma credo che,prima di una donna direttore <strong>del</strong>la Gazzetta, ce ne sarà una direttore <strong>del</strong> Corriere <strong>del</strong>la Sera».12Tabloid 65 / 2007 2008


L’inchiestaa battesimo Chi di Mondadori e ancorpiù Diva e Donna, il femminiledi Cairo Editore. Per non parlarepoi di altri due mensili innovativi(pur su tematiche molto differentifra loro) come Velvet diretto daMichela Gattermayer e Geo direttoda Fiona Diwan. Ci sono poi intereredazioni, tra i mensili, totalmentecomposte da donne: Insieme eDonna e Mamma, per fare alcuniesempi.Qualcosa, in ogni caso (forse), stacambiando. Soprattutto in Lombardia.E se ha fatto notizia lo scorso aprilel’ingresso di una donna (SilviaGuidi), la prima, nella redazione<strong>del</strong>l’Osservatore Romano, qualcosanei quotidiani nazionali sista muovendo. In quelli con sedea Milano, per esempio, dovele donne con qualifiche alte nonsono più così rare. È il caso <strong>del</strong>Corriere <strong>del</strong>la Sera (70 giornalistesu 227), dove Barbara Stefanelli ècaporedattore centrale, de <strong>Il</strong> Giorno(17 su 45), che ha Laura Fasanocome vicedirettore vicario e altre3 donne nell’ufficio centrale, de <strong>Il</strong>Giornale (14 donne su 82, pari auno striminzito 17%), con LauraFeltre caporedattore centrale, eLa storia <strong>del</strong>le direttriciUna rarità nei quotidiani nazionali<strong>Il</strong> caso di Concita De Gregorio direttore <strong>del</strong>l’Unità ha aggiornato lascarna scheda <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>le donne alla direzione di un quotidianonazionale. I precedenti sono davvero pochi: il più recente riguarda il casodi un altro quotidiano politico, <strong>Il</strong> Secolo d’Italia, attualmente diretto daFlavia Perina. E andando indietro nel tempo va ricordato il tentativo (nontroppo fortunato, per la verità) di Pialuisa Bianco di risollevare le sorti<strong>del</strong>l’Indipendente nel 1994. In tempi ancor più remoti va ricordata, invece,l’esperienza di Matilde Serao al Mattino. Altro precedente significativonon in un quotidiano nazionale, ma in un quotidiano regionale è quello diSandra Bonsanti che ha diretto il Tirreno <strong>del</strong> Gruppo Espresso dal 1996al 2003. Piccola fucina di direttori donna di quotidiani, quindi, il GruppoEspresso. <strong>Il</strong> Tirreno e La Repubblica sono infatti i due quotidiani che, piùdi altri in Italia, hanno dato determinante apporto alla formazione di duedirettori donna sia nel caso di Sandra Bonsanti sia nel caso di ConcitaDe Gregorio. Che al Tirreno ha lavorato otto anni prima di approdare, nel1990, a Repubblica.di Italia Oggi (9 su 23), con SabinaRodi come vicedirettore. Unaqualifica che si è conquistata così:«Lavorando 14 ore al giorno per20 anni, una galera praticamente».Rodi, 40 anni, non ammette peròné facili vittimismi né generalizzazioni:«Nell’accesso ai posti di potere,sono le donne che per sceltanon si mettono in gara. Hanno altriinteressi, altre priorità. D’altra parte,se vuoi lavorare in un quotidianonon puoi scardinare una strutturaper piegarla ai tuoi tempi». E quindi?Quindi se vuoi stare al gioco,perché per Sabina una donna non ècostretta a lavorare ovunque, devifare inevitabilmente <strong>del</strong>le rinunce.«Io ho 3 cani, un marito che conta iminuti per mangiare con me, e nonho figli. Come potrei?».E, anche se ammette che con icosiddetti “nuovi papà” ci si è giàavviati verso una ridistribuzione <strong>dei</strong>compiti familiari, riconosce agli uominiuna maggiore disponibilità sulposto di lavoro («e per un quotidianoè fondamentale!»), al contrario<strong>del</strong>le donne che sono sempre inlotta per conciliare tutto. <strong>Il</strong> che,certo, qualche problema organizzativopuò causarlo, ma può essereanche una risorsa. È il discorso<strong>del</strong> bicchiere mezzo pieno o mezzovuoto. Lo sanno bene all’agenziadi stampa Reuters Italia, che vantaun organico giornalistico al 70%rosa e due donne al vertice <strong>del</strong>laredazione.Inevitabile che, tra maternità & allattamenti,ci si trovi a volte a fareil gioco <strong>del</strong>le tre tavolette per farquadrare l’organizzazione <strong>del</strong> lavoro,ma «affidabilità, sensibilità,senso <strong>del</strong> dovere <strong>del</strong>le donne sonoimpareggiabili», sostiene PaolaArosio, caporedattore <strong>del</strong>la parteitaliana <strong>del</strong>l’agenzia. Dal 1990 in• In alto Rosanna Massarenti,direttrice di Altroconsumo. A sinistraMichela Gattermayer, fondaricedi Velvet, mensile <strong>del</strong> GruppoL’espresso, a destra Eliana Liotta allaguida di Ok Salute, magazine Rcs.Tabloid 5 / 200813


L’inchiesta• Da sinistra Laura Fasano, vicedirettore <strong>del</strong> quotidiano <strong>Il</strong> Giorno diMilano e Tiziana Barghini, direttore<strong>del</strong>l’agenzia di stampa Reuters.In basso Sabina Rodi, vice direttore<strong>del</strong> quotidiano Italia OggiReuters, 48 anni e due figli, Arosioriconosce alle donne una maggiorautoironia, forse dovuta ai tantiinteressi paralleli (la casa-la visitadal pediatra-il regalino per l’amichetto…)e sintetizza così: «Essereimpegnate su più fronti forse fa bene.Se non schizzi e hai una certaelasticità a lavorare magari ancheda casa». Dal 2007, la parte italiana<strong>del</strong>la Reuters ha anche una direttora.Meglio, un direttore. «Non misembra che mi tolgano niente semi si rivolgono con il termine maschile.Anzi, lo preferisco», spiegaTiziana Barghini, 46enne e madreanche lei di due figli ormai grandi,che spiega il persistere di certi stereotipidi genere in quanto specchiodi una società generalmentemaschilista. «Non è stato facile,certo, conciliare tutto, e ancoraoggi mia figlia dice che il mio è illavoro più brutto <strong>del</strong> mondo. D’altraparte, non puoi fare carriera senon vuoi sacrificarti e questo valeper la donna come per l’uomo».Poi, c’è sacrificio e sacrificio. Perla sua esperienza, il segreto di unadonna-madre in carriera sta nel saperscendere a un compromesso:«Se hai <strong>dei</strong> figli devi saper <strong>del</strong>egaresenza sensi di colpa. Se non seicapace, inevitabilmente devi fareuna scelta». Già, scegliere è (quasi)sempre possibile.I nomi vipLe direttrici <strong>del</strong>le testate con sede a Milano e in LombardiaEcco l’elenco, in ordine alfabetico, <strong>del</strong>le giornaliste chedirigono le testate di maggiore rilievo in Lombardia.QUOTIDIANI: Fiorani Pierangela (La Provincia Pavese)SETTIMANALI: Avoledo Patrizia – Dall’Orto Cipriana(Donna Moderna); Carretta Raffaella (Gioia); DamiataRoberta (Young 18); Deimichei Marisa (Tu); De PoliValentina (Topolino); Giacobini Silvana (Diva e Donna);Giusti Anna Maria (Intimità); Huen Silvia (Viversani& Belli); Latella Maria (Anna); Magnaschi Cristina(Confidenze); Menoni Kicca (D-La Repubblica <strong>del</strong>leDonne); Marisa Deimichei (Tu); Montanari Vera - Polla-Mattiot Nicoletta (Grazia); Morvillo Candida (Novella2000); Mosca Monica (Gente); Rudoni Sandra (Stop);Vallino Fiorenza (Io Donna).MENSILI: Alfieri Maria Cristina (Business, Food, NonFood, Punto Tech); Ambrosini Rosalia (Subito Pronto);Antonelli Antonella (Marie Claire); Bianchini Daniela(Amica); Bogoni Anna (Cosmopolitan); Bojardi Gilda(Interni); Brambilla Rosanna (Brava Casa); BrioschiGabriella (Trenta Buone Idee); Caglioni Patrizia (LaCucina Italiana); Camozzi Giovanna (Cucina Moderna,Cucina No Problem, Sale & Pepe); Carrara Marina(Casa Facile, Casaviva); Centomo Paola (Glamour);Clerici Daniela (Arte); Corrias Alessandra (Vero Salute);Costa Angela (Cucinare Bene); Covini Valeria (Insieme);Dameno Paola (Le Stelle); De Grandis Cristina (Donna& Mamma, Io e il mio bambino, Dolce Attesa); DelDuca Barbara (Voyage); Detassis Piera (Ciack);Diwan Fiona (Geo); Finzi Raffaella (Class); FrassoniLoredana (Goalflash); Gattermayer Michela (Velvet);Gelmi Nadia (Top Salute); Girardi Paola (V&S); GnoneElisabetta (Barbie); Huen Silvia (Bambinisani & Belli);Jannucci Lucia (Plein Air); Leogrande Anna Martina(Di Tutto); Liotta Eliana (OK Salute); Maggioni Giuliana(Cose di Casa); Mancini Manuela (Master Meeting);Marafante Daniela (Riza Scienze); Masotti Clara(Silhouette Donna); Mattei Silvana (Burda); MatteoniTitti (Fashion); Merlino Cristina (Starbene); MescoliLaura (Spazio Casa); Minucci Lucia (Plenari); MojanaPaola (A Tavola); Montanari Vera (Flair); Monti Ines(Sposabella); Moz Lorenza (Tuttotrasporti); MuggianiLaura (Motonautica); Nascimbene Elisa (Vogue Sposa);Peraldo Matton Livia (Elle Decor); Pujia Paola (Orologi);Rappazzo Lucia (Psycologies); Ravetta Alessandra(Prima Comunicazione); Rosa-Clot Emanuela(Gardenia); Rudoni Sandra (Rakam); Salvatori Nicoletta(TuttoTurismo); Santini Danda (Elle); Silighini Giusi(Casafacile); Sori Monica (Come Stai); Sozzani Franca(L’Uomo Vogue, Vogue Italia); Stauder Rudy (Astra);Taroni Francesca (Case da abitare); Tatsos Marina (TopGirl); Valentini Simona (Vogue Bambini); Vanni Carla(Grazia Casa); Villani Venetia (Cucina Naturale).Fonte: Medias giugno 2008, <strong>Il</strong> grande libro <strong>del</strong>la stampa Prima Comunicazione e Agenda <strong>del</strong> giornalista 200814 Tabloid 5 / 2008


L’inchiesta<strong>Il</strong> nuovo numero uno de l’unita’ si raccontaConcita, la passione<strong>del</strong> quotidianoAlla guida <strong>del</strong> quotidiano rilevato da Renato Soru, l’exinviato di Repubblica, ha il compito di traghettare la testatafondata da Antonio Gramsci verso la sfida <strong>del</strong> <strong>futuro</strong>.L’ostacolo maggiore per una donna? .di Grazia LorìaLa tipica donna in carriera? Ma va’,il look non è certo quello degli stereotipifalsi e ormai consunti <strong>dei</strong> qualifrancamente siamo stufe. Non hal’aspetto <strong>del</strong>la virago la quarantacinquennebionda che sto intervistandoperché ha accettato con coraggioe determinazione due grandi sfide:essere alla guida di un quotidianopolitico nazionale - l’Unità - senzarinunciare allo specifico femminileche può dare una marcia in più.Con un entusiasmo intatto - non scalfitoda anni di mestiere - e un’età incui la voglia di <strong>futuro</strong> non cede ancorail passo alla memoria, ConcitaDe Gregorio è una figura nuova nelpanorama <strong>del</strong>la nostra carta stampata,dove pochissime donne – sesi eccettuano i femminili – occupanoposti chiave.Professione o famiglia? La De Gregorioè la prova vivente che le due sceltepossono convivere con la massimasoddisfazione. Perché oltre a guidarecon piglio deciso e garbo d’antanuna tostissima redazione, gestisceun’altrettanto tosta famiglia che, inquanto a numero di figli - ben quattro- ci rimanda a un’epoca in cuiil femminismo era ben lontano. Exfirma di punta di Repubblica, sul cuifemminile “D” teneva anche una rubrica,Concita trova anche il tempodi scrivere libri, l’ultimo <strong>dei</strong> quali Malamore,sulle violenze all’interno <strong>del</strong>lafamiglia, è in uscita.Ma come fa?Con la partecipazione. Nella mia famigliasiamo sempre molto solidali:in questo momento è la mamma cheha da fare e tutta la famiglia le dàuna mano.Che progetti ha per il <strong>futuro</strong><strong>del</strong>l’Unità?Al di là <strong>del</strong> peso specifico che hanno,i giornali si fanno perché siano letti,dunque è importante la loro diffusione:io vorrei che l’Unità fosse capacedi raggiungere il maggior numerodi persone possibile nel bacino <strong>del</strong>centro sinistra, che è enormementepiù vasto di quello degli attualilettori. Stiamo anche lavorando allanuova grafica che prevede un formatopiù piccolo, diverso da tutti glialtri quotidiani nazionali, un makeupche sarà ultimato probabilmenteentro l’autunno.<strong>Il</strong> piano di rilancio annunciatodall’editore Renato Soru puntamolto sulla multimedialità…Questo è già lo standard <strong>dei</strong> principaliquotidiani italiani. In prospettivaandiamo verso un sistema integratotra giornale di carta, giornale on linee altri mezzi: penso alla televisionedigitale, penso alla street tv. Sicuramenteil <strong>futuro</strong> non è nel giornaledi carta, che tuttavia resta l’oggettoprincipale a garantire la qualità di tuttoil prodotto.Cosa pensa <strong>del</strong> contributo <strong>del</strong>ledonne all’informazione?Penso che le donne abbiano unacapacità di racconto altissima, senzanulla togliere all’analisi <strong>dei</strong> fatti.E questo per la loro dimestichezzanel fare molte cose contemporaneamente,per la naturale capacità diavere una visione circolare e nonlineare <strong>del</strong>la realtà, come se i loroocchi possedessero un grandangolo.Ma, per carità, senza nulla togliere aicolleghi…Nel suo giornale si sentirà l’improntafemminile anche negli argomentida trattare,ad esempio riserverà particolareattenzione ai problemi <strong>del</strong>ledonne?Oltre ad essere la maggioranza <strong>del</strong>Paese le donne portano sulle spallei problemi più gravi <strong>del</strong>la società:occuparsene è un dovere, ma ciònon significa trascurare la politica ol’economia, al contrario.Qual è l’ostacolo maggiore peruna giornalista?L’idea bizzarra che il tuo posto siaaltrove. Questo è il pregiudizio culturaleche si deve combattere.Che consiglio darebbe alle suecolleghe?Andare diritte verso l’obiettivo senzafarsi suggestionare mai.Tabloid 5 / 200815


L’inchiestala testimonianza <strong>del</strong> direttore <strong>del</strong>la provincia pavesePavia, città laboratorioDai primi passi a Telemontepenice a corrispondente locale di Repubblica fino a diventarecapocronista alla redazione milanese <strong>del</strong> quotidiano di Eugenio Scalfari prima di tornare nellasua città natale. Da protagonista. di Pierangela Fiorani*Quella mattina di inizio marzo <strong>del</strong>1978 camminando in piazza Ghislieria Pavia con la mia tesi sottobracciomi immaginavo già a fare la trafila disupplenze nelle scuole medie <strong>dei</strong> paesini<strong>del</strong>la provincia e presto, forse,a insegnare italiano e latino o storiae filosofia in un qualche liceo <strong>del</strong>lamia città. Certo, mi piaceva scrivere.Collaboravo con qualche articolo dicronaca e di cultura alla Provinciapavese e al Ticino ma non potevocerto permettermi quegli onorari dapoche lire a riga. La scuola - e poinon avevo scelto Lettere proprio perquesto? - mi piaceva e dava qualchegaranzia in più.Un compagno di liceo mi sorprese inquei pensieri. «Ciao, che fai?». «Ho ritiratoora la tesi, mi laureo il 16 marzo.E tu?». «Lavoro in una tv privata, Telemontepenice.Pagano poco, ma mipiace. Perché non vieni anche tu?».<strong>Il</strong> giorno dopo ero già lì. Arruolata.Contratto? Nessuno. Passione tanta.Subito. Con la guida di giornalisti dirazza (quanti, uomini e donne, hotrovato anche dopo. Sempre. Ancora.E sempre con il piacere di avereogni volta cose nuove da scoprire,da imparare) che «giocavano» seriamentea fare la tv e ci insegnavanocon altrettanta serietà e leggerezzaa trovare le notizie e a scriverle inpoche righe per il telegiornale che poidovevamo condurre in video. C’erada lavorare, personaggi anche importantida incontrare (il segnale eraforte e si arrivava in tutta la Lombardia,dunque la piazza era appetibile).Si sperimentava di pomeriggio e disera, ma di mattina andavo a fare lesupplenze per potermi permetterequel gioco molto serio. Cresceva anchela collaborazione con la Provinciapavese (bastatava alzarsi alle cinque<strong>del</strong> mattino per scrivere articoli primadi andare a scuola per le otto).E’ andata avanti così per quasi treanni. Quando è arrivato Davide, il mioprimo figlio ho pensato che il giocoera finito. Ma, a quel punto, alla Provinciaera arrivato il gruppo Espresso.Una nuova avventua che partiva in ungiornale che alle avventure non avevamai detto di no, neppure quandola figlia di Abele Boerchio, Giuliana,aveva deciso (ma erano anni prima)di prendersi anche la direzione perfar vivere quel foglio di cronaca edi battaglia che era già la storia enella storia di Pavia. Mio figlio avevaun mese di vita e mi assunseroin redazione. Una scommessa perme e per loro: otto anni di cronacanera, giudiziaria, sindacale, politica,ma anche spettacoli, cultura. E, nelfrattempo l’ arrivo di altri due figli,tate e nonni disponibili e un maritoche non si tirava indietro a scaldarebiberon anche in piena notte quandoi consigli comunali tiravano fino alletre <strong>del</strong> mattino. Pavia città laboratoriopolitico, città spesso alla ribalta <strong>del</strong>lacronaca mi aveva aiutato intanto afarmi conoscere a Repubblica comecorrispondente. Davide aveva ottoanni, Giovanni 5 e Mario 3 quandoho deciso di scommettere di nuovocogliendo al volo la possibilità diandare al giornale diretto da Scalfariche aumentava le pagine di Milano eallargava la redazione milanese. Erail 1989. Diciassette anni sono volati:cronaca società-cultura, spettacoli,Tuttomilano, ufficio centrale e poi ancorain cronaca, come capocronista.Ore, giorni, settimane, mesi e anni alavorare. La fatica è più leggera se acasa ti danno sempre una mano. Allafine il ritorno a Pavia, alla mia Provinciaè stato quasi naturale. Una nuovascommessa. Non solo mia.Ecco, quando mi chiedono come èsuccesso, come sei diventata direttorein un mondo che ormai è pieno didonne nei ruoli che stanno però allabase <strong>del</strong>la piramide (credo sempremeno), io so rispondere solo così,raccontando questa storia. La miasemplicissima storia.chi e’ - Pierangela Fiorani,direttore <strong>del</strong> quotidiano LaProvincia Pavese, ha esorditoa Telemontepenice, excorrispondente di Repubblicadove ha lavorato nell’ufficiocentrale e poi come capocronista.16 Tabloid 5 / 2007


L’inchiestala <strong>del</strong>egata <strong>del</strong>la fnsi nel gender council di bruxelles(Im)pari opportunitàDodici anni di presidenza Cpo e prima ancora al Coordinamento nato a Milano. Lebattaglie politiche e sindacali, dalla 194 ai nidi aziendali. , ma una lavoratrice su tre “lascia” dopo il primo figliodi Marina Cosi*Solidali o critici che siano, alla fineti chiedono sempre - cambia solo iltono: desolato o ironico-: “Ma comefate?”. Sarà capitato anche a voi,coi colleghi stranieri. Come fate, intendono,a convivere con le vostrecontraddizioni, essendo contemporaneamentetutto e il contrario di tutto.Gli si può citare Gadda e Leopardie Guicciardini giù giù fino a Plautonel penoso tentativo di giustificarecome mai quel che altrove fa saltaregoverni, matrimoni e amicizie, ossiail mix di conflitti d’interesse, menzognee arroganza, in Italia è accettato.O subìto. Anche nelle (impari)opportunità fra sessi. A Bruxelles,dove “come donna” vi rappresentonel consesso <strong>dei</strong> giornalisti (tradotto:<strong>del</strong>egata Fnsi nel Gender Council Ifj),rispondo “ci stiamo lavorando” e<strong>del</strong>enco le battaglie politiche e quellesindacali, dalla 194 ai nidi aziendali,dalla rappresentanza ai tempi divita/lavoro sino all’emersione deglistereotipi. Mi aggrappo ai 12 annidi presidenza Cpo e prima ancoraal Coordinamento nato a Milanonel ’77. Sì però, insistono, perchéogni prodotto lo pubblicizzate conun corpo di donna e perché nelle trasmissionipolitiche o sportive le ospitisono seminude e gli ospiti incravattatie perché alla direzione di quotidianie tigì c’è un esercito di maschi? Maprima, replico, era peggio: il vecchiodiritto di famiglia, l’accesso vietato aprofessioni e lavoro serale, ti licenziavanoper maternità… Anche se leregole mutate si sono poco tradottein comportamenti; visto che in Italia lelaureate avranno pure sopravanzatoi laureati eppure una lavoratrice sutre lascia dopo il primo figlio o condimissioni in bianco o per assenzadi welfare o grazie al maschilista imbiancatoche sventola il “prevalenteruolo materno”. Allora, insistono igentili ma implacabili brussellesi,perché non ponete <strong>dei</strong> vincoli, <strong>del</strong>lepercentuali di garanzia, assieme asostegni e penalizzazioni? Vagli aspiegare il benaltrismo, il nonsiamopanda,le manzoniane grida.Ma qualcosa dovrete pur fare, insorgonoesasperati. Infatti. Ci “arrangiamo”.Come categoria e primaancora come Paese; con le badanti,la bassa natalità, il lavoro nero… Icolleghi europei ci invidiano l’<strong>Ordine</strong>,il contratto nazionale, gli istitutisolidaristici, salvo sbarrare gli occhiquando scoprono che ci paghiamoda noi disoccupazione e cassintegrazione.Per ora è così, gli spiego.Bisogna insistere, insistere, insisteree intanto aprire anche altri fronti, apartire dalle regole <strong>del</strong>la comunicazione.Come giornalisti abbiamo unpotere da levatrici sociali, anche sefa un po’ ridere dirlo. L’attenzione ailessici (parole e immagini) da partenostra, evitando stereotipi involontari,ma anche forzando la lingua perfarvi specchiare la realtà - fatta didonne e uomini, ovvero di operaiee operai, di ingegnere e ingegneri,di sindache e sindaci… - può crearecondizionamenti virtuosi. E ampliarel’area <strong>del</strong> consenso ad opportunitàpiù eguali. Certo, è importante perle donne risalire la piramide gerarchica,senza sbattere a metà la testanel tetto di cristallo, ma è altrettantoimportante costruirla con gradini piùagevoli per tutti.Per questo conviene intervenire il primapossibile: sui liceali, che alla maturitàportano un articolo, sugli universitari<strong>del</strong>le varie facoltà di comunicazione,sulle scuole di <strong>giornalismo</strong> ... Magariricordando gli impegni comunitariche ci siamo presi. Come l’articolo5 <strong>del</strong> documento 6 giugno 2008 <strong>del</strong>Consiglio d’Europa per “l’eliminazionedegli stereotipi fondati sul sesso”: “...promuovere nei media una rappresentazionerealistica e non discriminatoria<strong>dei</strong> giovani, donne ed uomini”.chi e’ - Marina Cosi, <strong>del</strong>egataFnsi alle Pari Opportunità nell’Ifj,giornalista di Rai News24, exAvvenire, <strong>Il</strong> Giorno, Italia Oggi,L’Indipendente e Rai International.Laurea e specializzazione incomunicazione alla CattolicaTabloid 5 / 200717


L’inchiestaNumeri e cURIOSITA’ DALL’ARCHIVIO DELL’ORDINE<strong>Il</strong> <strong>futuro</strong> è rosaNel quinquennio 2002-2007 il trend è evidente: tra i praticantile donne hanno superato gli uomini, 696 contro 637.La femminilizzazione <strong>del</strong>la professione è iniziata nel 1964di Alberto ComuzziDopo la scuola anche l’informazionesi femminilizza? Parrebbe proprio di sì,stando ai dati; almeno a quelli relativial nostro <strong>Ordine</strong> regionale lombardo(che, sia detto per inciso, rappresentacirca un terzo <strong>del</strong>l’intero compartonazionale). A metà giugno, nel nostroelenco <strong>dei</strong> praticanti, risultavano 297iscritti, di cui 172 donne, pari a pocomeno <strong>del</strong> 58 per cento. Se diamo peròuno sguardo più analitico all’Annuariodegli iscritti nell’elenco <strong>dei</strong> professionistiun dato balza subito all’occhio:il progressivo aumento, seppur lento,<strong>del</strong>le donne rispetto agli uomini. Nelquinquennio 2002-2007 sono diventatiprofessionisti 696 donne e 637 uomini.In termini percentuali questo significa52,2 donne e 47,8 uomini. <strong>Il</strong> dato èulteriormente confermato dalle iscrizioniall’elenco <strong>dei</strong> praticanti su riferito.Anche la distribuzione per anno dinascita fotografa (vedi tabella) la realtà<strong>del</strong> fenomeno che stiamo illustrando:salvo che per i nati nel 1969, dove i maschisuperano di tre unità le femmine,a partire dal 1964 e fino al 1980 sonoquest’ultime le più numerose. <strong>Il</strong> decisoaumento <strong>dei</strong> periodici, soprattutto <strong>dei</strong>femminili, contribuisce certamente asostenere l’ingresso nella professione<strong>del</strong>le donne, le quali, però, appainosempre più numerose anche nellaconduzione <strong>dei</strong> telegiornali e in altriprogrammi d’informazione televisiva.Da qualche parte s’è osservato che,soprattutto nei quotidiani, le donne rimangonocomunque in ruoli subalterni.Insomma, direzioni, vicedirezioni, Ufficicentrali rimarrebbero saldamente nellemani di giornalisti, mentre alle giornaliste,tranne pochissimi casi, verrebberolasciati ruoli subalterni o tutt’al più d’inviatoo di capo servizio. Che la societàitaliana sia ancora tendenzialmentemaschilista non è una novità. Pretenderequote rosa anche nelle redazioni¬- come da qualche parte si sostiene–, ci pare, francamente, una trovatapoco geniale. Chiediamo a coloro chesposano la tesi femminista e, devonocrederci, senza spirito polemico: macome si fa ad attribuire un ruolo in baseal sesso e non alle competenze?Nelle aziende editoriali (o multimediali)vigono le stesse logiche presentiin tutte le imprese <strong>del</strong> mondo. In certiruoli filtrano più facilmente gli uominiperché, tendenzialmente, questi dedicanomolto meno tempo alla famiglia,ai figli, per esempio, ai quali provve<strong>dei</strong>nvece, quasi sempre, la donna. Nonentriamo nel merito di una discussioneche ci porterebbe troppo lontano e chenon ha significato aprire nelle colonnedi questo giornale. Diciamo solo chese si conferma il trend d’ingressi <strong>del</strong>ledonne nella nostra professione, conle percentuali recentemente registrate,nell’arco di un decennio, avremo le redazionicomposte per oltre due terzi dagiornaliste.18 Tabloid 5 / 2008


L’inchiestadonne in redazione, numeri e percentualigruppi/testate totale giorn. donne uomini %donne %uominiTV RAI 79 33 46 42% 58%MEDIASET 320 147 173 46% 54%LA7 81 37 44 46% 54%SKY 23 6 17 26% 74%QUOTIDIANI IL GIORNO 110 43 67 39% 61%IL GIORNALE 82 14 68 17% 83%CORRIERE DELLA SERA 227 70 157 31% 69%LA GAZZETTA/SPORTWEEK** 160 20 140 12,50% 88,50%LIBERO+Libero mercato 76 25 51 33% 67%AVVENIRE 65 15 50 23% 77%REPUBBLICA (Milano) 53 19 34 36% 64%LA STAMPA (Milano) 11 2 9 18% 82%GRUPPO SOLE24 ORE 236 81 155 34% 66%(lombardia)GRUPPI EDITORIALI MONDADORI (eslcusa G+J) 510 322 188 63,00% 37%GRUNER UND JAHR- 96 60 36 62,50% 0%MONDADORIRCS periodici) 255 142 113 56,00% 44%(incluso IO DONNA)HACHETTE-RUSCONI 180 115 65 64% 36%CONDE’ NAST 193 135 58 70% 30%CAIRO-GIORGIO MONDADORI 106 67 39 63% 37%DOMUS 98 23 75 23,50% 76,50%CLASS EDITORI 150 65 85 43% 57%GRUPPO UNIVERSO 71 60 11 85% 15%QUADRATUM 49 37 12 75,50% 24,50%SFERA 29 28 1 97,00% 3%ALLEGATI QUOTIDIANI CDS MAGAZINE 24 9 15 37,50% 63,50%IO DONNA 58 44 14 76% 24%STYLE MAGAZINE 10 3 7 30% 70%D-REPUBBLICA 33 30 3 91% 9%LO SPECCHIO 5 3 2 60% 40%ON LINE avvenire.it 7 0 7 0% 100%corriere.it 16 2 14 12,50% 88,50%gazzetta.it 14 2 12 14% 86%ilgiornale.it 7 0 7 0% 100%ilsole24ore.com 11 2 9 18% 82%RADIO R10 1 9 4 5 44% 56%105-MONTECARLO Milano 12 3 9 25% 75%RADIO 24 32 19 13 59% 41%RADIO DEEJAY 7 3 4 43% 57%RADIO IN BLU 10 5 5 50% 50%RADIO ITALIA SOLO MUS.IT. 3 1 2 33% 67%RADIO LOMBARDIA 6 2 4 33% 67%RADIO POPOLARE 13 4 9 31% 69%RADIO REPORTER 3 1 2 33% 67%RTL 102.5 Milano 12 5 7 42% 58%AGENZIE ADN-KRONOS 6 2 4 33% 67%ANSA 28 8 20 29% 71%AGL 2 1 1 50% 50%AGI 6 2 4 33% 67%AGR 10 4 6 40% 60%APC OM 14 5 9 36% 64%REUTERS 23 16 7 70% 30%-Tabloid 5 / 200719


Le iniziativePrimo <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> pianoDefinito il programma <strong>del</strong> convegno che si terra’ il 1 ottobre<strong>Il</strong> <strong>futuro</strong> <strong>del</strong> <strong>giornalismo</strong>Opinioni a confrontoI risultati <strong>del</strong>lo studio commissionato dall’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti <strong>del</strong>la Lombardia a Enrico Finzidi AstraRicerche saranno presentati nell’Aula Magna <strong>del</strong>l’Università Statale di Milano. Tre i filoniindagati: l’immagine <strong>dei</strong> giornalisti tra i lettori, il ruolo di Internet e l’efficacia <strong>del</strong>la pubblicitàEccoci. L’appuntamento è di quellida non perdere e abbiamo cercato diprepararlo con i dovuti modi. <strong>Il</strong> titolo<strong>del</strong> convegno ormai lo conoscete el’abbiamo rilanciato in copertina: “<strong>Il</strong><strong>futuro</strong> <strong>del</strong> <strong>giornalismo</strong>. Le notizie, leidee, gli italiani, la pubblicità”.Presenteremo i risultati di uno studioche abbiamo commissionato ad Astra-Ricerche di Enrico Finzi. E, per la primavolta, una ricerca <strong>del</strong> genere verrà presentataal grande pubblico.Tre i filoni indagati dalla ricerca: l’immagineche hanno i lettori <strong>dei</strong> giornalisti(siano essi <strong>del</strong>la carta stampata,<strong>del</strong>la televisione o di internet), il ruolodi Internet nella trasformazione <strong>dei</strong>media nei prossimi cinque-sette annie l’efficacia degli investimenti pubblicitarisui media. Diciamo subito chedal sondaggio emerge una fortissimarichiesta di rilancio <strong>del</strong> ruolo di un<strong>giornalismo</strong> professionale, attivo,autonomo e critico.A commentare i numeri e le tendenzein atto che risultano dalla ricercaabbiamo chiamato alcuni autorevolicolleghi ma anche alcuni esponenti<strong>del</strong> mondo <strong>del</strong>la comunicazione(vedi box sotto).Enrico Finzi, titolare di AstraRicercheè ricercatore di marketing specializzatoin psicosociologia, giàfondatore di InterMatrix Italia e orapresidente di TP, associazione italiana<strong>dei</strong> pubblicitari professionisti.Per conto di Upa (Utenti pubblicitàassociati, ovvero le aziende che investonoin pubblicità) svolge ognianno la ricerca “il <strong>futuro</strong> <strong>del</strong>la pubblicità”.AstraRicerche è invece uno<strong>dei</strong> primi istituti di ricerca nel settoredegli studi <strong>del</strong>le strategie aziendali,posizionamento <strong>del</strong> mercato e previsionia medio termine <strong>dei</strong> settoripiù dinamici <strong>del</strong>l’economia.Per i lettori che volessero poi immedesimarsinel ruolo degli intervistatiforniamo, nella pagina a fianco, letre domande chiave indagate dallaricercha e alle quali il convegnocercherà di rispondere. Una pagina,s’intende, a puro titolo esemplificativo,per cogliere i contenuti che laricerca andrà a indagare.<strong>Il</strong> convegno si terrà nell’Aula Magna<strong>del</strong>l’Università Statale di Milano, invia Festa <strong>del</strong> Perdono 3, a partiredalle 9,30 fino alle 14. Vi aspettiamonumerosi. Per comodità poteteanche registrarvi attraverso il portale<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti <strong>del</strong>la Lombardiawww.odg.mi.it.I relatori e le videointervisteA commentare i risultati <strong>del</strong>la ricerca “<strong>Il</strong> <strong>futuro</strong> <strong>del</strong> <strong>giornalismo</strong>” abbiamochiamato (e hanno dato conferma), come relatori: Maurizio Belpietro(Panorama), Giancarlo Santalmassi (Radio 24-<strong>Il</strong> Sole 24 Ore), RosannaMassarenti (Altroconsumo), Carlo Ver<strong>del</strong>li (La Gazzetta <strong>del</strong>lo Sport), EmilioCarelli (SkyTv Italia), Carlo Malinconico Castriota Scanderbeg (presidenteFieg), Vincenzo Vitelli (vicepresidente Upa), Roberto Natale (Fnsi), LorenzoDel Boca (<strong>Ordine</strong> nazionale giornalisti). Verranno poi proiettate intervistepreregistrate di Ferruccio De Bortoli (<strong>Il</strong> Sole 24 Ore), don Antonio Sciortino(Famiglia Cristiana), Concita De Gregorio (L’Unità), Valentino Parlato(<strong>Il</strong> Manifesto), Ezio Mauro (Repubblica). Moderatore sarà EnricoRegazzoni, direttore <strong>del</strong>l’Ifg, introdurrà Letizia Gonzales, presidene<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti <strong>del</strong>la Lombardia. Porterà i suoi saluti EnricoDecleva, rettore <strong>del</strong>la Statale di Milano.<strong>Il</strong> metodo <strong>del</strong>la ricercaLo studio demoscopicocommissionato dall’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong>giornalisti <strong>del</strong>la Lombardia adEnrico Finzi di AstraRicercheè aggiornato a settembre2008 ed è stato svolto incollaborazione con Lexisattraverso 2004 intervistetelefoniche effettuate con ilmetodo Cati (Computer AidedTelephone Interviewing) a uncampione rappresentativo<strong>del</strong>la popolazione italianadai 15 anni in su.20 Tabloid 65 / 2007 2008


I giornalisti sono...• bugiardi• incompetenti• esagerati• di parte• corrotti• narcisistiLe iniziative<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong>• antipatici• superficiali• troppo curiosi• affidabili• competenti• imparziali?• ben informati• efficaci• professionali• indipendenti• preparati• simpatici?Come sarannoi giornali nel 2012...• solo su Internet• su carta e su Internet• sul tvfonino• solo di gossip• con pochi editori e tante testate• senza giornalisti• con tante coop di giornalistiLa pubblicità è...• invadente• esagerata• volgare• ingannevole• affollata• creativa• attraente• ottimista?• credibile• autorevole• di qualità• ironicaTabloid 5 / 200821


Le iniziative<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong>il 26 settembre Svolta epocale per i praticantiEsame di Statocon il computerE’ la prima prova scritta che, 45 anni dopo la leggesull’<strong>Ordine</strong>, formalizza l’informatizzazione <strong>del</strong>la professionegiornalistica già in atto da tempo. <strong>Il</strong> pc sarà comunqueusato solo come semplice strumento di scrittura.<strong>Il</strong> 26 settembre si terrà la 95° sessione<strong>del</strong>l’esame di Stato per i praticanti,aspiranti professionisti. E sarà il primoesame <strong>del</strong>l’era moderna. Per laprova scritta è previsto infatti l’uso<strong>del</strong> computer abilitato all’utilizzo diuna chiave d’accesso Usb. Va cosìdefinitivamente in soffitta la vecchiamacchina da scrivere.Lo stabilisce il regolamento <strong>del</strong>la Leggen. 16 <strong>del</strong> 16 gennaio 2008 che hamodificato l’art. 32 <strong>del</strong>la legge 3 febbraio1963, n. 69, varato dal Consigliodi Stato, dopo l’approvazione in viadefinitiva <strong>del</strong> Parlamento, il 9 gennaioscorso e dopo la firma <strong>del</strong> Presidente<strong>del</strong>la Repubblica. <strong>Il</strong> testo <strong>del</strong>la Leggen. 16 <strong>del</strong> 16 gennaio 2008 è stato pubblicatosulla Gazzetta Ufficiale n. 31(Serie Generale) <strong>del</strong> 6 febbraio 2008.L’introduzione <strong>del</strong>l’uso <strong>del</strong> computerrende necessaria qualche innovazionepratica nello svolgimento <strong>del</strong>laprova d’esame. <strong>Il</strong> computer verràusato come semplice strumento discrittura e senza accesso alla memoriapermanente, garantendo sicurezzae anonimato. <strong>Il</strong> Consiglio nazionale<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti ha provvedutoa dare ampie informazioni sullenuove procedure che si possonoleggere all’indirizzo: http:/www.odg.it/esami/esami_proc.htm.I praticanti che dovranno sostenerequesta sessione d’esame devono frequentareil corso telematico contattandol’<strong>Ordine</strong> nazionale oppure devonoaver già frequentato il corso regionalenel mese di giugno. <strong>Il</strong> Consiglio nazio-• La statua di Indro Montanelli, con lamitica Olivetti Lettera 22, ai Giardini divia Palestro a Milano.nale <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti, infatti,ha <strong>del</strong>iberato lo scorso 10 giugno, anorma degli artt. 29 e 32 <strong>del</strong>la legge3.2. 1963 n. 69 e <strong>del</strong>l’art. 45 <strong>del</strong> D.P.R.4.2.65 n. 115 e successive modificazioni,d’indire la sessione di esami perla prova di idoneità professionale perl’iscrizione nell’elenco <strong>dei</strong> giornalistiprofessionisti. La prova scritta avràluogo a Roma il 26 settembre 2008alle ore 10,30 presso l’Ergife PalaceHotel - Via Aurelia 617. Le domandedi ammissione dovevano essereconsegnate direttamente o inoltrateesclusivamente a mezzo posta, con idocumenti di rito (allegati alla presenteo reperibili attraverso il sito www.odg.it - sezione esame, documentiper l’ammissione), alla Segreteria <strong>del</strong>Consiglio nazionale <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong>giornalisti (00186 Roma - Lungoteverede’ Cenci 8) entro e non oltre il26 agosto 2008. Alla prova scritta sonoammessi a partecipare i candidatiche, alla data <strong>del</strong> 26 Settembre 2008,abbiano compiuto il prescritto periododi praticantato giornalistico (art. 46, 1°comma, <strong>del</strong> citato D.P.R.) e abbianopartecipato ad un corso o ad un seminario<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> oppure a un corsoaziendale supervisionato dall’<strong>Ordine</strong>(non inferiore alle 45 ore). La sessionedi esame successiva a quella <strong>del</strong>26 settembre è già prevista, sempre aRoma, per il 31 ottobre, sempre con ilcomputer in sostituzione <strong>del</strong>la vecchiamacchina da scrivere. Tutte le informazionisul www.odg.mi.it.22 Tabloid 5 / 2008


Le iniziative<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong>Un’aggiornamento richiesto da numerosi colleghiCorsi itinerantidi deontologiaSi comincia a Brescia l’11 e il 25 ottobre, poi sarà lavolta di Milano e Pavia il 10 e 14 novembre e il 22 e 29novembre rispettivamente. Due giorni di full immersion sudiffamazione, pubblicità ingannevoli e processo penaleSono aperte le iscrizioni per i corsidi aggiornamento sulla deontologiache l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti <strong>del</strong>laLombardia ha organizzato a Milanoe in altre città, in particolare a Bresciae a Pavia.L’iniziativa risponde alla richiesta dimettere a disposizione <strong>dei</strong> colleghiservizi utili e corsi di aggiornamentoanche in sedi decentrate.<strong>Il</strong> consigliere tesoriere Alberto Comuzzi,che ha la <strong>del</strong>ega per i corsi diformazione permanente, ha preparatoun calendario di lezioni sulle normegiuridiche che regolano la nostraprofessione, a partire, naturalmente,da quelle più strettamente legate alladeontologia.Si tratta di corsi brevi, di due giorni,che si terranno a Milano, pressol’IFG - via F. Filzi 17 - dalle 18 alle22 il 10 e 14 Novembre; a Brescia,dalle 9 alle 13, nei sabati 11 e 25Ottobre presso l’Istituto Paolo VI (viaGezio Calini 30, tel. 030/37.73.511) ea Pavia nei sabati 22 e 29 Novembrepresso “La casa <strong>del</strong> giovane”, viaLomonaco 43.Docenti e programmiDocenti <strong>dei</strong> corsi saranno gli avvocatiGuido Camera ed Elisa Cesari, chegià insegnano ai colleghi che si preparanoagli esami di Stato.<strong>Il</strong> programma <strong>del</strong> corso prevede:“art. 21 <strong>del</strong>la Costituzione (StatutoAlbertino, Costituzione Repubblicana,inquadramento generale), Leggestampa n. 47 <strong>del</strong>l’8 Febbraio 1948,Legge ordinistica n. 69 <strong>del</strong> 1963(Ordinamento <strong>del</strong>la professione digiornalista).”; “reati a mezzo stampae lineamenti <strong>del</strong> processo penale.”;“pubblicità ingannevole: art. 20, co.1, let. B), d.lgs. n. 206 <strong>del</strong> 2005; leggeeditoria: legge n. 62 <strong>del</strong> 2001.”; “leggiMammì, Gasparri e ddl Gentiloni;diritto d’autore; legge sulla privacy(N. 675 <strong>del</strong> 1996 e d.lgs. n. 196 <strong>del</strong>2003).”Gratis per i disoccupati<strong>Il</strong> costo è di 30 euro (gratuito per icolleghi iscritti nelle liste di disoccupazione<strong>del</strong>l’Associazione Lombarda).Nella causale si prega di specificare– chiaro in stampatello - nome,cognome, elenco d’appartenenza eluogo <strong>del</strong> corso scelto: Milano, Brescia,o Pavia.<strong>Il</strong> codice iban presso il quale sideve appoggiare il bonifico è:IT47C0558401626000000018767attivo presso la Banca popolare diMilano - Agenzia 26 di Piazza Ducad’Aosta 8/2 in Milano.Le iscrizioni sono aperte fino al 5ottobre per Brescia e al 5 novembreper Milano e Pavia.Per iscriversi è necessario mandareuna richiesta a segreteriapresidenza@odg.mi.ito a direzione@odg.mi.it.Per ulteriori informazioni: signora ElisabettaGraziani, direttore <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong><strong>dei</strong> giornalisti <strong>del</strong>la Lombardia o AnnaContini, segreteria presidenza (tel.02/67.71.371) o anche ad AlbertoComuzzi (cell. 335/60.33.179)Gruppo di lavoroCronisti e mediasotto la lente<strong>Il</strong> Consiglio<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong>giornalisti <strong>del</strong>laLombardia insiemeal Gruppo cronistilombardo ha decisodi dare vita a un nuovo organismo(coordinatore Mario Consani, infoto) che si occuperà di monitoraree sostenere l’attività <strong>dei</strong> cronisti,in particolare di nera e giudiziaria,impegnati nei diversi massmediaattivi in regione. Semprepiù spesso, infatti, soprattuttodalle testate di provincia, arrival’allarme sulla difficoltà quotidiananei rapporti tra giornalisti eistituzioni (forze di polizia, ma ancheprovveditorato e aziende sanitarielocali) che rappresentano le fontidi informazione in sede locale. Unrapporto difficile e <strong>del</strong>icato, anchealla luce di una normativa, quellasulla privacy, talora utilizzata dallefonti ufficiali come pretesto perlimitare, determinare o condizionarela diffusione di notizie. Uno <strong>dei</strong>primi obiettivi <strong>del</strong>l’Osservatorio“Cronaca” sarà dunque quello diarrivare alla stesura di un protocollod’intesa, asseverato dal Garanteper la privacy e sottoscritto dairappresentanti <strong>del</strong>le diverseistituzioni, che possa fissarelegittimità ed eventuali limiti allanormale circolazione <strong>del</strong>le notiziesancita dall’articolo 21 <strong>del</strong>laCostituzione. Saranno membriL’autorepermanenti <strong>del</strong>l’Osservatorio ilBeppe Presidente Lopez, <strong>del</strong>l’Odg giornalista e quello dal <strong>del</strong>1963, Gruppo ha Cronisti scritto Lombardo inchieste, oltre notee all’avvocato servizi per Caterina le più importanti Malavenda,testate mentre gli e partecipato altri sette componenti allafondazione che formeranno di “la Repubblica”.commissioneHa saranno dedicato individuati diversi a rotazione saggi almercato semestrale <strong>dei</strong> su giornali indicazione e alle <strong>dei</strong>tecniche direttori e editoriali, <strong>dei</strong> capicronisti pubblicando, di giornali,fra radio, l’altro, tivù e “<strong>Il</strong> testate giornale online che attivi non inc’è” Lombardia. e “<strong>Il</strong> quotidiano totale”.Tabloid 5 / 200823


Primo pianoquando e come Professionisti e pubblicisti possono diventare “dottori”Laureare l’esperienzaIstruzioni per l’usoUna convenzione sottoscritta nel 2005 tra <strong>Ordine</strong> nazionale <strong>dei</strong> giornalisti e alcuniatenei italiani disciplina il riconoscimento <strong>del</strong>le esperienze professionali in “creditiformativi” universitari. Un’iniziativa poco conosciuta, che non è una scorciatoia pernessuno. Solo il 37,2% <strong>dei</strong> professionisti lombardi (il 64% <strong>dei</strong> praticanti) è laureatodi Melissa DottoA volte ritornano. Non le Nuvole checantava Fabrizio De Andrè. A volteritornano i progetti di legge sulla riformadegli Ordini professionali e leproposte su come riformare l’<strong>Ordine</strong><strong>dei</strong> giornalisti, in particolare.A volte ritornano... E poi, però, siperdono nel nulla. Chissà quandosarà la volta buona.<strong>Giornalisti</strong> si diventa sul campo,consumando le suole <strong>del</strong>le scarpe,si diceva un tempo.<strong>Giornalisti</strong> si diventa in Università, sidirà un domani. Parlamento permettendo.<strong>Giornalisti</strong> da marciapiede ogiornalisti da aula universitaria? Lascommessa, forse, è che entrambele strade possono portare a fare diun praticante un giornalista completoe competente.E’ proprio su questo punto che siscontrano due maître à penser: seper Luigi Einaudi il <strong>giornalismo</strong> eraun’arte e pertanto sarebbe statosufficiente una particolare predisposizioneper esercitare bene illavoro, Ignazio Weiss sostiene chequella <strong>del</strong> <strong>giornalismo</strong> è una <strong>del</strong>leprofessioni più difficili per le qualiè necessaria una specifica prepa-246 Tabloid 5 / 2008


Primo pianorazione. Oggi comunque è chiaroa tutti che agganciare la formazione<strong>dei</strong> giornalisti alle università èormai inevitabile oltre che vitale eopportuno.Non solo per la categoria in generale,ma per i giornalisti stessi che sitroveranno ad operare dimostrando,in un contesto globalizzato, di averegli strumenti per identificare e trattareattendibilmente l’informazione.E il dato di fatto è che ogni voltache qualcuno prende carta e pennae mette mano alla scrittura degliarticoli per una riforma <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong><strong>dei</strong> giornalisti si ritrova a scioglierelo stesso dilemma.Ma la soluzione futura è già scritta edè nell’ordine <strong>del</strong>le cose: se oggi si diventagiornalisti professionisti o conun praticantato in un’azienda editorialeo con un praticantato d’ufficio,il “patentino” di giornalista, domani,lo si avrà solo se si è laureati.Così, se la legge istitutiva <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong>ha ormai 45 anni di vita, è da unaquindicina d’anni, invece, che si discutedi riforma <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> con lalaurea. E nel nostro caso, a differenzadegli altri Ordini professionali, c’è daregolamentare ex novo e ridefinireil quadro formativo <strong>del</strong> giornalista,università compresa. In Lombardiasono tanti i giornalisti professionistinon laureati (vedi tabella). E’ pur veroche per i giornalisti professionisti nonlaureati non cambierà nulla (essendogià iscritti all’Albo) all’atto <strong>del</strong>l’entratain vigore di una prossima eventualelegge che prevede la laurea. E’ anchevero però che oggi, anzi dal 2005in poi, c’è uno strumento in più permettersi al passo coi tempi ed è lapossibilità di “laureare l’esperienza”(per i riferimenti di legge e le procedurevedi box sopra).<strong>Il</strong> progetto in pilloleVademecum per giornalisti laureandi• <strong>Il</strong> progetto “Laureare l’esperienza” offre ai giornalisti professionistie pubblicisti iscritti all’albo la possibilità di far valere il riconoscimentodi crediti formativi legati all’esperienza professionale ai sensi <strong>del</strong>l’art. 5comma 7 <strong>del</strong> D.M. 270/2004.• La convenzione sottoscritta nel 2005 disciplina il riconoscimento <strong>del</strong>leesperienze professionali, richiamandosi ai principi generali stabiliti dalComitato di coordinamento interistituzionale previsto dall’art. 3 <strong>del</strong>laConvenzione.• La conoscenza e le abilità professionali certificate sono trasformate inCFU dalle competenti strutture didattiche sulla base <strong>del</strong>la loro conformitàcon gli obiettivi formativi e professionali e con gli ordinamenti didattici<strong>del</strong> Corso di laurea per il quale il giornalista chiede l’immatricolazione: ilnumero massimo di CFU riconoscibili è 60.• I giornalisti potranno ottenere, inoltre, il riconoscimento di esamiuniversitari o CFU precedentemente acquisiti, ai sensi <strong>del</strong>l’art. 5, comma5 <strong>del</strong> D.M. 270/2004, e di altre conoscenze e abilità maturate in attivitàformative di livello postsecondario alla cui progettazione e realizzazionel’università abbia concorso, ai sensi <strong>del</strong>l’art. 5, comma 7 <strong>del</strong> D.M.270/2004.• Per accedere al progetto è necessario compilare il modulo relativo allaconvenzione scaricabile dal sito <strong>dei</strong> singoli atenei coinvolti e richiederel’immatricolazione.I progetti di riformaPassigli e SiliquiniNel 1994, con il disegno di leggeS.1069, <strong>Il</strong> senatore Folloni e i partitidi ispirazione cattolica presentanouna proposta di riforma che configuraper la prima volta la necessitàper i giornalisti di avere una culturaumanistica o scientifica comprovatada un diploma di laurea: la laurea èdunque, per la prima volta, individuatacome “condicio sine qua non”per l’esercizio <strong>del</strong>la professione. Cihanno tentato, con un disegno dilegge proposto il 22 luglio 97 conil “Progetto Passigli di Riforma”, isenatori Stefano Passigli (all’epocapresidente <strong>del</strong>la Commissione Affaricostituzionali), Tino Bedin e AntonioDuva, firmatari <strong>del</strong> disegno di leggead hoc che richiedeva la laurea inRP o in Scienze <strong>del</strong>la Comunicazione(o equipollente) per l’iscrizinell’albo a meno che i richiedeni nonavessero esercitato per 5 anni attivitàdi giornlaismo nell’UE. DopoStefano Passigli, più recentemente,con un Dpr sostenuto dal Ministero<strong>del</strong>l’Università Moratti e dal SottosegretarioSiliquini (approvato in primalettura il 22 dicembre 2005), cheprevede la laurea come condizioneesclusiva per l’accesso all’Albo apartire dal 2012, ci ha tentato anchepiu’ giornalisti laureati tra le donne e i praticantiCategoria Tot. iscritti Laureati Percentuale Maschi Femmine Laureati M. Percentuale Laureati F. PercentualeProfessionisti 7.427 2.764 37,2 % 4.198 3.229 1.225 29,2 % 1.539 47,7%Pubblicisti 12.782 5.364 42 % 7.583 5.199 2.709 35,7 % 2.655 51,1%Praticanti 656 419 64 % 293 363 165 56,4 % 254 70 %Fonte: OdG Lombardia. 1.720 professionisti, 2.013 pubblicisti e 14 praticanti non hanno segnalato se laureati o no.Tabloid 5 / 200825


Primo pianoLe sedi <strong>del</strong>la Convenzione: ecco dove i giornalisti possono “laureare l’esperienza”Università Corso di laurea IndirizzoUniversità degli studidi CassinoCorso di laurea in Scienze <strong>del</strong>la Comunicazione diSora – curriculum Comunicazione per i MediaVia Napoli 36, Palazzo Baronio03039 Sora (FR)Università degli Studidi CataniaUniversità degli studidi ChietiUniversità degli studidi FerraraUniversità degli Studi<strong>del</strong>l’Insubria di VareseCorso di Laurea in Scienze <strong>del</strong>la Comunicazione –curriculum Editing / Comunicazione <strong>dei</strong> beni culturaliCorso di Laurea in Comunicazioni e RelazioniPubbliche di Caltanissetta – curriculum RelazioniPubblicheCorso di Laurea in Scienze per la comunicazioneinternazionalePiazza Dante 3295124 CataniaVia Vittorio Emanuele 895131 CataniaPiazza Dante 3295124 CataniaCorso di Laurea in Sociologia Via <strong>dei</strong> Vestini 35,66013 Chieti ScaloCorso di Laurea in Servizi Sociali Via <strong>dei</strong> Vestini 3566013 Chieti ScaloCorso di Laurea in Comunicazione pubblica <strong>del</strong>lacultura e <strong>del</strong>le arti – curriculum Comunicazionepubblica e sociale / Comunicazione <strong>del</strong>la Cultura e<strong>del</strong>le ArtiScienza <strong>dei</strong> Servizi Giuridici per Giuristi d’Impresa e<strong>del</strong>la Pubblica amministrazioneScienze giuridicheVia Savonarola 27-3844100 FerraraViale Cavallotti 5, ComoViale Cavallotti 5, ComoScienze <strong>del</strong>la ComunicazioneVia J.H. Dunant 3, VareseUniversità Kore di Enna Scienze <strong>del</strong>la Comunicazione multimediale Citta<strong>del</strong>la Universitaria94100 EnnaUniversità Lumsa di RomaUniversità degli Studidi MessinaScienze <strong>del</strong>la Comunicazione – curriculumComunicazione culturale e forme <strong>del</strong>lo spettacolo /Comunicazione d’impresa, marketing e pubblicità/ Comunicazione pubblica e politica / Editoria e<strong>giornalismo</strong> / Filosofia e comunicazioneScienze <strong>del</strong>l’informazione: editoria e <strong>giornalismo</strong>Scienze politiche – curriculum Giornalismo / Analisi<strong>dei</strong> fenomeni sociali / studi politici e sociali / Studipolitici internazionali e comunitariTecnologia <strong>del</strong>l’Istruzione e <strong>del</strong>la comunicazione –curriculum Tecnologie <strong>del</strong>l’istruzione / Esperti <strong>dei</strong>Processi di Formazione comunicativa e linguistica/ Operatori culturali <strong>del</strong>la Multmedialità / Linguaggi<strong>del</strong> Marketing <strong>del</strong>la pubblicità / Patologie <strong>del</strong>laComunicazioneComunicazione SocialeUniversità degli Studi di Udine Relazione pubbliche – curriculum Relazioni pubbliche<strong>del</strong>le organizzazionei e <strong>del</strong>la comunicazioneistituzionalE / Relazioni pubbliche aziendali /Relazioni pubbliche <strong>del</strong>la promozione e <strong>del</strong>lacomunicazione pubblicitaria / Relazioni pubblicheeuropeeRelazioni pubbliche modalità on lineVia Traspontina 2100193 RomaPolo Universitario <strong>del</strong>l’Annunziata98168 MessinaVia Tommaso Cannizzaro 9, i 22498122 MessinaVia Todaro 898123 MessinaCentro Polifunzionale di GoriziaSede <strong>del</strong>l’Ateneo udinese nellacittà di GoriziaVia Diaz 534170 GoriziaCentro Polifunzionale di GoriziaSede <strong>del</strong>l’Ateneo udinese nellacittà di GoriziaVia Diaz 5, 34170 Gorizia26 Tabloid 5 / 2008


Primo pianoRiferimentitelefonici0776822800077682282307768228020953166250957102231e-mail - wwwscienze <strong>del</strong>lacomunicazione@unicas.itseglet@unict.it0957465106 segscpo@unict.it0957102264 www.flingue.unict.it09531397008713556437 www.unich.it08713556437 www.unich.it0532293180 segreteria.letterefisolosofia@unife.it• L’Università <strong>del</strong>l’Insubria Como e Varese, unica in Lombardia ad aver aderitoalla Convenzione con l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti per laureare l’esperienza.0313383205 o03322190660313383205 o0332219066segrstudenti.scv@uninsubria.itsegrstudenti.scv@uninsubria.it0332219066 segrestudenti.scv@uninsubria.it09355365360668422600 segreteria@lumsa.it0903503412 pcacace@unime.it09067649830907143090481 580311 info.rp@cego.uniud.it0481 580311 Info.rp@cego.uniud.itMaria Grazia Siliquini, allora sottosegretarioall’Istruzione.Tutti i progetti proponevano, in ognicaso, l’aggancio alle Università ealle scuole create dall’<strong>Ordine</strong>.E, anche se i tentativi di riforma sonosempre finiti nel nulla, è chiaroche il <strong>futuro</strong> <strong>del</strong>la professione devepassare dalle aule universitarie: culturaed esprienza sul campo fannoil biglietto da visita <strong>del</strong>la sua credibilità.Solo poco più di un terzo<strong>dei</strong> professionisti è laureatoI dati degli iscritti in Lombardia sonoestremamente chiari: facendo unamedia <strong>dei</strong> tre Albi (professionisti,pubblicisti e praticanti) risulta laureatoil 47,7% degli iscritti. Anchese nel calcolare questa percentualebisogna tener conto che (escludendol’elenco speciale) sul totale di20.865 iscritti ai tre Albi ben 3.747(pari al 18%) non hanno dichiaratonulla. Le differenze a seconda<strong>del</strong>l’Albo di appartenenza, in ognicaso, sono forti. Sono poi più laureatii praticanti e le donne. Più indettaglio si può notare comunqueche quasi i 2/3 <strong>dei</strong> giornalisti professionistinon è laureato. Ma se solo il37,2% <strong>dei</strong> professionisti lombardi (il29,2% <strong>dei</strong> maschi e il 47,7% <strong>del</strong>ledonne) risulta essere laureato, c’èda rilevare che è invece lauerato il64% <strong>dei</strong> praticanti attuali. Segnoche chi fa il suo ingresso, oggi, allaprofessione può contare su unbackgroud culturale più solido <strong>dei</strong>suoi colleghi di un tempo. Se è vero,come è vero, che ben più <strong>del</strong>lametà, anzi orami quasi i 2/3 di chiva a fare l’esame di Stato a Romaha già una laurea in tasca.I pubblicisti stanno a metà strada: il42% <strong>dei</strong> 12782 iscritti all’albo lombardorisulta laureato.C’è dunque un pieno gap generazionaletra chi è professionistae chi vorrà entrare nel mondo <strong>del</strong><strong>giornalismo</strong>, trend che sicuramentecontribuirà ad un rafforzamento <strong>del</strong>lacategoria. Se infatti l’Universitàentra come attore principale nellaformazione di una categoria che èdirettamente coinvolta con il principiodemocratico <strong>del</strong>l’informazione,si avrà come risultato il rafforzamentogenerale <strong>del</strong>la professionalità edunque un miglioramento <strong>del</strong>l’informazione.Un’occasioneda non sottovalutareIn questo panorama ancora un po’nebuloso circa le reali possibilità diuna riforma a breve si è però inseritonel 2005 un progetto innovativocapace di portare finalmente in ItaliaTabloid 5 / 200827


Primo pianoScettico / StataleMarino Regini“Attenti ai numeri”Ci sono lucie ombre nelprogetto “Laurearel’esperienza”che vale lapena valutare.Noi non abbiamo aderito allaConvenzione, ma è evidente lapotenziale utilità <strong>del</strong> progetto,soprattutto in relazione al fattoche in Italia esistono pochissimipercorsi di alta formazionepermanente. Sarebbe peròpiù opportuno valutare benequesti tipi di percorsi, anche perevitare possibili atteggiamentistrumentali da parte di ateneidi manica larga nel riconoscerecrediti al solo fine di aumentareil numero di iscritti. Ciò detto,crediamo sia più utile darel’opportunità di fare stage sulcampo a chi, in ogni caso, hagià conseguito una laurea. Eda questo punto di vista siamoconvinti che il Master biennalein Giornalismo <strong>del</strong>l’UniversitàStatale abbia un valore aggiuntorappresentato proprio dai fattoche sono qui previsti moltimesi di stage obbligatori (7 inquesto biennio), oltre alle 2.000ore di formazione in aula e dipratica guidata nelle testateedite dal Master. I rapportistabiliti durante gli stage hannopermesso l’assunzione di 3su 30 iscritti già al termine <strong>del</strong>primo anno. Comunque, iostesso sono rimasto sorpreso<strong>del</strong> fatto che, almeno a Milanoe nei canali aperti da noi, quello<strong>del</strong>l’inserimento lavorativosembra essere un problemamolto limitato e circoscritto.Marino ReginiProrettore Università Stataleresponsabile Master Giornalismo• L’Università Statale di Milano, sede <strong>del</strong> Master in <strong>giornalismo</strong>.una tradizione anglosassone: ossiail continuing education. In questaprospettiva si colloca il progetto“Laureare l’esperienza”, che offrea giornalisti e pubblicisti già iscrittiall’albo la possibilità di migliorare lapropria professionalità attraversoun percorso universitario che tengaperò conto <strong>del</strong>le capacità dimostratenell’esercizio <strong>del</strong> <strong>giornalismo</strong>.Favorevole / InsubriaTradurre esperienze professionali increditi accademici è infatti possibile,ma non si tratta di una scorciatoia riservataalla categoria, tutt’altro. <strong>Il</strong> progettoconsente a giornalisti professionisti epubblicisti di affrontare un reale e fondatopercorso universitario ottimizzandola propria attuale posizione lavorativa,aggiornandosi e annettendoil valore aggiunto <strong>del</strong> lifelong learningEsperienze valide. Controlli rigorosiA garanzia <strong>del</strong>la Laurea conseguita quale importante tappa diformazione, il controllo <strong>dei</strong> curricola è serio e rigoroso. I creditivengono concessi in modo coerente cercando di interpretare lo spirito<strong>del</strong>l’iniziativa: per esempio, a un giornalista possiamo riconoscere icrediti relativi al corso di Teorie e tecniche <strong>del</strong> linguaggio giornalistico,ma non di altri corsi fondamentali che vanno comunque sostenuti.Infatti, ai candidati vengono riconosciuti un numero di crediti che noncorrisponde al massimo “a prescindere”, ma dipende naturalmente dalcurriculum <strong>del</strong> candidato. Alcuni candidati ottengono anche 50 o piùcrediti, altri un numero considerevolmente inferiore, ma quello che ècerto è che lo spirito <strong>del</strong>la convenzione, per come noi lo abbiamo inteso,non è quello di una “scorciatoia” verso la laurea, ma una possibilità diintegrazione <strong>del</strong>le esperienze.Questo a garanzia <strong>del</strong>la serietà <strong>del</strong>l’ateneo e <strong>del</strong> titolo conseguito.E mi fa piacere costatare che questa nostra linea incontra la pienaadesione <strong>dei</strong> giornalisti che hanno aderito al progetto.Antonio Orecchiaprofessore di Storia Contemporanea <strong>dei</strong> partiti e <strong>dei</strong> movimenti politiciresponsabile progetto laureare l’esperienza28 Tabloid 5 / 2008


Primo pianoContrario / CattolicaRuggero Eugeni“È solo marketing”• La sede <strong>del</strong>l’Università Cattolica di Milano dove c’è il Master in comunicazionealla propria professionalità.Sono dunque 9 su tutto il territorio italianogli atenei che hanno sottoscrittola convenzione con l’<strong>Ordine</strong> nazionale<strong>dei</strong> giornalisti per attivare il progetto“Laureare l’esperienza”, che offre aigiornalisti professionisti e pubblicisti lapossibilità di far valere il riconoscimentodi crediti formativi legati all’esperienzaprofessionale ai sensi <strong>del</strong>l’art.5 comma 7 <strong>del</strong> D.M. 270/2004.Istruzione universitaria, dunque, ancheper professionisti affermati che hannoora l’opportunità di vedersi riconosciuticrediti universitari in base alla congruenzacon gli obiettivi e con gli ordinamentididattici <strong>del</strong> Corso di Laureaper il quale il giornalista professionistao pubblicista, purché iscritto all’albo,chiede l’immatricolazione.Anni di lavoro giornalisticodiventano crediti universitariLa valutazione è affidata alla singolauniversità che esamina l’istruttoriasulla base <strong>del</strong>la normativa nazionalein materia e <strong>del</strong> proprio regolamentodi ateneo. L’attività legata al progetto“Laureare l’esperienza” è regolamentatainfatti da una apposita convenzionemultilaterale, sottoscrittanel 2005 fra l’<strong>Ordine</strong> nazionale <strong>dei</strong><strong>Giornalisti</strong> e le Università aderenti alprogetto stesso. Tale convenzionedisciplina il riconoscimento <strong>del</strong>leesperienze professionali, richiamandosiai principi generali stabilitidal Comitato di coordinamentointeristituzionale previsto dall’art. 3<strong>del</strong>la Convenzione.Ed è questo un punto fondamentaleche ci permette di eliminare malizie eprevenzioni a riguardo: non si tratta diuna sottile scorciatoia per conseguireuna laurea regalata o “un’abbreviazionegenerica <strong>del</strong> corso di laurea”:sono gli atenei che, esaminando larichiesta sulla base <strong>del</strong>la normativanazionale in materia e <strong>del</strong> proprio regolamentodidattico di ateneo, decidonoi crediti da attribuire e quindi(valutando la storia professionale) sifanno garanti di una scelta accuratae motivata a livello universitario senzaconcedere prerogative strumentalialla categoria.La conoscenza e le abilità professionalicertificate sono trasformateSono in tutto nove le Università italianeche permettono di “laureare l’esperienza”,in Lombardia l’Insubria di Como e VareseRitengo ci sianoalcuni atteggiamentistrumentali da partedi alcuni atenei. Lanostra Universitàha deciso di nonaderire al tipo di formazioneproposta dalla Convenzione <strong>del</strong>2005 con l’<strong>Ordine</strong> nazionale.Gli organi accademici hannoritenuto che essa rischiassedi configurarsi come unapura operazione di marketingaccademico. La relazione traformazione giornalistica eprofessione è confusa e pocoragionata, aggirare una riflessioneseria promuovendo crediti nongiova a nessuno. Le idee sullequali puntiamo le abbiamofocalizzate nel nostro Master inComunicazione: l’importanzadi una formazione di respirointernazionale che abbia comepunto di partenza il <strong>giornalismo</strong>d’inchiesta, forma madre <strong>del</strong><strong>giornalismo</strong> e l’unico, a mioavviso, in grado di creare la formamentale per andare “oltre” lanotizia. Questo Master si ponel’obiettivo di una qualificazioneprofessionale volta a promuovereun content provider di altaqualità: un giornalista che sappiaraggiungere gli angoli menovisibili <strong>del</strong> mondo e <strong>del</strong>la realtàe sappia raccontarli su differentipiattaforme mediali.Tra l’altro, mi ha fatto moltopiacere constatare poi che 3su 20 degli iscritti al secondoanno hanno potuto spostare ilpraticantato giornalistico dallatestata interna al Master adalcune redazioni nazionali “reali”.Ruggero EugeniOrdinario Semiotica <strong>dei</strong> Mediadirettore <strong>del</strong>l’Alta Scuola in MediaComunicazione e SpettacoloTabloid 5 / 200829


Primo pianoin CFU dalle competenti strutturedidattiche sulla base, come detto,<strong>del</strong>la loro conformità con gli obiettiviformativi e professionali e congli ordinamenti didattici <strong>del</strong> Corso dilaurea per il quale il giornalista chie<strong>del</strong>’immatricolazione: il numero massimodi CFU riconoscibili è 60 (ovveromeno di un terzo <strong>dei</strong> CFU necessariper conseguire una laurea triennale).I crediti vengono attribuiti in base allastoria professionale <strong>del</strong> giornalista(tipologia e durata <strong>del</strong>le mansioni coperte)a partire dall’iscrizione all’albonazionale. Sono ammesse pertantoal riconoscimento le conoscenzee le abilità professionali acquisitepresso giornali, periodici, agenziedi stampa, emittenti radiotelevisiveetc. successivamente all’iscrizioneall’albo. I giornalisti potranno inoltreottenere il riconoscimento di esamiuniversitari o CFU (Crediti FormativiUniversitari) precedentemente acquisiti,ai sensi <strong>del</strong>l’art. 5, comma5 <strong>del</strong> D.M. 270/2004, ma anche dialtre conoscenze e abilità maturatein attività formative di livello postsecondarioalla cui progettazione erealizzazione l’università abbia concorso,ai sensi <strong>del</strong>l’art. 5, comma 7<strong>del</strong> D.M. 270/2004. L’iniziativa, dal2005, anno <strong>del</strong>la sua fondazione,ha avuto un’adesione decrescente.Sebbene non tutte le università abbiamofornito dati, si desume che iltrend sia stato negativo. I casi <strong>del</strong>leUniversità di Ferrara e Udine sonoemblematici: presso l’Ateneo di Ferrara-sebbene nell’anno accademico2005/2006 abbiano aderito alla convenzionetutti i corsi di laurea triennali<strong>del</strong>la Facoltà di Lettere e Filosofia (poiabbandonati nell’a.a. successivo), e• RaffaellaBombi, docenteall’università diGorizia dove,attraversoInternet, èpossibile seguirei corsi a distanza.anche il corso triennale in Comunicazionepubblica, <strong>del</strong>la cultura e <strong>del</strong>learti- nel 2005/2006 gli iscritti sonostati circa 20, nel 2006/2007 uno enel 2007/2008 nessuno. Anche perl’Università di Udine, che aderisce alprogetto con i corsi di Relazione Pubbliche,si è rilevato un trend decrescente:nell’ a.a. 2005/2006 36 aderenti;2006/2007 solo 7; 2007/2008 10aderenti. Curioso, no? Sono in moltiad ipotizzare che si sia fatta una gran-Università a distanzaE-learnig, Gorizia docet. Teoria e pratica di un caso italianoE’ l’unico caso in cui si possono seguire lezioni a distanza. Tra le nove Università convenzionate sul progetto “Laurearel’esperienza”, è solo la sede di Gorizia a praticare l’e-learning. Che non è solo una opportunità di studio “mobile” (sistudia e si viene seguiti a casa e si danno gli esami in sede), non ancorata ai sistemi di insegnamento tradizionale,ma, seguendo le ormai consolidate tradizioni di e-learning USA e inglese, è un insegnamento che dà un reale valoreaggiunto: quello <strong>del</strong>l’utilizzo <strong>del</strong>l’information thecnology. E l’innovazione tecnologica non solo arricchisce e miglioral’apprendimento, ma, si sa, è ormai parte integrante <strong>del</strong> <strong>futuro</strong> <strong>del</strong> <strong>giornalismo</strong>. Un tipo di insegnamento, comunque,che presuppone un impegno dinamico organizzativo e temporale, sia da parte <strong>dei</strong> docenti sia da parte degli studenti.E questa non è solo teoria. Sebbene in Italia la diffusione <strong>del</strong>l’e-learning sia più lenta e difficoltosa rispetto ai trendamericani, <strong>del</strong> Regno Unito e <strong>dei</strong> Paesi <strong>del</strong> Nord Europa -dove la crescita è stimata a valori di 2 cifre decimali e per ilsolo mercato USA sono state fatte previsioni di 212Mld$ per il 2011-, anche da noi ci sono efficaci esempi pratici die-learning universitario. Gorizia ne è una chiara dimostrazione.Nell’anno accademico 2002/2003 su spinta <strong>del</strong>l’allora Magnifico Rettore <strong>del</strong>l’Ateneo di Udine Furio Honsell ecoordinato dalla professoressa Raffaella Bombi, nasce presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere <strong>del</strong>l’AteneoFriulano, e in particolare nella sede coordinata di Gorizia, il corso online di Relazioni Pubbliche (RPOL) che utilizza apiene mani le potenzialità offerte dall’IT. “<strong>Il</strong> corso in modalità online è caratterizzato dalla connessione in rete per lafruizione <strong>dei</strong> materiali didattici e dall’utilizzo di tutte le attività formative basate sull’interattività docente/studente; aglistudenti vengono offerti materiali didattici online, servizi di supporto simultanei e non, forme diversificate di assistenza,consulenza, tutorato - spiega la professoressa Raffaella Bombi: - ogni studente ha password e ID personali perl’accesso ai materiali didattici e all’ambiente virtuale. La valutazione, attraverso le prove d’esame, è svolta presso lasede <strong>del</strong>l’università stessa da parte <strong>dei</strong> professori ufficiali <strong>dei</strong> corsi. <strong>Il</strong> mo<strong>del</strong>lo che abbiamo adottato è blended conalcuni momenti di didattica in presenza per favorire il formarsi di una comunità universitaria reale oltre a quella virtualeche si crea nella Community di RPOL. <strong>Il</strong> corso a numero programmato ha sempre raggiunto il numero massimodisponibile di immatricolazioni e diversi studenti si sono laureati seguendo il corso online. Al progetto hanno aderitoanche numerosi giornalisti”. E-learning, dunque, non più visto come apprendimento di serie B, ma come ottimizzazionedi tempo e mezzi e, in quest’ottica, è interessante costatare che “l’Università di Udine ha dato una risposta intelligente emirata alla diffusa domanda di crescita culturale che ben si inserisce nei processi oggi cruciali <strong>del</strong> lifelong learning”.Per info: www.uniud.it/rpol30Tabloid 65 / 2007 2008


Primo pianoQuanto costaUn anno di studi2mila e in mediade pubblicità iniziale (non sempre positivaper altro) andata poi scemandonel tempo; questo fatto, assiemealla titubanza e alla poca chiarezzain materia, unita ad una malizia e aduna prevenzione iniziale, hanno fattoil resto. Altri, più realisticamente,suggeriscono che un “deterrente”alla formalizzazione <strong>del</strong>le immatricolazionidi giornalisti o altri aderential progetto “Laureare l’esperienza”negli anni recenti sia dovuta all’entratain vigore, dall’a.a. 2006/2007, <strong>del</strong>decreto legge 262/2006, convertitoin legge n. 286/2006, che stabilisce illimite massimo di crediti riconoscibilinella misura di 60. Prima <strong>del</strong>l’entratain vigore di tale legge, non vi eranessun limite nel numero di creditiriconoscibili. Si accorciavano in talmodo i tempi di conseguimento<strong>del</strong> titolo finale da parte degli interessatiche spesso approfittavano<strong>del</strong>la possibilità anche soltanto perrealizzare un sogno o terminare unpercorso iniziato molti anni prima<strong>Il</strong> limite massimo di crediti universitaristabilito dalla legge è stato fissatoin 60, equivalente a un terzo degli esamiTabloid 5 / 2008e mai concluso. <strong>Il</strong> progetto avevainfatti ricevuto parecchie critiche evenne corretto configurandosi cosìper come lo conosciamo oggi, ossiaun reale percorso universitario chericonosce al massimo 60 CFU, che,come già detto, rappresenta soloun terzo degli esami <strong>del</strong> percorsouniversitario.Laureare l’esperienza vede ancheuna piena mobilità: la Lombardia(che vede coinvolta unicamentel’Università <strong>del</strong>l’Insubria) detiene ilrecord di studenti fuori sede: gli ateneidi Ferrara, Roma e Udine hannoinfatti una buona partecipazione distudenti–giornalisti lombardi aderential progetto, la mobilità non rappresentadunque un deterrente quandosi capisce che iscriversi all’Università,sebbene avvantaggiati di una esperienzaprofessionale consistente comequella <strong>del</strong> giornalista, è e rimanenon un punto di arrivo, ma un puntodi partenza per migliorare la propriaprofessionalità.Esaminiamo ora i costi relativiall’immatricolazione al primoanno di alcune Università:• Insubria: l’importo <strong>del</strong>laprima rata è pari a 630,00€€se non si ha diritto ad alcuntipo di esonero; la secondarata è determinata slla base<strong>dei</strong> dati acquisiti mediante ladichiarazione <strong>del</strong>la condizioneeconomica e può variare da0 a 2.272 €: dipende dunquedalla fascia di reddito diappartenenza.Per info: uninsubria.it• Ferrara: (vedi tabella pagina28) la prima rata di 606,19 €è uguale per tutti gli studentiiscritti ai vari corsi di laurea,laurea specialistica/magistralee corsi ante-riforma; per laseconda rata è prevista unacontribzione differenziataa seconda <strong>del</strong>le condizionieconomiche e familiari deglistudenti, che va da 0 a 1.142€ (fino a 509 per le facoltàUmanistiche di cui fanno partei cosi aderenti al progettoLaureare l’esperienza.Per info: unife.it• Udine: la prima rata è pari a592 €, mentre la seconda rataa saldo di tasa e contributouniversitario è fino ad unmassmo di 825. Anche inquesto caso l’importo <strong>del</strong>laseconda rata può essere ridottorispetto al massimo in base allostatus di studente lavoratore,alla condizione economica <strong>del</strong>nucleo familiare e ai requisiti dimerito scolastico <strong>del</strong>lo studente.Per info: uniud.itA tutto ciò va aggiunta la spesaper i testi e manuali e i costirelativi agli spostamenti, oltrealle varie deduzioni in basealle fasce di reddito indicate.31


La vocePrimo <strong>dei</strong> lettori pianoFalsi giornalisti, controlli veri<strong>Il</strong> caso (sconcertante e dai contorni ancora non chiari) di un bosniacoclandestino che frequentava redazioni e si spacciava per cronistaQuando si scopre un finto mediconon si accusa la direzione sanitaria?Caro Presidente, permettimi una segnalazione,precisando sin dall’inizio che la faccio senzapretendere di insegnare niente a nessuno, ma persfogo personale. Questa nostra professione subisceattacchi da tutte le parti, viene stigmatizzata spessola categoria nel suo insieme, la situazione nelleaziende è penosa, la qualità <strong>del</strong> lavoro in picchiata.Ne parliamo, tra noi giornalisti, tutti i giorni. Mapoi? Ci siamo mai chiesti qual è il livello di impegnodeontologico che ancora mettiamo nel nostroquotidiano?<strong>Il</strong> caso, a mio modesto parere è emblematico, e mipermetto di sottoportelo. Tutti i media, infatti, hannoriportato la vicenda <strong>del</strong> bosniaco arrestato per stuproe sospettato di averne commessi altri. I principaliquotidiani lo hanno definito un ‘’finto giornalista’’.Sbagliato. Anzi no, magari ci sta, diciamo che è ladefinizione più comoda.Perché Fadil S. non è un finto giornalista. A voleressere precisi era una persona che esercitava laprofessione in modo abusivo. Le testimonianze <strong>dei</strong>colleghi direttamente in Questura, quando abbiamoappreso la notizia, e quanto riferito dagli agenti <strong>del</strong>commissariato che ha indagato, sono inequivocabili.Fadil frequentava da anni alcune redazioni diquotidiani e di alcune tv e offriva le sua collaborazioni,che puntualmente venivano accettate. I pezzi firmati.Ma dove siamo?Ai colleghi che hanno scritto <strong>del</strong>la vicenda definendol’uomo ‘’un finto giornalista’’, vorrei ricordare chefinto giornalista può al massimo essere il cittadinoche per strada o al bar si spaccia per tale. Nonchi entra nelle redazioni e firma pezzi. A uno che sispacciasse al bar per falso poliziotto non sarebbepermesso automaticamente di entrare in Questura.Non contesto il titolo, ma l’aver sorvolato, nei pezzi,sull’aspetto <strong>del</strong>la vicenda che riguarda il suo rapportopoco chiaro con i media.Quando viene scoperto un finto medico che da anniesercita, facciamo una breve o un pezzo di rilievo?E non mettiamo sotto accusa la direzione sanitariache magari non si era accorta di nulla? In questocaso nemmeno una riga sul rapporto tra Fadil aliasFrederick alias Fabio alias Fabrizio e le redazioni diriferimento.Ai colleghi che hanno scritto <strong>del</strong> falso giornalistachiedo se hanno speso qualche ora per provaread accertare se quest’uomo era pagato per le suecollaborazioni, se era registrato dall’amministrazione<strong>del</strong>le testate con cui ha ‘’occasionalmentecollaborato’’, se era stata aperta per lui una posizioneInpgi, se almeno qualche capo sapeva il suo veronome. Come diavolo si fa a far collaborare uno che sipresenta con un soprannome?Quest’uomo invece era perfino clandestino, oltreche con una sfilza di precedenti così. Con la smaniadi millanteria che aveva non oso immaginare qualemanica di frottole abbia piazzato sui giornali, chesono poi finite in pasto ai lettori.Io non so se sarà condannato per stupro. Difficilecomunque che il magistrato titolare <strong>del</strong>l’inchiesta, ilpm Isidoro Palma, voglia approfondire il suo legamecon la stampa, che probabilmente verrà ritenuto <strong>del</strong>tutto marginale ai fini <strong>del</strong>l’accertamento <strong>del</strong> reatoipotizzato. Credo, invece, che a farlo debba esserel’<strong>Ordine</strong> <strong>del</strong>la Lombardia.Non solo per una questione di legge, ma ancheperché non possiamo spendere paroloni sulladeontologia e sul ‘’ruolo <strong>dei</strong> media’ se poi unpregiudicato irregolare può scrivere su un giornalenazionale senza far indignare nessuno (anzi,suscitando qualche sorriso). Ai colleghi quindi, unabella pacca sulla spalla. Alla fine va bene così, o no?Fabrizio CassinelliAppena ricevuta la segnalazione da Rosi Brandi,presidente <strong>del</strong>l’unione cronisti, di questo fatto dicronaca e dopo aver parlato con te mi sono messain contatto con la Questura per avere informazionicirca i giornali e le televisioni dove Fadil S. dice diaver collaborato. Questura e pm stanno indagandosui reati di cui è accusato , (sequestro di personaa scopo sessuale) indagini che al momento nonriguardano però la sua attività giornalistica . Neiprossimi giorni chiamerò i colleghi <strong>del</strong>la cronaca<strong>del</strong> Giornale, Telenova e Cronaca Qui (questi i nomicitati da Fadil S per dare credibilità al suo ruolodi giornalista ) per avere chiarimenti e maggioriinformazioni. Successivamente mi metterò incontatto con i Direttori di queste testate per capirese la collaborazione di Fadil S. sia millantata oreale. Certo si pone un problema di controllo suchi accede e lavora nelle redazioni. Seguirò, con ilConsiglio, la vicenda. (LG)32 Tabloid 5 / 2008


La voce<strong>dei</strong> lettoridopo il restyling <strong>del</strong> nostro portale ecco i numeri <strong>del</strong> mese di luglioCliccando www.odg.mi.itNel mese di luglio (solitamente un periodo di bassafrequenza) e dopo il restyling messo in rete lo scorso17 giugno, sono stati 7.724 i visitatori <strong>del</strong> portale<strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti <strong>del</strong>la Lombardia, con11.284 visite e un (significativo) tempo medio di2 minuti e mezzo (vedi tabelle) con 54.827 paginevisualizzate. Questo il report che abbiamo rilevatoe che segnaliamoo ai nostri lettori-iscritti.Tra le pagine più visitate (in media 4,86 a ognivisita) le news, l’Albo, i documenti. La gran parte<strong>dei</strong> nostri visitatori entra sul portale <strong>del</strong>l’<strong>Ordine</strong><strong>del</strong>la Lombardia attraverso i motori di ricerca, maun buon 22,94% risulta da traffico diretto.Una nota di curiosità: su www.odg.mi.it non sonomancate le visite anche dall’estero: 85 dallaSvizzera, 63 dalla Francia, 46 dall’Inghilterra ealtrettante dagli Stati Uniti.visite e pagine02,34 minuti tempo medio sul sitoFONTI Di TRAFFICOVisitatori 7.724piu’ utenti di martedi’ e mercoledi’Tabloid 5 / 200833


La voce<strong>del</strong>le redazionii risultati di una ricerca di laradiodeglistudenti.itBullismo e tagli tra i profLa scuola sui quotidianiLo studio effettuato per conto <strong>del</strong>l’Ufficio scolasticoprovinciale di Milano sulle pagine nazionali e locali di alcuniquotidiani: <strong>Il</strong> Corriere <strong>del</strong>la Sera, la Repubblica, <strong>Il</strong> Giorno,CronacaQui, Libero, <strong>Il</strong> Giornale, Metro ed EPolis.Ora l’attenzione è puntata sul prossimoaggiornamento <strong>del</strong>la ricerca.Ma i risultati di quella svolta sonogià significativi. E dicono che, quandosi parla e si scrive di scuola, iquotidiani sono più attenti ai problemilegislativi, sindacali, burocraticie amministrativi <strong>dei</strong> professori e <strong>del</strong>ministero (o <strong>del</strong> ministro/a) <strong>del</strong>laPubblica Istruzione di turno piuttostoche ai problemi degli studenti.<strong>Il</strong> lavoro che viene presentato (e chevolentieri riportiamo su New Tabloid)è frutto di uno studio svolto da giugnoa dicembre 2007 da un gruppodi studenti redattori di laradiodeglistudenti.itche ha monitorato alcunetestate giornalistiche dffuse aMilano e Provincia, <strong>Il</strong> Corriere <strong>del</strong>laSera, la Repubblica, <strong>Il</strong> Giorno, CronacaQui, Libero, <strong>Il</strong> Giornale, Metro,Epolis, raccogliendo tutti gli articolirelativi al mondo scolastico, sia nazionalesia locale.Sono stati raccolti sia gli articoli dicronaca nera, sia quelli di cronacabianca, sugli studenti, sugli insegnantie in genere su tutto il materialesulla scuola, anche sulle questioniriguardanti contratti, scioperi, ecc.A mano a mano che venivano raccoltele segnalazioni veniva aggior-I temi più trattati sono legati a questionilegislative e al ministero <strong>del</strong>la PubblicaIstruzione, meno ai problemi degli studentinata una banca dati che alla fine hapermesso di valutare, anche da unpunto di vista numerico, gli articoliapparsi sui giornali citati, suddivisiper categorie (bullismo, teppismo,atti da codice penale, attività nellascuola, questioni amministrative eburocratiche, rapporto tra la scuolae il territorio, rapporto tra la scuolae il terzo settore, articoli sui giovanicronaca nera, articoli sui giovanicronaca bianca).Insieme ai tecnici <strong>del</strong>l’Ufficio ScolasticoProvinciale di Milano è statapoi effettuata un’analisi qualitativasui dati raccolti, in quanto ai fini<strong>del</strong>la ricerca non era importantela frequenza degli articoli o il loronumero totale e/o parziale, quantovalutare i contenuti, l’attenzione <strong>dei</strong>media sulla scuola, l’impatto versoi lettori.Gli interessi principali <strong>dei</strong> quotidianianalizzati verso il mondo <strong>dei</strong> giovanisono stati: incidenti stradali, scippi,rapine, spaccio o consumo di droghee abuso di alcol. In realtà, i giornalinon si interessano granché <strong>del</strong>l’universogiovanile, riportano i fatti dicronaca e molto raramente le analisisul perché si sono verificati certi fatti.<strong>Il</strong> rapporto è di circa 10 notizie controun’analisi. Se si parla di scuola eistruzione, fatto 100 il numero totaledegli articoli usciti, lo si fa soprattuttoper raccontare di disordini odisservizi (18%), di problematichedi tipo sindacale, di stipendi deglioperatori scolastici o di questioniamministrative e burocratiche (22%),di questioni legislative o comunquelegate al ministero <strong>del</strong>la PubblicaIstruzione (34%), di episodi di bullismoo di discriminazione (12%),quasi mai per dare notizia di iniziativespecifiche, esperienze e contenutitrasmessi dall’istituzione scolastica(5%). Mentre altri argomenti, comei giovani in relazione a sport, tempolibero, ambiente, politica, religione,ecc. sono quasi <strong>del</strong> tutto assenti.Sulle parte locale, rispetto a quellanazionale, è emersa una maggiorepropensione a parlare di tematichegiovanili nell’ambito <strong>del</strong>la cronacabianca, anche se per lo più in relazionea situazioni che riguardanoscuola, università e istruzione, quandola principale fonte d’informazione34 Tabloid 5 / 2008


sono la scuola e l’ente locale.I giovani e l’ambiente, i giovani e lasolidarietà, i giovani e il volontariato,a differenza di quanto accadevaalcuni anni fa, risultano assenti dallecolonne <strong>dei</strong> giornali, mentre a farlada padrone sono i fatti di cronacanera, gli unici comunque che portanoi ragazzi alla ribalta <strong>del</strong>le primepagine.<strong>Il</strong> più <strong>del</strong>le volte a parlare <strong>dei</strong> giovanisono istituzioni che solo marginalmentehanno un rapporto con loro:forze <strong>del</strong>l’ordine e aziende sanitarie,mentre dall’elenco <strong>del</strong>le fontisono assenti il mondo <strong>del</strong> lavoro,quello <strong>del</strong> volontariato, i partiti e lachiesa.In sostanza manca un rapporto stabiletra i giovani e i mass media ela struttura <strong>del</strong>le fonti è fortementesbilanciata sul fronte istituzionale.Occorrono seri sforzi da parte deglioperatori <strong>dei</strong> giornali e <strong>dei</strong> ragazziper creare relazioni più strette ecostanti ed è auspicabile la nascitadi fonti informative autogestite daparte <strong>dei</strong> giovani.Un capitolo a parte riguarda la questione<strong>del</strong>la violenza giovanile, quasisempre etichettata dai quotidianiesaminati come bullismo, senza distingueretra bravate tra coetanei eazioni da codice penale.Laradiodeglistudenti.itNei casi apparsi sui giornali, esaminaticon l’aiuto degli esperti didiritto <strong>del</strong>l’USP di Milano, soltantonel 17% degli articoli veniva citataa proposito la parola bullismo. Nelrestante 83% <strong>del</strong>le situazioni si èvisto come già nel titolo veniva citataZaino e microfono, pionieri tra i banchiLaradiodeglistudenti.it è, come indica il nome stesso e come vienespiegato nell’homepage, “un mondo riservato agli adolescenti, costruito daloro e per loro, dove trovano quanto a loro serve e interessa, da consultaresubito e in fretta. E’ multimediale, è un laboratorio creativo, una fucinadi idee, una innovativa opportunità commerciale e di comunicazioneper le imprese”. Nata nel 2004, si può fregiare <strong>del</strong> vanto di essere unaradio online completamente dedicata agli studenti, dalle scuole superioriall’università. E’ diretta da un pubblicista, Alberto Palazzo, ha 55mila iscrittialla newsletter e collabora con 200 scuole di tutta la Lombardia. Ciò cherende unica e speciale questa radio è che è completamente fatta daglistudenti stessi, quasi tutti men che ventenni. Per ulteriori informazioni sipuò scrivere a info@laradiodeglistudenti.it. C’è posto, e un ruolo, per tutti!Tabloid 5 / 200835


La voce<strong>del</strong>le redazionila parola bullismo proprio per attirarel’attenzione <strong>del</strong> lettore e, anche senell’articolo venivano indicati correttamentei fatti, nel lettore si insinuavaimmediatamente la sensazionedi trovarsi di fronte ad un atto dibullismo, anche nei casi di violenzasessuale, percosse, furto, ecc.Questo fatto lo si ritrova in un’indagineeffettuata tra gli adulti iscritti alsito www.laradiodeglistudenti.it nelmese di febbraio 2008. Alla domanda“Come immaginate la vita scolasticadi uno studente”, 4 genitorisu 10 hanno dichiarato di temereche i propri figli potessero esserevittime di violenze e soprusi da parte<strong>dei</strong> loro coetanei, percentuale chesale al 60% quando l’adulto non ègenitore.<strong>Il</strong> rapporto con i pari è visto dagliadulti in modo estremamente negativo.Chi non è genitore, e quindinon conosce direttamente le abitudini<strong>dei</strong> ragazzi, pensa che gli adolescentisiano “cattivi” e asociali,siano sfaccendati, “bamboccioni”,drogati e mezzi <strong>del</strong>inquenti in percentualimolto alte.Sui quotidiani analizzati si parla pochissimo<strong>del</strong>le iniziative all’interno<strong>del</strong>le scuole, si cita in modo assolutamentemarginale (3 articoli) <strong>dei</strong>rapporti con il terzo settore, <strong>del</strong>leNelle scuole si scrive, si suona, si fateatro, si produce e si lavora tantissimo.Ma tutto questo non finisce sui giornaliazioni di associazionismo e volontariatofatto dai ragazzi <strong>del</strong>le scuole,spesso in forma autonoma.In ogni scuola si sperimentano formedi aggregazione alternative alla normaleprogrammazione scolastica.Nelle scuole di scrive, si suona, si fateatro, si produce, si lavora tantissimo,ma tutto ciò non viene percepitodalle persone che, almeno per ciòche riguarda il campione di adultiintervistato, ha dichiarato di nonsapere nulla (88%) e addirittura si èmostrato incredulo rispetto a ciò checosI’ i quotidianiparlano di scuolaArgomenti %Questioni legislative 34Questioni sindacalie amministrative 22Disordini e disservizi 18Bullismo 12Fonte: laradiodeglistudenti.itrealmente fanno i ragazzi.In conclusione dall’analisi <strong>dei</strong> giornaliappare evidente che le notizie negative“fanno notizia” mentre quellepositive non ci sono o compaiono inmodo estremamente marginale.Questo modo di pensare e di agireporta la conseguenza che la scuolaviene vista all’esterno in modo errato,crea ansie spesso eccessiveai genitori e soprattutto aumenta ladiffidenza degli alunni verso determinatiistituti e verso l’istituto scuolain genere.A nostro modo di vedere è importanteriflettere sul difficile rapportotra media e giovani, sul <strong>giornalismo</strong>scolastico e sugli spazi di comunicazionedisponibili per i ragazzi, ispirandosiall’art. 13 <strong>del</strong>la Convenzione<strong>dei</strong> Diritti <strong>del</strong>l’Infanzia e <strong>del</strong>l’Adolescenza(“diritto di ricercare, riceveree diffondere informazioni e idee diogni genere sia verbalmente che periscritto o a mezzo stampa o in formaartistica…”).36 Tabloid 5 / 2008


La voce<strong>del</strong>le redazioniil 30 settembre la nuova convenzioneGiornali di zonaallo specchioA Milano la “Consulta <strong>del</strong>le periferie” chiama a raccolta letestate di quartiere per valorizzare la vita associativadi Walter Cherubini*L’inchiesta su New Tabloidn.3/2008 “Milano e i giornali diquartiere”, condotta da PieroPantucci ha messo sotto i riflettoriun argomento a noi molto caro:il dialogo tra i tanti organismi cheintendono valorizzare le periferiedi Milano alla vigilia di un importanteappuntamento previsto perfine settembre.Proprio l’inchiesta mostra una sortadi vocazione zonale di tali pubblicazioni,evidenziata anche dainomi <strong>del</strong>le testate, rispondenti siaalla precedente articolazione <strong>del</strong>Decentramento (quando i Consiglidi Zona erano 20), che all’attuale(i Consigli di Zona sono 9). Ma,ricordiamole queste pubblicazioni:ABC (Zona 9), Dai nostri Quartieri(Zona 3), <strong>Il</strong> diciotto (Zona 7), <strong>Il</strong> Mirino(Zona 4-8), <strong>Il</strong> Rile (Zona 7), LaConca (Zona 5), La Voce di Zona3 (Zona 3), La Zona Milano (Zone3-4-6-7-8), Martesanadue (Zona2), Milano 19 (Zona 8), Milanosette(Zona 9), Milanosud (Zona 5), Quattro(Zona 4), Zona Nove (Zona 9).Peraltro, l’inchiesta ha evidenziato“una prima osservazione obbligata”:la completa assenza di Giornalinella Zona 1 (il centro cittadino diMilano). Ciò, forse, perché i Giornalidi Zona “nascono perlopiù daassociazioni territoriali, cooperative,gruppi di volontariato che cercanodi colmare il vuoto informativoche i grandi media non possonocolmare, che cercano di avvicinarele periferie al centro”.La scorsa primavera poi ci sonostate alcune interessanti iniziativeche hanno posto l’attenzione suiGiornali di Zona a Milano.In primo luogo due Convegni: “IGiornali di Zona. Quale ruolo equale <strong>futuro</strong>?”, promosso lo scorso18 aprile da Milanosud (Giornaledi Zona 5) in occasione <strong>del</strong> suodecennale di pubblicazione; “LePeriferie ed il ruolo <strong>dei</strong> Giornali diZona”, promosso a Palazzo Marinolo scorso 17 maggio dalla ConsultaPeriferie Milano (CPM) col patrociniodalla Presidenza <strong>del</strong> Consigliocomunale di Milano.Ma esiste una informazione per lePeriferie? Troppo spesso si ha lasensazione che le Periferie sianooggetto di notizia solo quandoscoppia qualche emergenza, socialeo ambientale che sia.Invece rimane sostanzialmenteinesplorata tutta quella ricca realtàassociativa che è ben presentenelle periferie <strong>del</strong>la città di Milanoe che costituisce un baluardo neiconfronti <strong>del</strong>la frammentazionesociale e <strong>del</strong>la desertificazioneurbana.Quindi, “Le Periferie e l’Informazione”sarà il tema <strong>del</strong>la 2ª Convenzione<strong>del</strong>le Periferie, promossadalla CPM col patrocinio <strong>del</strong>laPresidenza <strong>del</strong> Consiglio comunaledi Milano (info www.periferiemilano.it),che metterà a confronto glioperatori <strong>del</strong>la comunicazione conchi nelle Periferie opera.* Portavoce Consulta PeriferieLa schedaNati per dialogareda Baggio a Qt8La ConsultaPeriferie Milano(CPM) nascenel settembre2005 a seguitodi un impegnopluriennale compiuto da varieassociazioni: tra i promotorici sono circoli storici comeil Perini di Quarto Oggiaro,Associazioni culturali comeil Don Bignetti di Baggio,Associazioni commercianticome l’Asco San Siro eComitati di Quartiere come ilValsesia.La CPM (nella foto il portavoceWalter Cherubini) vuole essereuno strumento per dare stabileattenzione alle esigenze <strong>del</strong>lePeriferie, nelle quali dimorala maggioranza <strong>dei</strong> milanesi.Infatti, le Periferie non possonoessere oggetto di attenzionesolo se scoppia un’emergenza.Invece, devono diventare una“priorità cittadina”.Per questo è importante che lePeriferie comincino a ritrovarsie ad esprimersi “coralmente”,superando la condizione dicostante frammentazione incui si trovano. In tal senso, laCPM ha avviato un “percorso”,promuovendo un’articolataserie di iniziative ed incontri(con le Associazioni culturali,i Giornali di Zona, i Presidenti<strong>dei</strong> Consigli di Zona “periferici”ed altre Istituzioni).Una prima sintesi di tale“percorso” è stata la 1ªConvenzione <strong>del</strong>le Periferie,tenutasi lo scorso 17 settembre2007 al Centro convegniRosetum, mentre la 2ªConvenzione <strong>del</strong>le Periferie sisvolgerà il 30 settembre 2008(info: www.periferiemilano.it).Tabloid 5 / 200837


L’osservatoriosull’esteroi risultati <strong>del</strong> Project for Excellence in JournalismUsa, troppi tagliuccidono i giornaliA causa <strong>del</strong>la riduzione <strong>del</strong> personale giornalistico, iquotidiani americani stanno diventando sempre più letturadi nicchia, restringendo bacino di lettori e ambizioni.a cura di Pino Rea per Lsdi*I recenti, brutali tagli nelle redazioniUsa stanno cominciando ad avereeffetto sulla qualità <strong>dei</strong> quotidiani.Lo rileva una Ricerca <strong>del</strong> Project forExcellence in Journalism, intitolata“The Changing Newsroom: Whatis Being Gained and What is BeingLost in America’s Daily Newspapers”,secondo cui “i giornali Usa stanno restringendoil bacino di lettori e le loroambizioni, cominciando a diventare<strong>del</strong>le letture di nicchia”.Estero e interni ridotti all’ossoSi salvano le notzie localiInteressante poi notare che, comerisulta dalla ricerca, gli articoli sonopiù brevi e l’attenzione tende a concentrarsisu vicende locali – osservalo studio, precisando che i giornaliseguono meno le notizie dall’estero,quelle nazionali e quelle di scienzaed arte, e molti hanno ridotto persinole sezioni dedicate alle parolecrociate ed eliminato i programmi<strong>del</strong>la tv e i titoli di borsa.Ai cronisti viene chiesto di seguirepiù di un fatto contenporaneamentementre i direttori cercano di combatterecontro la carenza di organiciredazionali.La crisi e la perdita di copieè maggiore nei grandi giornaliLo studio – rileva Mark Fitzgeraldsu Editor&Publisher – conferma fral’altro che per molti versi l’industria<strong>dei</strong> quotidiani è composta di duesettori che stanno diventando semprepiù diversi fra loro: i giornali <strong>del</strong>legrandi città, che stanno subendo icolpi più duramente e i quotidianipiù piccoli che sono in sofferenzama che nonostante tutto riesconoa resistere.La prova è nel fatto che l’85% <strong>dei</strong>rappresentanti <strong>dei</strong> giornali che dichiaranopiù di 100.000 copie didiffusione hanno compiuto taglinegli ultimi tre anni, mentre quellipiù piccoli lo hanno fatto solo nel52% <strong>dei</strong> casi.Correttori di bozze e fotografii primi a essere licenziatiI settori redazionali più colpiti daitagli sono i redattori incaricati dicontrollare eventuali errori e inaccuratezzeprima <strong>del</strong>la pubblicazione.Quattro giornali su 10 (il 42%)li hanno ridotti negli ultimi tre anni,mentre solo il 12% li hanno aumentati.Nei grandi giornali la situazio-Solo il 5% <strong>dei</strong> direttori interpellati dallaricerca è in grado d’immaginare comesaranno le loro redazioni fra 5 annine peggiora, con il 67% che hannosubito tagli in quel settore, contro il2% che l’hanno potenziato.“Un altro settore molto colpito daitagli – precisa il Rapporto – è quellofotografico. <strong>Il</strong> 31% <strong>dei</strong> giornal hannotagliato sui fotografi e solo il 12%li hanno aumentati. Nei giornali piùgrandi il trend è più pronunciato conla maggioranza <strong>del</strong>le testate (il 52%)che hanno operato tagli nel settorefotografico e solo il 6% che l’ hannopotenziato”.Ma un direttore su due pensadi fare un prodotto miglioreMa nonostante tutto questo – raccontaKatherine Thompson su Editor’sWeblog – il 56% <strong>dei</strong> direttorisono convinti che il loro prodotto attualesia migliore di quello di tre annifa, perché la copertura <strong>del</strong>le notiziee <strong>dei</strong> servizi è più mirata. Solo il 5%<strong>dei</strong> direttori interpellati hanno poidetto di essere in grado di immaginareche cosa saranno diventate leredazioni fra cinque anni.Lo studio <strong>del</strong> Project for Excellencein Journalism è stato realizzato interpellando250 dirigenti editoriali dioltre 250 quotidiani e i direttori <strong>dei</strong>giornali di 15 città Usa. <strong>Il</strong> campioneinclude il 50% <strong>dei</strong> giornali Usacon una diffusione di 100.000 o piùcopie quotidiane e il 30% di quelliche hanno una diffusione fra le 50e le 100.000 copie.*Libertà di stampadiritto all’informazione38 Tabloid 65 / 2007 2008


L’osservatoriosull’estero<strong>Il</strong> caso Le FigaroBuona la primamo<strong>del</strong>lo onlinel quotidiano francese “LeFigaro” ha cambiato la suaprima pagina per mo<strong>del</strong>larlacome l’immagine <strong>del</strong> suo sitointernet, che si è piazzato alprimo posto nella classifica<strong>dei</strong> siti di informazione inFrancia con i suoi 3,173 milionidi visitatori unici in giugno,secondo la classifica diNielsen/NetRatings.“Questi risultati – spiega ladirezione <strong>del</strong> quotidiano in uncomunicato diffuso alle agenzie– confortano la strategia disviluppo <strong>del</strong> Gruppo Figaro,che dal 2005 ha intrapresouna strategia di sviluppo <strong>del</strong>lesue attività digitali attraversola realizzazione di un portaledi informazione generalista”,riporta l’AFP.In un editoriale, EtienneMougeotte, direttore <strong>del</strong>leredazioni <strong>del</strong> gruppo, spiegache se “il giornale vuolerestare fe<strong>del</strong>e al suo passatoe ai suoi valori, deve sposareil suo tempo ed entrare apieno titolo nell’era digitale.<strong>Il</strong> web - conclude Mougeotte- non è il concorrente di ungrande quotidiano, ma è il suocomplemento indispensabile”.siti web <strong>dei</strong> quotidiani usaTestata Visitatori VariazioneNYTimes.com 17.650 41%USATODAY.com 9.626 12%Washingtonpost.com 9.062 11%Wall Street Journal Online 6.441 52%L.A. Times 6.190 21%Boston.com 5.226 23%Chicago Tribune 4.920 58%New York Post 4.617 51%Daily News Online Edition 3,803 109%SFGate.com/San Francisco Chronicle 3,621 (-8%)Newsday 3,031 73%Atlanta Journal-Constitution 2,733 (-4%)Chicago Sun-Times 2,669 34%International Herald Tribune 2,454 54%The Politico 2,437 43%Village Voice Media 2,217 70%DallasNews.com -The Dallas Morning News 2,213 26%The Houston Chronicle 2,158 (-44%)Seattle Post-Intelligencer 1,925 4%The Seattle Times 1,924 42%Star Tribune 1,844 55%MercuryNews.com 1,669 48%Azcentral.com 1,621 (-8%)tampabay.com 1,579 16%MLive.com 0,578 80%The San Diego Union-Tribune 1,554 51%NJ.com 1,539 0%Ottaway Newspapers 1,485 (-30%)Milwaukee Journal Sentinel 1.450 33%KansasCity.com 1,447 33%* Fonte: Nielsen online. Dati in migliaia (‘000)• Ecco la lista <strong>dei</strong> 30 maggiori siti web <strong>dei</strong> quotidiani americani propostadalla Nielsen. Le percentuali riguardano i dati di giugno 2008 comparati conquelli <strong>del</strong> giugno 2007.Più <strong>del</strong>l’ 80% <strong>dei</strong> giornali online inseriti nella classifica per quantità di lettorihanno registrato a giugno un aumento rispetto allo stesso periodo <strong>del</strong>l’ annoscorso. Lo ha accertato uno studio di Nielsen Online, come riporta Editor’sWeblog. Ci sono <strong>del</strong>le eccezioni, come nel caso <strong>del</strong>l’ Houston Chronicle –che ha perso il 44% in giugno – e <strong>del</strong>l’Ottaway Newspapers - meno 30%-, ma la maggioranza ha visto degli incrementi significativi. <strong>Il</strong> newyorkeseDaily News Online ha fatto un balzo <strong>del</strong> 109%, raggiungendo in giugno i3.8 milioni di visitatori unici, mentre Newsday ha registrato un aumento <strong>del</strong>73% (a 3.0 milioni) e al Village Voice Media l’aumento è stato <strong>del</strong> 70% (a 2.2milioni).Tabloid 5 / 200839


Colleghiin libreriaGIORNALISMO ONLINE: LA PROFESSIONE SI RINNOVA, FEDELE AI PROPRI PRINCÌPIMulti<strong>giornalismo</strong>? Ora si puòCambiano i mezzi e le tecniche, non i fondamenti e la funzione <strong>del</strong>la professione.Anzi, Internet è destinato a rilanciarne il valore. Alla scoperta <strong>dei</strong> segreti e<strong>del</strong>le prospettive <strong>del</strong> New Journalism grazie al prezioso manuale di uno specialista.a cura di Antonio AndreiniLa figura <strong>del</strong> giornalista alla Montanelli,seduto a scrivere le sue idee eimpressioni alla fe<strong>del</strong>e Lettera 22, stascomparendo, ormai riservata a pochissimieletti. Ma, mentre la “macchinaper scrivere” è stata superatadai mezzi multimediali di comunicazione,il giornalista professionale èsempre necessario.Perché? Com’è cambiato il <strong>giornalismo</strong>nell’era <strong>del</strong>la multimedialità?Del nuovo <strong>giornalismo</strong> tratta approfonditamenteMarco Pratellesi in“New Journalism”, pratico e completomanuale, nato soprattutto dall’osservazione<strong>dei</strong> processi in corso.L’espressione New Journalism fu utilizzataper la prima volta verso la fine<strong>del</strong>l’Ottocento per indicare la stagionedi un <strong>giornalismo</strong> “divertente”,attento alle “storie”, inaugurata dal“World” di Joseph Pulitzer (1883) edal “Journal” di William R. Hearst(1895). Ma oggi, spiega lo stesso autore,«essa indica le trasformazioniche la rapida evoluzione <strong>dei</strong> nuovimedia, a partire dal 1990, hanno in-L’AUTOREMarco Pratellesi, si occupa di <strong>giornalismo</strong>online dal 1997, quando ha vinto il premio“Cronista <strong>del</strong>l’anno”. Ha lavorato a <strong>Il</strong>ponte, Paese Sera, La Nazione e La vocee lanciato e diretto i giornali online <strong>del</strong>gruppo Riffeser. Dal 2002 è responsabile<strong>del</strong>l’edizione online <strong>del</strong> Corriere <strong>del</strong>laSera (www.corsera.it). E’ anche titolare<strong>del</strong>l’insegnamento di Teoria e tecnica<strong>dei</strong> nuovi media all’università di Siena.trodotto nel lavoro <strong>del</strong> giornalista».<strong>Il</strong> Nuovo Giornalismo di cui parla Pratellesiè una professione in continuaevoluzione, che prende atto dalla crisi<strong>del</strong>la carta stampata, ma che, altempo stesso, ne mutua la tradizionedi affidabilità e controllo <strong>del</strong>le fonti.Un obiettivo ambizioso. Ma Pratellesioffre gli strumenti per renderlopiù facilmente raggiungibile, graziea due tesi di fondo: A) I fondamenti<strong>del</strong>la professione giornalistica nonsono cambiati: «<strong>Il</strong> giornalista -afferma-oggi più che mai è un mediatoreche seleziona e gerarchizza le notizieper tutti coloro che non hanno tempoper scegliere tra i fatti. …<strong>Il</strong> suo dovereè quello di sempre: dare tutte le notizieche vale la pena dare, informare,interpretare i fatti più complessi e,quando possibile, divertire»; B) <strong>Il</strong> mododi lavorare <strong>del</strong> giornalista è cambiatoprofondamente: «<strong>Il</strong> <strong>giornalismo</strong>online è entrato nella fase matura:notizie in tempo reale, aggiornamenticontinui, interattività, contenuti multimedialie personalizzazione sonoormai patrimonio comune di giornalistie lettori».Risultato? “L’informazione <strong>del</strong>terzo millennio, -spiega lo stessoautore,- richiede una nuova figuraprofessionale: un cronista globalein grado di gestire la trasmissionee la diffusione <strong>del</strong>le notizie sui varimedia, ma anche capace di sfruttareappieno le potenzialità investigativeche la rete offre. Per farlo, occorronosoprattutto più competenze e maggiorepreparazione”.Lo conferma anche l’anticipazione<strong>dei</strong> risultati <strong>del</strong>la ricerca commissionatadall’<strong>Ordine</strong> <strong>del</strong>la Lombardia aEnrico Finzi: “Internet è destinato arilanciare il valore <strong>del</strong>la nostra professione”.In attesa di conoscere irisultati definitivi, che verranno discussinel Convegno <strong>del</strong> primo ottobreprossimo all’Università stataledi Milano, possiamo approfondirela conoscenza <strong>del</strong>le nuove tecnologiegrazie al prezioso manuale diPratellesi, che sviscera e spiega iproblemi <strong>del</strong>l’informazione in rete,<strong>dei</strong> quotidiani post-internet, <strong>del</strong>l’integrazione<strong>del</strong>le redazioni, <strong>del</strong> fenomeno<strong>dei</strong> blog, <strong>del</strong> <strong>giornalismo</strong> e <strong>del</strong>giornalista online, <strong>del</strong>le fonti e <strong>del</strong>lenotizie, <strong>del</strong>le regole di scrittura e <strong>dei</strong>mo<strong>del</strong>li di business, di una professionetra realtà e mito, <strong>del</strong> giornalistatra museo e <strong>futuro</strong>. Oggi non bastapiù scrivere bene e avere fiuto perla notizia, se poi non si è in grado diconiugare contenuto e cambiamentitecnologici. Marco Pratellesi: “New Journalism”,Bruno Mondadori Editore,Milano, 2008, pagg. 240, € 1840 Tabloid 5 / 2008


Colleghiin libreriaLa casta spingeil paese alla derivaDopo “La casta”, “La deriva”.Dopo aver pubblicato l’inchiestadi grande successo in cuidenunciavano come “i politiciitaliani sono diventati intoccabili”,quindi una “casta”, Gian AntonioStella e Sergio Rizzo, entrambi<strong>del</strong> “Corriere <strong>del</strong>la Sera”, hannomandato in libreria, sempre conRizzoli, un secondo libro-denunciain cui spiegano “perché l’Italiarischia il naufragio”.“La deriva” fotografa un panoramaamaro, scoraggiante addirittura: lenecessità, i bisogni, le richieste, iveri problemi <strong>dei</strong> cittadini italiani,tutto viene sommerso da un diluviodi chiacchiere inconcludenti,di promesse che svaniscono,di progetti che vanno in fumo,di programmi e di riforme chefiniscono nel tragicomico (Ahipovera Scuola Pubblica!, Ahipovera Giustizia!).Per stare al passo con gli altriPaesi progrediti dovremmoinvestire molto, senza sprechi,concentrando il denaro sullestrutture più necessarie.Ma così non si potrebberosoddisfare gli interessi clientelari(Ahi povera Alitalia!, Ahi povereFerrovie!, Ahi povere Fontienergetiche alternative! ...).Per decenni si sono chiusi gli occhisulle discariche fuorilegge,sulle coste e sulle periferieinvase dall’abusivismo, in unmortifero intreccio di rigiditàambientaliste, burocrazia,localismi. “L’Italia è unPaese che, nonostante la suastoria, le sue eccellenze, isuoi talenti, appare ormai allaTabloid 5 / 2008Gian AntonioStella-SergioRizzo: La deriva,Rizzoli Editore,Milano, 2008,pagg. 306, € 18deriva. Un Paese che una classepolitica prigioniera <strong>del</strong>le propriecontraddizioni non riesce più agovernare”, scrivono gli autori.Anche a questo secondo lavoroarriderà, non v’è dubbio,un successo pari al primo.Sarebbe auspicabile che la classepolitica si svegliasse, una buonavolta.E speriamo che alla parola “deriva”non si accompagni d’ora in avantilo stesso senso di rassegnazionesopravvenuto per “casta”.L’Ambrosianeume “Milano 2008”Milano oltre l’Expo 2015.Andare oltre la pur necessariaattenzione al grande evento percomprendere che cosa Milanodebba “costruire” per essere, oritornare ad essere, una città diampio respiro, dal punto di vistaeconomico, ma anche umano,culturale, sociale.E’ il tema <strong>del</strong> sedicesimo Rapportosulla città-Milano 2008”, unariflessione di più specialistipromossa dall’associazioneculturale Ambrosianeum.Nella presentazione <strong>del</strong>l’annuario“Milano 2008”, che raccogliei testi degli interventi a cura diEugenio Zucchetti ed è pubblicatoda FrancoAngeli, il presidente diAmbrosianeum, Marco Garzonio,scrive: “Milano non è un’isola,felice o disagiata che sia, separatadal resto <strong>del</strong> Paese...”.Questo “Rapporto” mette in lucefattori, azioni e politiche chedovrebbero contribuirea costruire una città coesa e aricreare una società positiva,che guarda “Oltre l’Expo”.E. Zucchetti(a cura di): Milano2008, FrancoAngeli Editore,Milano, 2008,pagg. 197, €€ 21Scelti per voiPippo Battaglia:Leoluca Orlandoracconta la mafia,Utet, Torino, 2008,pagg. 211, €12Dagli albori ai nostrigiorni. Ci dimentichiamo spesso<strong>del</strong>la mafia, eppure essa èsempre presente e, purtroppo,fa ormai parte <strong>del</strong>la storia d’Italia.Mario Prignano:<strong>Il</strong> <strong>giornalismo</strong> politico,Rubbettino, Soveria M,2008, pagg. 161, € 9E’ possibileun’informazionecorretta e completa, cercandoequidistanza e imparzalità, nelmondo <strong>del</strong>la politica?Giacomo deAntonellis:Uomini e fatti di storia(tre voll.), Club diAutori Indipendenti,Milano, 2008, pagg.230+227+234, € 45Una serie di articoli e saggiselezionati dalla massa di lavoridi un’intera vita di un cultoredi bibliofilia e di studi storici.ICristina Corazza:La guerra <strong>del</strong> gas, <strong>Il</strong>Sole24Ore, Milano,2008, pagg. 162, € 19I nuovi padroni<strong>del</strong>l’energia e i rischi,per l’Italia e per l’Europa, dinuovi blackout. Come affrontarele prossime, inevitabili crisi? Unviaggio nel mondo <strong>del</strong>l’oro nero.Luigi Maculotti:Un medico a Bagdade alri racconti,<strong>Il</strong> filo Editore, Roma,pagg. 134, € 19Tra reportage eracconto, un medico che amascrivere (è anche pubblicista)ci porta per mano dall’infernodi Bagdad al paradiso <strong>del</strong>le Alpi.41


Colleghialla ribaltaun monologo di piero colaprico “ sul cinismo nel <strong>giornalismo</strong>“Voglio le lacrime<strong>del</strong>la mamma!”<strong>Il</strong> coraggioso cronista, maestro <strong>del</strong> noir, in una pièce rappresentatanella “Giostra <strong>del</strong>l’Apocalisse” ha stigmatizzato le aberrazioni<strong>del</strong>la professione, come la speculazione sul dolore, specie in TV.di Antonio AndreiniSi sa, tutti sanno, nelle redazioni <strong>dei</strong>giornali e <strong>del</strong>le radiotelevisioni, chele scene strazianti <strong>dei</strong> parenti <strong>del</strong>levittime e degli autori di massacri“toccano” il grande pubblico. E fannoaumentare vendite e indici di ascolto.E c’è chi, cinicamente, ne approfitta.Spesso sono proprio i “capi” <strong>del</strong>leredazioni a forzare la mano ai cronisti,a spingerli a mostrare, a tutti i costi,“le lacrime <strong>del</strong>la mamma”. Senz’alcunapietà.Pietà che, fortunatamente, è rimastavigile in molti colleghi, che stigmatizzanoqueste forzature in nome diun’etica professionale che non haaccantonato un doveroso senso diumanità. In maniera molto originale,Piero Colaprico, scrivendo un monologo,intitolato “Voglio le lacrime<strong>del</strong>la mamma”, stigmatizza proprio ilcinismo di certi comportamenti, conla sua sensibilità di giornalista che,dopo anni da cronista che compiescrupolosamente il proprio doveresenza strumentalizzare niente e nessuno,vede anche le aberrazioni <strong>del</strong>laprofessione, come la speculazioneeccessiva sul dolore, specie in TV.Colaprico, che ha raccontato Tangentopoli(nata da un suo articolo)sul suo giornale (la Repubblica),coltiva un’altra passione, quelladi scrittore di racconti e romanzi,senza dimenticare di essere unoscrupoloso cronista. Nel lavoro teatrale,il direttore di un telegiornale(ma i direttori non piangono mai?)• Donatella Bartoli ha interpretatoil ruolo di “inviata” nel monologodi Piero Colaprico (in alto).assilla la sua cronista, inviata “nellavilla <strong>del</strong> macello umano”, con unperentorio “Voglio le lacrime <strong>del</strong>lamamma. Voglio le lacrime <strong>del</strong>lamamma, le voglio in diretta e inesclusiva!”.E’ la mamma di uno studente 37enneaccusato di avere brutalizzatoe assassinato sei giovani donne.Sue le lacrime da dare in pasto indiretta ai telespettatori.Sin dalla descrizione <strong>del</strong>l’inquadraturainiziale, troviamo tutti glielementi fondamentali <strong>del</strong> monologo:“In scena c’è una giornalista,elegante ma non ancora ‘a posto’.Brontolando fra sé e sé, si dipingele labbra con un rossetto nero,mortuario. Lo fa con gran concentrazione.Con la stessa maniacaleattenzione si spazzola e si pettinai capelli. S’intuisce che ha davantiuna telecamera, presto inizierà ladiretta tv. Ma la ragazza è nervosa:afferra il telefonino e rabbiosamentecompone il numero…”.Attraverso i tre elementi che caratterizzanola scena -la tensione, latelecamera e il telefonino- si definisconosia il personaggio sia lasua professione: giornalista. Poi,una serie di colpi di scena, degni diun esperto di noir come Colaprico.Fino a quando in diretta sarà lacronista stessa a versare lacrime(finte, di coccodrillo) per l’assas-42 Tabloid 5 / 2008


Colleghialla ribaltasinio <strong>del</strong> suo direttore (lui vittima,lei insospettabile mandante, pergelosia professionale)!“<strong>Il</strong> tutto -come ci ha spiegato lostesso autore- vuole essere unariflessione, amara ma costruttiva,sul cinismo di un certo <strong>giornalismo</strong>”.Una riflessione resa ancorpiù interessante e coinvolgentedalla forma <strong>del</strong> noir, di cui Colapricoè maestro, concentrato inuna scena unica.Una scena che è stata molto applauditae apprezzata nell’anticachiesa <strong>del</strong>la Rotonda <strong>del</strong>la Besanadi Milano quando, nel giugnoscorso, il monologo è stato brillantementerecitato da DonatellaBartoli nel corso di “La giostra<strong>del</strong>l’Apocalisse”.Questa manifestazione -che hamesso in relazione, intrecciandoli,saperi artistici diversi: teatro,musica, arti visive e incontri-, hatrovato la sua genesi all’interno diun percorso di riflessioni elaboratetoricamente dai alcuni tra i piùimportanti pensatori e filosofi chehanno affrontato i problemi “apocalittici”<strong>del</strong>l’umanità, fornendo icontenuti di un progetto-spettacolobasato su quattro differenticreazioni spettacolari (I Cavalieri<strong>del</strong>l’Apocalisse).In che misura sopravvive, all’alba• Un espressivo primo pianodi Donatella Bartoli.<strong>del</strong> terzo millennio, il paradigmaapocalittico nella nostra cultura?Oggi, a dominare in maniera incontrastatasono il timore, la paura,l’incertezza <strong>del</strong> <strong>futuro</strong>. E, di frontealla varietà inquietante deglieventi <strong>del</strong> mondo contemporaneo–guerre di dominio, caduta verticale<strong>del</strong>le utopie, trasformazionisociali, vecchie e nuove povertà,disastri ecologici planetari- ricorrecon sempre maggiore frequenza ilriferimento a scenari “apocalittici”,nutriti da un’informazione “drogata”e “oscena”, che ha trasformatoil dolore in spettacolo. In questocontesto ha trovato spazio e giustavalorizzazione la riflesssione critica informa di monologo di Pietro Colapricosugli aspetti più cinici, impudenti,sprezzanti di certo <strong>giornalismo</strong>.<strong>Il</strong> ritratto di PieroCronista di razza, un artista... <strong>del</strong>la neradi Franco PresicciLa trattoria, a quell’ora era ormai deserta, e il cronistabeveva l’ultimo bicchiere di CocaCola conversandocon il titolare. Improvvisamente, una telefonata. Uninformatore: “Alle 5 polizia e carabinieri arrivano in forze,con l’ausilio <strong>dei</strong> cani antidroga e un elicottero, in via…Ho chiamato Piero Colaprico, ma non risponde…” “Loavverto io…”. <strong>Il</strong> cronista riprese la chiacchierata con ilristoratore. Alle 2 lo salutò e si mise al volante <strong>del</strong>l’auto,andando a sistemarsi in una via vicina a quella chestava per diventare teatro di una grossa operazione. Eattese pazientemente un’oretta, quindi chiamò Piero.I mezzi arivarono puntuali, scaricarono gli uomini cheeseguirono una meticolosa perquisizione. E Colapricocon loro, attento, scrupoloso, discreto. Gli altri colleghicomparvero alle 10 e mezzo, quando nella strada, notaper essere un consistente mercato di “polvere”, eratutto finito. Pensò il capo <strong>del</strong>la Mobile ad informarli, amezzogiorno, in via Fatebenefratelli.<strong>Il</strong> cronista, chi scrive, ormai in pensione, ricorda con unacerta nostalgia quei tempi. Quando spesso si trovavasui fatti con Piero. Serio, infaticabile. Se la notizia eraimportante, Piero l’addentava e la spolpava… Non sirisparmiava. Trascorreva notti insonni. Anche se giovane,per l’amore, la bravura e la passione che metteva, emette, nel mestiere, poteva, e puo’, essere consideratouno <strong>del</strong>la vecchia guardia, che a suo tempo annoverònomi illustri: Arnaldo Giuliani, Fabio Mantica, PatrizioFusar, Salvatore Conoscente…Piero è nato cronista di razza. Ed è un professionistaleale, rispettoso, dalla battuta pronta, sempre garbata.Tra l’altro, non si è mai vantato. E mostrava di nonprovare alcun fastidio quando altri, uno in particolare,non perdeva occasione per incensarsi: “Io sono ungrande cronista, conosco la ‘malandra’ come le mietasche”… Piero conosce bene uomini ed episodi, <strong>del</strong>passato e <strong>del</strong> presente. Ha fatto coraggiose inchiestesu intere famiglie <strong>del</strong>la malavita. Una di queste, unaventina d’anni fa, firmata in coppia con Oreste DelBuono. Quando si occupava prevalentemente di “nera”era sempre uno <strong>dei</strong> primi a comparire sui luoghi <strong>dei</strong> …<strong>del</strong>itti: sul tavolo fumava ancora un piatto di spaghettial pomodoro, quando lui entrò nell’appartamento di unmafioso appena arrestato e trasferito a San Vittore dallapolizia.Non trascurava mai un dettaglio: sapeva, e sa,descrivere gli ambienti da maestro e si fa leggere conpiacere. Un collega <strong>del</strong> “Giorno”, che copriva la Curia,diceva: “Io amo lo stile di Colaprico”. E’ un grande.Tabloid 5 / 200843


Colleghialla ribalta“Colpe di stato” fuori concorso al Milano film festivalI registi-reporterraccontano il mondoAlcuni giornalisti stranieri hanno firmato film-documentariche testimoniano crimini e ingiustizie compiuti in nome <strong>del</strong>lalibertà e <strong>del</strong>la religione. Incontri, dibattiti e approfondimenti.Le vie <strong>del</strong> cinema, al Milano Film Festival,s’incrociano sempre più con lestrade <strong>del</strong> <strong>giornalismo</strong>. Così è, almeno,in una <strong>del</strong>le sezioni <strong>del</strong>la tredicesimakermesse milenese: Colpe di Stato,rassegna fuori concorso che presentanove lavori, per lo più film-documentarii cui autori sono spesso reporter egiornalisti stranieri. Loretta Alper, una<strong>dei</strong> due registi di War Made Easy, ègiornalista per la carta stampata e perla radio, Mai Masri, regista palestinesedi 33 days, è reporter televisiva, IreneSalina, regista francese di Flow, è giornalistaper una radio di Parigi.Colpe di Stato è giunta alla sua quartaedizione, all’interno <strong>del</strong> Film Festival, econferma il suo status di rassegna didocumentari che testimoniano crimini• Alcune drammatiche immaginitratte dai documentari girati dagiornalisti-reporter per la rassegnaColpe di Stato al Milano Film Festivale ingiustizie spesso compiuti in nome<strong>del</strong>la libertà, <strong>del</strong>la sicurezza, <strong>del</strong>la religione.Un interessante viaggio intornoal mondo, per ricordarci che la verità,spesso, va cercata oltre le storie addomesticatee ingannevoli raccontateogni giorno da fonti ufficiali. Colpedi Stato propone anche momenti didibattito e di approfindimento congiornalisti, politici e opinionisti. Sul cinemaitaliano ci sarà ad esempio unincontro con Goffredo Fofi, venerdì19 settembre alle ore 19 al Teatro DalVerme. In un recente articolo Fofi hadefinito “Gomorra” tratto dal libro <strong>del</strong>giornalista Roberto Saviano uno <strong>dei</strong>film che restituisce una speranza al cinemaitaliano, inserendo questo film inuna nuova categoria di cinema, cinemaDove e quandoDieci giorni in celluloideDieci giorni, 8 location, 5 schermi, 3500 posti a sedere, 2 concorsiinternazionali, 14 rassegne parallele, ospiti, incontri, concerti ed eventispeciali: il festival più amato dal pubblico proietta la città di Milano nelpanorama cinematografico internazionale. La tredicesima edizione <strong>del</strong>Milano Film Festival si svolge dal 12 al 21 settembre al Piccolo Teatro(Teatro Strehler e il suo Sagrato, ilTeatro Studio), piazza <strong>del</strong> Cannoneallíinterno di Parco Sempione, il prestigioso Teatro Dal Verme (novità diquest’anno, che aggiunge alle sedi <strong>del</strong> Festival oltre 1.200 posti a sedere),í’Acquario Civico e altri luoghi <strong>del</strong>la città. <strong>Il</strong> Milano Film Festival nascenel 1996 come rassegna pensata e organizzata da esterni e dedicataesclusivamente a cortometraggi, ma già dall’edizione successiva e finoa ora, la rassegna offre una selezione interessante <strong>del</strong>la produzionemondiale cinematografica, non legata a logiche di mercato, rinunciando aitappeti rossi per un evento aperto a tutti. Unici interessi sono la creatività eil talento di giovani registi provenienti da tutto il mondo.44 Tabloid 5 / 2008


Colleghialla ribaltaLe schede <strong>dei</strong> filmTutti i documentari d’autorenecessario. Per questo l’incontro avràcome titolo “<strong>Il</strong> cinema necessario”.Parallelamente al concorso ufficialeche quest’anno vede un incrementoesponenziale di opere iscritte (3.238film da 115 Paesi), il Festival presentaun programma cinematografico piuttostovariegato che prende spuntodai temi di attualità. E lo fa attraversolo sguardo di autori che hanno fatto<strong>del</strong>l’indagine e <strong>del</strong>l’approfondimentola loro cifra stilistica.Quest’anno poi quasi ogni rassegnaha un media partner particolare con ilquali vengono presentate le rassegne:Colpe di stato ha Internazionale, la rassegnamusicale Soundoc ha inveceRolling Stone mentre Godless Americaha L’Europeo.• ”Le vie <strong>dei</strong> farmaci”, documentarioitaliano che indaga sulla mortecausata da malattie facilmentecurabili nel Sud <strong>del</strong> mondo33 days, di Mai Masri, Francia/Libano, 2007Girato nel 2006, nei giorni <strong>del</strong> massiccio attacco israeliano al Libano, ildocumentario racconta le storie di quattro giovani che lavorano in teatro,nella comunicazione e nei soccorsi.Flow - For Love of Water, di Irena Salina, USA, 2007<strong>Il</strong> film è una denuncia <strong>del</strong>lo scandalo <strong>del</strong>la privatizzazione <strong>del</strong>l’acquanei paesi in via di sviluppo ad opera <strong>del</strong>le multinazionali e <strong>del</strong>la BancaMondiale.Contempt of Conscience, di Joe Jenkins, Gran Bretagna, 2008<strong>Il</strong> documentario segue per cinque anni l’attività di “The Peace Tax Seven”,associazione britannica che si è lanciata in una battaglia affinché unapercentuale <strong>del</strong>le tasse che i cittadini pagano allo Stato per le spesemilitari venga invece investita a fini pacifici.Minot, North Dakota, di Angelika Brudniak e Cynthia Madansky,Austria/USA, 2007, miniDV, 18’Come può un’intera comunità convivere con la consapevolezza di staresopra a una gigantesca bomba? <strong>Il</strong> documentario prova a chiederselorealizzando un acuto ritratto di una cittadina <strong>del</strong> Nord Dakota, Minot, dettaanche “Magic City”, orgogliosa sede di una base <strong>del</strong>la U.S. Air Force.Otra Vez, di Miko Meloni, Italia/Bolivia, 2008<strong>Il</strong> documentario ripercorre le fasi storiche che hanno caratterizzato ilcommercio <strong>del</strong> gas e il petrolio in Bolivia durante un secolo.The Putin System, di Jean-Michel Carré e Jill Emery, Francia/Germania/Lituania, 2007, DigiBeta, 98’<strong>Il</strong> documentario parla di Vladimir Putin e di come ha costruito unsistema politico nel quale gli uomini fe<strong>del</strong>i a lui e al vecchio KGB hanno“privatizzato” lo stato russo, monopolizzato i mass media.Trouble – Teatime in Heiligendamm, di Mind Pirates Community,Germania, 2007Nell’estate <strong>del</strong> 2007 si è tenuto un vertice G8 a Heiligendamm, inGermania. La splendida cittadina turistica sul Mar Baltico si è affollata digiornalisti, politici e corpi di polizia in tenuta anti-sommossa.Le vie <strong>dei</strong> farmaci (Health for Sale), Michele Mellara e AlessandroRossi, Italia, 2007, DvCam, 52’Perché nel Sud <strong>del</strong> mondo ci sono ogni anno quindici milioni di personeche muoiono a causa di malattie che sarebbero facilmente curabili? Levie <strong>dei</strong> farmaci indaga il problema su scala mondiale e raccoglie materialefilmato dai quattro angoli <strong>del</strong> pianeta.War Made Easy, di Loretta Alper e Jeremy Earp, Stati Uniti, 2007,DvCam, 72’War Made Easy ripercorre cinquant’anni di inganni governativi emanipolazione <strong>dei</strong> media che hanno trascinato gli USA in un turbinio diguerre, dal Vietnam all’Iraq. La voce narrante di Sean Penn accompagnalo spettatore in un viaggio fatto anche di materiali d’archivio riesumati conperizia, che raccontano come le notizie trasmesse dai media siano semprestate disseminate di messaggi di propaganda a favore <strong>del</strong>la guerra.In particolare il film sottolinea le analogie tra la guerra in Vietnam equella in Iraq. <strong>Il</strong> critico <strong>dei</strong> media Norman Solomon ci guida in un’analisimeticolosa e pragmatica, presentando esempi lampanti <strong>del</strong>l’associazioneesistente oggi tra media e propaganda, in un continuo parallelo con vecchifilmati di leader politici e famosi giornalisti.Tabloid 5 / 200845


I numeriin questaultima paginala nostra realtà“fotografata”in cifre211 professionisti455pubblicisti145 elencospeciale125praticantiSono le nuove iscrizioniall’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> giornalisti <strong>del</strong>laLombardia dal 1/1/2008al 31/8/2008.4 miliardi760 mila722 euroSono gli investimenti pubblicitari netti nel periodo gennaio-giugno2008 suddivisi tra:televisione 2,6 miliardi (+1,6% rispetto al semestre <strong>del</strong>l’anno precedente);stampa 1,5 miliardi (-2,7%), di cui 896 milioni (-2,9%) sui quotidiani (senzafree/pay press) e 643 milioni (-2,3%) sui periodici;radio 269 milioni (+6%);Internet 164 milioni (+22,7%);affissioni 122 milioni (+1,9%);cinema 25,6 milioni (-14,7%);card 3,6 milioni (+19,3%).8 miliardi 783 mila486 euroÈ il totale degli investimenti pubblicitarinetti nel periodo gennaio-dicembre 2007suddivisi tra:televisione 4,6 miliardi (+1,2%),omogeneo <strong>del</strong>l’anno precedente);stampa 3,1 miliardi (+3%) di cui 1,7 miliardi(+3,3%) sui quotidiani (senza free/pay press) e1,3 miliardi (+2,5%) sui periodici;radio 476 milioni (+8%);Internet 281,9 milioni (+42,7%);affissioni 200,6 milioni (+1,9%);cinema 69,7 milioni (-8,4%).I sei quotidiani di provincia<strong>del</strong>la Lombardia certificati AdsTestata Diffusione VariazioneL’Eco di Bergamo 55.252 -1,5%<strong>Il</strong> Giornale di Brescia 49.110 -1,9%La Provincia di Como 44.478 -0,1%(Lc-So-Va)La Gazzetta di Mantova 33.968 -1,9%La Provincia di Cremona 23.194 1,1%La Provincia Pavese 22.605 1,3%Fonte: Ads (Accertamento diffusione stampa) media mobile aprile2007-marzo 2008 *Variazione percentuale rispetto alla mediamobile <strong>dei</strong> 12 mesi <strong>del</strong>l’anno precedente.46 Tabloid 5 / 2008

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