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Dino Compagni e la sua cronica;

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—eIli, XKXV, XXXVI; pag. 404-109. ^13I Fiorentini non vi mandorono anbasciadori per non esser in concordia,i cittadini. Una volta gli elessono per mandarli, e poi non li mandorono,fidandosi più nel<strong>la</strong> simonia e in corrompere <strong>la</strong> corte di Roma che patteggiarsicon lui.Messer Luigi di Savoia, mandato anbasciadore in Toscana dallo 5Imperadore, venne a Firenze; e fu poco onorato da' nobili cittadini, efeciono il contrario di quello doveano. Domandò, che anbasciadore simandasse a onorarlo e ubbidirli come a loro signore : fu loro rispostoper parte del<strong>la</strong> Signoria da messer Botto Brunelleschi, « che mai per» ninno signore i Fiorentini inchinarono le corna ». E imbasciadore non iovi si mandò, che arebbono avuto da lui ogni buon patto; perchè ilmaggior impedimento ch'avesse, eran i Guelfi di Toscana.Partito lo anbasciadore, se ne tornò a Pisa. E i Fiorentini fecionofare un battifolle a Arezo , e ricominciarvi <strong>la</strong> guerra : e in tutto si scopersononimici dello Imperadore, chiamandolo tiranno e crudele, e che ^5s' accostava co' Ghibellini , e i Guelfi non volea vedere. E ne' bandi lorodiceano: « A onore di Santa Cliiesa, e a morte del re del<strong>la</strong> Magna ».L' aquile levarono dalle porti, e dove erano intagliate e dipinte;ponendopena a chi le dipignesse, o le dipinte non ne spegnesse.[XXXVI.] Lo Imperadore, schernito da' Fiorentini, si parti di Pisa, ^0e andonne a Roma : dove giunse a di vii di maggio 1312 , e onoratamentefu ricevuto come signore, e messo nel luogo del senatore. E intendendole ingiurie gli eran fatte da' Guelfi di Toscana, e trovando i Ghibelliniche con lui s'accostavan di buona volontà, mutò proposito e accostossicon loro : e verso loro rivolse 1' amore e <strong>la</strong> beuivolenzia che prima avea 25co' Guelfi; e propesesi d'aiutarli, e d'aiutarli e rimetterli in casa <strong>sua</strong>,e i Guelfi e Neri tenere per nimici, e quelli perseguitare.I Fiorentini sempre teneano anbasciadori a pie del re Ruberto,pregandolo che con <strong>la</strong> <strong>sua</strong> gente offendesse lo Imperadore, promettendolie dandoli danari assai. 30II re Ruberto, come savio signore e amico de' Fiorentini,promiseloro d'aiutarli, e cosi fé': e allo Imperadore mostrava di confortare eamunire i Fiorentini gli fussono ubbidienti, come a loro signore. E comesenti che lo Imperadore era a Roma, di subito vi mandò messer Giovannisuo fratello con ccc camalli, mostrando mandarlo per <strong>sua</strong> difesa e 55onore delia <strong>sua</strong> corona; ma lo mandò, perchè s'intendesse con gliOrsini, nimici dello Imperadore, per corrompere il senato ^ e impedire<strong>la</strong> <strong>sua</strong> coronazione : che ben <strong>la</strong> 'ntese.1. mandorno imbasciadori — essere — spegnesse — 20. da Pisa — 21. addi — 22. ri-5. imbasciadore — 7-8. imbasciadore si man- ccuto — 23. erano — 24. s'accostavano— 26-27.dassi — 8. ubidirli — 10-11. E ninno imbasciado- propesesi d' aiutarli e rimetterli in casa loro,re vi si — 11. auto — buono — 12. maggiore e i Guelfi Neri — 28. imbasciadore appiè —che avesse, era - 13. imbasciadore — 14. Arez- 29. col<strong>la</strong> — 31. promisse — 33. fussino ubi-ZO; e ricominciaronvi — 16. voleva — 19. non dienti — 36. s' intendessi cogli — 38. bene —

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