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Dino Compagni e la sua cronica;

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—Ili, XXXII, XXXIII, xxxiv; pag. 393-399. 211cassero. I Viniziani vi vennono per acqua, e faronvi sconfitti, e presie mortine assai: e fu sventurata fortuna per loro, che molto vilmenteperderono ,perchè i nobili che v' erano 1' abbandonarono.Il cardinale Pe<strong>la</strong>grù venne a Firenze, e con grandissimo onore furicevuto. Il carroccio e gli armeggiatori gli andorono incontro fino allo 5spedale di San Gallo; i religiosi con <strong>la</strong> processione: i gran popo<strong>la</strong>ni diquel<strong>la</strong> parte a pie e a cavallo 1' andoron a onorare.Giunse in Firenze: e i Fiorentini molto con lui si consigliorono ; ebene lo informorono come procuravano col Papa, che tardasse <strong>la</strong> venutadello Imperadore; e pregarono nel confortasse, e cosi promise fare, ioDonaronli danari, i quali volentieri accettò, e di quelli riscosse <strong>la</strong> <strong>sua</strong>legazione; e d'accordo con loro, di Firenze parti.Andossene il Cardinale allo Imperadore; il quale sapea i ragionamentiavea avuti co' Fiorentini, e però non li mostrò gran benivolenzia.Ritornossi al Papa: il quale, confortandolo di quanto da' Fiorentini era 15pregato, gli tenea in speranza, tanto che da loro ritrasse molti danari.E questo faceano,perchè lo Imperadore si consumasse.fXXXin.J Di tre cardinali avea mandati il Papa allo Imperadore,quando era ad assedio a Brescia, ne mori uno, ciò è quello d'Albano*;il quale venne infermo a Lucca , e mori quivi. 20n vescovo di Leggio anche vi mori, grande amico dello Im;^eradore:al quale avea donato Rezuolo, ilquale è tra Reggio e Mantova; ilquale i Mantovani dipoi tolsono a colui a cui era rimaso.I due anbasciadori fiorentini, erano in Corte, vi morirono: e primamesser Pino de' Rossi ;e per premio di <strong>sua</strong> fatica furono fatti due suoi £5consorti e parenti cavalieri dal popolo, e donato loro molti danari, diquelli togliean a' Ghibellini e a' Bianchi. E con tutto che i Bianchitenessono alcuna vestigia di parte guelfa, erano da loro trattati comecordiali nimici. Di poi mori messer Gherardo ;e non furono i suoi onoratiné di cavalleria né di danari, perchè non era stato cosi fedele 50come 1' altro. **[XXXIV.] I Fiorentini, acciecati dal loro rigoglio ,si misono controallo Imperadore, non come savi guerrieri, ma come rigogliosi, avendolega co' Bolognesi, Sanesi, Lucchesi, e Volterrani, e Pratesi, e CoUi-1. Venizianì — aqua — 3. erono — aban- 17. faceono — 20. e quivi' mori — 21 Legie —donorono — 4. in Firenze — 6. riceuto — an- 22. è in tra 23. di poi — 24. imbasciadori —domo — 6. Santo — col<strong>la</strong> — e i gran — 7. an- morirno — 25. duoi — 26. del popolo — 27. todorono— 9. informorno — 10. pregorono ne glieano — 28. tenessino — 32. accecati — mislo— promisse — 12. si parti — 14. auti sono — 34. Lucchesi, Volterrani, Pratesi —* Albana^ anche il Codice: cfr. il Commento, pag, 396, not. 2.** Anche il Codice ha, da questo punto sino al<strong>la</strong> fine , il testo neW ordine e disposizionedel<strong>la</strong> volgata , secondo che io lo riprodussi a pag. 479-487 del voi. II. Qui seguo il riordinamentodel quale resi già conto: cfr. il Commento a pie del<strong>la</strong>pag. 399 , e a pag. 478 segg.

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