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Dino Compagni e la sua cronica;

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—210 HI, XXXI, xxxii; pag. 387-393.Messer Guidotto dal<strong>la</strong> Torre co' cavalieri accoltidi Toscana vi cavalcò.La terra afforzarono di fossi e di palizzi. Il conte Filippone contralo Imperadore stava con animo iroso , e cercava parentado conmesser Giliberto e congiura e lega. Gli usciti di Brescia si raunorono5 con loro. Però che a quello che perdonò l'umiltà dello Imperadore, nonperdonò Id4io: che <strong>la</strong> parte di messer Tebaldo Bruciato, ricevuto ilperdono dallo Imperadore, una altra volta gli volle ritórre <strong>la</strong> terra;onde l'altra parte, avuto più tosto il soccorso, con l'arme in mano,di Brescia e del contado gli cacciò. De quanta malizia multiplicò10 intra' Lonbardi in picciol tempo, in uccidersi tra loro, e rompere il saramentodato.[XXXII.JI Fiorentini che erano in Firenze, pieni di temenza e dipaura, non attendeano a altro che a corrompere i signori de' luoghi conpromesse e con danari; i quali traevano da' miseri cittadini, che per15 mantenere libertà se li <strong>la</strong>sciavano torre a poco a poco. Molti ne spesonoin rie opere. La lor vita non era in altro che in simili cose.I Signori feciono messi segreti. Fra' quali fu uno frate Bartolomeo,figliuolo d'uno canbiatore, uomo astuto, uso in Inghilterra, e in <strong>sua</strong>giovaneza costumato, e di sottile ingegno. Mandaronlo in Corte a ten-'-0 tare il Papa e' cardinali. E con lettere portò messer Baldo Fini daFighine, tentarono il re di Francia. Al quale disse il cardinale d'Ostia:« Quanto grande ardimento è quello de' Fiorentini , che con loro x len-» dini ardiscono tentare ogni signore! ».Al Papa mandorono due anbasciadori, che furono messer Pino25 de' Rossi e messer Gherardo Bostichi, due valenti cavalieri: molti danarifurono loro sottratti, e molti ne perderono ,e dal Papa non ebbonocosa volessono.II cardinale Pe<strong>la</strong>grù, nato di Guascogna, nipote delPapa, fu mandatoLegato a Bologna; perchè, essendo morto il marchese di Ferrara,r>0 un suo figliuolo bastardo tenea <strong>la</strong> terra: <strong>la</strong> quale non potendo tenere,si patteggiò co' Viniziani , e vendel<strong>la</strong> loro. I Viniziani vi vennono , e perforza <strong>la</strong> presono e tennono. Messer Francesco da Esti, fratello del Marchese,insieme co' Bolognesi e con messer Orso degli Orsini di Roma,s' accostorono con <strong>la</strong> Chiesa. Il Cardinale andò a Ferrara, e da' Viniziani36 non fu ubidito: il perchè fermò loro processo addosso, e condannògli:bandi loro <strong>la</strong> croce addosso, e di più luoghi v'andò assai genti controper lo perdono e per avere soldo. I Viniziani teneano una fortezza inFerrara , <strong>la</strong> quale il Marchese v' avea fatta molto forte , a guisa d' uno1. ,con cavalieri — 2. aforzorono — 4. rau- domo dua imbasciadori — fumo — 26. fumonomo — 6. m. Tibaldo — riceuto — 8. auto — perderuo — 30. uno — 31. Veniziani —9. Dell — 10. in tra' — pìccol - 16. loro — si- 34. s'accostorno col<strong>la</strong> — Veniziani — 35. formòmile — 18. di uno — 19. giovanezza — Mando- — adosso — 36. adosso — gente — 37. Venironlo— 21. tentorono — di Ostia — 24. man- ziani — 38. di uno —

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