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Dino Compagni e la sua cronica;

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M Ili,XXIX, XXX pag. 378-;582.ne pigliavano uno, lo ponieno su'merli, acciò fusse veduto; e ivi lo scorticavano,e grande iniquità mostravano: e se presi erano di quellidentro, erano da quelli di fuori impiccati. E cosi, con edificii e balestra,dentro e di fuori, guerreggiavano forte l'uno l'altro. La città non sipoteaquali con lettere gli confortavano, e mandavano danari.5 tanto strignere con assedio, clie spie non v'entrassono mandate da' Fiorentini,iUn giorno messer Gallerano, fratello dello Imperadore, grande dipersona, bello del corpo, cavalcava intorno al<strong>la</strong> terra per veder<strong>la</strong>, sanzaelmo in testa, in uno giubbetto vermiglio. Il quale fu fedito d'un qua-10 drello sul collo, per modo che pochi di ne visse: acconcioronlo al<strong>la</strong>guisa de' signori, ea Verona fu portato, e quivi fu onorato di sepultura.Molti conti, cavalieri e baroni vi morirono, tedeschi e lonbardi: assaiv'infermarono, perchè l'assedio durò fino a di xviij di settembre.A di xviiij^ di settenbre 1311; perchè il luogo dove era il campo erai5 disagiato, e '1 caldo grande, <strong>la</strong> vittuaglia venia di lunge, e' cavalierierano gentili; e dentro al<strong>la</strong> terra ne morivano assai di fame e di disagio,perle guardie si convenia loro fare, e pe' sospetti grandi; permezanità di tre cardinali, stati mandati dal Papa allo Imperadore, iquali furono monsignore* d'Ostia, monsignore d'Albano e monsignore'20 dal riesco, si praticò accordo tra lo Imperadore e i Bresciani, di darli2'o<strong>la</strong> terra, salvo l'avere e le persone: e arrenderonsi a' detti cardinali.Lo imperadore entrò nel<strong>la</strong> terra, e attenne loro i patti. Fece disfarele mura, e alquanti Bresciani confinò, e dall'assedio si parti con moltimeno di suoi cavalieri, che vi morirono, e molti se ne tornoron indie-tro ma<strong>la</strong>ti.[XXX.] Partissi lo Imperadore da Brescia, e andonne a Pavia, peruna discordia nata tra quelli di Beccheria e messer Eiccardino, figliuolodel conte Filippone, per cagione che mori il vescovo di Pavia, e ciascunvolea <strong>la</strong> nuova elezione ;e tanta fu, che quelli di Beccheria uccisono30 iiij° de' loro adversari. Il vicario con messer Eiccardino pugnorono conquelli di Beccheria, per modo che li caccioron fuori del<strong>la</strong> terra, e tolsonoloro le loro castel<strong>la</strong> di fuori.Lo imperadore, parendoli avere perduto assai tenpo ,cavalcò inversoGenova, <strong>la</strong> quale tenea messer Branca d'Oria; dove giunse35 a di xxj d'ottobre 1311. Dal quale onoratamente fu ricevuto; e giuròubidienzia.Messer Obizino Spino<strong>la</strong>, capo dell'altra parte, che era rubello, li si1. poneano in su' — 2-3. quelli di dentro — 22. Lo 'mperadore — 22-23. disfare loro le— 3. edifici — 7. Uno giorno Galerano — 9. con — 23. da 1' assedio — 24. meno de' <strong>sua</strong> ~ mouno— 9-10. dì uno quadrello in sul— 11, se- rimo — tornò — 28-29. ciascuno voleva—29. lepoltura— 13. addì — 14. Addì — 15. vittovaglia zione — 30. aversari — pugnorno — 33. Lo— e i cavalieri — 16. moriano — 17. per e so- 'mperadore — 35. addì — riceuto — 36. ubispetti— 18. mezzanità — 19. fumo — di Ostia dienza — 37. M. Obizzino — de l'—* Cfr, il Commento^ paU' 380 , not. 43.

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