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Dino Compagni e la sua cronica;

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Ili, XXVIII, XXIX; pag. 372-378. 207La terra riformò , <strong>la</strong> condannagione levò loro ,e' prigioni mandò aRiminingo.[XXIX.] Dimorando lo Imperadore in Cremona, i Bresciani, i qualiavean fatti i suoi comandamenti e ricevuto il suo vicario ,messer TibaldoBruciati e messer Maffeo di Maggio capi ciascuno d'una parte, messer 6Maffeo, che prima tenea <strong>la</strong> terra, per ubidire dijDOse <strong>la</strong> signoria nel<strong>la</strong>volontà dello Imperadore.Messer Tibaldo, die dallo Imperadore fu beneficiato, perchè primaandava cattivando per Lonbardia, povero, co' suoi seguaci, e da lui furimesso nel<strong>la</strong> città, il tradì. Perchè, mandando da Cremona* pe'cava- 10lieri che venissono a ubidirlo, vi mandò del<strong>la</strong> parte di messer Maffeotutti quelli aveano ubbidito. Il quale, quando se ne avide, mandò per alcuninominatamente; i quali non vennono: feceli citare sotto termine epena; e anche non vennono. Lo Imperadore, intendendo <strong>la</strong> loro malizia,con pochi appresso usci del<strong>la</strong> camera , e fecesi cignere <strong>la</strong> spada , e 15dirizossi col viso verso Brescia, e <strong>la</strong> mano pose al<strong>la</strong> spada, e meza <strong>la</strong>trasse del<strong>la</strong> guaina, e ma<strong>la</strong>di <strong>la</strong> città di Brescia. E riformò <strong>la</strong> città diCremona di vicario.A di xij di maggio 1311 lo Imperadore con <strong>sua</strong> gente cavalcò aBrescia, e con gran parte de'Lonbardi, e conti e signori. E posevi l'as- 20sedio, perchè cosi fu consigliato; ch'el<strong>la</strong> non si potea tenere, perchènon erano prò veduti di vittuaglia, e erano nel<strong>la</strong> fine del<strong>la</strong> ricolta: « e» veggendo il campo posto, <strong>la</strong> gente si arrenderà tosto; e se tu <strong>la</strong> <strong>la</strong>sci,» tutta <strong>la</strong> Lonbardia è perduta, e tutti i tuoi contrarli quivi faranno» nidio; e questa f<strong>la</strong> vettoria da fare tutti gli altri temere. » Fermò l'as- 25sedio: mandò per maestri; ordinò edificii e cave e coverte; e molti palesisegni fece da combattere. La città era fortissima e popo<strong>la</strong>ta diprò' gente, e dal <strong>la</strong>to del monte avea una forteza, e tagliato il poggio:<strong>la</strong> via non potea esser loro tolta d' andare a quel<strong>la</strong> forteza ;<strong>la</strong> città eraforte a conbatter<strong>la</strong>. Quivi si stette, un giorno, pensando assalir<strong>la</strong> di 30verso <strong>la</strong> Magna; però che avuta<strong>la</strong>, <strong>la</strong> città era vinta.ilMesser Tibaldo, volendo soccorrere, andò là; e, per giustizia di Dio,cavallo incespicò e cadde: e fu preso, e menato allo Imperadore, del<strong>la</strong>cui presura molto si rallegrò. E fattolo esaminare, in su uno cuoio dibue il fé' strascinare intorno al<strong>la</strong> città, e poi li fe'tagliare <strong>la</strong> testa, e il 35busto squartare. E gli altri presi fece impiccare.Cosi incrudelirono quelli dentro inverso quelli di fuori:che quando1. riformò, e <strong>la</strong> — e i prigioni — i. fatto toria— 26. edifici e cave coverte — 27. La città— riceuto — 5. di una — 8. benificiato — 11. ve- fortissima era — 28. fortezza — 29. poteva essenissino— 12. ubidito — avidde — 13. fecegii — re — fortezza — 30. uno giorno — 31. auto<strong>la</strong> —15. apresso — 16. dirizzossi — mezza — 19. Ad- 35. stracinare — 37. incrudelirno quelli di dendì— 22. vettovaglia — 24. contrari— 25. vit- tro verso quelli di fuora: quando —* Il Codice, a Cremona: cfr, il Coyamento, pag. 373, not. 7,

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