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Dino Compagni e la sua cronica;

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—Ili, XV, XVI, XVII; pag. 316-322. 197venia <strong>la</strong> morte per fame palesare a' cittadini. Di ciò sia tu, santissimaMaestà, in etterno lodata! cliè il pane clie mangiavano i buoni cittadini,i porci l'arebbono sdegnato!Fatto r accordo innanzi <strong>la</strong> venuta del Cardinale , <strong>la</strong> porta s' apersea di X d'aprile 1306: e tal cittadino vi fu, che per fame patita mangiò 5tanto, ch'egli scoppiò.I Neri di Firenze presono <strong>la</strong> terra, e non observorono loro i patti: perchètanto li strinse <strong>la</strong> paura che a loro non convenisse render<strong>la</strong>, che subitosanza alcuno intervallo gittorono le mura in terra, che eran bellissime.II Cardinale Legato ,udite le novelle di Pistoia, fortemente si 40turbò; perchè si credea esser tale, che rimedio v'arebbe posto. Andossenea Bologna, e quivi fece <strong>sua</strong> risidenzia.[XVI.] Parma,* Reggio e Modena s'erano rubel<strong>la</strong>te dal marchesedi Ferrara; il quale, per troppa tirannia facea loro, Idio non lo vi vollepiù sostenere: che quando fu più inalzato, cadde. Perchè avea tolto per 15moglie <strong>la</strong> figliuo<strong>la</strong> del re Carlo di Puglia; e perchè condiscendesse adargliele, <strong>la</strong> comperò, oltre al comune uso, e fecele di dota Modena eEeggio: onde i suoi fratelli e i nobili cittadini sdegnorono entrare inaltrui fedeltà: e più vi s'aggiunse <strong>la</strong> nimistà d'uno potente cavaliere diParma, chiamato messer Ghiberto, il quale il Marchese cercava cac- 20ciare per tradimento; ma il cavaliere die gran conforto a' cittadini diquelle due terre di rubel<strong>la</strong>rsi, e con gènte e con arme li liberò di servitù.[XVII.] Stando il Legato in Bologna, i Bolognesi rivolti caccioronofuori i loro nimici. Credette pacificarh. I Fiorentini con danari e conconforto feciono tanto, che gli appesone colp^ d'uno trattato, e di tradi- 25mento; e vilmente e con vergogna lo cacciorono di Bologna, e mortovi fu un suo cappel<strong>la</strong>no. Andò in Romagna per entrare in Furli : i Fiorentinigliel negorono. Andossene ad Arezo, e con lettere e imbasciatecercò umiliarli, e non potè.Il Cardinale, essendo in Arezo, raunò gente assai e fecevisi forte, 30perchè intese i Neri di Firenze v'andrebbono a oste. Vennevi in suoaiuto il Marchese del<strong>la</strong> Marca, e molti gentili uomini di là, e moltiGuelfi Bianchi e Ghibellini di Firenze, e molti cavalli da Roma e daPisa e da molti cherici di Lombardia ; che in tutto si ragionava chefessone cavalli ij^^cccc^ scelti. 35Andoronvi i Neri di Firenze, ma con molto sospetto; ma non siadvicinorono ad Arezo: tennono <strong>la</strong> via in verso Siena; poi si rivoltoronoper una montagna, e entrorono su quel d' Arezo , dove disfeciono molte2. Maiestà^ in eterno — 4. inanzi — 5. addi gliene — 18. frategli — 19. di uno— 22. ribel<strong>la</strong>rsi6. che egli - 7. osservorono — 8. tanto gli —25. di uno — 27. uno suo — 28. gliele ne-— 9. senza alcuno — gittorno — erano — 11. es- gorno — Arezzo — 30. Arezzo — 32. Marca, consere — 12. residenzia— 13. ribel<strong>la</strong>te — 14. Id- molti — 35. fussono— 37. avvicinorono ad Arezdiononlo volle — 16. condiscendessi — 17. dar- zo : tennero— rivoltorno — 38. in su -Arezzo* Anche il Codice non fa qui capoverso: cfr, il Commento, pag, 318, nof, 1,

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