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Dino Compagni e la sua cronica;

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,100 III, vili, IX, X; pag. 290-295.il fuoco, e stavansi a cavallo, e davano impedimento per Io ingonbriofaceano, che impedivano i fanti e gli andatori.I Cavalcanti e molti altri guardavano il fuoco, e non ebbono tantoardire che andassono contro a' nimici,poi che '1 fuoco fu spento ;che6 vincere glipoteano, e rimanere signori. Ma messer Maruccio Cavalcantidifensione facea 1' altra parte, sarebbono stati vincenti. Ma tristi e doloe messer Rinieri Lucardesi consigliorono, che prendessono le lumiereaccese , e andassono a ardere le case de' nimici che aveano arse le loro.Non fu seguito tal consiglio; che se seguito l'avessono, perchè ninnalenti se n'andorono alle case de'parenti loro: e i nimici presono ardire,e caccioronli del<strong>la</strong> terra: e chi andò a Ostina, chi alle Stinche a loropossessioni, e molti a Siena, perchè da' Sanesi ebbono speranza diriconciliargli. E cosi passò il tempo, e non furono riconciliati, e da ciascunriputati vili.ib [IX.| Rimasono i cittadini in Firenze smagrati per lo pericolosofuoco e sbigottiti, perchè non ardivano a <strong>la</strong>mentarsi di coloro che messove r aveano, perchè tirannescamente teneano il reggimento; con tuttoche anche di loro arnesi assai ne perdessono quelli che reggeano.I caporali de' reggenti, sappiendo di certo che abbominati sareb-20 bono al Santo Padre, diliberarono andare a Perugia, dove era <strong>la</strong>Corte. Quelli che v' andorono :* messer Corso Donati, messer Eosso dal<strong>la</strong>Tosa, messer Pazino de'Pazi, messer Geri Spini, emesser Betto Branelleschi,con alcuni Lucchesi e Sanesi; credendosi, con colorate parolee con danari e con forza d' amici , annul<strong>la</strong>re 1' oltraggio fatto al25 Cardinale ,Legato e paciaro in Toscana, e <strong>la</strong> grande infamia aveano delfuoco crudelissimamente messo nel<strong>la</strong> terra. Giunsono in Corte, dovecominciarono a seminare del seme portorono.A di xxij di luglio 1304 mori in Perugia papa Benedetto XI, di veleno,messo in fichi freschi li furono mandati.30 [X.] Dimorando i detti in Perugia, per li usciti di Firenze si fé' unfranco pensiero: che fu, che ce<strong>la</strong>tamente invitorono tutti quelli di loroanimo , che un giorno posto dovessono esser tutti con armata mano incerto luogo: e si segretamente menorono il trattato, che quelli cheerano rimasi in Firenze niente ne sentirono. E messo in ordine, subito35 furono al<strong>la</strong> Lastra presso a Firenze a due miglia, con mcc uominid'arme a cavallo, con sopraveste bianche: e furonvi Bolognesi, Romagnuoli,Aretini, e altri amici, a cavallo e a pie.4. andassino — che il — 6. consìgliorno— 20. deliberorno — 21-22. del<strong>la</strong> Tosa, m. Pazclieprendessino — 7. andassino ardere — zino de' Pazzi — 22. Spini, m. Betto — 27. co-8. avessino — 10. se ne andoro — 12. possessio- mincioro — 28. Addi — 29. fumo — 30. fé' unone — 13. riconciliarli — ciascuno— 15, smagati —31-32. quelli che di loro animo erano, che— 16. isbigottiti — 17. regimento — 18. perdes- uno — 32. dovessìno essere — 35. dua —sino — reggieno — 19. sapiendo — abominati 37. appiè —* C/r. pag. 187 , nota *.

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