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Dino Compagni e la sua cronica;

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Ili, IV; pag-. 271-274. 185scana, giunse in Firenze a di x di marzo 1303; e grandissimo onore lifu fatto dal popolo di Firenze, con rami d'ulivo e con gran festa. E posatoin Firenze alcun di, trovando i cittadini molto divisi, domandòbalia dal popolo di potere constrignere i cittadini a pace; <strong>la</strong> quale li fuconcessa perfino a calendi maggio 1304, e poi prolungata per uno anno. 5E fece più paci tra cittadini dentro : ma dipoi <strong>la</strong> gente raifreddò, e moltegavil<strong>la</strong>zioni si trovorono.Il vescovo di Firenze favoreggiava <strong>la</strong> pace, perchè con seco recavagiustizia e dovizia, e a petizione del Cardinale si pacificò con messerRosso suo consorto. Rifermò i gonfaloni delle compagnie: gli amici di 10messer Corso n' ebbono parte , e egli fu chiamato Capitano di Parte.Ciascuno favoreggiava il Cardinale, e elli con speranza tanto gli umiliòcon dolci parole, che gli<strong>la</strong>sciarono chiamare sindachi: che furono,per <strong>la</strong> parte dentro, messer Ubertino dello Stroza e ser Bono da Ognano;e per <strong>la</strong> parte di fuori, messer Lapo Ricovero e ser Petracca * di 15serParenzo dall' Ancisa.A di xxvj d'aprile 1304, rannate il popolo sul<strong>la</strong> piaza di Santa MariaNovel<strong>la</strong>, nel<strong>la</strong> presenzia de' signori, fatte molte paci, si baciarono inbocca per pace fatta, e contratti se ne fece; e puosono pene a chi contrafacesse:e con rami d'ulivo in mano pacificorono i Gherardini con gii 20Amieri. E tanto parea che <strong>la</strong> pace piacesse a ogni uno, che vegnendoquel di una gran piova, ninno si parti, e non parea <strong>la</strong> sentissono. Ifuochi furono grandi, le chiese sonavano, rallegrandosi ciascuno: ma ilpa<strong>la</strong>gio de'Gianfìgliazzi, che per le guerre facea gran fuochi, <strong>la</strong> seraniente fece; e molto se ne parlò per li buoni, che diceano non era de- 25gno di pace. Andavano le compagnie del popolo, faccende gran festasotto il nome del Cardinale , con le 'nsegne avute da lui sul<strong>la</strong> piaza diSanta Croce.Messer Rosso dal<strong>la</strong> Tosa rimase con grande sdegno, però chetroppo gli parve che <strong>la</strong> pace fusse ita innanzi a quello eh' egli volea : e 30però pensò d'avacciare suo intendimento con gli altri suoi, però che alui <strong>la</strong>sciavano fare , e a lui si mostravano amichevoli. E tutto faceanoper avere Pistoia, del<strong>la</strong> quale forte dubitavano; però che <strong>la</strong> teneano iloro adversarii, e eravi dentro messer Tolosato degli liberti. E intantoi cavalieri e' pedoni de' Bianchi, tornando a Monte Accinico dal soccorso 35di Furli, per questo i Gruelfì dentro cominciorono a par<strong>la</strong>re viziatamente1. acidi — 3. molti — 4. costrignere — ulivo — cogli — 21. ognuno — 22. sentissìno —5. fino a — 6. pace tra i cittadini drento — di 24-25. faceva gran fuochi <strong>la</strong> sera , niente —poi — 12. egli con isperanza tanto li — 13. che 26. facendo — 27. colle insegne ante da luie' gli <strong>la</strong>sciorono — 14. Strozza — 15. fuora — in sul<strong>la</strong> piazza — 29. del<strong>la</strong> — 30. inanzi —Pctracco — 17. Addi — in sul<strong>la</strong> piazza — che egli voleva — 31. cogli — 32. facieno —18. fatto molte pace , si bacioro — 19-20. e pò- 34. aversari — drento — 35. Accenico —sono molte pene a chi contrafacessi — 20. di 36. drento comiuciorno —* Anche qui come in pag, 175.<strong>Dino</strong> <strong>Compagni</strong> e <strong>la</strong> <strong>sua</strong> Cronica {Testo). 24

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