Dino Compagni e la sua cronica;

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i80 II, XXXII, XXIII; pag. 241-218.marchese di Ferrara di tórre Bologna (e l'ima delle due parti dentro,che erano amendue guelfe, dovea assalire l'altra il di della Pasqua diKesurresso), cavalcandovi con vj^ cavalli e con vj'" pedoni.I Bianchi che erano rifuggiti in Bologna, virilmente s' armorono e^ feciono la mostra: i Neri temerono, e non assalirono. Il marchese disfecel'armata; e i Neri si partirono. Il perchè la condizione de' Bianchimigliorò in Bologna, e furonvi poi veduti volentieri, e i Neri tenuti pernimici. I Bolognesi feciono compagnia co' Romagnuoli, dicendo che ilmarchese gli avea voluti tradire, e, se fatto l'avesse, arebbe confusa10 Romagna.In quella compagnia fu Furli e Faenza, e Bernardino da Polenta, ela parte Bianca di Firenze, e i Pistoiesi, e il conte Federigo da Montefeltro,e i Pisani.Del mese di giugno 1303 i detti congiurati feciono taglia di y"15 e feciono capitano messer Salinguerra da Ferrara.cavalli,[XXXIII.] * I Bianchi cavalcarono da Monte Accinico fino pressoalla Lastra, ardendo ciò che trovorono.Gli Aretini racquistorono Castiglione e '1 Monte a San Savino, eguastorono Laterina. che la teneano i Neri; i quali non la poterono soc-20 correre, perchè erano co' Lucchesi intorno a Pistoia: i quali sentendolo,lasciorono i Lucchesi a guardia di Firenze, e co' cavalieri del marchesecavalcorono a Montevarchi per soccorrere Laterina.Raunoronsi gli Aretini co' Bianchi e con gli amici loro di Romagnae con soldati pisani, e cavalcarono a Castiglione degli libertini: e cre-25 dettesi che avisamento fusse di battaglia. Ma i Neri si partirono ;ecombatterono Castiglione Aretino ; e ricevetton danno di fanti a pie : edipoi fornirono Montalcino e Laterina.I Bianchi erano cavalli mcc e pedoni assai, e mostraronocon granvigore aspettare la battaglia; i quali furono ingannati da certi traditori,30 che da lor nimici ricevettono moneta, e negarono la battaglia, mostrandoche a' Pisani non piacesse mettere in adventura lasicura vincere si potea.guerra, cheIn Arezo era Uguccione da Faggiuola, come è detto, che per alcunesue opere sospette fu rimosso della signoria, e data al conte Federigo,36 figliuolo del buon conte Guido da Montefeltro di cui graziosa fama volòper tutto il mondo. Il quale venne ad Arezo , e prese il governo accompagnatoda Ciappettino libertini.1 parte drente — 2. ameiidua — 3. Re- 22. Monte Varchi — 24. cavalcorono — 26. comsuresio— 4. rifugiti — 9. aveva — 16. ca- batterno — 28. mostrorono — 30. loro —valcorono — Accenico — 17. trovarono — 31. aventura — 32. sicura si potea vincere —18. racqiiistorno — 18-19. Santo Sovino, e 33. Arezzo — 35. buono — 36. Arezzo — 37. Ciaguastorno— 19. poterno — 21. lasciorno — pettino —* Anche nel Codice manca qui il capoverso. C/r, il Commento, pag. 245, not. 1.

II, XXXIV, XXXV; pag. 248-251. 481[XXXIV.] Tornorono i Neri in Firenze, e poco dipoi nacque traloro discordia, perchè messer Rosso dalla Tosa, messer Pazino de'Pazi,e messer Geri Spini, col séguito del popolo grasso, aveano la signoria egli onori della città. Messer Corso Donati, il quale si tenea più degnodi loro , non li parendo avere la sua parte (valentissimo cavaliere in ^tutte le cose che operare voleva), proccurò d'abbassarli, e romperer uficio de' priori,e innalzare sé e suoi seguaci. E cominciò a seminarediscordie, e sotto colore di giustizia e di piata dicea in questo modo:« I poveri uomini sono tribolati e spogliati di loro sustanzie con le» imposte e con le libbre, e alcuni se ne empiono le borse. Veggasi iO» dove si gran somma di moneta é ita, però che non se ne può esser» tanta consumata nella guerra. » E questo * molto soUicitamente domandavainnanzi a' signori e ne' consigli. La gente volentieri l' ascoltava,credendo che di buono animo lo dicesse: nondimeno pure amavanoche ciò si ricercasse. L' altra parte non sapea che si rispondere,però 15che l'ira e la superbia l'impediva. E tanto feciono, colli uficiali cheerano con loro, che diterminorono che delle forze e delle violenze e ruberiesi ricercasse : i giudici forestieri chiamorono ragionieri. Poi s'ammollaronole parole; e i popolani, che reggeano, per accattare benivolenzie,ribandirono i confinati che aveano ubbidito a di primo d'agosto 1303. 20[XXXV.] Sciarra dalla Colonna, in sabato a di vii di settenbre 1803entrò in Alagna, terra di Roma, con gente assai, e con quelli da Ceccano,e con uno cavaliere che era quivi per lo re di Francia, e con lasua insegna e con quella del Patrimonio , cioè delle Chiavi. E ruppono lasagrestia e la tesoreria del papa, e tolsonli molto tesoro. Il papa, ab- 25bandonato dalla sua famiglia, rimase preso. Dissesi che messer FrancescoOrsini cardinale vi fu in persona, con molti cittadini romani: e tennesifusse congiura fatta col re di Francia, perchè il papa s'ingegnavad'abbassarlo, e la guerra de'Fiaminghi fattali contro si disse fu persua diliberazione ;onde molti Franciosi perirono. 30Il redi Francia per questa cagione raunò in Parigi molti maestri inteologia e baccellieri, de' frati Minori e Predicatori e d'altri ordini: equivi il fece pronunziare eretico, e poi il fece ammunire, accusandolo dimolti orribili peccati. Il papa era preso in Alagna; edifesa o scusa, fu menato a Roma, ove fu feritonella testa, e dopo alcundi arrabbiato si mori.sanza fare alcuna351. Tornare — di poi — 2. della Tosa — — 17. determinorono — 18-19. s'ammolloronom. Pazzino de' Pazzi — 3. con — 6. procurò — 20. ubidito addi i — 21. addì — 25-26. aband'abassarli — 7. inalzare — 8. dicea cosi — donato — 29. abassarlo — Fiamminghi— 30. de-9, sono rubati e tribolati — 10. libre — se n' — liberazione — 31. Francia raunò in Parigi per11. ita,chènon— 11. essere— 12. sollecitamente questa cagione molti — 32. di frati — 33. amu-— 13. inanzi — 14. nondimeno amavano pure nire — 34. senza — 35. ove e' fu — doppo —* Anche il Codice questa: cfr, il Commento, pag. 249, not. 11.

II, XXXIV, XXXV; pag. 248-251. 481[XXXIV.] Tornorono i Neri in Firenze, e poco dipoi nacque traloro discordia, perchè messer Rosso dal<strong>la</strong> Tosa, messer Pazino de'Pazi,e messer Geri Spini, col séguito del popolo grasso, aveano <strong>la</strong> signoria egli onori del<strong>la</strong> città. Messer Corso Donati, il quale si tenea più degnodi loro , non li parendo avere <strong>la</strong> <strong>sua</strong> parte (valentissimo cavaliere in ^tutte le cose che operare voleva), proccurò d'abbassarli, e romperer uficio de' priori,e innalzare sé e suoi seguaci. E cominciò a seminarediscordie, e sotto colore di giustizia e di piata dicea in questo modo:« I poveri uomini sono tribo<strong>la</strong>ti e spogliati di loro sustanzie con le» imposte e con le libbre, e alcuni se ne empiono le borse. Veggasi iO» dove si gran somma di moneta é ita, però che non se ne può esser» tanta consumata nel<strong>la</strong> guerra. » E questo * molto soUicitamente domandavainnanzi a' signori e ne' consigli. La gente volentieri l' ascoltava,credendo che di buono animo lo dicesse: nondimeno pure amavanoche ciò si ricercasse. L' altra parte non sapea che si rispondere,però 15che l'ira e <strong>la</strong> superbia l'impediva. E tanto feciono, colli uficiali cheerano con loro, che diterminorono che delle forze e delle violenze e ruberiesi ricercasse : i giudici forestieri chiamorono ragionieri. Poi s'ammol<strong>la</strong>ronole parole; e i popo<strong>la</strong>ni, che reggeano, per accattare benivolenzie,ribandirono i confinati che aveano ubbidito a di primo d'agosto 1303. 20[XXXV.] Sciarra dal<strong>la</strong> Colonna, in sabato a di vii di settenbre 1803entrò in A<strong>la</strong>gna, terra di Roma, con gente assai, e con quelli da Ceccano,e con uno cavaliere che era quivi per lo re di Francia, e con <strong>la</strong><strong>sua</strong> insegna e con quel<strong>la</strong> del Patrimonio , cioè delle Chiavi. E ruppono <strong>la</strong>sagrestia e <strong>la</strong> tesoreria del papa, e tolsonli molto tesoro. Il papa, ab- 25bandonato dal<strong>la</strong> <strong>sua</strong> famiglia, rimase preso. Dissesi che messer FrancescoOrsini cardinale vi fu in persona, con molti cittadini romani: e tennesifusse congiura fatta col re di Francia, perchè il papa s'ingegnavad'abbassarlo, e <strong>la</strong> guerra de'Fiaminghi fattali contro si disse fu per<strong>sua</strong> diliberazione ;onde molti Franciosi perirono. 30Il redi Francia per questa cagione raunò in Parigi molti maestri inteologia e baccellieri, de' frati Minori e Predicatori e d'altri ordini: equivi il fece pronunziare eretico, e poi il fece ammunire, accusandolo dimolti orribili peccati. Il papa era preso in A<strong>la</strong>gna; edifesa o scusa, fu menato a Roma, ove fu feritonel<strong>la</strong> testa, e dopo alcundi arrabbiato si mori.sanza fare alcuna351. Tornare — di poi — 2. del<strong>la</strong> Tosa — — 17. determinorono — 18-19. s'ammolloronom. Pazzino de' Pazzi — 3. con — 6. procurò — 20. ubidito addi i — 21. addì — 25-26. aband'abassarli — 7. inalzare — 8. dicea cosi — donato — 29. abassarlo — Fiamminghi— 30. de-9, sono rubati e tribo<strong>la</strong>ti — 10. libre — se n' — liberazione — 31. Francia raunò in Parigi per11. ita,chènon— 11. essere— 12. sollecitamente questa cagione molti — 32. di frati — 33. amu-— 13. inanzi — 14. nondimeno amavano pure nire — 34. senza — 35. ove e' fu — doppo —* Anche il Codice questa: cfr, il Commento, pag. 249, not. 11.

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