Dino Compagni e la sua cronica;
Dino Compagni e la sua cronica; Dino Compagni e la sua cronica;
178 II 5 XXIX, XXX ; pag. 233-238.La parte Nera passò l' alpe ;ville e castella arsone ; e furono nelSanterno, nell'Orto degli Ubaldini, e arsollo. E ninno con arme si levòalla difesa! Che s'eglino avessono tagliati pur de' legni die v'erano, emessigli in terra e intraversati agii stretti passi, dei loro adversarii5 ninno ne sarebbe canpato.Ebbono i Bianchi una altra ria fortuna, per sinplicità d'uno cittadinorubello di Firenze, chiamato Gherardino Diedati: il quale standoin Pisa e confidandosi ne' consorti suoi, scrisse loro che i confinati stavanoin speranza di mese in mese essere in Firenze per forza; e cosiio scrisse a alcuno suo amico. Le lettere furono trovate: il perchè duegiovani suoi nipoti,figliuoli di Finiguerra Diedati, e Masino Cavalcanti,bel giovane, furono presi, e tagliata loro la testa; e Tignoso de'Maccifu messo alla colla, e quivi mori; e fu tagliato il capo a uno de'Gherardini.De quanto fu la dolorosa madre de' due figliuoli ingannata! che15 con abbondanza di lagrime, scapigliata, in mezo della via ^ginocchionesi gittò in terra innanzi a messer Andrea da Cerreto giudice,pregandolocon le braccia in croce per Dio s' aoperasse nello scampo de' suoifigliuoli. Il quale rispose, che però andava a palazo: e di ciò fu mentitore,perchè andò per farli morire. Pe' sopradetti malifici i cittadini che20 aveano speranza che la città si riposasse, la perderono; però che fino aquel di non era sparto sangue, il perchè la città posare non dovesse.[XXX.] La terza disaventura ebbono i Bianchi e Ghibellini (laquale gli accomunò, e i due nomi si ridussono in uno) per questa cagione:che essendo Folcieri da Caivoli podestà di Firenze, i Bianchij, chiamorono Scarpetta degli Ordalaffì loro capitano, uomo giovane etemperato, nimico di Folcieri. E sotto lui raunorono loro sforzo , e vennonoa Pulicciano apresso al Borgo a San Lorenzo, sperando avereMonte Accenico, edificato dal cardinale degli Ubaldini, messer Attaviano,con tre cerchi di mura. Quivi s'ingrossorono con loro amici,50 dendo prendere Pulicciano, e quindi venire alla città. Folcieri vi cavalcòcon pochi cavalli. I Neri v'andorono con grande riguardo: i quali, vedendoche i nimici non assalirono il. podestà, che era con pochi, matagliarono i ponti e afForzaronsi, presono cuore ingrossandosi. A' Bianchicre-parea esser presi; e però si levorono male in ordine ;e chi non fu pre-35 sto a scampare, rimase;però che i villani de' conti d' attorno furonosubito a' passi,e presonne e uccisonne molti.Scarpetta con più altri de' maggiori rifuggirono in Monte Accinico.2. ne r — arsonlo — 3. avessino tagliati — 16. inanzi — 18. palazzo — 19. malefici —pure — 4. de' loro aversari — 6. semplicità di 20. riposassi — 27. Puliciano — Santo — 30. Pu-— 8. consorti sua — — 9. con speranza— 10. scris- liciano— 32. assalirno — 33. tagliorno — aforsealcuno * dua — 12. begli giovani — zoronsi — 34. parea loro essere — 35. rimase14. Deh — 15. abondanza di lacrime — mezzo preso ;però — 37. rifugirno — Accenico —* Lezione che non avrei dovuto preferire: cfr. il Commento, pag. 234, not. 18.
II, X\X, XXXI; pag. 238-241.179E fu l'esercito de'Bianchi e Ghibellini cavalli vij' e pedoni niji». Equantunque la partita non fusse onorevole, fu più savia che la venuta.Messer Donato Alberti tanto fu lento che fu preso, e uno valentegiovane nominato Nerlo di messer Goccia Adimari, e due giovani degliScolari. E Nanni E-ufFoli fu morto da Chirico di messer Pepo dalla Tosa. 5Fu menato messer Donato vilmente su uno asino, con una gonnellettad'uno villano, al podestà. H quale, quando il vide, lo domandò:« Siete voi messer Donato Alberti?» Rispose: «Io sono Donato. Cosi>> ci fusse innanzi Andrea da Cerreto, e Niccola Acciaiuoli, e Baldo» d'Aguglione, e Iacopo da Certaldo, che anno distrutta Firenze ». doAllora lo pose alla colla, e accomandò la corda allo aspo, e cosive '1 lasciò stare: e fé' aprire le finestre e le porti del palagio, e fecerichiedere molti cittadini sotto altre cagioni, perchè vedessono lostrazioe la derisione facea di lui. E tanto procurò il podestà, che li fu concedutodi tagliarli la testa. E questo fece, perchè la guerra gli era 15utile, e la pace dannosa: e cosi fece di tutti. E questa non fu giustadiliberazione: ma fu contro alle leggi comuni, però che i cittadini cacciati,volendo tornare in casa loro , non debbono esser a morte dannati;e contro all'uso della guerra, che tenere li dovean presi. E perchè iGuelfi bianchi, presi, furon parimente morti co' Ghibellini, s'assicuro- 20rono insieme: che fino a quel di sempre dubitarono, che d'intero animofussono con loro.[XXXI.] messer Donato, quanto la fortuna ti si volse in contrario!che prima ti presono il figliuolo, e ricomperastilo lire nj^"; e teanno decapitato! Chi te lo à fatto? I Guelfi, che tu tanto amavi, e che 25in ogni tua diceria dicevi uno colonnello contro a' Ghibellini. Come tipotè esser tolto il nome di guelfo per li falsi volgari? come da' Guelfifosti giustiziato tra i Ghibellini? Chi tolse il nome a Baldinaccio Adimarie al Baschiera Tosinghi, d'esser Guelfi, che tanto i padri loro fecionoper parte guelfa? Chi ebì)e balia di tórre e dare in picciol tempo, 30che i Ghibellini fussono detti Guelfi, e i grandi Guelfi detti Ghibellini?Chi ebbe tal privilegio? Messer Rosso dalla Tosa e suoi seguaci, cheniente operava ne' bisogni della parte , anzi nulla appo i padri di coloro,a cui il nome fu tolto. E però in ciò parlò bene un savio uomoguelfissimo , vedendo fare ghibellini per forza , il qual fu il Corazza 35Ubaldini da Signa, che disse: « E' sono tanti gli uomini che sono ghi-» bellini e che vogliono essere, che il farne più per forza non è bene. »[XXXII.] Tanto crebbe la baldanza de' Neri, che sicomposono col— 9. inanzi — 10. hanno distrutto — 11. al- —27. essere — 29. essere — 30. piccol — 31. fusl'aspo— 13. cagione, perchè vedessono — sino — 32. previlegio — della Tosa — 34. uno14. faceva — 17. deliberazione — comune — — 35. quale —2. fussi — 7. fli uno — vidde , il dimandò bitorono — 22. fussino — 25. hanno — te 1' ha18. essere — 19. doveano — 20. furono — 21. du-
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II, X\X, XXXI; pag. 238-241.179E fu l'esercito de'Bianchi e Ghibellini cavalli vij' e pedoni niji». Equantunque <strong>la</strong> partita non fusse onorevole, fu più savia che <strong>la</strong> venuta.Messer Donato Alberti tanto fu lento che fu preso, e uno valentegiovane nominato Nerlo di messer Goccia Adimari, e due giovani degliSco<strong>la</strong>ri. E Nanni E-ufFoli fu morto da Chirico di messer Pepo dal<strong>la</strong> Tosa. 5Fu menato messer Donato vilmente su uno asino, con una gonnellettad'uno vil<strong>la</strong>no, al podestà. H quale, quando il vide, lo domandò:« Siete voi messer Donato Alberti?» Rispose: «Io sono Donato. Cosi>> ci fusse innanzi Andrea da Cerreto, e Nicco<strong>la</strong> Acciaiuoli, e Baldo» d'Aguglione, e Iacopo da Certaldo, che anno distrutta Firenze ». doAllora lo pose al<strong>la</strong> col<strong>la</strong>, e accomandò <strong>la</strong> corda allo aspo, e cosive '1 <strong>la</strong>sciò stare: e fé' aprire le finestre e le porti del pa<strong>la</strong>gio, e fecerichiedere molti cittadini sotto altre cagioni, perchè vedessono lostrazioe <strong>la</strong> derisione facea di lui. E tanto procurò il podestà, che li fu concedutodi tagliarli <strong>la</strong> testa. E questo fece, perchè <strong>la</strong> guerra gli era 15utile, e <strong>la</strong> pace dannosa: e cosi fece di tutti. E questa non fu giustadiliberazione: ma fu contro alle leggi comuni, però che i cittadini cacciati,volendo tornare in casa loro , non debbono esser a morte dannati;e contro all'uso del<strong>la</strong> guerra, che tenere li dovean presi. E perchè iGuelfi bianchi, presi, furon parimente morti co' Ghibellini, s'assicuro- 20rono insieme: che fino a quel di sempre dubitarono, che d'intero animofussono con loro.[XXXI.] messer Donato, quanto <strong>la</strong> fortuna ti si volse in contrario!che prima ti presono il figliuolo, e ricomperastilo lire nj^"; e teanno decapitato! Chi te lo à fatto? I Guelfi, che tu tanto amavi, e che 25in ogni tua diceria dicevi uno colonnello contro a' Ghibellini. Come tipotè esser tolto il nome di guelfo per li falsi volgari? come da' Guelfifosti giustiziato tra i Ghibellini? Chi tolse il nome a Baldinaccio Adimarie al Baschiera Tosinghi, d'esser Guelfi, che tanto i padri loro fecionoper parte guelfa? Chi ebì)e balia di tórre e dare in picciol tempo, 30che i Ghibellini fussono detti Guelfi, e i grandi Guelfi detti Ghibellini?Chi ebbe tal privilegio? Messer Rosso dal<strong>la</strong> Tosa e suoi seguaci, cheniente operava ne' bisogni del<strong>la</strong> parte , anzi nul<strong>la</strong> appo i padri di coloro,a cui il nome fu tolto. E però in ciò parlò bene un savio uomoguelfissimo , vedendo fare ghibellini per forza , il qual fu il Corazza 35Ubaldini da Signa, che disse: « E' sono tanti gli uomini che sono ghi-» bellini e che vogliono essere, che il farne più per forza non è bene. »[XXXII.] Tanto crebbe <strong>la</strong> baldanza de' Neri, che sicomposono col— 9. inanzi — 10. hanno distrutto — 11. al- —27. essere — 29. essere — 30. piccol — 31. fusl'aspo— 13. cagione, perchè vedessono — sino — 32. previlegio — del<strong>la</strong> Tosa — 34. uno14. faceva — 17. deliberazione — comune — — 35. quale —2. fussi — 7. fli uno — vidde , il dimandò bitorono — 22. fussino — 25. hanno — te 1' ha18. essere — 19. doveano — 20. furono — 21. du-